Fantascienza - Servizio del 02/06/99
Fantascienza e tecnologia
di Gomma
Navigazione
Breve storia della fantascienza italiana
di Michele Alberico
Se negli anni Cinquanta gli scrittori italiani di fantascienza si celavano
dietro pseudonimi anglofoni, oggi sono diventati nomi popolari in libreria e
la loro fama è cresciuta diffondendosi anche fra i non appassionati del
genere.
Autori come Valerio Evangelisti e Luca Masali entrano nelle classifiche dei
libri più venduti, e non solo in Italia. Basti pensare al grande successo in
Francia dello stesso Evangelisti o alla visibilità su Internet della loro
opera.
Valerio Evangelisti è di sicuro il più famoso scrittore di fantascienza in
Italia. Il suo ultimo libro, "Magus", è arrivato primo in classifica dopo
solo due settimane dalla pubblicazione. "La saga di Eymerich" è la serie che
l'ha più reso popolare Eymerich, terribile inquisitore che muove le sue
avventure tra passato e futuro. I romanzi di Evangelisti hanno riscosso un
grande successo e sono stati tradotti in molte lingue. In Francia lo
scrittore ha addirittura una collana a lui dedicata. Dirige inoltre la
rivista on line Carmilla.
Luca Masali è, invece, l'enfant terrible della nuova fantascienza italiana.
Grande innovatore, anch'egli è clamorosamente sempre in classifica con le
sue novità editoriali. Il suo romanzo d'esordio, I Biplani di D'Annunzio, ha
riscosso un enorme successo di vendite grazie alla perfetta fusione di
ambientazioni storiche, viaggi nel tempo e alta tecnologia. A Masali abbiamo
chiesto che rapporto c'è tra scrittura di fantascienza e tecnologia?
"Il rapporto è complesso. Se da un lato tra i compiti della fantascienza non
c'è certo quello di prevedere con precisione, quello che succederà - la
fantascienza non è mai riuscita per esempio, a prevedere Internet - d'altra
parte, io credo, una buona storia di fantascienza dovrebbe utilizzare anche
la tecnologia e, in generale, la scienza, per diventare metafora del
divenire. Nel momento in cui si scrive un romanzo di fantascienza, si parla
sostanzialmente del proprio tempo e si ipotizza quello che potrebbe
diventare se le cose non cambiano. Per esempio, Welles, quando scrive "La
guerra dei mondi", vuole sostanzialmente far vedere agli inglesi del suo
tempo, quello che succede agli indiani dell'India, naturalmente, quando
vengono in contatto con la civiltà inglese. Una civiltà tecnologicamente
molto superiore, una civiltà aliena nel vero senso della parola. Inoltre a
volte si può utilizzare la fantascienza anche per fare divulgazione
scientifica. Personalmente, per esempio, in un racconto che si chiama "La
balena del cielo", pubblicato sia in Italia che in Francia, ho parlato del
problema del buco dell' ozono mettendo insieme elementi totalmente
fantastici ed elementi scientifici. Ne è venuta fuori una storia che è una
via di mezzo tra effettiva divulgazione scientifica e una storia di
avventure di dirigibili. Ognuno la può leggere come vuole. Si può quindi
fare ottima fantascienza sia utilizzando l'elemento scientifico come spunto
o con l'intento di un'effettiva divulgazione scientifica. Nel secondo caso,
chiaramente, la precisione deve essere assoluta. Il risultato finale
dipende, naturalmente solo dalla capacità dell' autore".
Luca Masali è anche un esperto di informatica e sta oggi sperimentando un
software di scrittura creativa da lui stesso programmato.
"Con Microsoft Word ho creato dei moduli, che mi permettono di fare alcune
cose interessanti. Il programma consente di scegliere una serie di parole
chiave, le traduce in inglese e le passa a un "ragno" che percorre Internet
per trovare siti che abbiano attinenza con quello che sto scrivendo. In
questo modo capita che, mentre creo un testo, mi vengono portate sulla
scrivania del computer delle suggestioni. Altre volte questa tecnica
permette di raccogliere documentazioni che possono essere utili per
approfondire il contenuto scientifico del testo. Oltre a questa ricerca su
Internet, il programma è in grado di fare un'analisi quantitativa delle
varie scene. Nel mio ultimo romanzo "La perla alla fine del mondo" ci sono
vari personaggi che interagiscono. Ora, nell'analisi di una scena, con
questo programma posso vedere a colpo d'occhio quali sono le interazioni
prossemiche dei personaggi. Alcune parole chiave fanno capire al software
che si sta parlando di argomenti che hanno una stretta attinenza con la
storia. In questo modo si capisce qual è il personaggio chiave di una data
scena e qual è l'importanza relativa degli altri personaggi. In questo modo,
io posso tenere sottocontrollo sostanzialmente il bilanciamento delle scene
ed evitare di scrivere scene che risultino poi poco significative".
Finora abbiamo visto la fantascienza al maschile ma la fantascineza in
Italia ha anche importanti e affermate scrittrici femminili.
Nicoletta Vallorani, ad esempio, è una delle maggiori esponenti della
fantascienza al femminile. Insegnante, autrice e traduttrice, conosce da
vicino lo stile e i contenuti delle grandi scrittrici come Ursula Le Guin,
Octavia Butler e Pat Cadigan e ha seguito da vicino la nascita del movimento
cyberfemminista. Il suo personaggio più conosciuto è DR, un'androide di
sesso femminile, che agisce nella Milano del prossimo millennio. A lei
abbiamo chiesto che cosa significa essere donna in una scena letteraria
prevalentemente maschile e se ha senso parlare di differenza di genere,
quando si tratta di letteratura?
"Credo che la questione di essere donne in una scena letteraria
prevalentemente maschile, sia un falso problema. Non è diverso dall'essere
donna in qualunque altro ambiente. Resta il fatto che riesci ad arrivare da
qualche parte se hai delle cose da dire e le sai dire in modo originale.
Detto questo, nella fantascienza più che altrove, il discorso sui generi
passa attraverso il corpo. Angela Carter nel libro "The passion of new Eve"
si è inventata come protagonista un uomo che in seguito a un intervento
chirurgico diventa donna. Il personaggio prova sulla sua pelle, con il suo
corpo, la diversità tra l'essere uomo e l'essere donna. E' un po' lo stesso
discorso che fa a livello teorico la portavoce del cyber- femminismo, Donna
Haraway, quando dice che i saperi dicotomici non sono più in grado, oggi, di
dipanare il nodo dei rapporti tra i sessi. La questione è molto più
complessa; sicuramente nel mondo moderno non è più possibile dividere il
mondo in due metà. A livello narrativo questo discorso viene portato avanti
ad esempio da donne come Katy Hacker, che è una scrittrice di fantascienza".
E' anche vero d'altra parte che molto spesso nei romanzi scritti da uomini,
le donne vengono incasellate in determinati cliché.
"Credo che il problema dei cliché sia un problema degli uomini più che
delle donne, di quegli uomini che non hanno abbastanza intelligenza per
capire che lo stereotipo non funziona ed è estremamente riduttivo. Ci sono
percorsi molto interessanti da sviluppare. Personalmente credo che la via
più interessante sia quella dell'ibridazione non più solo fra maschile e
femminile ma piuttosto fra organico e inorganico, fra bios e tecnologia -
penso ad esempio ai romanzi di Pat Cadigan. Creando un identità meticcia non
è più importante il genere sessuale d'appartenenza. E', dunque, una strada
diversa da quella che aveva tracciato Ursula LeGuin che, nel romanzo "La
mano sinistra delle tenebre", ha creato personaggi androgini, che non sono
né maschio, né femmina, ma che tendono ad essere o l' uno o l' altro a
seconda dei periodi dell' anno. Questa visione eraaffascinante, ma
estremamente limitativa. Pat Cadigan, invece, va oltre la dicotomia
uomo-donna. "Elly La Sfinge", uno dei suoi personaggi, "entra nella mente
dei pazienti" collegandosi ad una macchina attraverso cavi che si aggacciano
al nervo ottico. Questa azione apre un discorso sulla funzione cognitiva del
vedere non solo per le donne ma per le persone tout-court".
Pseudonimi anglofoni
Valerio Evangelisti
Eymerich
Carmilla
Luca Masali
I Biplani di D'Annunzio
La perla alla fine del mondo
Angela Carter
Donna Haraway
Katy Hacker
Pat Cadigan
Ursula LeGuin
http://www.mediamente.rai.it/home/tv2rete/mm9899/99063104/s990602.htm