23.12.2003
Pace & politica di Piero Sansonetti
Esiste una nota, nell'archivio del ministero dell'Interno, che segnala
un'anomalia interessante nei comportamenti politici recenti degli
italiani: negli ultimi undici giorni di marzo 2003 si sono svolte, nel
nostro paese, 516 manifestazioni pacifiste. Cio=E8, in media, 46,9 al=
giorno.
Di queste manifestazioni, 259 vengono classificate come cortei cittadini
(23,6 al giorno), 22 come fiaccolate (cio=E8 cortei notturni: 2 al giorno),
177 come presidii (assemblee all'aperto: 15,3 al giorno) e 20 come sit-in
(1,8 al giorno). Queste cifre bastano a farci capire che tra il 2002 e il
2003 =E8 successo qualcosa di importante nel profondo della societ=E0. Il
pacifismo =E8 diventato un soggetto forte sul terreno dell'organizzazione di
massa. Come non era mai stato. Ha conquistato una forza autonoma da partiti
e sindacati. E se fino a ieri il pacifismo era una delle categorie della
politica, adesso diventa una cosa diversa: una alternativa alla politica
ufficiale. Non accetta pi=F9 di essere usato dalla politica come uno dei=
suoi
aspetti (o strumenti, o valori, o pretesti, o temi, o limiti: a seconda dell
'importanza che ciascuno vuole dargli), ma invece si presenta come
interlocutore della politica e anche del Palazzo. Rifiuta la subalternit=E0,
pretende parit=E0 di condizione, parit=E0 di dignit=E0, parit=E0 di diritti.=
=C8 un
bel problema per la politica. Deve reinventare se stessa se vuole dialogare
col pacifismo. =C8 un bel problema soprattutto per un motivo: gran parte=
della
politica - praticamente tutto il Palazzo - ignora questa novit=E0 e intende
continuare ad ignorarla. Se non cambier=E0 idea sar=E0 inevitabile uno=
scontro
tra politica e pacifismo. Uno scontro feroce. Altrimenti =E8 possibile=
pensare
a una integrazione, e quindi a un pacifismo che superi definitivamente la
sua dimensione idealista e diventi forza di governo, e a una politica che si
contamini e si faccia condizionare dal pacifismo. Per=F2 c'=E8 un solo modo=
per
farsi contaminare dal pacifismo: diventare pacifisti. =C8 un passaggio
obbligato. Per almeno il 90-95 per cento del Parlamento italiano questa
sarebbe una svolta storica e un nuovo inizio. Sarebbe una svolta per tutto
il sistema democratico occidentale, e sarebbe l'inizio della sua Riforma. =
=C8
l'unico punto di partenza possibile per la riforma del sistema: il
pacifismo. Cio=E8 la decisione di sostituire al principio di =ABforza=BB,=
che oggi
=E8 alla base della civilt=E0, il principio di =ABdiritto intergale=BB. Le=
cifre che
abbiamo citato all'inizio dell'articolo sono prese da un libro pubblicato in
questi giorni da Asterios editore (Trieste) che si chiama Annuario della
pace-Italia (giugno 2002-maggio 2003). =C8 stato edito dalla =ABFondazione
Venezia per la pace=BB e curato da Luca Kocci (372 pagine, 25 euro). =C8=
quest'
anno alla sua terza edizione, cos=EC come =E8 giunto alla terza edizione il
salone del libro di pace. Tutte e due le iniziative sono organizzate dall'
=ABAssociazione Venezia=BB. Alla stesura di questo libro hanno partecipato=
una
quarantina di autori (studiosi, giuristi, giornalisti, professori
universitari, sacerdoti, militanti pacifisti). =C8 diviso in varie sezioni.
Nella prima sezione si fa la cronaca di un anno di pacifismo. Nella seconda
si fa un po' di geografia, e cio=E8 si raccontano le grandi crisi in corso=
in
ogni parte del mondo. Poi c'=E8 una terza sezione, molto ricca, che affronta=
i
grandi temi del pacifismo, dal punto di vista dei principi, del diritto,
della religione, della politica, dell'informazione.
Una quarta sezione =E8 dedicata all'analisi di due documenti
importanti e di segno opposto: l'enciclica =ABpacem in terris=BB di Giovanni=
XXIII
(aprile 1963), cio=E8 il testo fondativo del pacifismo moderno; e il=
documento
strategico di politica internazionale di George W. Bush (settembre 2002),
cio=E8 il testo fondativo delle teoria della guerra preventiva. La quinta
sezione =E8 riservata allo sviluppo di alcune questioni teoretiche (e anche
letterarie) legate al pacifismo, e poi c'=E8 un ultimo pezzo di libro che
fornisce informazioni utili sulle organizzazioni, i siti, i giornali, le
riviste dell'arcipelago pacifista.
=C8 un libro molto interessante e assai ben curato dal quale emergono
tre dati essenziali. Il primo dato riguarda lo stato di cose attuale. E
cio=E8 la decisione del cuore americano dell'impero di avviare=
l'unificazione
forzata delle province. =C8 la dottrina Bush: un mondo unico, disegnato dal
liberismo americano, con un solo modello politico, un solo modello
economico, una cultura standardizzata, e una struttura militare in grado
di controllare tutto. La dottrina Bush viene da lontano e non riguarda solo
le correnti reazionarie dell'America. =C8 figlia della dottrina di Harry=
Truman
(che nel marzo del '47, con uno storico e famosissimo discorso, teorizz=F2
il diritto dell'America ad essere il gendarme armato del sistema=
democratico-
liberale in qualunque luogo del mondo). Truman era un democratico. E la
dottrina Bush trova la sua premessa nella scelta di Clinton di fare guerra
alla Jugoslavia, e di affermare l'idea che la guerra =E8 uno strumento
essenziale della politica e della costruzione di un ordine mondiale. Il
risultato di tutto questo =E8 stato quello che Raniero La Valle chiama il
=ABliberismo armato=BB, cio=E8 la condizione odierna del mondo.
Il secondo dato che emerge dal libro =E8 la fine del diritto
internazionale. Il diritto proibiva la guerra e basava questa proibizione
sia su convincimenti ideali (la =ABPacem in terris=BB =E8 la massima=
espressione
di questi convincimenti) sia su valutazioni militari e quindi sull'
equilibrio delle forze. La caduta del comunismo ha interrotto l'equilibrio
delle forze e la conseguenza =E8 stato lo sgretolarsi dei convincimenti
ideali. Oggi la vittima del liberismo armato non =E8 solo l'Onu (che in
fondo =E8 una istituzione recente) ma =E8 il concetto stesso di diritto
internazionale. Il diritto internazionale viene negato dalle classi
dirigenti occidentali e sostituito intermante dal concetto di forza
militare. Non era cos=EC dalla pace di Westfalia (met=E0 del 600).
Il terzo dato =E8 la crescita del pacifismo. Il pacifismo nei decenni
passati (e praticamente in tutto il 900) non era stato nonviolento se non
in alcune sue componenti minoritarie. Oggi la maggioranza del movimento =E8
nonviolenta. Cio=E8 sceglie una strada del tutto nuova, che le
organizzazioni politiche di massa non hanno mai sperimentato. Questa =E8 la
originalit=E0 che il mondo politico ufficiale non vuole comprendere. La
scelta nonviolenta Cio=E8 sceglie una strada del tutto nuova, che le
organizzazioni
politiche di massa non hanno mai sperimentato. Questa =E8 la originalit=E0=
che
il mondo politico ufficiale non vuole comprendere. La scelta nonviolenta
ha due conseguenze molto serie. La prima =E8 la critica del potere in=
quanto
potere. Cio=E8 l'idea che non esiste un potere buono e un potere cattivo,=
ma
che il potere va comunque criticato e messo sotto controllo. Il potere non
pu=F2 guidare la democrazia ma deve essere subalterno alla democrazia. La
seconda conseguenza =E8 cha la pace non =E8 qualcosa da conquistare, ma
qualcosa da affermare. =ABPreventivamente=BB. Non si pu=F2 dire: =ABio=
faccio una
politica per la pace=BB. Non esiste questa politica. Esiste solo una
=ABpolitica di pace=BB, cio=E8 una politica nonviolenta. Non si pu=F2 discu=
tere
quale politica
sia utile per la pace (lo si =E8 fatto per secoli, e si =E8 sempre giunti=
alla
stessa conclusione: una politica di guerra). Si pu=F2 solo scegliere tra
politica pacifica e politica armata. Questo taglia via una discussione
lunghissima e inutile, e costringe tutti a schierarsi.
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"Eppure il vento soffia ancora...."
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antonio bruno
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