[NuovoLaboratorio] FW: [Diplist] a proposito di una certa gu…

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Autor: Paola Repetto
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Temat: [NuovoLaboratorio] FW: [Diplist] a proposito di una certa guerra (infinita?)
----- Original Message -----
From: "Giovanna Caviglione" <caviglione@???>
To: <forumgenova@???>
Sent: Monday, November 24, 2003 2:54 PM
Subject: [NuovoLaboratorio] FW: [Diplist] a proposito di una certa guerra
(infinita?)


ricevo e inoltro volentieri.
avrei voluto tradurla ma ho molto da rtadurre per lavoro. nei prossimi
giorni forse riuscirò. se simo ha tempo e voglia potrebbe incominciare.
saluti.
giovanna caviglione


Ecco la traduzione: era una testimonianza troppo emozionante e non sono
riuscita a resistere...
Paola Repetto


Per chi ha voglia di leggere una testimonianza importante

Non rinunziare alla tua umanità

Lettera aperta ai militari americani in Iraq

di Stan Goff
spedita il 15 Nov 2003


Car* militare American* in Iraq



Sono un veterano dell'esercito in pensione e mio figlio è tra di voi, un
paracadutista come sono stato io. I cambiamenti che stanno accadendo a
ciascuno di voi -ad alcuni in modo più drammatico che ad altri - sono
cambiamenti che conosco molto bene. Per questo intendo dirvi chiaramente
alcune cose, nel linguaggio al quale siete abituati.


Ne 1970 sono stato assegnato alla 173° Brigata Aerea, basata allora nel nord
della provincia di Binh Dinh in quella che era la Repubblica del Vietnam.
Quando ci arrivai, avevo la testa piena di stronzate: stronzate che
blateravano i media, stronzate del cinema, stronzate a proposito di quello
che si supponeva dovesse essere un uomo, e stronzate ripetute da quegli
ignoranti dei miei vicini, che non facevano altro che parlare del Vietnam,
anche se non ci erano mai stati e non avevano visto mai nessuna guerra da
vicino.



L'essenza di tutte quelle stronzate era che dovevamo "sistemare le cose" in
Vietnam e che la nostra missione era di difendere I Vietnamiti buoni dai
Vietnamiti cattivi e impedire ai Vietnamiti cattivi di approdare alle
spiagge vicino ad Oakland. Abbiano "sistemato le cose" fino a che 58.000
Americani sono morti e molti di più mutilati senza rimedio e fino a che
3.000.000 di Asiatici del Sud-Est sono morti. Ex militari e soldati in
servizio attivo hanno giocato un ruolo importante nel far finire quella
Guerra criminale.


Quando ho incominciato a sentire che l'Iraq -una nazione distrutta che aveva
sopportato circa dieci anni di guerra di trincea, seguita da un'invasione e
da dodici anni di sanzioni - possedeva armi di distruzione di massa con le
quali avrebbe potuto minacciare gli Stati Uniti, la mia prima domanda è
stata come diavolo chiunque potesse credere che quel paese sofferente
potesse costituire una minaccia agli Stati Uniti. Ma poi mi sono ricordato
come tantissima gente aveva creduto che il Vietnam minacciasse gli Stati
Uniti. Me compreso.


Quando tutte le stronzate e le frottole sulle armi di distruzione di massa
si sono disintegrate come una maglietta a buon mercato, i politici che
hanno messo in piedi questa Guerra hanno raccontato a tutti, voi compresi,
che sareste stati accolti come grandi liberatori. A noi avevano detto che ci
avevano mandato in Vietnam per garantire a tutti il diritto di voto.


Quello che non hanno detto a me era che, prima che io arrivassi là, nel
1970, le forze armate americane avevano bruciato villaggi, ucciso bestiame,
avvelenato terreni agricoli e foreste, ucciso civili per divertimento,
bombardato interi villaggi e commesso stupri e massacri, e che la gente in
lutto e furiosa a causa di questi crimini non era nello spirito di
immaginarsi che noi, che eravamo appena arrivati, fossimo diversi da quelli
che quei crimini avevano commesso.
Quello che non hanno detto a voi è che più di un milione e mezzo di
Iracheni sono morti tra il 1991 ed il 2003 per malnutrizione, carenza di
cure mediche e fognature scadenti. Più di mezzo milione di morti sono stati
i più deboli: i bambini e, in particolare i bambini più piccoli.


Mio figlio, che adesso è lì, ha un figlio. Noi andiamo trovare il nostro
nipotino tutte le volte che possiamo. Adesso ha undici mesi. Molti di voi
hanno bambini così sapete come è facile amarli, ed amarli tanto da sapere
cha la vostra intera vita andrebbe a pezzi se qualcosa di male dovesse
accadere loro. Anche gli Iracheni amano così i loro bambini. E non
dimenticheranno che il governo degli Stati Uniti è in larga misura
responsabile per la morte di mezzo milione di ragazzini.



E questo significa che la bugia che sareste stati accolti come liberatori è
solo questo: una bugia. Una bugia per convincere il popolo degli Stati
Uniti ad aprire il portafogli per finanziare questa oscenità e una bugia
per esaltarvi e spingervi al combattimento.

E quando si prova a mettere questi fatti in prospettiva, è facile accorgersi
che, se foste Iracheni, probabilmente non impazzireste di felicità neppure
voi al pensiero che dei soldati americani occupino le vostre case e le
vostre città. Questa è la dura realtà che ho dovuto affrontare in Vietnam.
Sapevo bene, mentre stavo là, che se fossi stato un Vietnamita, sarei stato
uno dei Vietcong.


E invece stavamo là, perchè qualcuno ci aveva ordinato di occupare un altro
paese, recitando il ruolo degli occupanti senza sapere nulla di quella
gente, della loro lingua, della loro cultura, con la testa piena di
stronzate che i nostri cosiddetti capi ci avevano raccontato durante l'
addestramento e la preparazione all'invasione e persino quando oramai
eravamo sul posto. Eravamo lì, ad affrontare un popolo che ci era stato
ordinato di dominare, ma che in qualunque momento, magari quella stessa
notte, avrebbe potuto spararci addosso a colpi di mortaio La domanda che
cominciammo a porci allora fu che era stato a metterci in quella posizione.



Nel nostro processo di combattere per restare vivi e nel loro processo di
scacciare un invasore che violava la loro dignità, distruggeva la loro
proprietà a uccideva i loro innocenti, venivamo messi gli uni contro gli
altri da gente che prendeva decisioni in vestiti da $5000, che ridevano e si
davano pacche sulla spalle laggiù a Washington, coi loro culoni di merda
pieni di caviale e champagne. |



Ci hanno presi per il culo. A chiunque può capitare di essere presi per il
culo.
E ora tocca a voi. L'unica differenza è che ci sono meno alberi e più sabbia


Non abbiamo ancora capito come fare a fermare queste facce toste avide di
petrolio che stanno a darsi pacche sulla spalle a Washington, e così sembra
che tutti voi possiate rimanere incastrati laggiù ancora per un po'. Per
questo voglio raccontarvi il resto della storia.


Sono cambiato in Vietnam e non sono cambiato per il meglio. Ho incominciato
a farmi coinvolgere in qualcosa - qualcosa che era avido della sofferenza
altrui. Per essere sicuro di non essere scambiato per un fottuto missionario
o per una femminuccia, ho imparato a star dentro al gruppo degli
intoccabili, gente troppo fuori di testa per mettercisi contro, gente che
desiderava quell'ondata di onnipotenza che viene dall'incendiare la casa di
qualchedun altro semplicemente per il dannato gusto di farlo o che poteva
uccidere una donna, un uomo o un bambino senza neppure pensarci due volte.
Gente che aveva un potere di vita o di morte perché davvero poteva uccidere.



La rabbia aiuta. È facile odiare chiunque di cui non ti fidi per le
condizioni in cui ti trovi e di infuriarsi per quello che hai visto, per
quello che ti è successo e per quello che hai fatto e non puoi disfare.
Non era altro che una messa in scena per me, un modo per coprire paure più
profonde alle quali non potevo dare un nome e la ragione per cui lo so è che
dovevamo de-umanizzare le nostre vittime prima di poter fare le cose che
facevamo. In fondo al nostro cuore, sapevamo bene che quello che facevamo
era sbagliato. E così le nostre vittime diventavano "musi gialli", proprio
come gli Iracheni sono diventati "teste stracciate". Le persone devono
essere ridotte a "sporchi negri" prima di poter essere linciate. In realtà,
non c'è nessuna differenza. Ci convincemmo che dovevamo ucciderli per
sopravvivere, anche quando sapevamo che non era vero, ma qualcosa dentro di
noi ci diceva che, finchè li avessimo considerati esseri umani, non sarebbe
stato lecito bruciare le loro case e i loro granai, uccidere i loro animali
e qualche volta uccidere anche loro. E così usavamo questi nuovi nomi,
queste parole per diminuirli, per privarli della loro inerente umanità, e
per poter così far cose come regolare un tiro d'artiglieria usando come
riferimento il pianto di un bambino.


Fino a quando quel bambino è rimasto vivo, però, e questa è la cosa
importante da capire, non ha mai rinunciato alla sua umanità. Io, invece, l'
ho fatto. Questo è quello che potrebbe sfuggirvi, fino a quando, ormai, sarà
troppo tardi. Quando si priva qualcuno della sua umanità, si uccide la
propria umanità nello stesso tempo. Si aggredisce la propria stessa anima,
perché è troppo ingombrante.
E così finiamo la nostra gita e torniamo alla nostra famiglia che si accorge
che, anche se apparentemente siamo normali, siamo vuoti dentro e non siamo
più capaci di avere davvero relazioni emotive con le persone e magari si
va avanti così per anni prima di riempire il vuoto che ci siamo costruiti e
al quale abbiamo consegnato la nostra umanità, e magari ci proviamo anche
con droghe o con l'alcool, finchè ci rendiamo conto che il vuoto non può
essere riempito e allora ci spariamo o ci perdiamo per le strade dove
possiamo sparire tra gli altri relitti della società, oppure feriamo gli
altri, specialmente quelli che cercano di amarci e finiamo come un'altra
statistica carceraria o come pazienti psichiatrici.



Non puoi sfuggire al fatto che sei diventato un razzista perchè hai assunto
come scusa che dovevi farlo per sopravvivere, che hai tolto agli altri cose
che non potrai mai restituire, o che hai ucciso una parte di te stesso che
non potrai mai riconquistare.



Alcuni di noi ci riescono. Abbiamo fortuna e a qualcuno frega abbastanza di
noi per resuscitarci da punto di vista emotivo e riportarci così alla vita.
Molti invece non ce la fanno.


Vivo con la mia rabbia ogni giorno della mia vita, anche quando nessun altro
la vede. Forse potete sentirla nelle mie parole. Odio essere preso per il
culo.



E così, questo è il mio messaggio per voi.Farete quello che è necessario per
sopravvivere, in qualunque modo voi definiate la sopravvivenza, e noi faremo
quello che possiamo per metter fine a questa guerra. Ma voi non rinunciate
alla vostra umanità. Non fatelo per adeguarvi, e nemmeno per dimostrare che
siate all'altezza. Non fatelo per un flash di adrenalina e nemmeno per
rivalervi perchè siate arrabbiati o frustrati. Non fatelo per la bella
faccia di qualche burocrate militare carrierista di merda. E soprattutto non
fatelo per il Consorzio Petrolifero Bush & Cheney.



I capintesta stanno tentando di prendere il controllo delle riserve
energetiche mondiali per esercitare pressioni indebite sui loro futuri
competitori economici. Questo è quello che sta accadendo e voi dovete
rendervene conto e poi fare quelo che è necessario per restare legati alla
vostra umanità. Questo è quello che fa il sistema: vi persuade di essere
uomini d'azione, grandi eroi e invece vi usa come sicari.Vi prendono per il
culo.

I vostri cosiddetti capi civili vi vedono come una merce spendibile. Non gli
importa dei vostri incubi, dei gas velenosi che respirate, della vostra
solitudine, dei dubbi, del dolore o di come la vostra umanità vi venga
sottratta un pezzo alla volta. Vi toglieranno le vostre forme di assistenza,
negheranno le vostre malattie e nasconderanno agli occhi del pubblico i
vostri feriti ed i vostri morti. Già lo stanno facendo.

Non gli interessa. E allora a voi deve interessare. E per preservare la
vostra umanità dovete riconoscere l'umanità della gente la cui nazione oggi
state occupando e sapere che voi e loro siete vittima dei ricconi bastardi
che decidono il gioco.
Quelli sono i vostri nemici - gli stronzi in giacca e cravatta - e sono i
nemici della pace e i nemici delle vostre famiglie, specialmente se sono
famiglie di neri o di immigrati o di poveri. Sono ladri e prevaricatori che
prendono e non danno mai e dicono che non "fuggiranno mai via" dall'Iraq, ma
voi ed io sappiamo che non avranno mai bisogno di fuggire via perché, cazzo,
non sono là. Voi, invece, ci siete.



Si arruffianeranno con voi finchè otterranno quello che desiderano da voi e
poi vi butteranno via come un preservativo usato. Chiedetelo ai veterani che
oggi si vedono ridurre le loro pensioni. Bushfeldt e i loro amichetti sono
parassiti e sono i soli che traggano beneficio dal caos nel quale voi state
imparando a vivere. Loro si fanno la grana e voi vi fate gli arti
artificiali, gli incubi e le malattie misteriose.



Così, se la vostra rabbia ha bisogno di un bersaglio, eccolo lì, il
bersaglio: quelli che vi hanno mandato là e che vi ci tengono. Non vi posso
consigliare di disobbedire. Probabilmente mi causerebbe dei guai con la
legge. E' una decisione, questa, che dovrete prendere quando ve lo
detteranno le circostanze e la vostra coscienza. Ma è perfettamente legale
di rifiutarsi di obbedire ad ordini illegali e ordini di aggredire o
maltrattare I civili sono illegali. E anche ordinarvi di non parlare di
questi crimini è illegale.



Vi posso dire, senza timore di conseguenze legali che non avete alcun
obbligo di odiare gli Iracheni, non siate obligati a consegnarvi al razzismo
e al nichilismo e al bisogno di uccidere per il gusto di uccidere e non
sarete mai obbligati a permettere che loro vi privino delle ultime vestigia
di capacità di vedere e di dire la verità a voi stessi ad al mondo. La
vostra anima non è una loro proprietà.



Tornate a casa salvi e tornate a casa sani di mente. Quelli che vi amano e
che vi hanno amato per tutta la vita vi aspettano qui e vorremmo che
tornaste e che poteste ancora guardarci diritto in faccia.

Non lasciate le vostre anime nella polvere come un altro cadavere.