[NuovoLaboratorio] sulla guerra

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Szerző: curoz@iol.it
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Tárgy: [NuovoLaboratorio] sulla guerra
1 - L'emergenza democratica =E8 cominciata
_____________________________=
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di Giulietto Chiesa (Megachip)

Non c'=
=E8 tempo da perdere.
Ormai soltanto un cecit=E0 completa pu=F2 impedire=
di vedere che la democrazia
italiana (e quella dell'intero Occidente) =E8=
sottoposta a minacce sempre pi=F9
gravi. Per spingere Al Gore a dire ch=
e l'attuale Amministrazione americana
sta distruggendo duecento anni di =
democrazia americana, o per indurre il
finanziere Soros a stanziare un m=
ilione di dollari per combattere George
Bush, individuato come un tremen=
do nemico della civilizzazione occidentale,
qualcosa di grave deve star =
accadendo. E noi, nel nostro piccolo angolo di
provincia dell'Impero, st=
iamo assistendo ad un assalto - senza precedenti
nei sessant'anni che ci=
separano dalla nascita dell'Italia repubblicana -
contro gl'istituti de=
mocratici, la divisione dei poteri, le fondamenta dello
stato di diritto=
, la libert=E0 e il pluralismo dell'informazione e della
comunicazione.=0D
=
E' di quest'ultima che ora =E8 indispensabile parlare, poich=E9 con ogni=0D
=
evidenza il controllo mass-mediatico =E8 divenuto ormai l'arma attraverso=
cui
procede impetuosamente e su larga scala l'offensiva reazionaria del=
le
destre. Se i morti di Nassiriya sono stati usati come arma contro l'o=
pinione
pubblica che si era pronunciata per mesi contro la guerra, =E8 e=
ssenzialmente
perch=E9 la gran parte dei media ha sfruttato politicament=
e, ideologicamente
l'onda emotiva, canalizzandola in direzione diametral=
mente opposta alla
comprensione della realt=E0. L'analogia inesistente -=
subito messa in
circolo - con l'11 settembre di New York, =E8 servita c=
ome catalizzatore per
innescare la reazione delle centinaia di commentat=
ori, analisti, untori,
nani e ballerine, per non parlare dei politici di=
destra e "riformisti"
(ch=E8, chiamare questi ultimi "di sinistra" =E8 =
ormai solo fonte di equivoco):
all'unisono impegnati a raccogliere tutto=
ci=F2 che sta accadendo in Irak
sotto l'etichetta di "terrorismo islami=
co", di "fondamentalismo islamico
assassino", di "regia di Osama bin Lad=
en". Di nuovo ha funzionato il trucco
della "spiegazione pi=F9 evidente"=
, quella che si afferma da sola, che cio=E8 si
pu=F2 formulare in un min=
uto. Proprio come quella che ci fu proposta per l'11
settembre. Tutte le=
altre spiegazioni richiedono tempo, molte righe di
giornale, molti minu=
ti di televisione, qualche dispiegamento di cellule
cerebrali.
Troppo. =
Per cui sono naturalmente queste che vengono elimitate per prime,
nascos=
te, scacciate. E, subito dopo essere state irrise, senza mai essere
conf=
utate, ecco sbucare l'accusa canagliesca: "se non sei per la spiegazione=0D
=
semplice, allora sei complice di Saddam, lo vuoi vincente, sei un alleato=

del terrorismo, sei un terrorista". Scrive Scalfari su Repubblica (16=0D
=
novembre) che "si =E8 aperta la porta dell'inferno". E ha ragione, in que=
sto.
Il ballo di San Vito della democrazia liberale =E8 gi=E0 cominciato=
. E
l'opinione pubblica democratica non ha strumenti (quelli che ha sono=
di
alcuni ordini di grandezza inferiori a quelli dell'avversario) per=0D
=
difendersi. Ancora pochi mesi fa in Italia il movimento contro la guerra=0D
=
americana in Irak era imponente. Era tanto evidentemente maggioritario ch=
e
nemmeno i professionisti dei sondaggi governativi osarono contrastare =
quella
constatazione. Il contingente italiano fu mandato laggi=F9, a mor=
ire, sotto
etichette ambigue, o false, "in missione di pace", utilizzand=
o la bugia di
una guerra che era stata proclamata vinta e terminata. Lo =
stesso giochetto
canagliesco che aveva funzionato cos=EC bene (anche sul=
versante dei
"riformisti") al "termine" della guerra afgana. Molti avev=
ano capito, ed
esecrato.
Eppure la tragedia di Nassiriya ha permesso al=
le canaglie che hanno portato
quei giovani a morire, agli zeloti che ave=
vano inneggiato alla guerra, di
rovesciare i torti e le responsabilit=E0=
e di presentarsi come i difensori
dell'onore patrio, della difesa contr=
o il terrorismo, della solidariet=E0 con
gli Stati Uniti, e cos=EC via c=
on la sequela di menzogne che ormai punteggiano
la nostra vita e che ci =
assediano minuto dopo minuto. Se in pochi giorni,
poche ore, il rapporto=
di forze tra il popolo pacifista e il popolo
manipolato si =E8 andato p=
arificando attorno al 50% - come tutti i sondaggi
hanno indicato - la sp=
iegazione =E8 evidente. "Loro" hanno saputo sfruttare
l'ondata. Hanno sa=
puto perch=E9 potevano farlo. "Noi", semplicemente, non
potevamo farlo p=
erch=E9 eravamo e siamo disarmati. E c'=E8 un'altra
constatazione da far=
e. La potenza emotiva, opportunamente incanalata, ha
potuto smantellare =
in molti convinzioni ancora non rinsaldate. Il movimento
contro la guerr=
a =E8 grande, ma ancora fluido, embrionale. Manca di una
leadership, di =
una guida forte, capace di trascinarlo, galvanizzarlo,
unificarlo. Che o=
scilli sotto l'urto di forze organizzate e mediaticamente
soverchianti =E8=
del tutto logico. Che abbia resistito, rimanendo
maggioritario seppure =
di poco, =E8 segno di un enorme forza. Ma non
sufficiente per reggere. I=
n ogni caso =E8 essenziale sapere dove ci troviamo,
cosa =E8 possibile f=
are e cosa =E8 irrealistico attendersi. E bisogna prepararsi
ai prossimi=
appuntamenti, che saranno durissimi.
Tante volte ho sentito obiezioni, =
alla "guerra infinita", di questo tenore:
troppo pessimismo, sopravvalut=
azione della forza imperiale degli Stati
Uniti, sottovalutazione della f=
orza dei popoli, dei movimenti di
contestazione alla globalizzazione dei=
ricchi. Lo scenario che abbiamo di
fronte =E8 invece esattamente quello=
di una guerra che si dilata a dismisura,
di un terrore che si estende, =
che dilaga, che si avvicina ai nostri confini,
alle nostre case. E non b=
asta fermarsi alla constatazione - logica,
razionale - che ci=F2 conferm=
a le nostre previsioni, che la guerra contro
stati non avrebbe risolto n=
ulla e, anzi, avrebbe aggravato la situazione in
tutte le direzioni. Il =
fatto =E8 che la guerra si estende e si trasforma: da
guerra classica in=
un misto di guerra, guerriglia, terrorismo diffuso,
coinvolgendo sempre=
di pi=F9 le popolazioni civili, gl'innocenti vicini e
lontani dai front=
i che =E8 ormai impossibile discernere.
Il dato sempre pi=F9 visibile =E8=
che questa guerra inedita che si dilata, sta
modificando ormi il tessut=
o democratico e civile delle societ=E0 che la
conducono. E' una guerra t=
rasformatrice, che intacca i capisaldi che fecero
orgoglioso l'Occidente=
. Ci fa peggiori, ci spoglia dei nostri diritti.
La perderemo comunque. =
E, quanto alle chances di vittoria dell'Impero, =E8
vero che esse rimang=
ono scarse, ma non ha nessuna importanza che siano tali.
Il dato che sta=
emergendo, lancinante, terribile, =E8 che questo Impero pu=F2
anche ess=
ere incapace di vincere, ma =E8 sufficientemente forte da trascinare
tut=
ti noi nel baratro che sta scavando.
Noi sappiamo gi=E0 che l'Irak (e il=
mondo intero) non possono essere
soggiogati dalla lotta contro il terro=
rismo condotta con guerre contro stati
poveri.
Semplicemente perch=E9 i=
n Irak =E8 in corso una guerra di guerriglia contro le
truppe di occupaz=
ione (in cui confluiscono anche componenti terroristiche) e
nel mondo l'=
opposizione all'Impero cresce e si organizza (e non =E8 solo
rappresenta=
ta dal terrorismo islamico fondamentalista, che ne =E8 anzi parte
ridott=
a e secondaria).
Ci=F2 significa che i morti in Irak cresceranno nei pro=
ssimi mesi; che la
"vittoria" americana =E8 in grave pericolo; che l'esi=
to pi=F9 probabile =E8 un
ritiro inglorioso degli occupanti (cosa che co=
stringer=E0 i finti patrioti di
oggi a trovare spiegazioni migliori per =
i prossimi morti italiani). Ma la
fuga di Bush, che si annuncia al di l=E0=
dei proclami tracotanti, non pu=F2
tranquillizzarci. Il disastro compiu=
to =E8 immane. Ne seguir=E0 una
destabilizzazione ulteriore di tutta l'a=
rea, altri focolai, altre montagne
di cadaveri. Le minacce per la pace s=
i moltiplicheranno e si dilateranno ben
oltre i confini iracheni, che st=
anno diventando inesorabilmente sempre pi=F9
precari. E, con il crescere=
della paura, s'affaccer=E0 come naturale
l'erosione delle nostre libert=
=E0, della nostra democrazia. Ecco perch=E9 il
momento =E8 grave anche s=
e , per avventura, l'Impero fosse sconfitto. I suoi
vassalli hanno impar=
ato la lezione e stanno approfittando dei varchi che si
trovano di front=
e per muovere all'offensiva. In queste condizioni mediatiche
pensare a c=
onsultazioni elettorali "normali", "legittime", =E8 cosa senza
senso. E =
bisogner=E0 spiegare agli ottimisti inguaribili che, prima di contare
i =
giorni che ci separano dall'uscita dal potere di queste destre "che non=0D
=
fanno prigionieri" bisogner=E0 chiedere loro se sono disposte ad andarsen=
e
pacificamente in caso di sconfitta.
Tutto ci dice che non sar=E0 cos=EC=