Autor: autonomen Data: Temat: [Badgirlz-list] [Parigi-ESF] report atelier gruppo precarieta' e
lavoro giornata per i diritti donne
GRUPPO PRECARIETA' E LAVORO (atelier)
gli interventi per la maggior parte sono fatti da sindacaliste o da
rappresentanti di lavoratrici autorganizzate che descrivono la situazione
nei loro paesi.
FRANCIA
in una delle fabbriche della Lewis-Strauss hanno soppresso 1400 posti di
lavoro che erano occupati per la maggior parte da donne.
una cosa simile e' successa in belgio.
e' possibile spiegare il perche' di una cosi' grave soluzione con delle
cifre che riguardano i costi di produzione e i luoghi in cui la lewis non
chiude o addirittura apre fabbriche perche' i costi sono piu' bassi.
in francia i costi di produzione sono di 23 euro per pezzo. in turchia 9
euro per pezzo.
in belgio e francia il reddito medio per le donne e' di 1000-1200 euro. in
turchia 200 euro con disponibilita' a lavorare anche di donne e la
domenica. a Giacarta il reddito e' di 60 euro per 80 ore di lavoro
settimanali piu' le notti e le domeniche.
le donne impiegate nella lewis belga hanno riottenuto il lavoro sebbene con
un contratto precario. le donne francesi invece no e per loro la situazione
e' davvero catastrofica.
la chiusura delle fabbriche della lewis-strauss vuol dire che:
la fabbrica chiude; c'e' crisi per tutti; vengono buttate fuori donne che
lavoravano in fabbrica da 25 anni. questo e' l'effetto delle decisioni di
una multinazionale che decide di chiudere in francia e investe in turchia o
a Giacarta perche' costa meno.
in francia nessuna ha riottenuto il lavoro. la ribellione non e' servita a
niente e data l'eta' delle donne licenziate nessuna puo' essere riassunta
perche' non al di sotto dei 30 anni.
si racconta di una delle licenziate: lei si e' ammalata. suo marito si e'
suicidato. lei e' riuscita a trovare lavoro in una ditta che la obbliga a
lavorare la notte. vi sono altri casi di disperazione con divorzi, malattie
e altre situazioni tragiche.
qualche altra donna ha trovato lavoro ma in posti in cui e' necessario che
lavorino anche sabato e domenica e per 12 ore al giorno. il lavoro che le
donne riescono a trovare dopo un licenziamento di queste proporzioni e ad
una eta' maggiore dei 30 anni e' difficilissimo, faticoso, richiede massima
disponibilita' e flessibilita'. l'alternativa sarebbe il non reddito.
EUSKALERRIA/PAESI BASCHI
Una sindacalista racconta dell'assistenza agli anziani. era un settore
pubblico che ora sempre piu' si sta privatizzando.
il servizio agli anziani e' generalmente fornito dalle amministrazioni
pubbliche basche. ma i servizi pubblici diventano privati e i comuni dunque
assumono privati o danno appalti alle aziende di assistenza privata per
occuparsi del settore pubblico.
la conseguenza e' di costi alti e riflessi sociali o condizioni gravi. il
95% delle persone che lavorano in questo settore sono donne. la
privatizzazione ha portato ad una riduzione del loro salario e ad una
precarizzazione del lavoro. vieneridotto organico e le dipendenti che non
si lamentano troppo lavorano molte ore in piu' compresa la domenica notte.
questa e' una consegunza del conflitto tra pubblico e privato. in questo
caso il sindacato fa da punto di unione. e' uno strumento aggiuntivo che
supporta la lotta. le donne impiegate in questo settore vogliono un aumento
del salario che da 600 euro dovrebbe passare a 1400 euro. una riduzione
dell'orario di lavoro. il pagamento extra delle ore in piu' e della
domenica notte.
CONFEDERAZIONE SPAGNOLA
una rappresentante di donne che si occupano di agricoltura e allevamento.
racconta delle conseguenze della riconversione dei due settori. specifica
anche le difficolta' di essere riconosciute come professioniste
agricoltrici e allevatrici sebbene abbiano grande esperienza e capacita'
che le qualifica. senza alcun riconoscimento le donne di questo settore,
che lavorano nelle campagne della confederazione spagnola, non hanno alcun
diritto e nell'assenza di diritti e' per loro impossibile accedere ad aiuti
per la modernizzazione delle aziende agricole e a contributi e benefici
previdenziali.
e' molto complicato per le donne di questo settore, autonome o dipendenti
di aziende, essere in rete perche' le aziende premiano le donne non
rivendicative, quelle cioe' che non agiscono con un sindacato e questo crea
situazioni di conflitto e difficolta' nel progettare e mettere in atto
azioni comuni.
BELGIO
rispetto al problema della disoccupazione delle donne viene chiarito che a
differenza di quanto si pensa e si dice (dalle statistiche e dai dati
ufficiali risulterebbe che le donne avrebbero' le stesse indennita' degli
uomini e che sarebbero piu' alte che in altri paesi della comunita'
europea) le donne non avrebbero diritto alle stesse indennita' degli uomini.
l'indennita' viene calcolata sul salario e nelle fabbriche le donne hanno
un salario minore rispetto agli uomini. in alcuni casi alle donne non
spetta l'indennita' perche' secondo lo statuto belga coloro che convivono
non ne hanno diritto.
le politiche neoliberali hanno cambiato in belgio le condizioni di lavoro
delle donne. tante mobilitazioni e risoluzioni non hanno cambiato e
migliorato nulla. lo statuto belga viene descritto come un insieme di leggi
discriminatorie per le quali - il belgio - e' stato anche condannato da
tante organizzazioni internazionali. tutte le donne sono state escluse dai
ragionamenti preliminari la redazione dello statuto. un effetto di questa
svolta neoliberista e' la diminuzione di scioperi e di manifestazioni delle
disoccupate che sono sempre piu' ricattabili.
ITALIA
due interventi. il primo di una rappresentante di arcilesbica in rete col
gruppo di donne parigi diverse che espone una analisi sugli effetti della
precarizzazione del lavoro sulla vita delle lesbiche.
la precarieta' e l'abolizione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori
consentono ai datori di lavoro di liberarsi delle persone indesiderate. tra
queste vi sono le lesbiche /(o le persone omosessuali) perche' piu'
vulnerabili e discriminate.
si parla di uno stigma visibile e di uno invisibile. lo stigma visibile
consta sulla circolazione delle informazioni circa la propria sessualita'.
quello invisibile sul fatto che l'omosessualita' viene considerato talvolta
un comportamento deviante.
in questo senso e' visibilissima l'ingerenza del cattolicesimo in ogni
settore dello stato e quindi anche nel lavoro.
le lesbiche subiscono troppe pressioni, dal mobing di colleghi e datori di
lavoro apressioni di ogni altro genere per convincere le lavoratrici a
licenziarsi e a vivere in clandestinita'. con la precarizzazione i datori
di lavoro lesbofobi risolvono il problema anche con il non rinnovo del
contratto.
questo spingera' le lesbiche alla invisibilita' e alla autolimitazione.
l'altro intervento parla delle conclusioni trascritte in un contributo alla
discussione dato dalla rete di donne italiane e che auspica una campagna
europea contro la precarizzazione del lavoro.
DATI SU DONNE AL LAVORO IN EUROPA
li illustra una studiosa brasiliana che spiega tutta la difficolta' di
poter parlare di lavoro e disoccupazione o prevaricazioni nel lavoro
nell'america latina con le sue dittature. viene dunque a parlare a parigi
di dati che riguardano l'europa.
le donne italiane al lavoro risulterebbero essere il 48%.
le statistiche tengono in considerazione anche il lavoro precario o part
time che riguarda il 32% delle donne europee e il 62,8% solo in olanda. in
francia i lavori part time per le donne sono in riduzione. le aziende
abbassano i costi e riducono la disoccupazione. aumenta pero' la
precarieta'. in francia 100.000 posti di lavoro sono volutamente a tempo
determinato. spesso si tratta di lavoro per cui non viene data una giusta
retribuzione.
la disoccupazione delle donne nell'unione europa e' dell'8,6%. del 7,6% per
gli uomini. le cifre sulle donne disoccupate aumentano nei paesi del sud
(14% grecia, 12% italia, 8% spagna), ma sono elevate anche nei paesi del
nord europa (2,1% svezia, 4,3% paesi bassi, 8,3% germania, 8% francia).
questi dati risultano essere non veritieri perche' non si tiene conto di
altri fattori quali la precarieta' e il lavoro part time. le donne con
contratti a tempo determinato difficilmente troveranno altro lavoro allo
scadere del contratto. le donne precarie guadagnano uno stipendio con il
quale non e' possibile vivere. e' anche per questo che la poverta' colpisce
soprattutto le donne. le donne oggi in europa sono lavoratrici povere
percio' si puo' parlare di femminilizzazione della poverta'. nell'unione
europea esistono 7 milioni di donne capofamiglia (nuclei monoparentali di
donne separate o divorziate o ragazze madri) povere. moltissime sono le
single altrettanto povere. nelle ricerche condotte e' stata data poca
importanza alle situazioni delle donne single e monoparentali. le cifre
rappresentate dall'unione europea non sono allora reali. vi sono differenze
importanti tra uomini e donne. la situazione attuale e' stata causata dalla
globalizzazione. le donne dovrebbero avere una capacita' di presenza
maggiore perche' rappresentano la forza lavoro.
RUSSIA
le condizioni delle donne in russia sono terribili: il 70% delle
disoccupate e' costituito da donne con una istruzione superiore. il salario
di una donna russa e' sempre equivalente a quello del 50% del salario di un
uomo. la maggioranza delle impiegate nei settori pubblici in campo medico o
burocratico percepiscono stipendi bassissimi pari al 40% degli uomini
impiegati negli stessi settori. le donne in russia sono costrette ad
accettare lavori terribili che causano anche malattie gravi non
riconosciute da nessuna forma di previdenza.
GRECIA
i lavori part time negli anni '70 erano una opportunita' per le donne e non
un ripiego. adesso l'8% delle donne greche lavorano nel part time. in tanti
casi le donne devono accettare lavoro non retribuito o devono sacrificare
la propria professionalita' e competenza e la propria famiglia per un posto
di lavoro precario e pagato malissimo. molti leader europei, in quasi tutti
i paesi d'europa, dicono che il lavoro part time e' per le donne una grande
opportunita' e che e' una chance richiesta perche' lascia tempo per stare
con la famiglia e per dedicarsi a se stesse. tutto cio' non e' vero perche'
le donne che lavorano part time guadagnano poco e hanno bisogno di un
secondo lavoro che lo stato non permette di fare. non hanno tempo per le
famiglie e non hanno serenita' e tempo neppure per se stesse. le donne
vogliono il full time. gli uomini hanno fatto un'europa sessista e non ci
aiutano in questo senso. i posti di lavoro diminuiscono e agli uomini e'
data una maggiore possibilita' di ottenere posti di lavoro. le donne sono
ridotte in poverta' e sono cosi' costrette a dipendere dagli uomini e ad
essere relegate al lavoro di cura.
FRANCIA
il part time ha imposto una norma comune. e' terribile ovunque. una donna
su tre in francia fa un part time. bisogna denunciare le condizioni cui ci
sostringono con il part time.
DONNE MIGRANTI
una donna testimonia la discriminazione realizzata sulle donne che lavorano
per altre donne concentrate nelle zone rurali e decentrate della francia.
le migranti hanno cercato di contribuire presso le loro comunita' per
portare miglioramenti e offrire soluzioni per combattere contro la poverta'
e la precarieta'.
PAESI BASCHI
qui sono state imposte due norme che stabiliscono che i contratti a tempo
determinato durano due o tre mesi al massimo. per le donne diventa
conseguenziale che non possono trovare lavoro a singhiozzo con grande
facilita' e la loro alternativa e il lavoro nero, dunque ancora instabile.
INTERVENTI DAL PUBBLICO
1) si parla di donne confinate nel lavoro instabile, a tempo determinato e
part time. il lavoro di notte costringe all'abbandono dei bambini. e'
importante che ci sia una deregulation e che si rifletta sul mancato lavoro
di cura per i bambini.
2) si propone di fare un giornale extraistituzionale. un osservatorio cui
partecipano donne di ogni luogo. bisogna organizzare un movimento forte di
resistenza.
3) dalla svizzera si spiega circa la revisione delle pensioni che da 64
vanno ai 65 anni di eta'. e' avvenuto in francia e in italia. questo e'
l'orientamento dell'europa neoliberista. e' necessario che ci si tenga in
contatto per sviluppare e avviare strategie comuni di lotta.
4) un intervento circa le difficolta' di inserimento sui posti di lavoro
per le donne disabili e una critica all'assemblea delle donne e al ESF che
non ha pensato a luoghi accessibili a tutti.
5) bisognerebbe redigere un manifesto che includa le rivendicazioni di
tutte. sia che si tratti di diritto al lavoro che di preoccupazioni
individuali. il manifesto dovrebbe essere un punto di partenza che andrebbe
poi rianalizzato dai diversi Paesi.
6) bisogna dare vita a campagne informatiche sui temi trattati.
7) una rappresentante sindacale belga parla deille lavoratrici della Nike
che vivono una situazione simile alle licenziate della Lewis in francia. e'
chiesta troppa flessibilita' e la legge incoraggia e favorisce questa
tendenza. le aziende in belgio possono chiedere che si lavori la notte e
nel fine settimana. le donne con famiglie e bambini che non accettano
vengono licenziate.
8) in francia le scuole materne non sono obbligatorie perche' l'obbligo
scolastico e' a partire dai 6 anni. le donne che non sanno a chi lasciare i
figli non trovano lavoro.
9) bisogna rivedere il sistema del reddito perche' si lavora come schiavi e
non si hanno piu' diritti alle indennita' e alle pensioni.
10) una migrante racconta: le migranti illegali lavorano tutte in nero. i
datori di lavoro le sfruttano. noi comunque continuiamo a lottare. non
lasciateci da sole.
11) dall'italia: bisogna fare una campagna europea contro la precarizzazione.
12) il divorzio e le procedure di separazione contribuiscono alla
precarizzazione delle donne.