[Cm-roma] hacker, bici ed energia....

Delete this message

Reply to this message
Author: rent
Date:  
Subject: [Cm-roma] hacker, bici ed energia....
ho copiato l'editoriale (di emanuele somma) di linux magazine di ottobre.. mi sembrava interessante.

-------------------------------------------------------------------------------------
Felsestein in laos da lezioni di digital divide

Lee festestein e' il papa' dei moderni pc portatili.
Un vero hacker alle prese con un problema insolubile dimostra tutta la sua
superiorita'

Nel 1981 un Osborne One entro' nella mia casa
e cambio' la mia vita.
Il primo pc portatile della storia (direi trasportabile a stento,
per un 13enne, visto il peso) mi lascio' intendere come il mondo
sarebbe cambiato radicalmente.
Era stato progetto per Adam Osborne da Lee Felsestein, animatore e coordinatore
del mitico Homebrew Computer Club, ma anche organizzatore "militare" delle marce
controculturali della California hippie e fondatore e principale finanziatore del
Community Memory, primo utilizzo sociale conosciuto dei computer come mezzo pubblico di
comunicazione interpersonale(progetto perarltro molto criticato dai circoli controculturali
arroccati su posizioni anti-tecnologiche e luddiste).
Nel 2003 ho ritrovato Lee in Laos alle dipendenze, come ingegnere capo, di un progetto,
denominato Jhai, realizzato dagli ex-militari veterani (i "veteran for peace" di lee thorn)
per la riconciliazione con il popolo laotiano che ancora vive il disagio delle operazioni militari
(non ufficiali, peraltro) del governo Americano durante la guerra del Vietnam.
Il progetto, guidato da Karen Gray, che ha lasciato la Microsoft Corporation per seguire questa
iniziativa, ha preso il via nell'Ottobre 2000, e ha presentato i suoi risultati lo scorso gennaio,
perfettamente nei tempi previsti.

Ha dell'incredibile.

Obiettivo: permettere l'inclusione sociale in Internet, e quindi nel mondo, degli abitanti di
villaggi come Phon Kham che non hanno letteralmente nulla.

Realizzazione: costruire un computer estremamente economico, semplice da manutenere e usare per gli
abitanti del villaggio, che consumi meno di 20watt (20W, meno della lampadina su tuo comodino!)
e possa sopportare le condizioni climatiche del Laos che vanno dal caldo afoso alle piogge
torrenziali monsoniche. Collegato ad internet ovviamente, ma tenuto conto che la piu' vicina linea
telefonica si trova a 20km di distanza, punto in cui e' anche disponibile l'elettricita' che non e'
infatti presente nel villaggio.

Impossibile? non per Felsestein
In un cubo di 20cm di lato in plexiglas sigillato con silicone,
lee ha infilato il meglio della tecnologia odierna:
un computer-on-a-chip MachZ, comparabile ad un completo 486 a 133mhz, 98mb di disco allo stato
solido, una scheda 802.11b pcmcia ed un'altra VOIP.
Un monitor lcd da 12 pollici incapsulato in un contenitore di alluminio e plexiglas e una
microscopica stampante Okidata a matrice di punti.
Il tutto alimentato da una batteria caricata da una....
bicicletta (si proprio come nei cartoni animati).
Niente pannelli solari, che durante un monsone non hanno una grande utilita'.
Un minuto di pedalata permette 5 min di uso di PC.
Il collegamente telefonico realizzato attraverso un ponte Wireless costruito con antenne ad
altissimo guadagno e nel punto di arrivo, un server con il modem per ruotare il traffico su
internet.
Tutti pezzi "off-the-shelf" dal costo ridottissimo.
Come software: Lanoux, il porting della complicatissima lingua del Laos di Linux, completo di KDE e
dei programmi per Internet, realizzata da un ingegnere locale Anousak.
Souphavanh ( probabilmente la parte piu' difficile del progetto), che e' anche l'unico programma per
computer mai realizzato in quella lingua.
Il Jahi Remote Village IT project (www.jahi.org) che colleghera' a breve altri villaggi come Phon
Kham, ha messo il meglio della tecnologia disponibile oggi, un manager qualificato, un grande team
di volontari e uno dei migliori ingegneri sulla piazza, al servizio di quanti non hanno nulla,
secondo le loro esigenze.
Una lezione a quanti vogliono risolvere il Digital Divide sentendosi tanto fighi solo per aver
scaricato i propri vecchi computer -lenti costosi da mantenere e da alimentare e impossibli da
gestire- nel Terzo Mondo invece che nella pattumiera.
Linux e' una grande risorsa, ma la nostra testa lo e' molto di piu'.
Grazie di tutto LEE.