Martedì 13 Gennaio 2004 Chiudi
XX MUNICIPIO
di LAURA BOGLIOLO
Quel fastidioso cigolio mentre si pedala, una gomma a terra o la voglia
di rimettere a nuovo la propria bici, magari trasformandola in un tandem.
Sogni metropolitani a due ruote, rigorosamente senza motore. Gli
appassionati della bicicletta si danno appuntamento nelle due
ciclofficine della Capitale, la "Don Chisciotte" di via Prenestina
(aperta il mercoledì e il sabato) e la Macchia Rossa di via Pieve
Fosciana, alla Magliana (aperta il sabato). Spazi aperti a chiunque abbia
voglia di coccolare il proprio gioiello verde senza pagare un euro.
Perché il servizio è completamente gratuito. Un tavolo da lavoro, un
pannello coloratissimo dove appendere gli attrezzi e una grande passione.
Sono questi gli ingredienti delle officine fai-da-te che mettono
liberamente a disposizione pezzi di ricambio e attrezzi per ridare vita
al proprio ronzino. «Le Ciclofficine - spiega Felix, uno dei
responsabili del locale sulla Prenestina - sono ospitate all'interno di
due centri sociali e funzionano grazie a chi ci partecipa e le
frequenta».
La vita delle officine è, infatti, completamente rimessa alla
responsabilità di chi le frequenta. Per utilizzarle è sufficiente
rispettare poche, ma importanti regole, come riordinare gli attrezzi che
si utilizzano, pulire (anche se si sporca pochissimo) e chiedere aiuto ai
più esperti quando si è in difficoltà. È quello che ha fatto Valeria
Noli, 35 anni, impiegata e appassionata di pedalate all'aria aperta. «Ho
portato la mia vecchia bici Graziella alla ciclofficina Don Chisciotte -
racconta Valeria - e sono riuscita, grazie all'aiuto di un ragazzo
incontrato lì, a montare la catena che era deragliata». Valeria abita
al Pigneto e per pedalare in libertà deve arrivare fino a Prati, sulla
pista ciclabile di viale Angelico. «Andare in bicicletta in questa zona è
pericolosissimo - dice Valeria, quasi irritata - non ci sono spazi sicuri
e bisogna combattere contro i mostri che inquinano». L'idea delle
ciclofficine nasce infatti dalla voglia di riappropriarsi delle strade,
lotta contro l'inquinamento e il suo peggior nemico sono le autosaure.
Come spiega Felix l'idea di aprire delle ciclofficine nasce dalla
filosofia della Critical Mass, uno strumento di lotta che si è
sviluppato a livello mondiale e che a Roma è sbarcato nel giugno del
2002, quando circa 50 ciclisti hanno pedalato per 9 chilometri occupando
la carreggiata stradale e rispondendo a suon di campanello ai clacson
degli automobilisti innervositi. L'obiettivo della Critical Mass è
quello di creare dei raduni improvvisi di ciclisti che bloccano la
viabilità al grido di: «Non stiamo bloccando il traffico, noi siamo il
traffico». Si pedala insieme senza un itinerario preciso, affidato
all'estemporaneità di chi sta davanti. L'appuntamento nella Capitale è
l'ultimo venerdì di ogni mese alle 18, a piazzale Ostiense.