[NuovoLaboratorio] G8: richeista di spostamento

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LA DIFESA: "G8, PROCESSO A TORINO"
Legititmo sospetto sul ruolo del pm Pinto nel caso molotov.
Gli avvocati di 5 poliziotti indagati per l'irruzione alla Diaz hanno
chieto la trasmissione degli atti.

"Questo; processo dei G8 non deve farsi a Genova, ma devono intervenire i
pm di Torino". Cos=EC ieri mattina gli avvocati difensori di cinque
poliziotti indagati par l'irruzione alla Diaz di sabato 21 luglio di due
anni fa hanno depositato in procura una memoria 'in cui chiedono la
trasmissione dagli atti alla procura di Torino.
II centro dell'intervento dei difensori si riferisce a un verbale dell'ex
capo della Digos genovese Spartaco Mortola, indagato nell'inchiesta delle,
molotov che sarebbero state trovate in realt=E0 in corso Italia e poi portat=
e
da un poliziotto all'interno della Diaz. L'interrogatorio di Mortola era
stato fatto dai vice pm Enrico Zucca e Monica Parentinl Dalle sue
affermazioni i pm hanno ritenuto di: capire che le due bottiglie sarebbero
state messe vicino all'atrio nella disponibilit=E0 di tutti i no global
arrestati, su suggerimento del pm Francesco Pinto al funzionario di
polizia Ferri che gli avrebbe parlato per telefono tanto che il pm Zucca
a un certo punto, ha dettaci a Mortola se voleva tornare sull'argomento o
rivedere quelle sue affermazioni, data la loro estrema gravit=E0. E Mortola
aveva risposto che ritrattava queste dichiarazioni perch=E9 si era confuso e=
d
era in uno stato fortemente emotivo.
I pm avevano sottolineato come fosse possibile facilmente stabilire dai
tabulati delle compagnie telefoniche se vi erano state davvero delle
comunicazioni tra il funzionario dl polizia e Pinto. E la cosa si era
chiusa cosi'.
Adesso gli avvocati Enrico Marzaduri e Carlo Di Bugno, difensori di
Giovanni Luperi e avvocato Marco Valerio Gorini, difensore di Gilberto
Caldarozzi, ,Filippo Ferri, dell'ispettore Daniele Di Novi e dei
sovrintendente Renzo Cerchi, chiedono formalmente che il processo sia
spostato a Torino per competenza territoriale, poich=E9 nelle dichiarazioni
di Mortola vi era in nuce un nuovo spiraglio d'inchiesta e siccome
riguardava anche un magistrato genovese, Zucca dove va bloccare tutto.
"L'iniziativa di chiedere la trasmissione degli atti a Torino - hanno
spiegato i legali - scaturisce da elementi di fatto emersi dalla lettura
dei verbali degli interrogatori di alcuni indagati e tende a sollecitare da
parte degli stessi magistrati, che fino ad oggi si sono occupati della
vicenda, una verifica sull'esatta osservanza delle regole processuali.
"Lontano dall'atteggiarsi quale manovra volta a "destabilizzare" il
processo - ha spiegato l'avvocato Carlo Di Bugno - tale richiesta esprime,
al contrario, la convinzione che l'accertamento della verita' obiettivo
primario della difesa; non possa prescindere, in primo luogo, dalla
corretta applicazione dei criteri che il codice di rito detta per
l'individuazione del giudice naturale in ossequio ai principi, della
Costituzione".
Niente di tutto questo ribattono in in procura e nella fattispecie il
procuratore aggiunte Giancarlo Pellegrino. Dice che se non era affatto
necessario trasmettere gli atti. La, richiesta degli avvocati sarebbe
quindi "inesistente" perch=E9 non sussisteva alcun reato nelle dichiarazion=
i
di Mortola.
Da parte e i pm titolari dell'inchiesta "e' solo un polverone" hanno detto
- perche' i difensori si basano su dichiarazioni, quelle di Mortola, subito
ritrattate e comunque non confermate da Ferri". Secondo altri magistrati
"si tratta di un escamotage dei difensori per poter poi sollevare davanti
al gup il legittimo sospetto, previsto dalla legge Cirami per ottenere lo
spostamento del processo davanti ad altri giudici".
Ora la decisione sulla richiesta dei difensori spetta al procuratore capo
Francesco Lalla che ha 10 giorni di tempo per rispondere. E' quasi certo,
sentendo le varie dichiarazioni di Lalla che Lalla rispondera' no o fara'
passare i 10 giorni senza rispondere niente il che e' lo stesso. A questo
punto i difensori potranno ripresentare la richiesta alla procura generale
della cassazione.

p.g.


IL PROCURATORE LALLA "TROPPE STRUMENTALIZZAZIONI"

Nella polemica tra i difensori dei poliziotti indagati per il G8 e i pm che
hanno fatto le indagini (polemica a proposito del trasferimento
dell'inchiesta a Torino chiesto da una parte dei difensori) si e' inserita
una parola "di pace" del procuratore capo Francesco Lalla. Il procuratore
capo ha ricordato, innanzitutto, che sono apparse notizie "secondo cui i
magistrati di questo ufficio avrebbero dovuto astenersi dal procedere
nell'indagine dsui fatti della perquisizione alla Diaz dopo aver appreso
nel corso dell'interrogatorio di un funzionario di polizia (Spartaco
Mortola ndr.) che anche un magistrato dell'ufficio (Francesco Pinto ndr.)
sarebbe stato coinvolto nelle modlaita' di redazione dei verbali di arresto.
Lalla, ha rilevato che "tale circostanza verbalizzata e' stata oggetto di
immediata ritrattazione ed anche smentita da altre risultanze processuali
subito acquisite". Il procuratore capo, quindi, ha sottolineato che, "in
tale situazione non esistevano le condizioni minime indicate dalla
giurisprudenza, per iscrivere una notizia di reato in danno o nei confronti
del magistrato in oggetto e, di conseguenza, il dovere di trasmettere gli
atti per competenza ad altro ufficio giudiziario."
Dopo le parole di moderazione, pero', Lalla ha affondato il colpo e aveva
affermato, quando ancora la memoria dei difensori non era stata presentata,
ma solo ventilata dai giornali: "L'uso strumentale dei mezzi di
informazione in atto, da chiunque praticato, nonche' ogni altra iniziativa
volta a sottrarre il procedimento al suo giudice naturale, non saranno
idonei a turbare la serenita' dei magistrati dell'ufficio nel momento di
portare a termine le complesse e delicate indagini di questo caso."