[RSF] IRAQ - Lettera del GLT-Nonviolenza di Lilliput sulla q…

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Author: Luigi Pirelli
Date:  
Subject: [RSF] IRAQ - Lettera del GLT-Nonviolenza di Lilliput sulla questione irachena
Date:     Fri, 28 Nov 2003 10:34:13 +0100
From:     Segreteria Lilliput <segreteria@???>



Roma, 27 novembre 2003

Cari Amici,

gravemente preoccupati dall'accelerazione che ha subito il confronto fra
le forze della pace e quelle della guerra, soprattutto nel nostro paese,
ci rivolgiamo a tutti Voi, per sottoporvi le considerazioni e la
proposta che seguono.

1. L'andamento del conflitto in Iraq (e anche la situazione in
Afghanistan) stanno confermando le pi=F9 fosche previsioni. Soprattutto s=
i
stanno prefigurando delle situazioni in cui la gestione da parte di
poche potenze sar=E0 esposta con ogni probabilit=E0 a perdite ulteriori,
nonch=E9 protagonista e vittima di violenze crescenti: ogni giorno che
passa senza
che vi sia un mutamento di rotta sostanziale la crisi diventer=E0 sempre
pi=F9 difficile da risolvere con modalit=E0 politicamente accettabili.

Vediamo anche governi e partiti invischiati nelle prevedibili e previste
conseguenze delle
loro decisioni di guerra, a partire dalla crescita del terrorismo. Esso
ha ampliato le sue capacit=E0 operative, gode di aree di sostegno
popolare, opera ormai su uno scacchiere internazionale ed =E8 in grado di=

infliggere perdite difficili da prevedere e da evitare. La lotta contro
un nemico del genere pu=F2 facilmente vedere giustificata anche in ampi
strati popolari e nell'immaginazione comune il ricorso a misure estreme,
a ritorsioni, massacri, soppressioni di diritti umani. Occorre, oggi
pi=F9 che mai interrompere questa spirale con mezzi che escludano il
ricorso alla violenza degli Stati.

2. La situazione, sotto la minaccia di questo terrorismo internazionale,
e nel clima da esso alimentato, si =E8 negli ultimi giorni talmente
deteriorata che risulta addirittura inutile insistere per un ritiro
immediato delle forze armate dell'Italia e degli altri paesi in
Afghanistan e in Iraq, perch=E9 la richiesta stessa alimenta risposte
improntate a valori nazionalistici e al peggior patriottismo.

In queste ore tristi, infatti, segnate dalla morte di tanti giovani,
vediamo riemergere e montare disvalori e isterie che speravamo scomparse
da quasi un secolo. Un impegno diffuso per interrompere questi
arretramenti culturali =E8 ormai urgente e dovrebbe anche indurre a
superare le divergenze marginali e a sospendere le contrapposizioni
spesso solo verbali tra organismi che condividono alcune ispirazioni di
fondo. Le diversit=E0 di punti di vista si riveleranno invece feconde di
intuizioni e di nuovi modelli non appena saremo in condizione di avviare
una "costruzione della pace che non sia per l'ennesima volta solo un
intervallo tra due guerre".


3. I valori e le posizioni pi=F9 largamente condivisi sono ormai evidenti=
:

* Condanna e rifiuto del terrorismo, e determinazione a isolarne gli
attori, a prevenirne le cause, a svuotarne i moventi

* Illegittimit=E0 e rifiuto della guerra, considerata ormai uno strumento=

sorpassato per risolvere difficolt=E0 nei rapporti tra Stati

* Illegittimit=E0 e rifiuto delle guerre "preventive", "umanitarie",
"inevitabili per lottare contro il terrorismo"

* Illegittimit=E0 e rifiuto della guerra contro l'Iraq, sia nella fase
iniziale che in quella attuale
* Cambiamento nei modelli e nelle logiche degli interventi
internazionali volti ad eliminare le cause dei conflitti e maggiore
diffusione delle metodologie nonviolente di risoluzione dei conflitti


4. Le organizzazioni che presentano questa iniziativa sono decise a
esercitare ogni possibile pressione per perseguire i seguenti obiettivi:

=B7 affinch=E9 l'ONU intervenga immediatamente in Iraq, con l'invio di un=

contingente multinazionale, con funzioni di polizia internazionale, di
peacekeeping e di peacebuilding, con compiti ben definiti nei tempi e
nei modi, formato e guidato da paesi non attualmente belligeranti e che
rappresentino i diversi gruppi di paesi che sono presenti nell'ONU. Il
contingente dovr=E0 comprendere sia forze armate, sia forze non armate in=

misura consistente e in collaborazione non subordinata alle prime

=B7 per un contemporaneo ritiro delle truppe, anche italiane, che
attualmente agiscono da forze di guerra e di occupazione e non godono
del consenso internazionale di paesi e di popoli che =E8 condizione
necessaria per esercitare una funzione realmente di pace e di
prevenzione e svuotamento - non solo repressione - del terrorismo

=B7 per l'invio di una Equipe di Mediazione, scelta in sede ONU, formata
da esponenti di paesi non belligeranti, capace di avviare un reale
processo di ascolto, negoziazione e mediazione diretto ad iniziare e ad
accelerare la transizione dell'Iraq verso un processo di
autodeterminazione politico-economica, basato sulle scelte delle
popolazioni locali.

=B7 per l'invio in forme organizzate di volontari, coordinati con le ONG
che gi=E0 operano in Iraq, che realizzino, autonomamente anche se in
collaborazione con il contingente ONU, gli interventi di aiuto, sostegno
umanitario, ricostruzione materiale e sociale.


5. Le organizzazioni ribadiscono il loro impegno a proseguire insieme :

In azioni di mobilitazione caratterizzate dall'attenzione, dal rispetto,
dal dialogo nei confronti delle opinioni diverse, dalla nonmenzogna,
dalla coerenza tra i fini indicati ed i mezzi impiegati, dimostrando (a
questo servono le dimostrazioni) che la pace pu=F2 solo con mezzi pacific=
i
essere conseguita. E per questo che proponiamo di attivare assieme
,azioni dirette nonviolente, dal basso, come iniziative di
protesta/proposta, non collaborazione attiva-boicottaggi, disobbedienza
civile.

=B7 Verso una economia di giustizia che preveda drastici mutamenti dei
peggiori meccanismi economici e sociali, in quanto l'economia di
giustizia rappresenta la unica vera via di uscita dalla violenza
strutturale sulle popolazioni, reali causa non remote delle guerre e dei
terrorismi

=B7 Verso il disarmo internazionale, il superamento del commercio e della=

produzione di armamenti, la riconversione dell'industria bellica

=B7 Verso un profondo rispetto della natura, attribuendo priorit=E0
all'ambiente rispetto ad uno "sviluppo" basato solo sulla crescita
illimitata, e un progressivo rifiuto del modello neoliberista

6. Gli organismi citati in indirizzo nella sola Italia sono centinaia e
tutti conosciamo le reali dimensioni del movimento internazionale contro
la guerra, non da oggi presente anche negli USA, in Israele e in altri
paesi tormentati da conflitti.

Riteniamo sia necessario un salto di qualit=E0 nella nostra opposizione,
che senza voler far scomparire differenze e distinzioni, permetta una
mobilitazione che non possa essere facilmente cancellata da contromisure
informative o da ragionamenti capziosi. Una mobilitazione che duri
finch=E9 gli attuali focolai di guerra non siano messi al margine delle
politiche internazionali e si avvii la elaborazione di misure
alternative, dirette alla costruzione di una pace non formale.

Vi ringraziamo per l'attenzione che vorrete dedicare a queste nostre
considerazioni e proposte, e aspettiamo al pi=F9 presto una vostra
risposta, che ci auguriamo positiva, e la vostra disponibilit=E0 per un
incontro di tutte le forze per la pace e contro la guerra per definire
e verificare assieme un nuovo percorso di pace.

Il Gruppo di Lavoro Tematico (GLT) Nonviolenza e conflitti della Rete
Lilliput