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Sent: Saturday, January 10, 2004 2:04 PM
Subject: [movimento] [Contropotere] Note a caldo sullo sciopero del 9
gennaio
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Note a caldo sullo sciopero del 9 gennaio
In un momento di grande soddisfazione per la buona riuscita dello sciopero
indetto il 9 gennaio dal Coordinamento di Lotta degli Autoferrotranvieri
(che raccoglie l´assieme dei sindacati di base del settore e diversi gruppi
autorganizzata) possiamo permetterci il lusso di individuare subito alcuni
punti critici che vanno affrontati con chiarezza:
· la precettazione ha funzionato sia direttamente dove è stata applicata sia
come spauracchio. Lo sciopero, per l´essenziale, si è svolto nelle fasce
orarie previste dalla legislazione antisciopero. La pressione dell´apparato
statale ed aziendale, per un verso, e di quello dei sindacati istituzionali,
dall´altro, è stata fortissima e nelle due settimane passate ha determinato
la scelta di non forzare la situazione su questo terreno;
· una mobilitazione significativa ed importante degli "utenti" a favore
degli scioperanti è stata organizzata in maniera forte e visibile solo a
Firenze anche se non sono mancati altri interessanti tentativi in tal senso.
È comunque vero che si sono notati segnali assai positivi di simpatia per
gli scioperanti;
· il tentativo di CGIL-CISL-UIL di gestire la situazione azienda per
azienda, separando le situazioni dove i lavoratori hanno un maggior potere
contrattuale e dove si possono più facilmente fare contratti integrativi
decenti dalla grande maggioranza che, se il fronte fosse spezzato, sarebbe
dura portare a casa qualcosa, è tutt´altro che battuto;
· l´esperienza degli scioperi di dicembre è percepita da molti lavoratori
combattivi come tipica del trasporto e non immediatamente utilizzabile nelle
vertenze aziendali dell´industria e dei servizi. Anche su questo terreno vi
è molto da lavorare.
Detto ciò, ritengo che l´accento vada posto, senza attitudini trionfaliste
ma anche senza timidezza su alcuni risultati importanti che si sono
realizzati:
· il buon Sacconi, il sottosegretario al welfare ex cigiellino, può dire che
lo sciopero ha coinvolto soprattutto alcune grandi città ma, se anche non si
considera che lo sciopero è riuscito bene anche in diverse città di media
grandezza (e, invece, lo si deve considerare), il fatto è che tutte le
principali aziende e molte di quelle medie sono state bloccate;
· lo sciopero aveva un qualità politica straordinaria che non può essere
sottaciuta: era esplicitamente contro un accordo firmato da CGIL-CISL-UIL
finalmente unite. Di fronte agli autoferrotranvieri non c´erano solo le
aziende ma anche l´intero apparato sindacale. È stato, nei fatti, il primo
sciopero anticoncertativo degli ultimi anni;
· in questa mobilitazione si è realizzata quell´unità del sindacalismo
alternativo che tutti consideriamo necessaria almeno sul terreno della
costruzione delle lotte ma che è sin troppo spesso una mera dichiarazione di
buone intenzioni. Le concrete necessità della lotta hanno determinato quello
che sembrava, sino a poche settimane addietro, irrealizzabile. Questo fatto
va, con ogni evidenza, valorizzato e deve diventare un elemento di
discussione e di confronto;
· si è realizzata nel corso di questa lotta quell´intreccio virtuoso fra
presenza di un sindacalismo indipendente non marginale, anzi, democrazia
assembleare e capacità di condurre lotte che fanno male all´avversario che è
essenziale perché il sindacalismo indipendente sia effettivamente tale e sul
quale si è aperta un´importante riflessione in occasione dello sciopero del
7 dicembre. Il sindacalismo indipendente si è mostrato, ancora una volta,
uno strumento importante per lo sviluppo dell´azione autonoma dei
lavoratori. Non va sottaciuto, questo è evidente, che venga percepito da
molti, troppi, come uno "stimolo" rispetto alle tardezze ed alle
compromissioni del sindacalismo di stato. Una dialettica complicata sulla
quale si deve lavorare sia sul terreno concettuale che su quello operativo;
· anche in questa occasione si è verificato come la mobilitazione dei
lavoratori abbia posto al centro dell´attenzione generale la questione
sociale. Non si insisterà mai abbastanza sul fatto che in politica, e non
solo, i fatti pesano più delle parole. Oggi verifichiamo come molti di
coloro che hanno governato negli ultimi anni l´impoverimento dei lavoratori
dipendenti e la perdita dei diritti minimi stanno riscoprendo che è
necessario garantire un reddito minimo e una rete di diritti, un segnale di
debolezza e di contraddizioni nel fronte avverso che va colto in tutta la
sua rilevanza. I movimenti indipendenti dei lavoratori, infatti, non si
sviluppano in laboratori sterilizzati ma nella ricca dialettica fra le
classi e sulla base delle contraddizioni che questa dialettica determina.
Una partita, insomma, si è aperta. Dovremo giocarla al meglio.
Cosimo Scarinzi
Die Soziale Frage Kommission
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