I tranvieri in lotta in tutte le città italiane non sono soli. Da Parigi a
Bucarest, da Los Angeles a Roma scioperi selvaggi, blocchi delle città e
sommosse si stanno diffondendo su tutto il pianeta, segno di un'insofferenza
diffusa alle condizioni di vita imposte a tutti gli sfruttati. Quando i
padroni hanno sempre meno da concedere, stretti in una crisi che non è crisi
ma normale funzionamento dell'economia, quando l'insicurezza e la paura
divengono la norma sociale, non c'è più alcuna distinzione di categoria che
tenga. Quando non c'è niente da mediare, ai sindacati da sempre impegnati a
garantire ad aziende e governi la rassegnazione dei lavoratori - non rimane
che indossare le vesti della polizia, come a Milano due anni fa, quando
hanno consegnato alle forze dell'ordine i nomi dei partecipanti ai blocchi
della stazione durante lo sciopero dei pulitori ferroviari.
Se sono stati i tranvieri a far riemergere con tanto clamore il gatto
selvaggio nel nostro paese, i blocchi stradali e gli scontri dei lavoratori
dell'Alitalia a Fiumicino hanno dimostrato che questo contagio è pronto ad
estendersi. Se sono stati i tranvieri ad intasare le città, gli abitanti di
Scanzano hanno evidenziato come la radioattività dell'economia aggredisca
tutti, e in tutti gli aspetti della vita.
In un gioco infinito di rimandi, è la realtà stessa che riscopre e
riattualizza alcuni vecchi metodi di lotta e disegna l'abbattimento delle
distinzioni di categoria e del metodo della concertazione. Ai pendolari
dell'Abruzzo che bloccano l'autostrada e si rifiutano di acconsentire al
rincaro dei pedaggi, così, rispondono i molti che, nelle città bloccate a
dicembre hanno intravisto la possibilità di un'esistenza non più sottomessa
alle esigenze della produzione. Agli "esuberi" dell'Alfa Romeo che occupano
i binari a Milano, rispondono i precari del Mc Donald's di Parigi che da
mesi tengono sequestrati locali e attrezzature, e i tranvieri di Los Angeles
che hanno paralizzato la metropoli per trentadue giorni consecutivi.
È per questo che i tranvieri non sono soli: tutt'attorno ci sono orecchie
pronte a cogliere i loro suggerimenti, e bocche complici pronte a
sussurrarne di nuovi. Quando i sindacati e le regole decise dai padroni
vengono scavalcati e si fa largo l'insubordinazione diffusa, non esistono
più né precari né garantiti, né ferrovieri né disoccupati, né operai né
tranvieri né hostess. È un mondo intero che non ne può più e comincia a
riscoprire la voglia e la gioia di riprendere in mano la propria vita e
rivoltarsi.
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