[NuovoLaboratorio] via le truppe dall'iraq

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Autor: Nicola Vallinoto
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Asunto: [NuovoLaboratorio] via le truppe dall'iraq
il testo proposto da Paola =E8 sicuramente migliore del precedente.
Continuo a sottolineare il fatto che al ritiro delle truppe dall'Iraq sen=
za
se e senza ma deve seguire la richiesta di un'alternativa democratica all=
a
gestione del mondo e delle crisi internazionali. Se non affermiamo tale
alternativa anche solo in via di principio lasciamo il campo all'egemonia=

degli Usa e agli interessi delle multinazionali delle armi e del petrolio=
.
La situazione attuale vede un Consiglio di Sicurezza dell'Onu con il pote=
re
di veto assegnato a 5 paesi (Usa, Urss,
Gran Bretagna, Francia e Cina) e una Unione europea la cui inconsistenza
politica non le permette di avere alcun ruolo costruttivo.

Rimando il testo dell'appello con una frase aggiunta in fondo che cerca
di formulare l'idea che ho appena espresso :

[...]
E' un atto che pu=F2 far emergere la volont=E0 di costruire un mondo dive=
rso
basato sulla forza della legge piuttosto che sulla legge della forza, e
che rilancia un'alternativa al governo unilaterale del mondo a partire da=

una riforma democratica delle istituzioni internazionali (UE, ONU).
[...]

Nicola Vallinoto

=3D=3D

TESTO APPELLO

Quando, quasi un anno fa, siamo scesi nelle piazze di tutto il mondo per
dire NO a questa guerra avevamo ben chiaro quali ne sarebbero state le
conseguenze.

Si trattava, infatti, di una guerra illegittima, motivata da falsi pretes=
ti
e capace di alimentare l'odio ma non di fermare il terrorismo.

Oggi, quelle conseguenze si dispiegano davanti ai nostri occhi in tutta
la
loro gravit=E0.

Pensavamo e pensiamo che il terrorismo, che non ha mai ragione, neanche
quando brandisce le bandiere dell'ingiustizia, vada contrastato dalla
comunit=E0 internazionale innanzitutto asciugando l'acqua che lo alimenta=
,
imboccando la strada del superamento del baratro che oggi divide il Nord
ricco del mondo dal Sud povero, ricostruendo per tutti speranza, libert=E0=
,
diritti umani.

La tragedia del conflitto israelo-palestinese e l'apatia con cui la comun=
it=E0
internazionale vi assiste sono l'esempio pi=F9 chiaro delle conseguenze d=
i
una esasperata politica di potenza che pensa di poter risolvere la comple=
ssit=E0
dei conflitti con la brutale semplificazione delle armi.

Quella tragedia e il suo carico quotidiano di morti continua ad alimenta=
re
un terrorismo sempre pi=F9 globale e aggressivo (di cui la strage nella
sinagoga di Istanbul =E8 una nuova testimonianza) e foraggia la follia de=
lla
contrapposizione tra Islam e Occidente.

La teoria della guerra preventiva =E8 la risposta dall'amministrazione
americana alla necessit=E0 di ridefinire un nuovo ordine mondiale, franat=
o
insieme al muro di Berlino e travolto dalla globalizzazione. Una rispost=
a
che propone una nuova egemonia militare, economica, politica e sociale,
quella americana, contrabbandata sotto l'equivoca bandiera del cambio di
regime e dell'esportazione della democrazia.

La cattura di Saddam Hussein non modifica le nostre valutazioni
sull'illegittimit=E0 della guerra e, se mai, rende pi=F9 urgente la resti=
tuzione
della sovranit=E0 al popolo iracheno, che deve essere libero di scegliere=

il
proprio destino e le forme della propria democrazia.

Il ritiro delle truppe della cosiddetta "coalizione dei volenterosi", del=
la
quale anche l'Italia fa parte, =E8 indispensabile per l'avvio di questo
processo.

Questa presenza, infatti, non ha prodotto nessun risultato concreto per
la
costruzione della pace e la lotta al terrorismo, ha invece assimilato il
nostro Paese alle forze responsabili del conflitto.

La supposta funzione umanitaria della nostra missione militare =E8 vanifi=
cata
dalla decisione di tutte le Ong italiane di rifiutare ogni collaborazione=

con le truppe e le autorit=E0 di occupazione.

La guerra prosegue tragicamente ogni giorno con il suo tributo di sangue
e di lutti.

Lutti e sangue che non hanno risparmiato neanche i soldati italiani dei
quali piangiamo il sacrificio e anche in nome dei quali ribadiamo con anc=
ora
pi=F9 forza il nostro mai pi=F9.

Ritirare il nostro contingente militare non =E8 un atto di codardia n=E8 =
una
fuga davanti al terrorismo.

E' un atto che pu=F2 ridare la parola alla diplomazia, all'ONU, a quella
risoluzione dei conflitti con altri mezzi solennemente sancita dall'art.1=
1
della nostra Costituzione.

E' un atto che pu=F2 aprire la strada all'immediato intervento dell'ONU i=
n
Iraq, con funzioni di peace keeping e di peace building e che restituisce=

ruolo e voce alla comunit=E0 internazionale, all'Europa, ed a tutti i pae=
si
che non si sono fatti coinvolgere dalla "chiamata alle armi"
dell'amministrazione Bush.

E' un atto che pu=F2 far emergere la volont=E0 di costruire un mondo dive=
rso
basato sulla forza della legge piuttosto che sulla legge della forza, e
che rilancia un'alternativa al governo unilaterale del mondo a partire da=

una riforma democratica delle istituzioni internazionali (UE, ONU).

E' un atto di coraggio, il pi=F9 nobile perch=E8 rompe il fronte di color=
o che
hanno eletto la guerra infinita e preventiva a moderno paradigma di gover=
no
del pianeta.

E' un atto di civilt=E0 contro la barbarie, perch=E8 svuota i giacimenti =
di
odio
e conseguentemente contrasta in modo efficace la follia dei terroristi.

E' un atto di giustizia, perch=E8 ripropone l'urgenza di edificare un div=
erso
ordine economico basato sull'equa e solidale ripartizione delle risorse.

E' un atto di pace, il solo che pu=F2 costruire il futuro estirpando dall=
a
storia guerre e terrorismi.

Al Parlamento chiediamo di non restare sordo e di compiere con convinzion=
e
questo atto.

RITIRO DELLE TRUPPE ITALIANE DALL'IRAQ - TAGLIAMO I VIVERI ALLA GUERRA -
TOGLIAMO L'ACQUA AL TERRORISMO