Fwd: [diritti globali] Fw: [NuovoLaboratorio] truppe italian…

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Aihe: Fwd: [diritti globali] Fw: [NuovoLaboratorio] truppe italiane in irak
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>X-Sender: norma.b@???
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>List-Unsubscribe: <mailto:aderentiretecontrog8-unsubscribe@yahoogroups.com>
>Date: Sat, 6 Dec 2003 16:46:51 +0100
>Subject: [diritti globali] Fw: [NuovoLaboratorio] truppe italiane in irak
>
>
>----- Original Message -----
>From: "Ugo" <alfredo.beiso@???>
>To: <forumgenova@???>
>Sent: Saturday, December 06, 2003 10:35 AM
>Subject: [NuovoLaboratorio] truppe italiane in irak
>
>
>Un resoconto della riunione che si è tenuta ieri presso la sede della "CASA
>DELLA PACE" in Pzz.a Palermo.
>Presenti: Forum sociale di Ge, CGIL,Forum del ponente,Rifondazione
>Comunista,Comitato
>Pzz.a Carlo Giuliani, Comitato Verità e Giustizia,Lega ambiente,
>Verdi,16Marzo,
>Rete Contro G8,COBAS, singole persone.
>La discussione e votazione parlamentare per il rinnovo del mandato alle
>truppe in Irak, è slittata a Gennaio quindi c'è più tempo per organizzare
>manifestazioni e/o eventi per ribadire il ritiro immediato delle truppe
>stesse.
>Al fine di allargare sempre di più la partecipazione si è ritenuto oppurtuno
>invitare nuovamente tutte le associazioni, forze politiche, singoli
>individui
>ad una ulteriore riunione in cui si decideranno come e quando effettuare
>tali mbilitazioni. Questa riunione prende spunto dal documento proposto
>dal Forum che è stato sostanzialmente condiviso sfrondato però di acune
>parti ripetitive. Sarà scritto un nuovo documento con punti chiari che e
>da cui deve partire un percorso che non si limita a manifestazioni in
>occasioni
>del voto parlamentare, anche se nell'immediato, questo è l'obbiettivo
>primario,
>ma deve andare avanti in una opposizione ale spese militari, esercito
>europeo
>ecc.
>
>LA RIUNIONE SI TERRA' LUNEDI' 15 DICEMBRE p.v. PRESSO IL LABORATORIO BURIDDA
> "ex facoltà di Economia liberata" IN VIA BERTANI
>
>
>xil FORUM
>Beiso Ugo
>
>
>
>ALLEGO QUI DI SEGUITO IL DOCUMENTO DEL FORUM SU CUI SI E'SVOLTA LA RIUNIONE
>DI IERI:
>
>Documento in occasione del dibattito sulla ?missione? Italiana in
>Iraq-novembre
>2003
>
>Dopo la aggressione ingiustificata all?Afghanistan e nonostante una
>opposizione
>globale, e la più numerosa mai vista nella storia, contro la guerra
>preventiva
> all?Iraq, le oligarchie del mondo hanno portato avanti il loro progetto
>di attaccare e occupare anche quel paese, utilizzando pretesti falsi per
>loro stessa ammissione.
>Attualmente, a sei mesi dalla cosiddetta ?fine? della guerra si assiste
>ad una persistente e crescente presenza delle truppe di aggressione e si
>prospetta una loro indefinita permanenza in Iraq.
>La società irachena è vissuta sotto un regime brutale ed non democratico,
>colpevole tra l?altro di una criminale repressione nei confronti dei Curdi.
>Sotto quel regime esistevano comunque laicità, lavoro, scuole, strutture
>civili e sanitarie. La guerra le ha distrutte, come ha distrutto la
>sicurezza
>fisica, le strutture di rifornimenti, e la occupazione del paese non ha
>permesso la ricostruzione di uno spazio concreto per la produzione, il
>lavoro
>ed il commercio nelle città occupate, militarizzate e distrutte, senza
>garantire
>neppure una concreta libertà di espressione.
>Sei mesi dopo la ?fine? della guerra la incapacità degli occupanti di
>garantire
>la sicurezza personale e le libertà essenziali è manifesta altrettanto
>quanto
>è manifesto il fatto che la occupazione è un ostacolo allo sviluppo di una
>vita civile e alla possibilità di produzione, commercio del paese e nel
>paese.
>Inoltre, l?esercizio del potere militare e di aggressione preventiva ha
>fatto lievitare gli atti di terrorismo internazionale che si propongono
>come risposta di potere e di aggressione alla guerra e all?occupazione ed
>in questo modo seduce ed oscura la legittima resistenza alla occupazione
>di tutti i popoli attaccati ed occupati .
>Le azioni del terrorismo organizzato in rete internazionale tolgono voce
>alla fragile realtà della società civile democratica irachena, ripropongono
>una frammentazione sociale, favoriscono l?integralismo religioso,
>introducono
>logiche di delega, prepotenza e simbolismi non diversi da quelli
>rappresentati
>e sostenuti dall?aggressione preventiva USA e dal neoliberismo che è alla
>sua base.
>La comunicazione del mondo occidentale focalizzando tutta la attenzione
>sulle azioni terroristiche e la guerra, soffoca anche la voce di milioni
>di cittadine e cittadini del mondo che si è levata prima della guerra e
>che ha detto allora quali terribili conseguenze ne sarebbero derivate, quali
>orribili propositi la muovevano: Esse ed essi vengono addirittura accusati
>per questo di connivenza con il terrorismo ed in tutto il mondo occidentale
>si sono riproposte leggi che criminalizzano preventivamente la libertà di
>espressione.
>Il movimento contro la guerra e pacifista ha dall?inizio avuto la lucidità
>e la chiarezza di denunciare la logica della aggressione neoliberista, il
>disegno di potere che la ha mossa , la vastità della impresa che avrebbe
>distrutto la vita stessa di centinaia di migliaia di civili e il tessuto
>di vita di milioni di uomini e donne di ogni razza e di ogni età, le
>connessioni
>tra questa guerra e le guerre economiche che sono in corso per il controllo
>di tutto il pianeta.
>Il movimento si è fatto voce collettiva per chi, aspettando le bombe in
>Iraq, voce non aveva, nell?esprimere la opposizione alla guerra.
>Adesso che la guerra continua in occupazione armata, che le vittime si
>contano
>ogni giorno e ancor più quando queste ci toccano da vicino, mentre si
>moltiplicano
>gli attentati dei terroristi in tutto il mondo, il movimento si assume
>ancor a alcuni compiti.
> Crediamo necessario lavorare in tutto il mondo, e quindi in ogni luogo,
>per dare voce alle richieste di autodeterminazione dei popoli occupati.
>Perché agli iracheni sia permesso di lavorare alla riaggregazione sociale
>intorno alla soluzione dei problemi primari causati dalla guerra, ed intorno
>ad una ipotesi di governo che può generarsi solo dall?interno della società.
>Sei mesi per imporre la democrazia hanno prodotto militarizzazione, fame,
>disgregazione sociale, e morte quotidiana. Perché gli iracheni abbiano il
>sostegno tecnico derivante solo dalle organizzazioni internazionali non
>governative e non a fine di lucro, e sia restaurata la sovranità nazionale
>dell?Iraq.
>Crediamo necessario di operare perché in ciascuno dei paesi che hanno
>mandato
>truppe in Iraq,o che stanno per mandarle o per riconfermare le missioni
>militari si faccia sentire l?opinione delle cittadine e dei cittadini di
>ogni paese, che sappiamo fortemente avversa alla partecipazione a questa
>occupazione militare.
>Continuiamo a denunciare le ?rotture? del diritto internazionale come
>sancito
>dalla carta dell?¹ONU, del tribunale contro i crimini di guerra, della
>convenzione
>di Ginevra e lavoriamo con questi strumenti di legalità per far si che si
>processino amministrazioni, governi e leaders che hanno promosso la guerra
>e mantengono la occupazione, per tutti i crimini che hanno commesso e
>continuano
>a commettere.
>Continuiamo a costruire legami concreti con la società civile irachena,
>come anche degli altri paesi occupati, Palestina, Afghanistan e Kurdistan,
>per funzionare come cassa di risonanza per la loro voce, sepolta nel clamore
>mediatico delle azioni di violenza e di aggressione di tutti i terrorismi
>e guerre di terrore, e tagliate dalla censura. Che la voce dei popoli che
>resistano per costruire il loro presente ed il loro futuro sia alta e
>chiaramente
>distinguibile dal rumore assordante delle armi.
>Quindi saremo presenti in ogni paese a chiedere che cessi la occupazione
>dell?Iraq, che siano ritirate subito tutte le truppe, che sia affidata ad
>organizzazioni internazionali indipendenti la fattiva solidarietà diretta
>alle emergenze, mentre si ristrutturano le forme del consenso e della
>autodeterminazione,
>possibili solamente in un paese liberato. Che siano lasciate agli iracheni
>le loro risorse e a ciascuno sia data la compensazione per i crimini di
>guerra, di occupazione e di embargo subiti dalla popolazione civile. Che
>gli iracheni siano padroni dei rapporti economici per provvedere alla
>ricostruzione.
>Come cittadine e cittadini di una Europa che vogliamo solidale e luogo di
>diritti, democrazia e pace e che invece trova la sua identità primaria come
>Europa che si riarma e si blinda, denunciamo e contrasteremo tutti i
>processi
>di questo riarmo, e la creazione di una armata europea.
>Nella circostanza in cui il parlamento italiano deve decidere se
>riconfermare
>la partecipazione italiana alla occupazione in Iraq, ribadiamo che le
>ragioni
>per cui le truppe sono andate in Iraq erano falsificate ed ingiustificabili,
>che è dimostrato che ?il pericolo Iraq? era inesistente e che la
>?democrazia?
>non si porta con le armi, che il terrorismo internazionale si giova della
>occupazione e prepara cosi il suo radicamento nei luoghi occupati, che la
>occupazione non ha prodotto nessuno degli esiti conclamati come motivazione
>per occupare, che sortisce morte da tutte le parti, che non ci sono motivi
>per mantenere una presenza in Iraq delle truppe italiane.
>Chiediamo il loro ritiro incondizionato ed il ritiro di tutte le truppe
>che attualmente occupano l¹Iraq. Che l¹Iraq sia ridato agli Iracheni.
>
>FORUM SOCIALE DI GENOVA
>
>
>Ugo Beiso
>
>
>Moderiamoci: no html, risposte private in privato: il reply e' alla lista,
>e viene letto da tutti gli iscritti.
>L'iscrizione alla lista e' aperto a tutt*, ma consigliato solo alle persone
>che agiscono localmente per iniziative "di movimento" a Genova.
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Paola Manduca