[Cm-roma] Fw: [tml] l'infamita' non ha limite...

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Aihe: [Cm-roma] Fw: [tml] l'infamita' non ha limite...
----- Original Message -----
From: ".:: SpArA ::." <sparamail@???>

> .... pennaioli ignoranti...
> da tagliargli le dita,
> a volte mi chiedo come fanno a scrivere tutte 'ste
> stronazate.
>
> Se incotrate un giornalista... non esistate sputategli in faccia!
>
> ----- Original Message -----
> From: <bhurp@???>
> To: <tacticalmedia@???>
> Sent: Monday, December 01, 2003 5:52 PM
> Subject: [tml] l'infamita' non ha limite...
>
>
> > (fonte:http://www.italy.indymedia.org/news/2003/12/434609.php)
> >
> > L'Unione sarda viene mandato in avan scoperta dal potere politico e
> > framassonico per tastare la reazione dell'opinione pubblica in

previsione
> dei
> > prossimi arresti. Questi articoli sono il risultato di questa strategia:
> >
> >
> > questi gli articoli pieni di calunnie e fandonie:
> >
> >
> > Il cagliaritano è stato inserito nella lista dei possibili complici

delle
> Br
> >
> > Metti una sera a cena alla Anarco-Bettola
> > La storia di Massimo Leonardi in cella da due mesi
> >
> > dal nostro inviato
> > GIORGIO PISANO
> > Viterbo Un ciao caloroso e partecipato hanno voluto darglielo durante la
> > partita di calcio Cagliari-Piacenza. Srotolato sugli spalti, lo

striscione
> > diceva Leonacci libero. Perché Leonacci, visto che si chiama Leonardi e

di
> > nome fa Massimo? Forse per timore di un intervento della polizia. Un
> saluto
> > ben più consistente gliel'hanno organizzato, dall'altra parte del

Tirreno,
> gli
> > amici della band dove suona, i Tear me down. Sabato scorso sono andati
> sotto
> > il carcere romano di Rebibbia, dov'è rinchiuso da quasi due mesi. E
> avrebbero
> > pure imbastito qualcosina tra chitarra e batteria ma alla fine hanno
> preferito
> > rinunciare. Resta comunque il segnale, dalla Sardegna (dov'è nato) al
> Lazio
> > (dove vive): Leonardi c'è. E si fa pure sentire: tra gli
> > anarco-insurrezionalisti figura ai primissimi posti del borsino

nazionale.
> > Polizia e carabinieri, che da anni lo marcano stretto, hanno raccolto

sul
> suo
> > conto una piccola enciclopedia: spostamenti, abitudini e amicizie di un
> > irriducibile libertario. Il ministro dell'Interno lo inserisce nella
> categoria
> > dei pericolosissimi, complici o quasi delle Brigate rosse. Gli
> investigatori,
> > che non possono smentire un rappresentante del governo, dicono però di

non
> > credere alla saldatura tra anarchici e partito armato. «Due mondi, due
> pianeti
> > diversi». Lo stesso Leonardi, che pure riempie giornali e paure, viene
> > considerato un promoter scelto di atti dimostrativi ma non un

terrorista.
> > Ventinove anni, nato a Cagliari e trasferito a Viterbo poco dopo la

morte
> dei
> > genitori (rimasti uccisi in un incidente stradale), è stato arrestato
> qualche
> > giorno dopo la manifestazione contro la conferenza interministeriale Ue

a
> > Roma. Individuato nel corteo un carabiniere in borghese che scattava
> > fotografie, l'ha allontanato in modo pesante e gli ha portato via il
> > telefonino. Rapina e lesioni, dice l'ordinanza di custodia cautelare. A
> questo
> > si è aggiunto un successivo rapporto dei Ros che indagano per

associazione
> > sovversiva.
> > A Viterbo, chi lo conosce giura che finirà in una bolla di sapone.
> Leonardi è
> > l'uomo delle coincidenze, ma per arrivare a una condanna penale (di
> solito)
> > occorrono prove. Era certamente a Cagliari nel 2001 quando qualcuno ha
> > sistemato un secchio-bomba sull'ingresso della Deutsche Bank. Era sempre

a
> > Cagliari quando sono state spedite le lettere esplosive destinate

all'Arma
> dei
> > carabinieri e all'ufficio della Regione Sardegna nella capitale. La
> polizia ha
> > segnalato questi passaggi in un dossier informativo alla Procura della
> > Repubblica, ma alcuni ritengono che in fin dei conti gli agenti sono i
> > migliori testimoni della sua innocenza: quando Leonardi arriva a

Cagliari
> > (cinque, sei volte l'anno) per incontrare amici, assistere alle partite
> dei
> > rossoblù (un tempo frequentava la curva dei Furiosi), ha sempre qualcuno
> > dietro. Pedinato. Meglio, tallonato. Marcato stretto. «Teniamo alta la
> > guardia», spiegano in questura. Hanno anche individuato una possibile

area
> di
> > reclutamento nel malessere legato alle quote-latte, ma al di là dei
> sospetti
> > non si è riusciti ad andare. Antagonismo, almeno fino a questo momento,
> non è
> > sinonimo di attentato. Lo zoccolo duro di un potenziale partito armato
> > riguarda in Sardegna una ventina di persone in tutto. Poi ce ne sono
> > altrettante ritenute molto vicine, più che fiancheggiatori insomma, a
> chiudere
> > un'area vasta e vaga che naviga dall'ultrasinistra all'anarchia senza
> passare
> > necessariamente per le Brigate rosse.
> > Con gli anarchici, tra l'altro, la questione si complica perché - a
> differenza
> > dei marxisti-leninisti - si muovono in ordine sparso, senza un vertice
> > riconosciuto e men che meno in gruppi organizzati. Leonardi, che oggi è
> > certamente un protagonista, ha una buona rete di collegamenti coi centri
> > sociali di Torino, Firenze, Milano. L'unico vero punto di contatto con
> > esponenti del comunismo rivoluzionario passa attraverso un suo amico da
> > sempre: Enzo Morleschi, 47 anni. Insieme hanno creato un anno fa a

Viterbo
> il
> > Comitato cittadino contro il carcere e la repressione sociale, organismo
> che
> > dà qualche pensiero alla polizia locale. Il resto, ancora una volta, è
> fatto
> > di ipotesi. Leornardi è un cittadino italiano incensurato di cui si sa
> > moltissimo: più volte denunciato per danneggiamento, fabbricazione e

porto
> di
> > ordigno esplosivo, non è mai approdato in un'aula di tribunale. Le

accuse,
> > evidentemente, si sono perse per strada.
> > Cresciuto in casa d'una zia, a Viterbo sta da solo, in un appartamento
> > d'affitto. Titolare di un negozio di tatuaggi in pieno centro, circola

con
> una
> > vespa morettiana ed è - più o meno - conosciuto da tutti in una città

che
> non
> > arriva a sessantamila abitanti. Salutista, fisico palestrato, manco un
> filo di
> > grasso, risulta profondamente allergico agli stupefacenti e alla

filosofia
> > giovanile che c'è dietro. Diplomato all'istituto industriale, non ha
> sentito
> > interesse per l'università. Meglio - come ha fatto - fondare un gruppo
> > musicale che si esibisce in occasione dei grandi cortei di protesta

oppure
> > all'Anarco-Bettola (si chiama proprio così) di Tor Pignattara. Si tratta
> di un
> > locale decisamente esclusivo, visto che l'accesso è consentito soltanto
> agli
> > anarchici. Monitorato anche nel tempo libero, Leonardi chiude il cerchio
> di
> > una vita qualunque facendosi vedere spesso allo stadio: fa il tifo per

la
> > Viterbese, che milita in C1 e ha grosse possibilità di conquistare la
> promozione.
> > «È un nomade, non sta mai fermo», dice chi sta accanto per dovere
> d'ufficio. A
> > parte le trasferte sarde, viene segnalato spesso nel circolo anarchico
> romano
> > del Quadraro. L'impegno politico, per quel che si sa, è tutto alla luce
> del
> > sole. Viene definito cauto e intelligente da amici e avversari, è stato
> uno
> > dei fondatori del centro sociale di Valle Faul (estrema periferia di
> Viterbo)
> > ma poi ha fatto le valigie per mancanza di convergenze parallele sul
> fronte
> > ideologico.
> > Nella sua città, politicamente è un senzatetto. Dopo la chiusura della
> sede di
> > piazza San Pellegrino, nel cuore del rione medioevale, la militanza
> prosegue
> > all'aria aperta. On the road, chioserebbero gli anglofili nostrani. Poco
> si sa
> > invece dell'esordio anarco-insurrezionalista. Sotto il suo nome, c'è una
> sorta
> > di pagine gialle anti-sistema. Cinque anni fa lo hanno sospettato di

aver
> > piazzato un ordigno nella boutique di Luisa Spagnoli (contro lo
> sfruttamento
> > dei lavoratori eccetera eccetera). Poco più tardi - se le accuse sono
> fondate
> > - va in replica prima in un ufficio postale e più tardi nel

commissariato
> > Polfer. Non basta: alla vigilia di un convegno promosso da Forza Nuova,
> prende
> > di mira il ristorante di piazza Carluccio che avrebbe dovuto ospitare la
> > manifestazione. Tempo dopo viene ritenuto l'autore d'una serie di

scritte
> che
> > imbrattano due chiese importanti e non risparmiano nemmeno un prezioso
> > polittico a San Giovanni.
> > Questo è il ritratto quasi privato dell'anarco-insurrezionalista più

noto
> > d'Italia. Dopo il suo arresto, sono grandinati pacchi-bomba un po'
> dovunque. A
> > far credere che lui non c'entra. E se comunque c'entrasse non è altro

che
> uno,
> > nessuno e centomila di un movimento a miccia corta.
> >
> > Concerto in un centro sociale per protestare contro l'arresto
> dell'anarchico sardo
> >
> > Colletta rock-solidale per pagare l'avvocato
> >
> > Hanno organizzato un concerto, al «Torre Maura occupata». Hanno cantato

e
> > ballato i Tear me down, orfani di uno di loro, ormai famoso: Massimo
> Leonardi.
> > C'erano anche i Colonna infame, Los fuck in vaticanos blood, i Duap e
> Viterbo
> > vendetta hardcore. Musica e parole servivano a raccogliere fondi per le
> spese
> > legali di Massimo. Gli anarchici danzano al suono del flauto magico:
> «Guerre,
> > stragi, sfruttamento, terrorista è lo Stato con i suoi eserciti e

galere»,
> > contorno di cucina vegan, birre e rigorosa «distribuzione anarchica».

Con
> > buona pace per chi capisce cosa sia.
> > Massimo è per i suoi compagni solo l'ennesimo anello «unico» (come

quello
> di
> > Max Stirner) stritolato dalla catena statalista e autoritaria. I

compagni
> > manifestano, per lui come per Marco Camenisch, per i sette ragazzi
> arrestati a
> > Salonicco il 21 giugno, per i detenuti in regime speciale in Spagna. Li
> lega
> > tutti la nera bandiera dell'internazionalismo anarco compatibile. Per
> forze
> > dell'ordine e istituzioni, Massimo Leonardi è però ben più che un anello
> > stritolato. «Il Leonardi è un esponente di rilievo del movimento anarco
> > insurrezionalista: negli anni passati è stato più volte indagato dalle
> Procure
> > della Repubblica di Milano, Cagliari, Roma e Viterbo per il

coinvolgimento
> in
> > gravi episodi delittuosi». La descrizione è del ministro dell'Interno,
> Beppe
> > Pisanu. «La perquisizione della sua abitazione - continua il ministro -

ha
> > consentito di acquisire numerosi documenti, nonché materiale idoneo al
> > confezionamento di plichi incendiari simili a quelli inviati nella prima
> metà
> > di ottobre a Roma e a Cagliari. Il Leonardi si è recato spesso a

Cagliari,
> > dove intrattiene rapporti con esponenti di spicco degli ambienti
> anarchici».
> > Pisanu ricorda che per lui il movimento anarchico ha organizzato una
> > mobilitazione, con la manifestazione del 23 ottobre a Cagliari (4

persone
> > arrestate) e due giorni dopo a Roma (fermati in 14, di cui 10

appartenenti
> al
> > neonato movimento dell'Europposizione). Gli arresti per gli attentati

«di
> > matrice anarco insurrezionalista» sono «buoni risultati», per Pisanu.

Una
> > definizione del carcere ripresa e dileggiata nei forum dei siti

anarchici
> (da
> > http://www.anarcotico.net a Acrataz, per stare in Italia), sotto il
> titolo:
> > «Le belle opere di Pisanu».
> > Belle non sono certo le opere dei terroristi, anarchici,

insurrezionalisti
> o
> > indipendentisti che siano. Dal 1999 a oggi si contano 28 attentati, 7 in
> > difesa del'ecoterrorista Marco Camenisch. Dal 98 al 2003 se ne

aggiungono
> 5
> > con materiale esplosivo, altri 4 firmati dalla «Cooperativa artigiana
> fuoco e
> > affini» nel solo 2001 (in Italia e Spagna, «contro rappresentanti di

stato
> e
> > capitale»). Infine, sono 12 i plichi esplosivi spediti, gran parte a

firma
> > delle Cinque «C» (Cellule contro Capitale, Carcere, i suoi Carcerieri e

le
> sue
> > celle). C'è chi ci ha perso l'uso delle dita, chi per fortuna un solo
> grande
> > spavento. Ma ciò che conta è «A fora Massimo "il sardo" dae sa GALERA»,
> visto
> > che «a quanto pare essere sardo ha pesato». È l'abbraccio per Massimo di
> un
> > utente che si firma «Sardu sò», sul sito di Indymedia. Che abbia contato

o
> no
> > l'origine sarda, per Massimo, è presto dirlo. Fino a sentenza definitiva
> c'è
> > la presunzione di innocenza, anche per un sardo.
>
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