Author: norma Date: Subject: [NuovoLaboratorio] un'ora in silenzio per la pace
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per la globalizzazione dei diritti
Anche mercoledì 29 ottobre si svolgerà, dalle 18 alle 19, l' "ora in
silenzio per la pace" sui gradini del palazzao ducale di Genova.
Analoghe iniziative si svolgono anche in altre città: alleghiamo il testo
del documento che illustra l'ora in silenzio che si svolge a Reggio Emilia e
che abbiamo fatto nostro perchè esprime efficacemente anche le nostre
motivazioni.
" Ci hanno detto che la guerra in Afghanistan era necessaria per liberare
la
popolazione dalla tirannia dei talebani e portare liberta' e progresso.
Oggi in Afghanistan, paese dimenticato dai piu', il governo ufficiale e'
puramente di facciata e il controllo effettivo del paese e' in mano ai
signori della guerra portati al potere dagli Stati Uniti e dagli altri
membri della coalizione.
Il paese e' nella miseria piu' assoluta.
Le donne, della cui liberazione ci si e' fatto tanto vanto, vengono
arrestate se si azzardano a guidare, non possono viaggiare se non
accompagnate da parenti maschi, se vengono fermate sono sottoposte a un test
di castita'.
Sima Samar, nominata alla fine della guerra ministro degli affari femminili,
e' stata costretta a ritirarsi dopo pochi mesi e vive nascosta, nel timore
costante per le minacce alla propria vita. Le leggi che vietavano alle donne
di andare a scuola, di lavorare, e imponevano il burqa, sono state abolite
solo formalmente, ma nulla e' cambiato.
L'unica cosa che e' cambiata e' che l'Occidente oggi tace sulla natura
atroce dell'attuale regime.
*
Poi ci hanno detto che occorreva fare la guerra all'Iraq perche' Saddam
avrebbe usato le armi di distruzione di massa.
Le armi di distruzione di massa non sono state trovate, ma abbiamo visto
missili e bombe uccidere ogni giorno la popolazione inerme, distruggere
case, mercati, quartieri, portare fame, sete, miseria, malattie.
Al posto della democrazia abbiamo visto una forza di invasione straniera.
Ci hanno anche detto che la guerra in Iraq era finita con la vittoria su
Baghdad, ma noi vediamo tutti i giorni aumentare il numero di morti in una
sanguinosa guerriglia contro una occupazione militare illegittima a cui
partecipa anche l'Italia con 3.000 soldati.
Oggi vogliono farci credere che l'occupazione dell'Iraq e' diventata
legittima perche' l'Onu si e' piegata al volere americano e ha avallato una
situazione di predominio imperiale.
Ma non abbiamo visto nulla di buono in questa risoluzione, nulla che faccia
prevedere un percorso verso la democrazia, nessuna data, nessun impegno
preciso per arrivare ad una nuova Costituzione irachena e all'organizzazione
di libere elezioni.
*
Vogliono farci credere che cercano una strada di pace per Palestina e
Israele e che vogliono far rispettare i trattati internazionali.
Noi vediamo sorgere, nel silenzio e nella complicita' internazionale, un
muro che una volta completato permettera' ad Israele di controllare
definitivamente piu' di meta' della Cisgiordania. Un muro che rendera'
impossibile la nascita di uno stato palestinese, una soluzione negoziata del
conflitto, e soprattutto la vita della popolazione locale, imprigionata nei
propri villaggi come in vere e proprie riserve, con un'unica porta di
entrata e di uscita, come avveniva nei ghetti ebraici nei tempi piu' bui
della storia europea.
*
Nello stesso tempo l'Europa ha deciso di creare per difendersi una nuova
forza militare di 60.000 soldati entro il 2005.
Noi non ci stiamo. Noi non crediamo piu' alle bugie.
Non crediamo che con le bombe si possa combattere il terrorismo e portare la
democrazia.
Non crediamo che le guerre vengano fatte per motivi umanitari, ma per
calcoli economici e di supremazia politica.
*
Per salvare bambini e diritti umani non si fanno guerre.
Per costruire un mondo possibile non servono altri soldati e altre armi,
occorre la cooperazione internazionale, la solidarieta' civile, l'opera
umanitaria delle associazioni fuori da ogni logica militare e di potere.
Chiediamo il ritiro delle truppe di occupazione da tutti i territori di
conflitto armato.
Chiediamo di inserire il ripudio della guerra nelle Costituzioni di tutti
gli Stati.
Chiediamo che il parlamento italiano ritiri i contingenti militari e che i
soldi stanziati per il mantenimento delle truppe (in Iraq 250 milioni di
euro solo per i primi sei mesi) vengano usati per interventi umanitari
direttamente rivolti alla popolazione.
Non vogliamo un governo che investe sulla guerra invece che su scuole,
ospedali, servizi.
Vogliamo vivere in un paese, in un mondo solidale, accogliente, nonviolento,
che rifiuta il razzismo e le discriminazioni, che riconosce e rispetta i
diritti dei migranti e il diritto d'asilo ai profughi e ai rifugiati in fuga
dalla guerra, dalla violenza, dalla fame.
Abbiamo bisogno di costruire insieme un ordine mondiale pacifico e
democratico, basato sul rispetto dei diritti umani, che contrasti ogni piano
di guerra infinita.
Per non abituarci alla normalita' della guerra quotidiana, per ribadire che
noi non ci stiamo, continueremo a testimoniare la nostra volonta' di pace,
ogni mercoledì dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di Genova