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著者: Paola Manduca
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題目: [NuovoLaboratorio] Fwd:
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vi allungo per info
pm

>>
>>MAI PIU’ GUERRA
>>VIA LE TRUPPE DALL’IRAQ
>>UN FUTURO PER IL POPOLO IRACHENO
>>
>>Le 26 vittime, italiane ed irachene, dell’attacco al comando dei
>>Carabinieri a Nassiria ci ricordano che la guerra in Iraq non è
>>finita e che anche l’Italia è in guerra.. A loro, come a tutte le
>>vittime di una guerra che non si doveva fare, va innanzi tutto il
>>nostro pensiero. Alle loro famiglie, ai loro figli, ai loro cari,
>>va il nostro cordoglio.
>>Per noi i morti sono tutti uguali: evitabili.
>>
>>Anche questi si potevano evitare.
>>
>>Ci avevano detto che la guerra era finita. Che gli iracheni avevano
>>accolto l’esercito Usa come liberatore. Ci avevano detto che una
>>nuova era di pace e democrazia si era aperta per l’Iraq.
>>Non era vero.
>>
>>Ci avevano detto che si doveva disarmare l’Iraq dalle armi di
>>distruzione di massa. Ci avevano detto che la guerra avrebbe
>>contribuito alla lotta al terrorismo.
>>Non era vero.
>>
>>Con l’invio dei militari in Iraq in appoggio ad una guerra
>>condannata dalla maggioranza del popolo italiano ed in violazione
>>dell’articolo 11 della Costituzione, il Governo si è assunto la
>>responsabilità di partecipare, sotto comando americano,
>>all’occupazione di un paese esponendo migliaia di giovani militari
>>e civili al rischio della guerra per potersi sedere al tavolo dei
>>vincitori.
>>
>>Oggi lo stesso Governo ribadisce con forza la volontà di proseguire
>>la missione.
>>Noi non siamo d’accordo.
>>
>>Non è vero che ritirando i militari si rinuncia a sostenere la
>>popolazione irachena. E’ vero il contrario. Molto di più si
>>potrebbe fare se i 40 milioni di euro che si spendono ogni mese per
>>mantenere il contingente militare fossero usati per ricostruire
>>scuole, ospedali, centrali idriche.
>>Non è vero che è necessaria una presenza militare per fare questo:
>>lo dimostrano le Ong italiane che con decine di operatori operano
>>da mesi con interventi umanitari in tutto il paese. Sono questi gli
>>interventi umanitari che bisogna sviluppare.
>>
>>Non è vero che se le truppe si ritirano in Iraq ci sarà il caos e
>>ci sarà il vuoto . Il caos è alimentato proprio dalla presenza
>>degli occupanti che impediscono alla società civile e alle forze
>>politiche irachene di assumersi la responsabilità del futuro del
>>paese.
>>
>>Solo la fine della occupazione militare può mettere fine alla guerra.
>>
>>Per questo chiediamo il ritiro immediato di tutte le truppe
>>straniere dall’Iraq a cominciare da quelle italiane e l’avvio di un
>>processo costituente gestito dalle forze irachene e garantito
>>dall’Onu. Riteniamo che le forme e le condizioni in cui avverrà
>>debbano essere decise dagli iracheni.
>>
>>Solo un processo costituente che veda la partecipazione di tutte le
>>componenti politiche, culturali, religiose ed etniche irachene può
>>portare ad un futuro di democrazia.
>>
>>Siamo a Parigi con i movimenti sociali di tutto il mondo per un
>>importante appuntamento europeo.
>>Siamo gli stessi che il 15 febbraio hanno manifestato a decine di
>>milioni in tutte le parti del mondo per fermare l’imminente attacco
>>in Iraq.
>>
>>Non siamo tornati a casa dopo il 15 febbraio, non ci siamo arresi
>>alla guerra, né quando è cominciata, il 20 marzo, né quando Bush
>>l’ha dichiarata conclusa.
>>A maggior ragione oggi siamo qui per dire che non ci arrendiamo
>>alla spirale di odio e di violenza che ha coinvolto anche il
>>contingente italiano.
>>
>>La guerra rimane un orrore inaccettabile
>>Alle vittime civili e militari, a tutte le vittime di questa guerra
>>, va tutta la nostra solidarietà.
>>
>>Per fermare tutto questo, perché non ci siano più vittime pensiamo
>>che il popolo della pace debba far sentire forte la propria voce.
>>
>>Per questo sabato 22 novembre manifesteremo in tutte le piazze
>>d’Italia contro la guerra e l’occupazione e per l’immediato ritiro
>>delle truppe italiane dall’Iraq.
>>
>>Per questo chiediamo agli italiani di ribadire la volontà di pace
>>riempiendo ancora i balconi e le finestre con le bandiere
>>arcobaleno.
>>
>>Per questo aderiamo sin d’ora alla giornata mondiale di
>>mobilitazione del 20 marzo promossa dai movimenti pacifisti
>>statunitensi con adesione di migliaia di movimenti in tutto il
>>mondo, per un’altra giornata globale contro le guerre.
>>
>>Per questo proseguiremo la mobilitazione nella società e verso le
>>istituzioni nei prossimi mesi.
>>
>>Mai più guerra
>>
>>Per un altro mondo possibile.
>>
>>
>>
>>Gruppo di continuità del Forum Sociale Europeo
>>Alternative; Altraagricoltura; ARCI; Attac; Bastaguerra; Carta;
>>Federazione Cobas; Convenzione permanente delle donne contro la
>>guerra; Cub; Fiom; Forum Ambientalista; Forum per la democrazia
>>europea; Giovani Comunisti; ICS; Lavoro Società - Cambiare Rotta
>>(Cgil); Legambiente; Libera; Liberazione; Lila - Cedius; Lunaria;
>>Marcia mondiale delle donne; Movimento delle e dei Disobbedienti;
>>PRC; Punto Rosso - Forum mondiale alternative; Rete Lilliput;
>>Sdebitarsi; SinCobas; Socialismo 2000; Tavolo Stop precarietà;
>>Tavolo fermiamo il WTO; Tavolo Migranti del FSE; Terre des Hommes;
>>Uds - Udu; Un ponte per…; Pdci; Federazione Verdi
>>
>>Parigi, 15 novembre 2003
>>
>>
>>
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Paola Manduca
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<blockquote type="cite" cite><font face="Times New Roman"
size="+2">MAI PIU’ GUERRA<br>
VIA LE TRUPPE DALL’IRAQ<br>
UN FUTURO PER IL POPOLO IRACHENO<br>
<br>
Le 26 vittime, italiane ed irachene, dell’attacco al comando dei
Carabinieri a Nassiria ci ricordano che la guerra in Iraq non è
finita e che anche l’Italia è in guerra.. A loro, come a tutte le
vittime di una guerra che non si doveva fare, va innanzi tutto il
nostro pensiero. Alle loro famiglie, ai loro figli, ai loro cari, va
il nostro cordoglio.<br>
Per noi i morti sono tutti uguali: evitabili.<br>
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Anche questi si potevano evitare.<br>
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Ci avevano detto che la guerra era finita. Che gli iracheni avevano
accolto l’esercito Usa come liberatore. Ci avevano detto che una
nuova era di pace e democrazia si era aperta per l’Iraq.<br>
Non era vero.<br>
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Ci avevano detto che si doveva disarmare l’Iraq dalle armi di
distruzione di massa. Ci avevano detto che la guerra avrebbe
contribuito alla lotta al terrorismo.<br>
Non era vero.<br>
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Con l’invio dei militari in Iraq in appoggio ad una guerra
condannata dalla maggioranza del popolo italiano ed in violazione
dell’articolo 11 della Costituzione, il Governo si è assunto la
responsabilità di partecipare, sotto comando americano,
all’occupazione di un paese esponendo migliaia di giovani militari e
civili al rischio della guerra per potersi sedere al tavolo dei
vincitori.<br>
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Oggi lo stesso Governo ribadisce con forza la volontà di proseguire
la missione.<br>
Noi non siamo d’accordo.<br>
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Non è vero che ritirando i militari si rinuncia a sostenere la
popolazione irachena. E’ vero il contrario. Molto di più si
potrebbe fare se i 40 milioni di euro che si spendono ogni mese per
mantenere il contingente militare fossero usati per ricostruire
scuole, ospedali, centrali idriche.<br>
Non è vero che è necessaria una presenza militare per fare questo:
lo dimostrano le Ong italiane che con decine di operatori operano da
mesi con interventi umanitari in tutto il paese. Sono questi gli
interventi umanitari che bisogna sviluppare.<br>
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Non è vero che se le truppe si ritirano in Iraq ci sarà il caos e
ci sarà il vuoto . Il caos è alimentato proprio dalla presenza
degli occupanti che impediscono alla società civile e alle forze
politiche irachene di assumersi la responsabilità del futuro del
paese.<br>
<br>
Solo la fine della occupazione militare può mettere fine alla
guerra.<br>
<br>
Per questo chiediamo il ritiro immediato di tutte le truppe straniere
dall’Iraq a cominciare da quelle italiane e l’avvio di un processo
costituente gestito dalle forze irachene e garantito dall’Onu.
Riteniamo che le forme e le condizioni in cui avverrà debbano essere
decise dagli iracheni.<br>
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Solo un processo costituente che veda la partecipazione di tutte le
componenti politiche, culturali, religiose ed etniche irachene può
portare ad un futuro di democrazia.<br>
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Siamo a Parigi con i movimenti sociali di tutto il mondo per un
importante appuntamento europeo.<br>
Siamo gli stessi che il 15 febbraio hanno manifestato a decine di
milioni in tutte le parti del mondo per fermare l’imminente attacco
in Iraq.<br>
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Non siamo tornati a casa dopo il 15 febbraio, non ci siamo arresi alla
guerra, né quando è cominciata, il 20 marzo, né quando Bush
l’ha dichiarata conclusa.<br>
A maggior ragione oggi siamo qui per dire che non ci arrendiamo alla
spirale di odio e di violenza che ha coinvolto anche il contingente
italiano.<br>
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La guerra rimane un orrore inaccettabile<br>
Alle vittime civili e militari, a tutte le vittime di questa guerra ,
va tutta la nostra solidarietà.<br>
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Per fermare tutto questo, perché non ci siano più vittime pensiamo
che il popolo della pace debba far sentire forte la propria voce.<br>
<br>
Per questo sabato<b> 22 novembre manifesteremo in tutte le piazze
d’Italia contro la guerra e l’occupazione e per l’immediato ritiro
delle truppe italiane dall’Iraq</b>.<br>
<br>
Per questo chiediamo agli italiani di ribadire la volontà di pace
riempiendo ancora i balconi e le finestre con le bandiere
arcobaleno.<br>
<br>
Per questo aderiamo sin d’ora alla giornata mondiale di
mobilitazione del 20 marzo promossa dai movimenti pacifisti
statunitensi con adesione di migliaia di movimenti in tutto il mondo,
per un’altra giornata globale contro le guerre.</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Times New Roman"
size="+2"><br>
Per questo proseguiremo la mobilitazione nella società e verso le
istituzioni nei prossimi mesi.<br>
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Mai più guerra<br>
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Per un altro mondo possibile.<br>
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<i><b>Gruppo di continuità del Forum Sociale Europeo</b></i><br>
Alternative; Altraagricoltura; ARCI; Attac; Bastaguerra; Carta;
Federazione Cobas; Convenzione permanente delle donne contro la
guerra; Cub; Fiom; Forum Ambientalista; Forum per la democrazia
europea; Giovani Comunisti; ICS; Lavoro Società - Cambiare Rotta
(Cgil); Legambiente; Libera; Liberazione; Lila - Cedius; Lunaria;
Marcia mondiale delle donne; Movimento delle e dei Disobbedienti; PRC;
Punto Rosso - Forum mondiale alternative; Rete Lilliput; Sdebitarsi;
SinCobas; Socialismo 2000; Tavolo Stop precarietà; Tavolo fermiamo
il WTO; Tavolo Migranti del FSE; Terre des Hommes; Uds - Udu; Un ponte
per…; Pdci; Federazione Verdi</font></blockquote>
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<tt>Per cancellarsi da questa mailing-list cliccare qui:<br>
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Paola Manduca</div>
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