[Forumlucca] Fw: Leyla Zana: Processo alla Turchia

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Author: Gian Paolo Marcucci
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Subject: [Forumlucca] Fw: Leyla Zana: Processo alla Turchia
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Sent: Tuesday, November 04, 2003 6:30 AM
Subject: Leyla Zana: Processo alla Turchia


>
> Leyla Zana: Processo alla Turchia
>
> LA SCORSA UDIENZA del rifacimento del processo contro Leyla Zana e
> gli altri parlamentari kurdi incarcerati si e' tenuta ad Ankara il 17

ottobre; la
> PROSSIMA sara' il 21 novembre.
> Appena pronto, verra' messo a disposizione dei lettori della Kurdish
> Mailing List il resoconto completo della udienza di ottobre curato da
> Silvana Barbieri, della quale si riporta qui, per ora, un "Breve

ragguaglio"
> di tale ultima udienza.
> Si ricorda che i resoconti e le rassegne stampa di tutte le udienze (anche
> in italiano) sono su:
> http://www.ranchdeiviandanti.it/LeylaZana/Retrial/it.html
> Per informazioni generali su Leyla Zana, cfr.:
> http://www.ranchdeiviandanti.it/LeylaZana/home.html
>
> Ma cio' che in questa e-mail si vuole principalmente esporre, riguarda
> l'udienza di SETTEMBRE, forse la piu' significativa di questo processo,
> perche' in tale udienza e' stata la Corte ad essere... messa sul banco
> degli imputati.
> Infatti, dopo l'udienza del 15 agosto, in cui i parlamentari kurdi

imputati
> avevano rifiutato di parlare per protesta contro le illegali modalita' di

tutto il
> decorso del processo, nell'udienza del 15 settembre Leyla Zana e gli altri
> parlamentari kurdi hanno invece pronunciato assai lunghi interventi, nei
> quali hanno esposto e dettagliatamente argomentato le loro durissime
> critiche al funzionamento dell'intero sistema giudiziario turco,
> denunciandone tra l'altro l'assenza di rispetto dei diritti della difesa e

la
> mancanza di una reale indipendenza della Magistratura, la quale risulta
> invece operare in base a tesi precostituite "dettate" dagli effettivi

detentori
> del potere politico, che, come e' noto, in Turchia continuano ad essere
> soprattutto i militari, nonostante le recenti riforme "di facciata" (come
> sostiene anche l'ultimo rapporto della Commissione europea sullo stato
> d'avanzamento di Ankara nei preparativi per l'ingresso nell'Unione: cfr.
> ASCA-AFP, Bruxelles, 31 X 2003). La dura denuncia effettuata dagli
> interventi dei parlamentari kurdi processati trova purtroppo un riscontro
> nelle recenti notizie sulla attuale situazione della Turchia. L'ultimo
> rapporto semestrale dell'associazione turca sui diritti umani, IHD, del 6
> agosto, rileva un netto peggioramento, come e' stato riferito al Senato
> italiano in una interrogazione del 21 ottobre, al cui testo (reperibile al

Link
> qui sotto indicato, assiema al rapporti IHD) si rinvia per maggiori
> informazioni.
> Cfr.:
> "La situazione in Turchia nell'estate 2003"
> http://www.ranchdeiviandanti.it/kurds/aaaDoc/bbNews/0308S_2003.html
>
> Si riporta dunque qui di seguito l'intervento di Leyla Zana all'udienza di
> SETTEMBRE, seguito poi dal menzionato "Breve ragguaglio" di Silvana
> Barbieri dell'udienza di OTTOBRE, rinviando ai Link citati per gli

interventi
> di settembre degli altri parlamentari kurdi, come pure per tutta la
> documentazione sul processo.
>
> ==-----------
>
> L'intervento di Leyla Zana
>
> Ankara, 15 settembre 2003
> Intervento dell'imputata Leyla Zana nella settima udienza del processo
>
> La giustizia, cosi' inizia, viene rappresentata da una donna, perche' si
> vuole esprimere una purezza di intenzioni. Gli occhi di questa donna sono
> coperti da una benda, perche' si vuole esprimere l'imparzialita' del
> giudizio. La bilancia nelle mani di questa donna simboleggia
> l'eguaglianza dinanzi alla legge. E la spada simboleggia la forza del
> diritto, perche' appoggiato dallo stato.
>
> La giustizia oggi in Turchia se vuole rispettare questi simboli deve
> diventare il rifiuto di cio' che e' stata e continua a essere. La

giustizia deve
> tornare in Turchia libera dal potere politico, deve tornare a essere
> indipendente, deve tornare a rifarsi ai principi universali del diritto.

Nel
> nostro paese alla giustizia e' stata tolta a suo tempo la benda, cosi'

essa
> e' diventata parziale, mentre la spada che ha in mano non e' la sua,
> potrebbe essere quella di un generale o di un capo della mafia o di un
> aspirante alla dittatura personale o di un qualsiasi altro tipo di potere
> dispotico. La giustizia in Turchia quando nel 1980 ci fu il colpo di stato

si
> pose al servizio dello stato autoritario. Sorsero tribunali speciali,

nuovi
> tribunali dell'Inquisizione - le Corti per la Sicurezza dello Stato - che

si
> scagliarono e continuano a scagliarsi contro chiunque critichi il potere.
>
> In ogni paese dove tutto questo e' accaduto ne sono sempre derivate
> cose molto negative.
>
> Veniamo da un secolo di barbarie, ci sono state due guerre mondiali e
> massacri terribili. In queste guerre e in questi massacri sono morte molte
> donne e molte altre hanno curato i feriti. Cosi' alla fine di questo

secolo le
> donne si sono trovate molto forti. Hanno quindi cominciato a spezzare le
> loro catene e a giocare un loro ruolo importante nei cambiamenti sociali.
> Le donne sono diventate alla fine di questo secolo simbolo di lotta per la
> pace, la liberta' e la democrazia. Offendendo la dea della giustizia in
> Turchia si e' voluto percio' colpire in primo luogo le donne.
>
> La nostra lotta e' la lotta del nuovo contro il vecchio, della luce contro

il
> buio. C'e' un'immensa differenza tra noi e i nostri avversari. E' per

questa
> natura totalmente vecchia e buia dei nostri avversari che in Turchia e'

cosi'
> difficile il cambiamento.
>
> Il Primo ministro Erdogan ha presentato all'Unione Europea l'elenco delle
> riforme in cantiere e ha dichiarato che l'80% della popolazione turca e' a
> favore dell'ingresso nell'Unione Europea. Il Ministro della Giustizia ha
> accettato, a sua volta, il rifacimento del nostro processo. Persino il

capo
> dell'esercito ha lanciato un messaggio di cambiamento, dichiarando che
> il potere deve fondarsi sulla saggezza, non sulla forza delle armi e sullo
> spargimento di sangue. Abbiamo cosi' sperato che la giustizia venisse
> liberata, che le riforme progredissero davvero, che cadessero i tabu' nei
> confronti dei diritti dei curdi. Abbiamo lanciato messaggi di pace e di
> fraternita' con cuore sincero. D'altro canto noi siamo innocenti di quanto

ci
> si accusa.
>
> Tuttavia successivamente e' accaduto che stiamo arretrando. Erdogan ha
> affermato che i curdi non esistono come popolo, quindi che non esiste
> una questione curda in Turchia. Anche lui come me ha subito una
> condanna per avere dissentito dal governo in carica; pero' oggi sostiene
> solamente le riforme che gli convengono. E a sua volta questa Corte
> continua a rifiutarsi come tribunale imparziale. Nella scorsa udienza non
> abbiamo voluto intervenire proprio per protesta contro il carattere
> illegittimo di questo processo.
>
> La questione curda pero' esiste lo stesso; esisteva ieri, esiste oggi,
> continuera' a esistere se non si giungera' a dare una risposta
> democratica alla domanda da parte dei curdi di riconoscimento dei loro
> diritti.
>
> Dopo il colpo di stato del 12 settembre 1980 mio marito (Mehdi Zana era
> sindaco a Diyarbakir) venne arrestato. Quando andai trovarlo in carcere
> vidi che era stato torturato. Non sapevo parlare in turco e gli chiesi

"come
> stai" in curdo. Le guardie che mi accompagnavano mi dissero che il
> curdo era vietato e che dovevo parlare a mio marito guardandolo in faccia.
> Dovetti quindi rimanere in silenzio. In quel momento capii la mia realta'.
> Signori giudici, io come voi sono un prodotto del colpo di stato del 12
> settembre 1980. Ero una donna di casa, non appartenevo a nessuna
> tribu' e non avevo nessun sostegno, dopo le torture a mio marito mi sono
> trasformata in una donna sensibile alle questioni della societa'. Ho
> scoperto che tante persone erano state picchiate davanti alle Corti per la
> Sicurezza dello Stato mentre protestavano contro la repressione e mi
> sono aperta al loro dolore. Ho poi conosciuto direttamente la violenza
> dello stato. Nel 1990 la questione curda era piu' che mai terreno minato,
> per questo siamo stati arrestati e condannati a 15 anni di carcere. Con
> questa condanna venne praticata la condanna di un intero popolo. Una
> guerra sporca scatenata in quegli stessi anni contro questo popolo si
> prefiggeva di cancellarne definitivamente l'identita'.
>
> Invece i protagonisti del potere di allora oggi non contano piu' nulla.
> Diyarbakir e' di nuovo il cuore della cultura curda. Gli intellettuali

curdi
> sono oggi impegnati in una lotta per la democratizzazione che attraversa
> tutta la Turchia e che riguarda la Turchia come tale.
>
> Signori giudici, io e voi apparteniamo alla stessa generazione. Mentre io
> ho lottato per la pace, la solidarieta' tra i popoli della Turchia e la

liberta',
> voi avete lottato per il contrario, e continuate a farlo. Voi continuate a

voler
> ribaltare il corso della storia. Non capite che la societa' oggi chiede
> cambiamenti, che non vuole piu' la guerra civile, che ha in se' un

profondo
> desiderio di pacificazione, di fraternita', di fiducia tra tutte le sue
> componenti. Voi giudici vi ostinate a negare l'esistenza di un popolo e i
> suoi diritti piu' elementari. E avete in mano in questo momento una
> grande responsabilita': quella di determinare l'andamento della lotta in
> Turchia tra il vecchio e il nuovo. Se imporrete una decisione di questo
> processo a partire dalle vostre posizioni la Turchia subira' una sconfitta
> grave. Se la resistenza al cambiamento prevarra', a partire da questo
> processo, piu' in generale nella realta' della Turchia, ancora molto
> sangue verra' versato, e alla fine lo stato si disintegrera'. E le vostre
> coscienze non potranno piu' essere tranquille: pensateci.
>
> La sentenza di questo processo probabilmente e' gia' stata emessa.
> Avevamo sperato che ci fosse un passo in avanti, pare che ci siamo
> sbagliati. Comunque la vostra decisione per noi personalmente non e'
> molto importante. Una nostra nuova condanna sara' invece una
> condanna definitiva delle Corti per la Sicurezza dello Stato dinanzi alla
> storia. Il nostro impegno per una Turchia democratica continuera'
> ugualmente, e alla fine ce la faremo, anche contro queste Corti.
> ....................................................................
>
> NB.: Per l'intero resoconto dettagliato di tutte le udienze del processo,

e,
> in particolare, per gli interventi degli altri parlamentari kurdi nella
> medesima udienza del 15 settembre (tutti di grande interesse) cfr. :
> http://www.ranchdeiviandanti.it/LeylaZana/Retrial/it.html
>
> ==-----------
>
> Silvana Barbieri, Breve ragguaglio sulla ottava udienza del processo
> "Leyla Zana"
>
> Il 17 ottobre si  tenuta ad Ankara l'ottava udienza del processo a Leyla
> Zana e agli altri tre ex parlamentari del DEP.
>
> Quest'udienza si  caratterizzata per la estrema gravit^ della violazione
> dei diritti della difesa. Eccone un breve ragguaglio.
>
> In apertura  stato letto il verbale della deposizione di un testimone
> dell'accusa, un ex "guardiano del villaggio". Questa deposizione  stata
> resa nelle settimane scorse nel carcere di Mardin, dove attualmente il
> testimone  detenuto. In questa deposizione egli afferma che Leyla Zana
> nell'ottobre del 1991 si trovava in un campo del PKK in Libano. In questo
> campo era presente anche lui, in quanto allora militante del PKK. Leyla
> Zana avrebbe preso parte in questo campo a corsi politici ma non militari.
> Abdullah .calan la avrebbe invitata a darsi da fare nel contesto della
> campagna elettorale in corso per il rinnovo del Parlamento, in modo che
> fossero eletti in esso rappresentanti di fatto del PKK stesso. Il

testimone
> infine in questa deposizione dichiara di non aver mai conosciuto gli altri
> tre imputati e di non sapere nulla riguardo a loro.
>
> L'avvocato Yusuf Alatas, che presiede il collegio della difesa, 

intervenuto
> chiedendo che il testimone in questione venga a testimoniare in aula. Ha
> rilevato come in precedenti deposizioni il testimone avesse elencato fatti
> a carico oltre che di Leyla Zana anche degli altri tre imputati. Ha

dichiarato
> di avere una lettera di colui che a quei tempi era prefetto di Diyarbakir,

il
> quale dichiara che Leyla Zana, nel periodo in cui sarebbe stata nel
> campo del PKK, era invece attivamente impegnata in manifestazioni e
> comizi nel quadro della campagna elettorale del DEP, e ha chiesto alla
> Corte di mettere agli atti questa lettera. Ha chiesto alla Corte di

accertare
> presso il Ministero degli Interni se risulti oppure no dalla

documentazione
> in suo possesso che Leyla Zana stava in quel periodo facendo molte
> iniziative elettorali. Ha chiesto alla Corte di accertare presso il

Ministero
> degli Esteri se in quel periodo risultasse documentato l'espatrio di Leyla
> Zana. Al termine dell'udienza il Presidente della Corte ha comunicato che
> la Corte respingeva tutte quante queste richieste della difesa.
>
> Il processo  aggiornato al 21 di novembre.
>
> Silvana Barbieri
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