[Cerchio] sempre più imbarazzante

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    Il 10 e 11 gennaio si è tenuto a Milano il convegno nazionale della FAI.
Di seguito il testo della mozione di repressione e provocazioni
antianarchiche.


L'anarchia è prioritaria, ma non si fa per posta

Se questo fosse un mondo accettabile, se l'informazione non fosse una
pericolosa arma di guerra, di quelle destinate alla distruzione di massa,
senza alcun riguardo verso l'inerme popolazione civile, la notizia che
qualcuno aveva incendiato i soliti cassonetti e poi spedito per posta
qualche libro infarcito di petardi, avrebbe avuto la propria degna
collocazione in cronaca.
L'eco mediatica suscitata dei petardi inviati a Romano Prodi, al presidente
della BCE, all'Eurojust e ad alcuni eurodeputati, qualche giorno dopo l'
incendio di un paio di cassonetti nel centro di Bologna, è divenuta il
pretesto per elevare al massimo "l'allarme terrorismo" che Berlusconi e Bush
avevano pronosticato nelle settimane precedenti. Da una sponda all'altra
dell'Atlantico erano rimbalzati gli annunci di attentati con relativa
militarizzazione dei voli e del territorio. Con queste misure, la guerra
duratura e preventiva intende raggiungere il duplice obiettivo, da un lato,
di alimentare la paura per via dell'insicurezza evocata da un nemico esterno
sempre in agguato, e dall'altro di tenere sotto scacco tutti i soggetti
coinvolti nel collasso di un sistema di disciplinamento sociale, economico e
politico che necessariamente implica la criminalizzazione, l'espulsione e
l'eliminazione violenta di chiunque non si riconosca nelle regole del gioco.
All'epoca della guerra totale al terrorismo occorre di tanto in tanto
innalzare la tensione, altrimenti si corre il rischio che il lezzo dei
cadaveri dei bambini morti in Afghanistan o la notizia dei prigionieri
iracheni picchiati a morte, risulti alla fine intollerabile anche per i
tolleranti sudditi di questo nostro nord capitalista e guerrafondaio.
D'altro canto, nel nostro paese, da mesi il Ministero dell'Interno ed i
media agitano lo spauracchio del terrorismo, indicando negli anarchici il
pericolo maggiore. Alcune indecenti veline poliziesche erano giunte persino
ad ipotizzare una mano anarchica dietro la triste moda di avvelenare le
bottiglie di acqua minerale. In un'epoca in cui i governi promuovono la
privatizzazione delle risorse idriche assetando decine di milioni di persone
in tutto il pianeta, in un'epoca in cui le lordure prodotte dal capitalismo
rendono l'acqua imbevibile, non si trova di meglio che gettare fango su chi
si oppone a questo scempio.
Ma, se gli anarchici sono stati il bersaglio preferito del governo e della
stampa, le attenzioni di questi signori hanno avuto una ben più ampia
portata. Retate e perquisizioni nelle case e nei quartieri abitati da
migranti sono stati all'ordine del giorno per tutto il 2003. Gli immigrati
sono stati trattati in blocco come potenziali criminali, sino a comminare
espulsioni in base a meri sospetti di collusione con organizzazioni
terroriste. Per non parlare dei tranvieri che sono entrati nel novero dei
pericolosi delinquenti per aver tentato di ottenere un pugno di euro in più
scioperando fuori dalle gabbie imposte da una legislazione che ha ridotto il
diritto di sciopero ad una barzelletta. E, prima di loro, era toccato ai
milioni di persone che avevavo manifestato contro la guerra, contro il
militarismo, contro la politica neocoloniale del governo italiano. Sul piano
interno, pertanto, la guerra preventiva impone di neutralizzare sul nascere
ogni tentativo di autorganizzazione sociale che sfugga ai balbettanti
meccanismi di recupero e integrazione istituzionale, attivati dai partiti e
dagli apparati sindacali di stato.
In definitiva chiunque critichi l'azione dell'esecutivo finisce con l'essere
in odore di terrorismo: al punto che la mera opposizione all'abolizione dell
'art. 18 dello statuto dei lavoratori o alla definitiva precarizzazione del
lavoro sancita della legge 30 ha finito con l'essere collegata agli uccisori
di Biagi.
A fine anno, a degna conclusione di un periodo in cui ogni forma di dissenso
è stata puntualmente criminalizzata, sono arrivati puntuali questi
pacchetti. Innocui per i destinatari ma sapientemente utilizzati sulla via
della realizzazione locale dello stato di polizia globale.
Già si parla di leggi speciali che vanno ad aggiungersi alle tante leggi
repressive di un trentennio in cui ogni nuova "emergenza" si è portata via
un po' delle pur esili libertà conquistate. Contro i ceti subalterni è già
allo studio l'ipotesi di estensione del reato associativo di derivazione
fascista che si fa beffe, come sempre, dell'apparente assioma liberale sulla
responsabilità individuale di fronte al giudice penale.
L'allarme suscitato dalla posta natalizia ha finito con il dare una spinta
probabilmente decisiva al lento e faticoso processo di costituzione di una
polizia europea: a carabinieri, poliziotti, finanzieri, vigili si uniranno
anche gli eurocop!
Per non dire del polverone che ha finito per porre in secondo piano lo
scontro istituzionale sull'informazione, le crescenti difficoltà all'interno
della maggioranza o questioni quali le pensioni e le opposte libertà di
licenziamento e di sciopero. E in questi stessi giorni la compagine guidata
dal cavalier Berlusconi, dopo aver risolto con altre leggi "speciali" i
problemi suoi e della sua classe di appartenenza, si accinge a spazzar via
quello che resta del sistema previdenziale ed a rilanciare l'attacco contro
le residuali garanzie stabilite dallo Statuto dei lavoratori.
Se un'azione dovesse essere giudicata dai suoi risultati non potremmo avere
dubbi sui mittenti di tale fumosa corrispondenza. E, diciamolo chiaro, per
qual che ci riguarda poco importa se gli autori siano alle dirette
dipendenze del Ministero dell'Interno o svolgano generosa opera di
volontariato. Gratuito o retribuito il loro è uno sporco lavoro.
Infatti con i pacchi sono arrivate anche lettere che li rivendicavano a nome
di una neonata aggregazione informale il cui acronimo "FAI" è identico a
quello della Federazione Anarchica Italiana. Evidente l'intento irrisorio,
forse meno evidente ma ben più grave la volontà di mettere in difficoltà
anarchiche ed anarchici impegnati in una dura lotta quotidiana per la
costruzione di una società di libere ed eguali.
Ma una tale società non si può imporre. Gli anarchici sanno che la libertà è
una pratica collettiva che necessita di impegno costante perché si radichi
nelle coscienze e nell'agire quotidiano di ciascuno, traducendosi in azione
comune e lotta sociale. La rivolta contro l'oppressione diviene sterile
fiammata se, insieme, non costruisce, non sa contaminare l'ambiente in cui
vive e senza il quale si estinguerebbe.
Bakunin sosteneva che la libertà di ciascuno è accresciuta dalla libertà di
tutti: qui vive e si alimenta il nocciolo profondo dell'anarchismo sociale,
che, costitutivamente, è progettualità rivoluzionaria, spinta alla
trasformazione che vede protagonisti in prima persona gli oppressi e gli
sfruttati.
L'agire degli anarchici si sostanzia all'interno dei movimenti sociali, nei
percorsi di autonomia da ogni istituzione, nella capacità di dar vita ad
organizzazioni specifiche e di massa improntate ai principi dell'
autogestione e del federalismo. Una Federazione Anarchica è un ambito di
relazione e confronto vivo tra uomini e donne che condividono il metodo
libertario ed hanno in comune un programma di mutamento sociale radicale.
Una Federazione Anarchica preconizza in concreto l'ambito sociale nella
quale vorremmo vivere, dove il rapporto diretto, faccia a faccia, il
confronto ed anche lo scontro tra opzioni diverse mirano alla sintesi
possibile nel rispetto delle scelte e dei percorsi individuali. La sua
costituzione formale è garanzia di libertà, perché l'intesa associativa che
la costituisce si fonda sull'autonomia dei gruppi e degli individui.
Gli anarchici della Federazione Anarchica sono abituati, loro malgrado, ad
affrontare la repressione. Il nostro impegno nelle piazze, nei posti di
lavoro, contro il razzismo, il militarismo, la guerra, l'oppressione
capitalista e statale solo nell'ultimo anno ci è costato numerose denunce.
Per non parlare delle manganellate, delle perquisizioni, della costante
opera di disinformazione operata dai media.
Siamo stati alle manifestazioni contro la globalizzazione capitalista, di
fronte ai lager per immigrati ed alle carceri, nelle lotte contro le
fabbriche di morte, le discariche nucleari, gli inceneritori, abbiamo fatto
scioperi e picchetti, siamo presenti nelle lotte per la casa e gli spazi
sociali, ovunque si pratichi l'autorganizzazione, l'azione diretta, il
rifiuto della delega e la partecipazione: dalla Lucania della rivolta contro
la discarica nucleare ai tranvieri in lotta.
Governo e stampa si ostinino pure nel binomio bombe ed anarchici, terrorismo
ed anarchia: non ci lasceremo intimorire, oggi come nel 1969. Con buona pace
di chi ha creduto di metterci in difficoltà, manipolando la nostra sigla e
gettandola in pasto dei media. Sono tanti quelli che ci conoscono e sanno
bene chi sono i terroristi che ogni giorno bombardano, avvelenano,
opprimono, sfruttano, uccidono, incarcerano i senza potere e gli sfruttati.
Essi siedono sui banchi dei governi, nelle gerarchie di tutte le chiese, nei
consigli di amministrazione delle aziende e delle banche, tra le fila dei
parlamenti, nei quartieri generali degli eserciti. Per sconfiggerli occorre
l'impegno solidale degli oppressi e degli sfruttati: i soli capaci di
mettere fine all'oppressione, alla gerarchia, allo stato.

Il convegno nazionale della F.A.I. - Milano, 10-11 gennaio 2004

Compagne e compagni di Torino, Alessandria, Vercelli, Milano, Novate,
Varese, Bergamo, Venezia, Trieste, Savona, Chiavari, Genova, La Spezia,
Carrara, Livorno, Pisa, Reggio Emilia, Parma, Correggio, Val D'Enza,
Bologna, Imola, Chieti, Roma, Napoli, Palermo.


www.federazioneanarchica.org