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Condivido le osservazioni di Federica nel merito, ma mi permetto di mettere
davanti una questione di metodo, anche perchè qui a Bologna, nonostante il
clima generale, cerchiamo di inventarcene sempre una nuova sul cpt.
Credo che per un gruppo quasi tutto dipenda dalla sua capacità di aggregarsi
e riunirsi. Per questo spero che la prossima riunione sia rappresentativa di
più realtà delle altre precedenti e che la discussione sia lunga ed
esaustiva. Ciò anche per ricominciare a farsi sentire.
Sarò a Trapani il 27 dicembre in serata.
Chiedo al gestore della mailinglista di inseirire in lista:
sromanot@???
redazione.emiliaromagna@???
Auguri a tutti
Simone
-----Messaggio originale-----
Da: cpt-admin@??? [
mailto:cpt-admin@inventati.org]Per conto di
Federica Sossi
Inviato: domenica 21 dicembre 2003 20.40
A: lista comune
Oggetto: [Cpt] 31 gennaio
Ciao a tutte e a tutti,
scrivo questo messaggio dopo la riunione che abbiamo avuto qui a Milano
per preparare la manifestazione del 31 e ripeterò alcune cose dette
nell'ultimo messaggio che vi avevo mandato, accentuandole.
La riunione di Milano è stata convocata dal Comitato degli immigrati e
all'inizio ci sono state molte incomprensioni. Inevitabili. Infatti, si sono
riprodotte continuamente negli interventi sino alla fine della riunione. A
tal punto che per cercare un accordo abbiamo dovuto proporre di spostare la
data delle iniziative milanesi al sabato precedente le manifestazioni.
Le manifestazioni, infatti, ormai sarebbero due. Il che obbliga ciascuno,
singolo, tavoli, associazioni, partiti, comitati, ecc., a fare una scelta,
non solo, obbliga tutti a presentare agli altri le manifestazioni in modo
ambiguo, cercando di coprire le difficoltà da cui sono nate con improbabili
richiami geografici, improbabili perché per quanto reali (nord-sud) sappiamo
tutti che le cose non stanno in questo modo. Ancora: le improbabili
divisioni geografiche depotenziano in modo assoluto quella data rispetto a
iniziative su aree territoriali che potrebbero essere invece molto più
interessanti perché potrebbero essere l'occasione per iniziare altri
percorsi rispetto a quelli sinora seguiti e che, per il cambiamento della
situazione, non funzionano più.
Ognuno di noi può fare le proprie valutazioni sul perché il clima sia
cambiato, resta il fatto che è cambiato e che non possiamo far finta di
nulla in una coazione a ripetere necessariamente fallimentare anziché
cominciare a pensare a invenzioni e creazioni di qualcosa di nuovo.
La manifestazione di Torino, a mio avviso, va proprio in questo senso
(quello della coazione). Se diventa un'aggregazione del nord e di alcune
aree del movimento rischia di essere una spaccatura con altre aree e inoltre
un modo non più per farci contare, perché questo è già stato fatto, ma per
contarci e deprimerci. 5000 persone sarebbero esattamente un decimo rispetto
a quelle dell'anno scorso, e questo proprio in un momento in cui in modo
sotterraneo e non (perché sicuramente la manifestazione del 30 novembre ha
contato in questo senso) alcune realtà politiche più istituzionali stanno
lentamente cambiando i propri discorso sui Centri. Abbiamo davvero bisogno
di questo?
La manifestazione di Roma, invece, è nata in un altro modo. Anche su
questo ognuno di noi può avere la propria opinione, negativa o positiva,
resta il fatto che a indirla è stato il Comitato degli immigrati e che per
questo, rispetto ai numeri, non si potranno fare le stesse valutazioni che
si farebbero rispetto a qualsiasi altra manifestazione.
La piattaforma del 31 prevede alcuni punti all'ordine del giorno, due dei
quali sono essenziali: regolarizzazione e Centri.
Allora, perché non manteniamo la manifestazione di Roma, proprio per il
modo in cui è nata, come un luogo di aggregazione di parte del sud e del
Comitato, dove il discorso fondamentale diventa quello della
regolarizzazione
e non inventiamo invece infinte altre cose negli altri luoghi? Avevo già
scritto, nell'altro messaggio, che prevedere delle iniziative intorno o nei
Centri senza averle preparate prima mi sembra un po' privo di senso. Credo
che "l'invenzione" dovrebbe cercare di estendere il discorso: i centri sono
simbolo e realtà, contemporaneamente, ma simbolo e realtà di mille altre
cose, frontiere, espulsioni, voli, permessi negati, sanatorie ricattatorie,
ecc... Per quanto riguarda le modalità delle iniziative, dovremmo, a mio
avviso, cercare di individuare dei modi più "ironici" di quelli sinora
conosciuti e praticati, per non ritrovarci sempre in pratiche quasi
esclusivamente maschili il cui presupposto è quello dell'esaltazione di un
corpo eroico, necessariamente forte e macho, che non esclude il femminile ma
lo include solo nel caso in cui sia ammirativo e imitativo di quell'idea di
eroismo.
Propongo che si cominci a discutere, nelle varie realtà, prima della
riunione del 10 o 11 gennaio e che si arrivi a quella riunione già con
alcune proposte.
ciao
federica
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