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Strage di Nassirya e Genova
I par=E0, nel giorno del dolore
di A.MAN
da <
http://www.ilmanifesto.it>il manifesto
Rabbia e lacrime alla base del Tuscania a Livorno.- Il gen. Leso:=20
=ABSacrificio non inutile=BB. - Le associazioni democratiche dei carabinieri=
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chiedono il ritiro delle truppe: =ABIn Iraq c'=E8 la guerra, mai votata=
dalle=20
camere=BB. - Replica il Cocer: =ABStrumentalizzazioni=BB - Ma la guerra =E8=
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missione della Seconda brigata mobile, dalla Somalia al G8 di Genova
Nelle caserme della Seconda Brigata mobile dei carabinieri =E8 il giorno del=
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dolore e della rabbia. Come al comando generale di Roma e al comando della=
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Brigata (a Treviso) il tricolore =E8 a mezz'asta. E alla caserma Amico di=20
Livorno, sede del battaglione paracadutisti Tuscania, i militari piangono=20
amici e colleghi massacrati a Nassirya. Sono lacrime vere. Poche parole le=
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pronuncia il generale Leonardo Leso, par=E0 e comandante della Brigata che=
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riunisce i reparti d'=E9lite della Benemerita dal Gis ai reggimenti speciali=
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di Laives (Bolzano) e Gorizia: =ABNon sta a me dire se sia stato un=20
sacrificio utile - dice il generale - ma penso proprio di s=EC=BB. Nessuna=
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dichiarazione, a Roma, dal comandante generale Guido Bellini, che ieri si =
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mantenuto per tutto il giorno in contatto con i suoi uomini in Iraq e=20
stamattina voler=E0 laggi=F9. E' presto per sapere se davvero, come si=
vocifera=20
in ambienti dell'Arma, il Tuscania ridurr=E0 o modificher=E0 la sua presenza=
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nel paese occupato.
A chiedere il ritiro del contingente, accanto ai pacifisti, =E8 la parte=20
migliore dell'Arma. Con una dichiarazione congiunta, l'associazione Unarma,=
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la direzione del Giornale dei carabinieri e il sindacato carabinieri in=20
congedo (Sinacc, di recente formazione), rilevano che =ABallo stato attuale,=
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contrariamente a quanto affermato da Bush, i fatti dimostrano che in Iraq=20
vi =E8 ancora la guerra. L'Italia non ha mai avuto non ha partecipato n=E9=
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avuto il mandato parlamentare per partecipare al conflitto armato=BB.
Commossa la solidariet=E0 =ABall'Arma e ai familiari=BB delle vittime=20
dell'attentato. =ABMa non dovevamo aspettare i morti per meditare=20
sull'impegno italiano in Iraq=BB, osserva il maresciallo capo Ernesto=20
Pallotta, editorialista del Giornale dei carabinieri e voce storica della=20
battaglia per la sindacalizzazione e la democratizzazione dell'Arma. =ABDi=
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fronte ai morti diciamo basta e l'Italia deve allinearsi ai comportamenti=20
della maggior parte dei paesi europei=BB, insiste il maresciallo cavalier=20
Formiga, segretario del Sinacc. Gli unici carabinieri sindacalizzabili sono=
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quelli in congedo, quelli in servizio hanno solo il Cocer e l'associazione=
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Unarma ha pagato caro il divieto di qualunque attivit=E0 qualificata come=20
=ABsindacale=BB, imposto dai vertici del corpo con il beneplacito di quasi=
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tutti i partiti e del consiglio di stato. =ABCi chiediamo con dolore -=20
aggiunge Formiga - perch=E9 i carabinieri devono morire per terrorismo=20
all'estero? Abbiamo gi=E0 i nostri problemi in Italia. E tanti=BB. Dura la=
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replica del Cocer, la rappresentanza istituzionale presieduta dal generale=
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Serafino Liberati (tessera P2 n=B0 1729): =ABIl Cocer carabinieri - si legge=
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una nota - anche se affranto dal dolore per un avvenimento cos=EC=
drammatico,=20
ritiene suo dovere far presente, a nome dei 112.000 carabinieri che=20
rappresenta, che non si riconosce in quanto dichiarato da Unarma e Sinacc=BB=
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La richiesta di ritiro del contingente =E8 =ABstigmatizzata=BB come un=
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di strumentalizzazione di poveri ragazzi deceduti che hanno invece bisogno=
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solo di piet=E0 e, soprattutto, rispetto=BB.
In Iraq i carabinieri sono arrivati prima dell'esercito, istallandosi=20
all'inizio a Baghdad al seguito del discusso ospedale da campo della Croce=
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rossa italiana. Le truppe scelte dell'Arma contano su sponsor politici di=20
primo piano (An innanzitutto) e godono di larghissimo credito presso=20
l'amministrazione e gli apparati militari Usa, tant'=E8 vero che l'allora=20
ministro degli esteri Ruggero cercava di utilizzarli anche in Afghanistan=20
nel 2002. Non gli riusc=EC. Un anno dopo, invece, il generale Leso era=20
candidato al comando dell'intero contingente italiano in Iraq. Dall'Africa=
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ai Balcani, il generale Leso =E8 un'autorit=E0 in tema di mantenimento della=
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sicurezza nei teatri di guerra. Qualche volta i suoi uomini si sono fatti=20
onore, altre volte per=F2 sono tornati a casa tra le polemiche: basta=20
ricordare la missione in Somalia nel '94, segnata dalla misteriosa morte di=
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Ilaria Alpi e dalle accuse (mai dimostrate) di torture sulla popolazione=20
locale. Difficile, infine, dimenticare il ruolo svolto a Genova, al=20
drammatico G8 del luglio 2001, dagli ufficiali della Seconda Brigata=20
mobile. Leso, allora colonnello, coordinava le Compagnie di intervento=20
rapido e risolutivo che caricavano senza piet=E0; appena un gradino sotto di=
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lui c'erano Giovanni Truglio (oggi colonnello) e Claudio Cappello (oggi=20
maggiore), presenti in piazza Alimonda al momento degli spari che hanno=20
ucciso Carlo Giuliani. E proprio Cappello, nei mesi scorsi, era in Iraq per=
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gli addestramenti della polizia locale.
La scelta di Genova era inquietante perch=E9 nelle piazze italiane, in=20
teoria, dovrebbero andarci solo i battaglioni mobili della Prima Brigata,=20
l'equivalente dei reparti mobili (ex celere) della polizia. La Seconda=20
brigata (1500 uomini circa) raggruppa invece reparti da guerra, fornisce=20
gli uomini che compongono le =ABMultinational specialized Units=BB (Msu)=20
inaugurate da Leso in Bosnia e in Kosovo negli anni 90. Specialisti della=20
guerra? Non tutti. Molti provengono dai normali reparti territoriali,=20
attirati da cospicui incentivi economici. Ma certo la Seconda Brigata =E8=
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delle punte di diamante dell'Arma - prima e non quarta forza armata dopo=20
l'incredibile riforma promossa nel 2000 dal governo D'Alema - e un cardine=
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fondamentale del nuovo modello di difesa imperniato sulle forze armate=20
professionali.
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Strage di Nassirya e Genova<br>
<b>I par=E0, nel giorno del dolore<br>
</b>di A.MAN<br>
da <a href=3D"
http://www.ilmanifesto.it">il manifesto</a><br><br>
<i>Rabbia e lacrime alla base del Tuscania a Livorno.- Il gen. Leso:
=ABSacrificio non inutile=BB. - Le associazioni democratiche dei carabinieri
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missione della Seconda brigata mobile, dalla Somalia al G8 di Genova</i>
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carabinieri =E8 il giorno del dolore e della rabbia. Come al comando
generale di Roma e al comando della Brigata (a Treviso) il tricolore =E8 a
mezz'asta. E alla caserma Amico di Livorno, sede del battaglione
paracadutisti Tuscania, i militari piangono amici e colleghi massacrati a
Nassirya. Sono lacrime vere. Poche parole le pronuncia il generale
Leonardo Leso, par=E0 e comandante della Brigata che riunisce i reparti
d'=E9lite della Benemerita dal Gis ai reggimenti speciali di Laives
(Bolzano) e Gorizia: =ABNon sta a me dire se sia stato un sacrificio utile
- dice il generale - ma penso proprio di s=EC=BB. Nessuna dichiarazione, a
Roma, dal comandante generale Guido Bellini, che ieri si =E8 mantenuto per
tutto il giorno in contatto con i suoi uomini in Iraq e stamattina voler=E0
laggi=F9. E' presto per sapere se davvero, come si vocifera in ambienti
dell'Arma, il Tuscania ridurr=E0 o modificher=E0 la sua presenza nel paese
occupato.<br>
A chiedere il ritiro del contingente, accanto ai pacifisti, =E8 la parte
migliore dell'Arma. Con una dichiarazione congiunta, l'associazione
Unarma, la direzione del Giornale dei carabinieri e il sindacato
carabinieri in congedo (Sinacc, di recente formazione), rilevano che
=ABallo stato attuale, contrariamente a quanto affermato da Bush, i fatti
dimostrano che in Iraq vi =E8 ancora la guerra. L'Italia non ha mai avuto
non ha partecipato n=E9 ha avuto il mandato parlamentare per partecipare al
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Commossa la solidariet=E0 =ABall'Arma e ai familiari=BB delle vittime
dell'attentato. =ABMa non dovevamo aspettare i morti per meditare
sull'impegno italiano in Iraq=BB, osserva il maresciallo capo Ernesto
Pallotta, editorialista del Giornale dei carabinieri e voce storica della
battaglia per la sindacalizzazione e la democratizzazione dell'Arma. =ABDi
fronte ai morti diciamo basta e l'Italia deve allinearsi ai comportamenti
della maggior parte dei paesi europei=BB, insiste il maresciallo cavalier
Formiga, segretario del Sinacc. Gli unici carabinieri sindacalizzabili
sono quelli in congedo, quelli in servizio hanno solo il Cocer e
l'associazione Unarma ha pagato caro il divieto di qualunque attivit=E0
qualificata come =ABsindacale=BB, imposto dai vertici del corpo con il
beneplacito di quasi tutti i partiti e del consiglio di stato. =ABCi
chiediamo con dolore - aggiunge Formiga - perch=E9 i carabinieri devono
morire per terrorismo all'estero? Abbiamo gi=E0 i nostri problemi in
Italia. E tanti=BB. Dura la replica del Cocer, la rappresentanza
istituzionale presieduta dal generale Serafino Liberati (tessera P2 n=B0
1729): =ABIl Cocer carabinieri - si legge in una nota - anche se affranto
dal dolore per un avvenimento cos=EC drammatico, ritiene suo dovere far
presente, a nome dei 112.000 carabinieri che rappresenta, che non si
riconosce in quanto dichiarato da Unarma e Sinacc=BB. La richiesta di
ritiro del contingente =E8 =ABstigmatizzata=BB come un =ABtentativo di
strumentalizzazione di poveri ragazzi deceduti che hanno invece bisogno
solo di piet=E0 e, soprattutto, rispetto=BB. <br>
In Iraq i carabinieri sono arrivati prima dell'esercito, istallandosi
all'inizio a Baghdad al seguito del discusso ospedale da campo della
Croce rossa italiana. Le truppe scelte dell'Arma contano su sponsor
politici di primo piano (An innanzitutto) e godono di larghissimo credito
presso l'amministrazione e gli apparati militari Usa, tant'=E8 vero che
l'allora ministro degli esteri Ruggero cercava di utilizzarli anche in
Afghanistan nel 2002. Non gli riusc=EC. Un anno dopo, invece, il generale
Leso era candidato al comando dell'intero contingente italiano in Iraq.
Dall'Africa ai Balcani, il generale Leso =E8 un'autorit=E0 in tema di
mantenimento della sicurezza nei teatri di guerra. Qualche volta i suoi
uomini si sono fatti onore, altre volte per=F2 sono tornati a casa tra le
polemiche: basta ricordare la missione in Somalia nel '94, segnata dalla
misteriosa morte di Ilaria Alpi e dalle accuse (mai dimostrate) di
torture sulla popolazione locale. Difficile, infine, dimenticare il ruolo
svolto a Genova, al drammatico G8 del luglio 2001, dagli ufficiali della
Seconda Brigata mobile. Leso, allora colonnello, coordinava le Compagnie
di intervento rapido e risolutivo che caricavano senza piet=E0; appena un
gradino sotto di lui c'erano Giovanni Truglio (oggi colonnello) e Claudio
Cappello (oggi maggiore), presenti in piazza Alimonda al momento degli
spari che hanno ucciso Carlo Giuliani. E proprio Cappello, nei mesi
scorsi, era in Iraq per gli addestramenti della polizia locale.<br>
La scelta di Genova era inquietante perch=E9 nelle piazze italiane, in
teoria, dovrebbero andarci solo i battaglioni mobili della Prima Brigata,
l'equivalente dei reparti mobili (ex celere) della polizia. La Seconda
brigata (1500 uomini circa) raggruppa invece reparti da guerra, fornisce
gli uomini che compongono le =ABMultinational specialized Units=BB (Msu)
inaugurate da Leso in Bosnia e in Kosovo negli anni 90. Specialisti della
guerra? Non tutti. Molti provengono dai normali reparti territoriali,
attirati da cospicui incentivi economici. Ma certo la Seconda Brigata =E8
una delle punte di diamante dell'Arma - prima e non quarta forza armata
dopo l'incredibile riforma promossa nel 2000 dal governo D'Alema - e un
cardine fondamentale del nuovo modello di difesa imperniato sulle forze
armate professionali. <br><br>
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