著者: norma 日付: 題目: [NuovoLaboratorio] il documento originale
Perchè ciascun* possa fare le proprie valutazioni, incollo il testo
dell'appello sottoscritto da Haidi, Zanotelli ed altri.
Come si vede, non contiene alcun riferimento, nè all'ONU, nè al "sacrificio"
dei carabinieri, che compaiono invece nel testo proposto da Paola Repetto e
da Carlotta (Carlotta??????)
Trovo tra l'altro che la parola "vanificata" nel secondo periodo del primo
capoverso sia usata in modo improprio: sembra che ci fosse un originario
intento umanitario "reso vano" dalle ONG (leggere per credere)
Proporrei "smascherato", o qualcosa di simile
Buon lavoro a tutt*
Norma
APPELLO PER IL RITIRO DEI SOLDATI ITALIANI DALL'IRAQ
Da mesi le nostre Forze Armate sono in Iraq. Questa presenza non ha prodotto
nessun risultato concreto per la costruzione della pace e la lotta al
terrorismo, ha invece assimilato il nostro Paese alle forze responsabili del
conflitto. La supposta funzione "umanitaria" della nostra missione militare
è vanificata dalla decisione di tutte le Ong italiane di rifiutare ogni
collaborazione con le truppe e le autorità di occupazione.
La guerra prosegue tragicamente ogno giorno con il suo tributo di sangue e
di lutti. Lutti e sangue che non hanno risparmiato neanche i soldati
italiani dei quali piangiamo il sacrificio e anche in nome di quali
ribadiamo con ancora più forza il nostro "mai più".
Ritirare il nostro contingente militare non è un atto di codardia o una fuga
davanti al terrorismo. E' un atto che può ridare la parola alla diplomazia,
all'Onu, a quella "risoluzione di conflitti con altri mezzi" solennemente
sancita dall'articolo 11 della nostra Costituzione. E' un atto di coraggio.
Il più nobile perché rompe il fronte di coloro che hanno eletto la guerra
infinta e preventiva a moderno paradigma di governo del pianeta. E' un atto
di civiltà contro la barbarie, perché svuota i giacimenti di odio e
conseguentemente contrasta in modo efficace la follia dei terroristi. E' un
atto di giustizia, perché ripropone l'urgenza di edificare un diverso ordine
economico basato sull'equa e solidale ripartizione delle risorse. E' un atto
di pace, il solo che può costruire il futuro estirpando dalla storia guerre
e terrorismi.
Al Parlamento, chiediamo di non restare sordo e di compiere con convinzione
questo atto.