[NuovoLaboratorio] breve sommario

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Szerző: Paola Manduca
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Tárgy: [NuovoLaboratorio] breve sommario
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care/i
arrivo a casa e non trovando in rete un sommario della riunione di
ieri sera, brevemente riassumo per gli assenti.
ieri sera alla buridda eravamo una ventina, includendo forum di
genova, CGIl, DS, PRC, Cobas, rete per la globalizzazione dei diritti
e casa della pace, forum ponente genovese, e altre persone (scusate
se ho dimenticato qualcuno)

abbiamo discusso sulle prospettive in cui ci mettiamo e sono chiare
alcune cose, direi largamente condivise
*useremo il testo dell'appello già concordato da forum genova, forum
ponente genova, cgil, rete, cobas nella precedente riunione,e ci
diamo sino a venerdi per via email per proposte di modifica, che
saranno mandate a tutti (sotto accludo la lista che stiamo usando)
e saranno valutate per chiudere il documento con tutte le
sottoscrizioni nella sera del 22 alla buridda ore 21.
naturalmente chi non potesse venire alla riunione può far pervenire
la sua adesione entro domenica.

*vogliamo riuscire a fare una mobilitazione grossa prima del voto
parlamentare per il rinnovo della "missione" italiana in Iraq e
quindi certamente tutti siamo per il ritiro delle truppe dall'iraq.

*per raggiungere questo obbiettivo di mobilitazione abbiamo tutti
chiaro che ci vuole un percorso e che questo sarà segnato almeno da
eventi di diffusione in diversi luoghi e verso diverse componenti del
nostro mondo (dai mercati alle scuole) e attraverso contatti diretti
per allargare la cooperazione su questo obbiettivo. per questo un
primo volanti prepaarato dalla rete sarà proposto in rete entro
domani, e altri volantini dovrebbero essere sviluppati a partire dal
testo dell'appello e sviluppandone parti in massima semplicità di
linguaggio. per questo chiunque possa applicarsi è invitato a mettere
in rete le sue proposte.

* abbiamo concordato, con diversi accenti di urgenza, una
manifestazione a metà gennaio (probabile il 17) da ppreparare
lòavorando sin d'ora alla diffusione, allargamento.

* abbiamo deciso di convocare (cosa che farà o ha già fatto gianni
ferretti) una conferenza stampa per il 23 alle 11,30 ad informa
giovani, dove si informerà delle decisioni per una manifestazione a
gennaio. sarà preparata il 22 seraa alle 21 al buridda. naturalmente
per quella data l'appello dovrà essere firmato da più gruppi
possibile e questo va accudito da subito.

*inoltre lavoriamo verso un 20 marzo contro la guerra ancora più
incisivo del 15 febbraio in concordanza con la proposta dei movimenti
americani (congiunti) , del forum sociale europeo, del coordinamento
italiano ....


cose varie emerse:
proposta di un lavoro condiviso e coordinato verso questa ripresa
della opposizione alla guerra e sua cultura, lo strumento possibile
una campagna sulle spese militari.
la necessità di raggiungere il mondo cattolico che si è pronunciato
contro la guerra
il fatto di citare nell'appello che saddam è stato arrestato, senza
che questo cambi la nostra valutazione sul fatto che si debbano
ritirare le truppe, anzi magari rafforza
avevamo già discusso, ma è tornato in un solo intervento, se sia un
nostro scopo dire chi deve sostituire le truppe
è stato detto che è utile ricordare alle persone che siamo in guerra...

aggiungoalcuni punti interrogativi:
??e mi è venuta in mente .....oltre al fatto che le segreterie
cittadine dei partiti hanno già ricevuto l'appello, chi può mandarlo
anche a quelle regionali???
??credete opportuno (io si) che si faccia pervenire l'appello agli
intellettuali, universitari, artisti della città e di savona,
laspezia ed imperia???
??bisognerebbe contattare i forum di queste città e attraverso loro
vedere se sono interessati a partecipare alla costruzione già da ora

vi prego di aggiungere altri indirizzi alla listadi lavoro qui sotto
e di rimandarli almeno a me,che poi li ricompatto e ve li rimando
(p.e: vorrei san benedetto)
scusate se ho dimenticato qualcosa di essenziale (o non)

haidi.gaggio@???, luigipreviati@???, giac48@???,
giuronapo@???, icsge@???, forumgenova@???,
sanitari_FSG@???, civardi@???,
Rocca@???, rentiretecontrog8@???,
r_esistenze_precarie@???, d_lucchetti@???,
f.martone@???, cszapata@???, alioti@???,
acroamaticmarco@???, sggenova@???,
sajared1@???, elisabettafilippi1@???,
prcbianchini@???




Documento in occasione del dibattito sulla "missione" Italiana in IraK

Dopo l'ingiustificata aggressione all'Afghanistan e nonostante u
a opposizione
globale, la più numerosa mai vista nella storia, contro la guerra preventiva
all'Iraq, le oligarchie del mondo hanno portato avanti il loro progetto
di attaccare e occupare anche quel paese, utilizzando pretesti falsi per
loro stessa
ammissione.
Attualmente, a sei mesi dalla cosidetta "fine" della guerra, si assiste
ad una persistente e crescente presenza delle truppe di aggressione e si
prospetta una loro indefinita permanenza in Iraq.
La società irachena ha subito il regime
brutale, negatore di ogni diritto
democratico, di Sadam Hussein,colpevole tra l'altro di una criminale
repressione
nei confronti dei Curdi. Sotto quel regime esistevano comunque laicità,
lavoro, scuole, strutture civili e sanitarie. La guerra le ha
istrutte,
come ha distrutto MIGLIAI DI vite umane.
Sei mesi dopo la "fine" della guerra la incapacità degli occupanti di garantire
la sicurezza personale e le libertà essenziali è manifesta altrettanto quanto
è manifesto il fatto che la occupazion
è un ostacolo allo sviluppo di una
vita civile , legata a condizioni di pace, alla possibilità di attività
produttive e commerciali.
Inoltre, mentre la realtà dell'occupazione militare provoca come risposta
azioni di resistenza armata da parte de
cittadini,fa anche lievitare i
piani criminali di un terrorismo che si abbatte su obiettivi civili oscurando
la legittima resistenza alla occupazione di tutti i popoli attaccati ed
occupati .
Queste azioni terroristiche, introducono logiche di
elega, prepotenza
e simbolismi non diversi da quelli rappresentati e sostenuti dalla politica
di aggressione degli'USA e del neoliberismo che ne è la base.
E' su queste azioni che si focalizzano i messaggi dei media in tutto il
mondo, per soffocare
la voce di milioni di cittadine e cittadini che in
tutte le piazze del mondo hanno denunciato la falsità delle motivazionicon
cui si voleva giustificare la guerra preventiva, ne hanno denunciato le
incalcolabili conseguenze ,chiarendo le connesio
i fra l'attacco all'Iraq
e le guerre economiche che il neoliberismo porta avanti per realizzare il
suo controllo sull'intero pianeta. Esse ed essi vengono addiritura accusati
per questo di connivenza con il terrorismo: in tutto il mondo occidentale

si sono riproposte leggi che criminalizzano preventivamente la libertà di
espressione.
Nell'esprimere opposizione alla guerra il movimento si è fatto voce collettiva
per chi in Iraq voce non aveva.
Adesso che la guerra continua in occupazione arma
a, che le vittime si contano
ogni giorno e ancor più quando queste ci toccano da vicino, e mentre si
moltiplicano gli attentati dei terroristi in tutto il mondo, il movimento
si assume ancora alcuni compiti. Crediamo necessario lavorare in tutto

l mondo, e quindi in ogni luogo, per dare voce alle richieste di
autodeterminazione
dei popoli occupati.
Perché agli iracheni sia permesso di lavorare alla riaggregazione sociale
intorno alla soluzione dei problemi primari causati dalla guerra, ed
ntorno
ad una ipotesi di governo che può generarsi solo dall'interno della società.
Sei mesi per imporre la democrazia hanno prodotto militarizzazione, fame,
disgregazione sociale, e morte quotidiana. dell'Iraq.
Perché in ciascuno dei paesi che ha
no mandato truppe in Iraq,o che stanno
per mandarle o per riconfermare le missioni militari, si faccia sentire
l'opinione delle cittadine e dei cittadini di ogni paese, che
sappiamo fortemente
avversa alla partecipazione a questa occupazione milita
e.
Continuiamo a denunciare le violazioni del diritto internazionale come sancito
dalla carta dell'ONU, del tribunale contro i crimini di guerra, della
convenzione
di Ginevra, del Tribunale dell'Aya, e lavoriamo con questi strumenti di
legalità per
far si che si processino amministrazioni, governi e leaders
che hanno promosso la guerra e mantengono la occupazione, per tuti i crimini
che hanno commesso e continuano a commettere.
Continuiamo a costruire legami concreti con la società civile irac
ena,
come anche degli altri paesi occupati, Palestina, Afghanistan e Kurdistan,
per funzionare come cassa di risonanza per la loro voce.
Che la voce dei popoli che resistono per costruire il loro presente ed
il loro futuro sia alta e chiaramente d
stinguibile dal rumore assordante
delle armi.
Quindi saremo presenti in ogni paese a chiedere che cessi la occupazione
dell'Iraq, che siano ritirate subito tutte le truppe, che sia affidata ad
organizzazioni internazionali indipendenti la fattiva s
lidarietà diretta
alle emergenze, mentre si ristrutturano le forme del consenso e della
autodeterminazione,
possibili solamente in un paese liberato. Che siano lasciate agli iracheni
le loro risorse e a ciascuno sia data la compensazione per i crimi
i di
guerra, di occupazione e di embargo subiti dalla popolazione civile. Che
gli iracheni siano padroni delle proprie risorse e dei rapporti economici
per provvedere alla ricostruzione.
Come cittadine e cittadini di una Europa che vogliamo solida
e e luogo di
diritti, democrazia e pace e che invece trova la sua identità primaria come
Europa che si riarma e si blinda, denunciamo e contrasteremo tutti i processi
di questo riarmo, e la creazione di una fprza armata europea.
Nella circostanza i
cui il parlamento italiano deve decidere se riconfermare
la partecipazione italiana alla occupazione in Iraq, ribadiamo che le ragioni
per cui le truppe sono andate in Iraq erano falsificate ed ingiustificabili,
che è dimostrato che "il pericolo Ir
q" era inesistente e che la "democrazia"
non si porta con le armi, che il terrorismo si giova della occupazione
e prepara il suo radicamento nei luoghi occupati, che la occupazione non
ha prodotto nessuno degli esiti conclamati , che sortisce mort
e miseria
, che non ci sono motivi per mantere una presenza in Iraq delle
truppe italiane.
Chiediamo il loro ritiro incondizionato, come pure il ritiro di tutte le
truppe di occupazione in Iraq. Che l'Iraq sia ridato agli Iracheni.

FORUM SOCIALE DI GENOVA
--
Paola Manduca
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<div>arrivo a casa e non trovando in rete un sommario della riunione
di ieri sera, brevemente riassumo per gli assenti.</div>
<div>ieri sera alla buridda eravamo una ventina, includendo forum di
genova, CGIl, DS, PRC, Cobas, rete per la globalizzazione dei diritti
e casa della pace, forum ponente genovese, e altre persone (scusate se
ho dimenticato qualcuno)</div>
<div><br></div>
<div>abbiamo discusso sulle prospettive in cui ci mettiamo e sono
chiare alcune cose, direi largamente condivise</div>
<div>*useremo il testo dell'appello già concordato da forum genova,
forum ponente genova, cgil, rete, cobas nella precedente riunione,e ci
diamo sino a venerdi per via email per<b> proposte di modifica, che
saranno mandate a tutti (sotto accludo la lista che stiamo
usando)</b></div>
<div>e saranno valutate per<b> chiudere il documento con tutte le
sottoscrizioni nella sera del 22 alla buridda ore 21.</b></div>
<div><b>naturalmente chi non potesse venire alla riunione può far
pervenire la sua adesione entro domenica.</b></div>
<div><br></div>
<div>*vogliamo riuscire a fare una mobilitazione grossa prima del voto
parlamentare per il rinnovo della "missione" italiana in
Iraq e quindi certamente tutti siamo per il ritiro delle truppe
dall'iraq.</div>
<div><br></div>
<div>*per raggiungere questo obbiettivo di mobilitazione abbiamo tutti
chiaro che ci vuole un percorso e che questo sarà segnato almeno da
eventi di diffusione in diversi luoghi e verso diverse componenti del
nostro mondo (dai mercati alle scuole) e attraverso contatti diretti
per allargare la cooperazione su questo obbiettivo. per questo un
primo volanti prepaarato dalla rete sarà proposto in rete entro
domani, e altri volantini dovrebbero essere sviluppati a partire dal
testo dell'appello e sviluppandone parti in massima semplicità di
linguaggio. per questo chiunque possa applicarsi è invitato a
mettere in rete le sue proposte.</div>
<div><br></div>
<div>* abbiamo concordato, con diversi accenti di urgenza, una
manifestazione a metà gennaio (probabile il 17) da ppreparare
lòavorando sin d'ora alla diffusione, allargamento.</div>
<div><br></div>
<div>* abbiamo deciso di convocare (cosa che farà o ha già fatto
gianni ferretti)<b> una conferenza stampa per il 23 alle 11,30 ad
informa giovani</b>, dove si informerà delle decisioni per una
manifestazione a gennaio. sarà preparata il 22 seraa alle 21 al
buridda. naturalmente per quella data l'appello dovrà essere firmato
da più gruppi possibile e questo va accudito da subito.</div>
<div><br></div>
<div>*inoltre lavoriamo verso un 20 marzo contro la guerra ancora più
incisivo del 15 febbraio in concordanza con la proposta dei movimenti
americani (congiunti) , del forum sociale europeo, del coordinamento
italiano ....</div>
<div><br></div>
<div><br></div>
<div>cose varie emerse:</div>
<div>proposta di un lavoro condiviso e coordinato verso questa ripresa
della opposizione alla guerra e sua cultura, lo strumento possibile
una campagna sulle spese militari.</div>
<div>la necessità di raggiungere il mondo cattolico che si è
pronunciato contro la guerra</div>
<div>il fatto di citare nell'appello che saddam è stato arrestato,
senza che questo cambi la nostra valutazione sul fatto che si debbano
ritirare le truppe, anzi magari rafforza</div>
<div>avevamo già discusso, ma è tornato in un solo intervento, se
sia un nostro scopo dire chi deve sostituire le truppe</div>
<div>è stato detto che è utile ricordare alle persone che siamo in
guerra...</div>
<div><br></div>
<div>aggiungoalcuni punti interrogativi:</div>
<div>??e mi è venuta in mente .....oltre al fatto che le segreterie
cittadine dei partiti hanno già ricevuto l'appello, chi può
mandarlo anche a quelle regionali???</div>
<div>??credete opportuno (io si) che si faccia pervenire l'appello
agli intellettuali, universitari, artisti della città e di savona,
laspezia ed imperia???</div>
<div>??bisognerebbe contattare i forum di queste città e attraverso
loro vedere se sono interessati a partecipare alla costruzione già
da ora</div>
<div><br></div>
<div>vi prego di aggiungere altri indirizzi alla l<b>istadi lavoro</b>
qui sotto e di rimandarli almeno a me,che poi li ricompatto e ve li
rimando (p.e: vorrei san benedetto)</div>
<div>scusate se ho dimenticato qualcosa di essenziale (o non)</div>
<div><br></div>
<div>haidi.gaggio@???, luigipreviati@???,
giac48@???, giuronapo@???, icsge@???,
forumgenova@???, sanitari_FSG@???,
civardi@???, Rocca@???,
rentiretecontrog8@???, r_esistenze_precarie@???,
d_lucchetti@???, f.martone@???, cszapata@???,
alioti@???, acroamaticmarco@???, sggenova@???,
sajared1@???, elisabettafilippi1@???,
prcbianchini@???</div>
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<div><font size="+2" color="#000000"><br>
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Documento in occasione del dibattito sulla "missione"
Italiana&nbsp; in IraK<br>
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Dopo l'ingiustificata&nbsp; aggressione&nbsp; all¹Afghanistan e
nonostante u<br>
a opposizione<br>
globale, la più numerosa mai vista nella storia, contro la guerra
preventiva<br>
&nbsp;all¹Iraq, le oligarchie del mondo hanno portato avanti il loro
progetto<br>
di attaccare e occupare anche quel paese, utilizzando pretesti falsi
per<br>
loro stessa<br>
ammissione.<br>
Attualmente, a sei mesi dalla cosidetta "fine" della guerra,
si assiste<br>
ad una persistente e crescente presenza delle truppe di aggressione e
si<br>
prospetta una loro indefinita permanenza&nbsp; in Iraq.<br>
La società irachena&nbsp; ha subito il regime<br>
brutale, negatore di ogni diritto<br>
democratico, di Sadam Hussein,colpevole tra l¹altro di una criminale
repressione<br>
nei confronti dei Curdi. Sotto quel regime esistevano comunque
laicità,<br>
lavoro, scuole, strutture civili e sanitarie. La guerra le ha<br>
istrutte,<br>
come ha distrutto&nbsp; MIGLIAI DI vite umane.<br>
Sei mesi dopo la "fine" della guerra la incapacità degli
occupanti di garantire<br>
la sicurezza personale e le libertà essenziali è manifesta
altrettanto quanto<br>
è manifesto il fatto che la occupazion<br>
&nbsp;è un ostacolo allo sviluppo di una<br>
vita civile , legata a condizioni di pace, alla possibilità di
attività<br>
produttive e commerciali.<br>
Inoltre, mentre la realtà dell'occupazione militare&nbsp; provoca
come risposta<br>
azioni di resistenza armata da parte de<br>
&nbsp;cittadini,fa anche lievitare i<br>
piani criminali di un&nbsp; terrorismo&nbsp; che si abbatte su
obiettivi civili oscurando<br>
la legittima resistenza alla occupazione di tutti i popoli attaccati
ed<br>
occupati .<br>
Queste azioni&nbsp; terroristiche, introducono logiche di<br>
elega, prepotenza<br>
e simbolismi non diversi da quelli rappresentati e sostenuti dalla
politica<br>
di aggressione degli¹USA e del neoliberismo che ne è la base.<br>
E' su queste azioni che si focalizzano i messaggi dei media in tutto
il<br>
mondo, per soffocare<br>
la voce di milioni di cittadine e cittadini&nbsp; che&nbsp; in<br>
tutte le piazze del mondo hanno denunciato la falsità delle
motivazionicon<br>
cui si voleva giustificare la guerra preventiva, ne&nbsp; hanno
denunciato le<br>
incalcolabili conseguenze ,chiarendo le connesio<br>
i fra l'attacco all'Iraq<br>
e le guerre economiche che il neoliberismo porta avanti per realizzare
il<br>
suo controllo sull'intero pianeta. Esse ed essi vengono addiritura
accusati<br>
per questo di connivenza con il terrorismo: in tutto il mondo
occidentale<br>
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si sono riproposte leggi che criminalizzano preventivamente la libertà
di<br>
espressione.<br>
Nell¹esprimere&nbsp; opposizione alla guerra il movimento si è
fatto voce collettiva<br>
per chi in Iraq voce non aveva.<br>
Adesso che la guerra continua in occupazione arma<br>
a, che le vittime si contano<br>
ogni giorno e ancor più quando queste ci toccano da vicino, e mentre
si<br>
moltiplicano gli attentati&nbsp; dei terroristi in tutto il mondo, il
movimento<br>
&nbsp;si assume ancora alcuni compiti. Crediamo necessario lavorare in
tutto<br>
<br>
l mondo, e quindi in ogni luogo, per dare voce alle richieste di
autodeterminazione<br>
dei popoli occupati.<br>
&nbsp;Perché agli iracheni sia permesso di lavorare alla
riaggregazione sociale<br>
intorno alla soluzione dei problemi primari causati dalla guerra,
ed<br>
ntorno<br>
ad una ipotesi di governo che può generarsi solo dall¹interno
della società.<br>
Sei mesi per imporre la democrazia hanno prodotto militarizzazione,
fame,<br>
disgregazione sociale, e morte quotidiana.&nbsp; dell¹Iraq.<br>
Perché in ciascuno dei paesi che ha<br>
no mandato truppe in Iraq,o che stanno<br>
per mandarle o per riconfermare le missioni militari, si faccia
sentire<br>
l¹opinione delle cittadine e dei cittadini di ogni paese, che
sappiamo fortemente<br>
avversa&nbsp; alla partecipazione a questa occupazione milita<br>
e.<br>
Continuiamo a denunciare le violazioni del diritto internazionale come
sancito<br>
dalla carta dell¹ONU, del tribunale contro i crimini di guerra,
della convenzione<br>
di Ginevra, del Tribunale dell'Aya, e lavoriamo con questi strumenti
di<br>
legalità per<br>
far si che si processino amministrazioni, governi e leaders<br>
che hanno promosso la guerra e mantengono la occupazione, per tuti i
crimini<br>
che hanno commesso e continuano a commettere.<br>
Continuiamo a costruire legami concreti con la società civile
irac</font></div>
<div><font size="+2" color="#000000">ena,<br>
come anche degli altri paesi occupati, Palestina, Afghanistan e
Kurdistan,<br>
per funzionare come cassa di risonanza per la loro voce.<br>
&nbsp;Che la voce dei popoli che resistono per costruire il loro
presente ed<br>
il loro futuro sia alta e chiaramente d<br>
stinguibile dal rumore assordante<br>
delle armi.<br>
Quindi saremo presenti in ogni paese a chiedere che cessi la
occupazione<br>
dell¹Iraq, che siano ritirate subito tutte le truppe, che sia
affidata ad<br>
organizzazioni internazionali indipendenti la fattiva s<br>
lidarietà diretta<br>
alle emergenze, mentre si ristrutturano le forme del consenso e della
autodeterminazione,<br>
possibili solamente in un paese liberato. Che siano lasciate agli
iracheni<br>
le loro risorse e a ciascuno sia data la compensazione per i crimi<br>
i di<br>
guerra, di occupazione e di embargo subiti dalla popolazione civile.
Che<br>
gli iracheni siano padroni&nbsp; delle proprie risorse e dei rapporti
economici<br>
per provvedere alla ricostruzione.<br>
Come cittadine e cittadini di una Europa che vogliamo solida<br>
e e luogo di<br>
diritti, democrazia e pace e che invece trova la sua identità
primaria come<br>
Europa che si riarma e si blinda, denunciamo e contrasteremo tutti i
processi<br>
di questo riarmo, e la creazione di una fprza armata europea.<br>
Nella circostanza i<br>
&nbsp;cui il parlamento italiano deve decidere se riconfermare<br>
la partecipazione italiana alla occupazione in Iraq, ribadiamo che le
ragioni<br>
per cui le truppe sono andate in Iraq erano falsificate ed
ingiustificabili,<br>
che è dimostrato che ³il pericolo Ir<br>
q² era inesistente e che la ³democrazia²<br>
non si porta con le armi, che il terrorismo&nbsp; si giova della
occupazione<br>
e prepara&nbsp; il suo radicamento nei luoghi occupati, che la
occupazione non<br>
ha prodotto nessuno degli esiti conclamati , che sortisce mort<br>
&nbsp;e miseria<br>
, che non ci sono motivi per mantere una presenza in Iraq delle truppe
italiane.<br>
Chiediamo il loro ritiro incondizionato, come pure&nbsp; il ritiro di
tutte le<br>
truppe di occupazione in Iraq. Che l'Iraq sia ridato agli
Iracheni.<br>
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FORUM&nbsp; SOCIALE DI GENOVA</font></div>

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Paola Manduca</div>
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