[Badgirlz-list] (no subject)

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Author: b b
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Subject: [Badgirlz-list] (no subject)
http://italy.indymedia.org/news/2003/11/426052.php


Uomini & stupri, il fenomeno esplode

Nella recente relazione annuale del Procuratore Generale della Cassazione, è
compreso un dato spaventoso, segnalato solo da alcuni giornali “femminili”:
le denunce per stupro sono aumentate rispetto all’anno precedente del 59,2%
!!!!!!!

I profeti del “và tutto bene” fanno risalire questo fenomeno all’entrata in
vigore della nuova legge, l’argomentazione pertanto è che sarebbero
aumentate le denunce, ma non in maniera significativa il numero dei reati
considerati complessivamente.

Purtroppo questa interpretazione si scontra con la realtà percepita dalle
donne in prima linea sul fronte dell’assistemza alle vittime della violenza.
Da queste arriva l’indicazione che stima le denunce in una percentuale
variabile dal 10 al 50% dei reati denunciati rispetto alla realtà, a seconda
dell’area geografica di riferimento. Conferma assoluta sull’aumento del
fenomeno.
Un terzo delle aggressioni è ai danni di donne non italiane, una
dimostrazione della loro intrinseca maggiore debolezza culturale, come sul
piano dei diritti e delle tutele.

Pare che la nuova figura di donna che và affermandosi nel nostro paese
provochi somma irritazione nell’altra metà del cielo, tanto da far esplodere
le aggressioni verso le donne più come riaffermazione di una supposta
superiorità, che sotto la spinta di un istinto sessuale bestiale.

Le cause sono ovviamente varie, tra queste si può individuare una certa
rilassatezza nel campo di coloro che si erano battuti a suo tempo per
cambiare la legge, quasi che si considerasse la missione compiuta; un
aumento della insensibilità civica, che si accompagna alla crescente
mercificazione dei valori; ma, soprattutto, una pericolosa deriva culturale
maschile.

La “donna del nuovo millennio” spaventa il maschio nostrano, il quale
reagisce da spaventato ed aggredisce.
Lontano da me considerarla una attenuante, è da considerarsi al contrario:
una spia di una profonda ferita della nostra dimensione culturale.

In questi ultimi anni il dibattito avanzato attorno ai temi dell’identità
sessuale si è spostato verso il problema dei generi, forse perdendo di vista
una certa realtà.
Accanto alle legittime preoccupazioni di chi è in cerca di una propria
identità sessuale e sociale, ha continuato a consumarsi il dramma di tante,
troppe, donne lasciate sole.
Il disprezzo e la sottovalutazione della donna ha così guadagnato terreno
anche in ambienti impensabili, sono sempre di più gli uomini (non importa se
etero o che), che non hanno timore di esprimere concetti che svalutano
irrimediabilmente la figura della donna.

In questo contesto prende piega lo stupro “punitivo”, quello cioè realizzato
come rivincita verso presunti torti subiti, praticato in branco o
singolarmente. Le analisi sul campo ci dicono che solo l’otto per cento
degli stupri è opera di perfetti sconosciuti, pochissimi gli psicopatici,
quindi si stuprano principalmente donne già conosciute, forse in cerca di
una affermazione su persone che non si lasciano sottomettere in altra
maniera, o che si dimostrano semplicemente migliori di quanto non sia il
presunto macho di turno.

Accanto ad un rinnovato impegno delle donne nell’autodifesa, occorre
pertanto un grosso lavoro da parte degli uomini per evitare l’imbarbarimento
proiprio e dei rapporti intersessuali. Ecco che allora diventa importante
che anche i compagni diventino motore di questa azione, non essendo logico e
giusto lasciare altri esseri umani soli in una lotta per la propria dignità.

Trattandosi di un fenomeno --- evidentemente--- culturale, non occorre
assaltare una specifica Bastiglia, ma una lotta fatta di piccole attenzioni
quotidiane, si tratta di non lasciare spazio alla cultura della
sopraffazione e della svalutazione della donna anche in ambiti
esclusivamente intramaschili, nei quali tra uno scherzo da caserma e
l’altro, alcuni ricevono la loro unica istruzione dall’esperienza.
Occorre uno sforzo per rialzare l’autostima maschile, al quale possono
concorrere anche le donne, e per uscire dalla dicotomia uomo/donna,
evidentemente foriera di disastri.
Occorre tanta solidarietà verso le donne, una forte condanna del modo
attuale di condurre i procedimenti per violenza alle donne, non è possibile
che ancora la difesa si basi ancora sulle condizioni soggettive delle
aggredite, si tratta di un crimine senza scusanti, con domande umilianti sul
loro abbigliamento, o sui loro trascorsi sessuali.
Vi immaginate un processo per furto dove l’avvvocato chiede alla vittima:
“Ma lei teneva il prtafogli provocatoriamente in vista?” ( questo mi ricorda
sempre una vignetta geniale di Disegni & Caviglia, con un esilarante doppio
processo furto/stupro, che dovrebbe essere distribuita a tutti gli
avvocati).

Occorre un grande lavoro culturale da parte di tutti coloro i quali si
sentono toccati dal problema, ma occorre soprattutto una forte presa di
coscienza da parte maschile, con uomini diversi le donne non dovrebbero
vivere nella paura, è una vergogna che deve finire. Le donne possono solo
limitare i danni, gli uomini devono cambiare.

ciao
mazzetta

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