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Szerző: leonid ilijc brezhnev
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PERIZIE KILLER.
LA VERA STORIA DEL SUPERPERITO DI GENOVA

Colpo di scena per due fra le pi=F9 sofferte vicende giudiziarie degli=
ultimi=20
anni. Il Csm apre un procedimento disciplinare per il giudice che ha=20
mandato assolto l'agente di polizia accusato d'aver ucciso il=20
diciassettenne Mario Castellano. Intanto anche sul perito che si =E9=
occupato=20
di Carlo Giuliani spuntano clamorose novit=E0.

di Rita Pennarola - <http://www.lavocedellacampania.it>La Voce della=20
Campania, ottobre 2003, in esclusiva per Information Guerrilla

La notizia, arrivata negli ultimi giorni della calda estate 2003, circola=20
per ora solo a mezza bocca, tra pochi intimi: giusto un anno dopo la=20
clamorosa sentenza pronunciata dalla Corte d'Assise d'appello di Napoli che=
=20
mand=F2 assolto Tommaso Leone, condannato in primo grado a dieci anni di=20
reclusione per l'assassinio del diciassettenne Mario Castellano, a finire=20
sotto accusa =E9 oggi il presidente della Corte che decise l'assoluzione. Si=
=20
tratta di Pietro Lignola, anziano ed esperto magistrato che ha affrontato=20
recentemente, fra l'altro, casi scottanti come l'omicidio di don Peppino=20
Diana e il delitto di Franco Imposimato, fratello del giudice di Cassazione=
=20
ed ex parlamentare diessino Ferdinando Imposimato. Lignola dovr=E0=
rispondere=20
davanti al Consiglio Superiore della Magistratura - che sulla vicenda gli=20
ha notificato l'avvio di un provvedimento disciplinare - per non essersi=20
astenuto nel processo all'agente di Polizia, pur essendosi ampiamente=20
soffermato su quel caso di cronaca nella sua veste di opinionista del=20
quotidiano Roma, vicino ad Alleanza Nazionale.
Una circostanza che, peraltro, non era sfuggita ai difensori della famiglia=
=20
Castellano: nel corso del dibattimento d'appello avevano infatti presentato=
=20
un'istanza di ricusazione del presidente, adducendo alcuni articoli=20
comparsi sul quotidiano nei quali traspariva la netta impronta innocentista=
=20
di Lignola nei confronti di Leone. La Corte d'Appello aveva respinto quella=
=20
richiesta e il giudizio era andato avanti fino al verdetto di assoluzione.=
=20
La stessa Corte presieduta da Lignola, peraltro, a ottobre 2001 aveva=20
rimesso in libert=E0 l'agente, arrestato all'indomani del delitto, decidendo=
=20
che non sussistevano pi=F9 le esigenze cautelati a suo carico.La sera del 20=
=20
luglio 2000 il giovane Mario, studente all'istituto Nautico di Bagnoli ed=20
incensurato, non si era fermato all'alt della Polizia, che lo aveva fermato=
=20
perch=E9 guidava il motorino senza indossare il casco. Un colpo partito=
dalla=20
pistola di Tommaso Leone gli trapass=F2 il polmone, uccidendolo sul colpo.=
=20
Durante il processo di primo grado i difensori della famiglia Castellano,=20
Gaetano Montefusco e Sebastiano Fusco, avevano fatto riaprire il fascicolo=
=20
esistente alla Procura di Bari e relativo ad un precedente conflitto a=20
fuoco che aveva visto sotto accusa per un episodio analogo lo stesso agente=
=20
Leone. Una vicenda rapidamente archiviata. Non cos=EC l'omicidio di Agnano,=
=20
per il quale Leone viene giudicato col rito abbreviato e condannato dal gup=
=20
Alfonso Barbarano a dieci anni di reclusione (il pm Michele Del Prete aveva=
=20
chiesto la condanna a 16 anni).
Poi il giudizio d'appello davanti alla Corte presieduta da Lignola e=20
l'assoluzione. La storia, comunque, non =E9 finita. A parte l'apertura=20
dell'inchiesta al Csm per il presidente Lignola, da registrare infatti=20
altri colpi di scena. Intanto, le fasi del giudizio civile tuttora aperto=20
al tribunale di Napoli per conto del gemello di Mario, Lorenzo Castellano,=
=20
ad opera del difensore Gaetano Montefusco. E poi la recentissima condanna=20
in primo grado inflitta dal tribunale di Roma a Giampaolo Pansa e=20
all'Espresso per un Bestiario in cui il celebre giornalista, all'indomani=20
dell'omicidio di Agnano, tracciava un quadro assai poco benevolo della=20
personalit=E0 di Mario e del suo contesto familiare.

LA STRANE VERITA' DEI PERITI
La storia, qualche volta, si ripete. E un procedimento analogo a quello=20
avviato al Csm per il caso Castellano potrebbe aprirsi in margine al=20
"processo senza processo" per l'assassinio di Carlo Giuliani in piazza=20
Alimonda, durante il G8 di Genova. Mentre infatti la famiglia del giovane,=
=20
dopo aver rinunciato al ricorso in Cassazione contro il provvedimento che=20
ha scagionato il carabiniere Mario Placanica, intraprende la strada del=20
ricorso alla corte europea per i diritti dell'uomo, viene alla luce nelle=20
ultime settimane un editoriale che Paolo Romanini, il perito balistico che=
=20
firm=F2 la perizia "assolutoria", aveva scritto un mese dopo i fatti di=20
Genova, a settembre 2001, sulla rivista Tac Armi, di cui =E9 direttore=20
responsabile. Spingendosi ben oltre le argomentazioni pubblicate da Lignola=
=20
sul Roma in merito alla vicenda Castellano, con perfetta mira Romanini=20
centra il bersaglio: "Carlo Giuliani =E9 stato ucciso da un suo coetaneo=20
terrorizzato e ferito, mentre infieriva con inaudita violenza contro un=20
mezzo dei Carabinieri, cercando con tutto se stesso di arrecare danno e=20
nocumento ai militari". Cinque mesi dopo ricever=E0 l'incarico dal pm Silvio=
=20
Franz di guidare la task force di periti per il caso Giuliani.
Pietro Lignola avrebbe dovuto, secondo l'ipotesi formulata dal Csm,=20
astenersi. E Romanini? Se anche Franz aveva deciso di fidarsi ciecamente di=
=20
lui, non avrebbe dovuto rinunciare a quell'incarico, dopo aver mandato in=20
stampa una sua versione dei fatti cos=EC netta e schierata?
Perito ovunque dei principali casi giudiziari italiani (dal delitto=20
Calabresi a Marta Russo, passando attraverso Michele Profeta e perfino il=20
mostro di Firenze), Romanini =E9 in qualche modo l'uomo che fa da trait=20
d'union fra la vicenda Castellano e l'inchiesta sulla morte di Giuliani.=20
Due storie speculari, dal momento che a sedere sul banco degli assassini=20
sono, nel primo caso, la Polizia e, nel secondo, i Carabinieri.
Per Castellano Romanini viene nominato nel giudizio di primo grado. Dopo il=
=20
lavoro svolto a Napoli compila un documento che sovverte la tesi della=20
difesa di Leone: il colpo non sfugg=EC in maniera accidentale per una=
caduta,=20
ma fu sparato volontariamente. La polizia finisce KO. A ribaltare quella=20
perizia aveva provveduto, nel giudizio d'appello, il perito scelto dalla=20
Corte di Lignola, l'architetto Pietro Margiotta, titolare nel napoletano di=
=20
una piccola societ=E0 dedita alle ristrutturazioni edilizie.
Nelle indagini per l'omicidio Giuliani Romanini viene chiamato a coordinare=
=20
una rosa di periti gi=E0 passati alla ribalta delle cronache: Nello=20
Balossino, Pietro Benedetti e Carlo Torre.
Ma chi =E9 davvero Romanini? E quale fondamento hanno le voci di tribunale=
=20
che gli attribuiscono "un passato trascorso a farsi le ossa nel Cis di=20
Parma (oggi Ris, ndr), prima di "mettersi in proprio" ed esercitare la=20
libera professione"? Nessun documento =E9 stato trovato, ad oggi, che possa=
=20
dimostrarlo, anche perch=E9 il curriculum dei consulenti =E9 un documento=
che i=20
magistrati custodiscono - come =E9 loro dovere - con il pi=F9 rigoroso=
riserbo.=20
Esistono tuttavia alcune coincidenze che meritano di essere approfondite.
Qualche indizio. Paolo Romanini =E9 fra i pochi italiani membri della=20
Forensic Science Society, l'organismo britannico che gli ha rilasciato il=20
diploma internazionale in Firearms Examination (titolo che pu=F2 essere=20
rinnovato ogni cinque anni, ma solo in base a nuove esperienze accumulate).=
=20
A convalidare il diploma della Forensic Science Society =E9 l'Universit=E0=
=20
della Strathclyde, l' ateneo scozzese (ha sede a Glasgow) che risulta tra i=
=20
soci dell'European Network of Forensis Science Institut. Fondatore italiano=
=20
dell'Enfsi =E9 il Racis dei Carabinieri.
Sorto a dicembre del 1955, il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni=20
Scientifiche fino al '99 era denominato CCIS (Centro Carabinieri=20
Investigazioni Scientifiche), termine ancor oggi usato dagli inquirenti pi=
=F9=20
anziani. In origine il reparto dipendeva dalla linea addestrativa della=20
Scuola Ufficiali Carabinieri poi, sempre dal 1999, =E9 passato alle=20
dipendenze della linea cosiddetta speciale, vale a dire quella della=20
Divisione Carabinieri Polidoro. Roma, Messina e Parma sono le tre centrali=
=20
operative di punta. In particolare, quella della citt=E0 emiliana =E9 la=20
direzione competente su tutta l'Italia centro-settentrionale. Proprio per=20
tale attribuzione il Racis di Parma, detto comunemente Ris e guidato dal=20
colonnello Luciano Garofano (uno dei massimi esperti italiani di balistica,=
=20
come Romanini) indaga sul delitto di Cogne e sui fatti di Genova. Tra gli=20
Istituti Forensi (come l'Enfsi) ed i reparti del Racis esiste "una costante=
=20
osmosi tecnico-scientifica", si legge nei documenti esplicativi=20
sull'attivit=E0 del Reparto. Il fine =E9, naturalmente, quello del reciproco=
=20
aggiornamento. E proprio per dar vita ad una pi=F9 stretta sinergia, il=
Racis=20
e gli specialisti Enfsi (tra i quali figura Paolo Romanini) hanno dato vita=
=20
da qualche anno ad uno specifico gruppo di lavoro denominato "La scena del=
=20
crimine".

Io sparo che me la cavo
Quarantanove anni, nato e vissuto a Parma, fin dal 1991 Paolo Romanini=20
aveva messo a frutto la passione per la carta stampata pubblicando con=20
l'editrice Olimpia il volume Cartucce per armi corte. Nel 1994 fa il suo=20
ingresso come consigliere d'amministrazione nella srl Editrice Leone.=20
Prende il posto di Paolo Tagini, altro esperto di coltelli e pistole, che=20
lascia la compagine editoriale probabilmente per dedicarsi alla sua=20
attivit=E0 di responsabile piemontese della Lega Nord. Tagini, che diventer=
=E0=20
poi parlamentare del partito di Bossi (e in questa veste sar=E0 al centro,=
=20
nel 1996, di un'inchiesta aperta dalla Procura di Roma con le accuse di=20
falso ideologico e sostituzione di persona), =E9 coautore del volume=20
significativamente intitolato Io sparo che me la cavo (Leonardo Facco=20
Editore), nonch=E9 attuale vicedirettore della rivista specializzata Armi=20
Magazine.
50 mila euro come capitale sociale ed una prestigiosa sede nel cuore di=20
Milano, in piazza San Babila 5, Editrice Leone vede nel suo oggetto sociale=
=20
le destinazioni normalmente previste per qualsiasi azienda editoriale=20
("Produzione, pubblicazione e distribuzione di libri e riviste, nonch=E9=20
tutte le attivit=E0 connesse"). Strano, perci=F2, che a detenerne il=
capitale=20
sociale sia un personaggio noto per tutt'altre attivit=E0. Si tratta di=
Carlo=20
Rinaldini, proprietario dell'editrice di Tac Armi sia a titolo personale=20
che attraverso il colosso Iprei, Societ=E0 Italiana Programmi e=
Investimenti,=20
con quasi 7 miliardi e mezzo di vecchie lire in dote. 61 anni, mantovano,=20
titolare di Iprei insieme alla cinquantanovenne Maria Luisa Leoni (che=20
insieme a lui controlla anche altre corazzate finanziarie, come la spa=20
bergamasca Prosimet, quasi 4 miliardi di capitale), Rinaldini figura tra i=
=20
vertici della potente Assoconsulenza in qualit=E0 di "presidente della=20
Richard Ginori".
Cosa hanno a che vedere le celebri porcellane da tavola con la rivista su=20
polveri da sparo ed armi da fuoco diretta dal superperito Romanini? Il=20
mistero resta, ma qualche dato interessante arriva proprio dalla storia=20
della Richard Ginori. Fondata a fine del secolo scorso, la societ=E0 nel=
1970=20
passa sotto il controllo della Finanziaria Sviluppo di Michele Sindona,=20
pochi anni prima che il delitto di quest'ultimo diventasse uno dei casi=20
giudiziari pi=F9 controversi nella storia italiana recente. Nel '73 la=20
Liquigas, amministrata dal finanziere Raffaele Ursini, acquista da Sindona=
=20
la Richard Ginori, nel '77 la cede al gruppo assicurativo Sai, che pochi=20
anni dopo passa nelle mani di Salvatore Ligresti. Sar=E0 proprio=20
quest'ultimo, nel 1997, a trasferire la Richard Ginori nelle mani di Carlo=
=20
Rinaldini, che la detiene tuttora.
Di questi passaggi si occupa il giornalista milanese Gianni Barbacetto su=20
Societ=E0 Civile, ricostruendo la personalit=E0 di Ligresti: "il suo primo=
=20
maestro =E9 Michelangelo Virgillito, suo compaesano di Patern=F2, grande=20
corsaro di Borsa nella Milano del "miracolo economico". Il secondo =E9=20
Raffaele Ursini, l'uomo che eredita da Virgillito il gruppo Liquigas e lo=20
porta rapidamente al fallimento. Da loro Ligresti impara a muoversi nel=20
mondo degli affari immobiliari e della finanza. Da Michele Sindona rileva=20
la Richard Ginori, da Ursini rileva il primo pacchetto d'azioni Sai".
Braccio destro di Rinaldini =E9 Giacomo Falcone, 57 anni, che figura nello=
=20
staff di vertice tanto in Iprei che nella controllata Cramer srl e nella=20
Editrice Leone, tutte con sede nella canonica piazza San Babila 5 (Iprei si=
=20
=E9 spostata, ma solo da qualche mese, a Vicenza). 61 anni, nativo di Reggio=
=20
Calabria, anche Falcone si mostra particolarmente attivo nel settore dei=20
vasellami e degli articoli per la casa. E' infatti proprietario di quote in=
=20
sigle come Vaserie Venete, Decorazioni di Chieti, Arca Arredo Casa e=20
Tessitura di Cislago, tutte tra Milano, Mantova e Treviso. Nella Editrice=20
Leone Falcone riveste lo strategico ruolo di presidente del cda fin dal=20
1993. Quello stesso anno il tribunale di Mondov=EC dichiar=F2 fallita la sua=
=20
Impredit, una srl da 90 milioni dedita all'edilizia di cui era=20
amministratore unico.
Tre dunque, ad oggi, gli amministratori dell'Editrice Leone: Falcone,=20
Romanini e Rinaldini, quest'ultimo anche proprietario dell'intero=20
pacchetto. Appena poche settimane fa, il 28 agosto 2003, =E9 uscito infatti=
=20
di scena Pierangelo Coviello, 33 anni, presente nel cda fin dal 1999 ed=20
anche lui, come Rinaldini e Leoni, superimpegnato nel settore delle=20
stoviglie, come dimostra la sua presenza nello staff di Casa Italiana e del=
=20
Gruppo Italiano Tavola, sede a Treviso.

SILENZIO, PARLA IL PERITO
Mentre porta avanti le consulenze peritali per i casi giudiziari pi=F9=20
clamorosi degli ultimi anni (non disdegnando, per=F2, di accettare=
consulenze=20
su vicende marginali, come quella affidatagli lo scorso giugno sulla=20
pistola di un disoccupato sardo sorpreso dai Carabinieri mentre tentava di=
=20
sfondare la saracinesca di un piccolo ufficio postale di Arzana con un=20
piede di porco), col suo mensile Tac Armi Romanini sponsorizza ogni anno=20
l'Exa, esposizione internazionale di ordigni organizzata a Brescia, dove ha=
=20
sede la Valsella, leader mondiale nella produzione di mine antiuomo ed=20
epicentro delle manifestazioni di protesta annualmente inscenate ad opera=20
di associazioni umanitarie in arrivo da ogni continente.
Intanto l'esperto balistico parmense non si risparmia, tenendo lezioni=20
presso la Scuola di Medicina Legale all'universit=E0 di Udine, o - pi=F9=20
recentemente - all'ateneo di Bologna, dove insegna alla Scuola di primo=20
livello per la formazione all'esercizio della funzione difensiva penale,=20
che forma gli iscritti all'albo dei difensori d'ufficio. Altra=20
partecipazione di rilievo =E9 poi quella svolta da Romanini, in qualit=E0 di=
=20
relatore principale, al congresso inaugurale della Mediterranean=20
Association of Forensic Sciences, fondata un anno fa a Reggio Calabria da=20
Aldo Barbaro e presieduta da Said Louhalia dell'universit=E0 di Casablanca.
Tutte presenze destinate ad accrescere fama, onore e parcelle di un=20
luminare della balistica forense come Romanini. Ma quanto guadagna in=20
genere un perito? Le cronache parlano apertamente di due pesi e due misure:=
=20
quattro soldi ai consulenti semisconosciuti, mai passati agli onori delle=20
cronache e, dall'altra parte, consistenti onorari liquidati da tribunali,=20
procure, imputati e parti civili. Un fatturato, quello per le consulenze=20
peritali, impennatosi da circa dieci anni, dopo l'entrata in vigore del=20
nuovo rito nella celebrazione del processo penale, con l'ampliamento dei=20
poteri d'indagine connessi alla difesa.
"Qualcuno sa - protestava per esempio un perito del tribunale torinese,=20
Roberto Testi, all'indomani della riapertura delle indagini sul caso Marta=
=20
Russo - quanto viene pagato un perito per una consulenza medico legale? A=20
Torino sono 476 mila lire lorde, che al netto diventano poco pi=F9 di 200=20
mila". Questo, per=F2 "non =E9 certo il caso - aggiungeva Testi - dei=20
professori universitari o dei grossi nomi". Per una consulenza come quella=
=20
del caso Castellano il tribunale di Napoli liquida in media una parcella=20
che si aggira sui 10 milioni di vecchie lire. "Ma si tratta di cifre -=20
spiega un avvocato - destinate a crescere, e di molto, se si tratta di=20
vicende di grande rilievo nazionale affidate a consulenti di fama".=20
Soprattutto, poi, se a pagare sono privati cittadini che ne hanno le=20
possibilit=E0 economiche.
Come perito della difesa Paolo Romanini scende in campo, ad esempio,=20
affiancando i legali del serial killer Michele Profeta. La sua consulenza=20
non baster=E0 a scagionare l'autore degli efferati delitti di Padova. La=20
Corte d'Assise d'Appello di Venezia lo condanna infatti all'ergastolo=20
ritenendolo colpevole di due omicidi e di tentata estorsione ai danni dello=
=20
Stato. Una sentenza basata anche sulla perizia della pubblica accusa=20
(affidata a Luciano Cavenago, docente all'universit=E0 di Genova) e=20
confermata dalla suprema Corte a febbraio di quest'anno.
Dal commissario Calabresi a Profeta e a Marta Russo, fino a Mario=20
Castellano e Carlo Giuliani. Una lunga esperienza, quella di Romanini.=20
Sufficiente a metterlo al riparo dai rischi connessi alla sua professione.=
=20
In primis quello descritto nell'Enciclopedia delle armi e riferito ai=20
periti che hanno prestato la loro opera presso Carabinieri o forze di=20
Polizia: i giudici dovranno tener presente che essi "possono essere inclini=
=20
a propendere per le tesi dell'accusa, non in mala fede, ma per una=20
inconscia e umana deformazione professionale o perch=E9 influenzati da=20
superiori meno indipendenti di loro". Oppure, aggiungiamo noi, perch=E9 gi=
=E0=20
pronunciatosi sui fatti attraverso la stampa, proprio come =E9 accaduto a=20
Paolo Romanini.
Un'accusa prontamente rigettata da Romanini. Intervistato dal Manifesto,=20
che aveva portato alla luce l'editoriale di Tac Armi sui fatti di piazza=20
Alimonda, il professionista si chiama fuori ("quando scrivevo l'articolo=20
ero in veste di giornalista, quando ricevo un incarico io assumo una veste=
=20
tecnica e chiudo la porta a tutto"), senza dimenticare di ribaltare=20
l'accusa sul collega, il sindonologo Carlo Torre: "Il discorso del sasso=20
(quello che avrebbe "deviato" il proiettile sparato in aria dal carabiniere=
=20
Mario Placanica, uccidendo Giuliani, ndr) =E9 stato Torre a tirarlo fuori,=
=20
non io, e Balossino ha poi lavorato sulle immagini".
Vedremo se ora, dopo che il Csm ha aperto il procedimento disciplinare su=20
Lignola, altri organismi di verifica potranno cominciare a chiedersi come=20
sia stato possibile per la Procura genovese affidare il coordinamento del=20
pool di consulenti a Paolo Romanini, autore di quell'articolo e vicino al=20
Racis di Parma.

--=====================_4604671==.ALT
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<html>
<body>
<font size=3D6><b>PERIZIE KILLER.<br>
LA VERA STORIA DEL SUPERPERITO DI GENOVA<br><br>
</font>Colpo di scena per due fra le pi=F9 sofferte vicende giudiziarie
degli ultimi anni. Il Csm apre un procedimento disciplinare per il
giudice che ha mandato assolto l'agente di polizia accusato d'aver ucciso
il diciassettenne Mario Castellano. Intanto anche sul perito che si =E9
occupato di Carlo Giuliani spuntano clamorose novit=E0.<br><br>
<i>di Rita Pennarola - <a href=3D"http://www.lavocedellacampania.it">La
Voce della Campania</a>, ottobre 2003, in esclusiva per Information
Guerrilla<br><br>
</i></b>La notizia, arrivata negli ultimi giorni della calda estate 2003,
circola per ora solo a mezza bocca, tra pochi intimi: giusto un anno dopo
la clamorosa sentenza pronunciata dalla Corte d'Assise d'appello di
Napoli che mand=F2 assolto Tommaso Leone, condannato in primo grado a dieci
anni di reclusione per l'assassinio del diciassettenne Mario Castellano,
a finire sotto accusa =E9 oggi il presidente della Corte che decise
l'assoluzione. Si tratta di Pietro Lignola, anziano ed esperto magistrato
che ha affrontato recentemente, fra l'altro, casi scottanti come
l'omicidio di don Peppino Diana e il delitto di Franco Imposimato,
fratello del giudice di Cassazione ed ex parlamentare diessino Ferdinando
Imposimato. Lignola dovr=E0 rispondere davanti al Consiglio Superiore della
Magistratura - che sulla vicenda gli ha notificato l'avvio di un
provvedimento disciplinare - per non essersi astenuto nel processo
all'agente di Polizia, pur essendosi ampiamente soffermato su quel caso
di cronaca nella sua veste di opinionista del quotidiano Roma, vicino ad
Alleanza Nazionale.<br>
Una circostanza che, peraltro, non era sfuggita ai difensori della
famiglia Castellano: nel corso del dibattimento d'appello avevano infatti
presentato un'istanza di ricusazione del presidente, adducendo alcuni
articoli comparsi sul quotidiano nei quali traspariva la netta impronta
innocentista di Lignola nei confronti di Leone. La Corte d'Appello aveva
respinto quella richiesta e il giudizio era andato avanti fino al
verdetto di assoluzione. La stessa Corte presieduta da Lignola, peraltro,
a ottobre 2001 aveva rimesso in libert=E0 l'agente, arrestato all'indomani
del delitto, decidendo che non sussistevano pi=F9 le esigenze cautelati a
suo carico.La sera del 20 luglio 2000 il giovane Mario, studente
all'istituto Nautico di Bagnoli ed incensurato, non si era fermato
all'alt della Polizia, che lo aveva fermato perch=E9 guidava il motorino
senza indossare il casco. Un colpo partito dalla pistola di Tommaso Leone
gli trapass=F2 il polmone, uccidendolo sul colpo. Durante il processo di
primo grado i difensori della famiglia Castellano, Gaetano Montefusco e
Sebastiano Fusco, avevano fatto riaprire il fascicolo esistente alla
Procura di Bari e relativo ad un precedente conflitto a fuoco che aveva
visto sotto accusa per un episodio analogo lo stesso agente Leone. Una
vicenda rapidamente archiviata. Non cos=EC l'omicidio di Agnano, per il
quale Leone viene giudicato col rito abbreviato e condannato dal gup
Alfonso Barbarano a dieci anni di reclusione (il pm Michele Del Prete
aveva chiesto la condanna a 16 anni).<br>
Poi il giudizio d'appello davanti alla Corte presieduta da Lignola e
l'assoluzione. La storia, comunque, non =E9 finita. A parte l'apertura
dell'inchiesta al Csm per il presidente Lignola, da registrare infatti
altri colpi di scena. Intanto, le fasi del giudizio civile tuttora aperto
al tribunale di Napoli per conto del gemello di Mario, Lorenzo
Castellano, ad opera del difensore Gaetano Montefusco. E poi la
recentissima condanna in primo grado inflitta dal tribunale di Roma a
Giampaolo Pansa e all'Espresso per un Bestiario in cui il celebre
giornalista, all'indomani dell'omicidio di Agnano, tracciava un quadro
assai poco benevolo della personalit=E0 di Mario e del suo contesto
familiare.<br><br>
<b>LA STRANE VERITA' DEI PERITI<br>
</b>La storia, qualche volta, si ripete. E un procedimento analogo a
quello avviato al Csm per il caso Castellano potrebbe aprirsi in margine
al "processo senza processo" per l'assassinio di Carlo Giuliani
in piazza Alimonda, durante il G8 di Genova. Mentre infatti la famiglia
del giovane, dopo aver rinunciato al ricorso in Cassazione contro il
provvedimento che ha scagionato il carabiniere Mario Placanica,
intraprende la strada del ricorso alla corte europea per i diritti
dell'uomo, viene alla luce nelle ultime settimane un editoriale che Paolo
Romanini, il perito balistico che firm=F2 la perizia
"assolutoria", aveva scritto un mese dopo i fatti di Genova, a
settembre 2001, sulla rivista Tac Armi, di cui =E9 direttore responsabile.
Spingendosi ben oltre le argomentazioni pubblicate da Lignola sul Roma in
merito alla vicenda Castellano, con perfetta mira Romanini centra il
bersaglio: "<b>Carlo Giuliani =E9 stato ucciso da un suo coetaneo
terrorizzato e ferito, mentre infieriva con inaudita violenza contro un
mezzo dei Carabinieri, cercando con tutto se stesso di arrecare danno e
nocumento ai militari". Cinque mesi dopo ricever=E0 l'incarico dal pm
Silvio Franz di guidare la task force di periti per il caso
Giuliani</b>.<br>
Pietro Lignola avrebbe dovuto, secondo l'ipotesi formulata dal Csm,
astenersi. E Romanini? Se anche Franz aveva deciso di fidarsi ciecamente
di lui, non avrebbe dovuto rinunciare a quell'incarico, dopo aver mandato
in stampa una sua versione dei fatti cos=EC netta e schierata?<br>
Perito ovunque dei principali casi giudiziari italiani (dal delitto
Calabresi a Marta Russo, passando attraverso Michele Profeta e perfino il
mostro di Firenze), Romanini =E9 in qualche modo l'uomo che fa da trait
d'union fra la vicenda Castellano e l'inchiesta sulla morte di Giuliani.
Due storie speculari, dal momento che a sedere sul banco degli assassini
sono, nel primo caso, la Polizia e, nel secondo, i Carabinieri.<br>
Per Castellano Romanini viene nominato nel giudizio di primo grado. Dopo
il lavoro svolto a Napoli compila un documento che sovverte la tesi della
difesa di Leone: il colpo non sfugg=EC in maniera accidentale per una
caduta, ma fu sparato volontariamente. La polizia finisce KO. A ribaltare
quella perizia aveva provveduto, nel giudizio d'appello, il perito scelto
dalla Corte di Lignola, l'architetto Pietro Margiotta, titolare nel
napoletano di una piccola societ=E0 dedita alle ristrutturazioni
edilizie.<br>
Nelle indagini per l'omicidio Giuliani Romanini viene chiamato a
coordinare una rosa di periti gi=E0 passati alla ribalta delle cronache:
Nello Balossino, Pietro Benedetti e Carlo Torre.<br>
Ma chi =E9 davvero Romanini? E quale fondamento hanno le voci di tribunale
che gli attribuiscono "un passato trascorso a farsi le ossa nel Cis
di Parma (oggi Ris, ndr), prima di "mettersi in proprio" ed
esercitare la libera professione"? Nessun documento =E9 stato trovato,
ad oggi, che possa dimostrarlo, anche perch=E9 il curriculum dei consulenti
=E9 un documento che i magistrati custodiscono - come =E9 loro dovere - con
il pi=F9 rigoroso riserbo. Esistono tuttavia alcune coincidenze che
meritano di essere approfondite.<br>
Qualche indizio. Paolo Romanini =E9 fra i pochi italiani membri della
Forensic Science Society, l'organismo britannico che gli ha rilasciato il
diploma internazionale in Firearms Examination (titolo che pu=F2 essere
rinnovato ogni cinque anni, ma solo in base a nuove esperienze
accumulate). A convalidare il diploma della Forensic Science Society =E9
l'Universit=E0 della Strathclyde, l' ateneo scozzese (ha sede a Glasgow)
che risulta tra i soci dell'European Network of Forensis Science
Institut. Fondatore italiano dell'Enfsi =E9 il Racis dei Carabinieri.<br>
Sorto a dicembre del 1955, il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni
Scientifiche fino al '99 era denominato CCIS (Centro Carabinieri
Investigazioni Scientifiche), termine ancor oggi usato dagli inquirenti
pi=F9 anziani. In origine il reparto dipendeva dalla linea addestrativa
della Scuola Ufficiali Carabinieri poi, sempre dal 1999, =E9 passato alle
dipendenze della linea cosiddetta speciale, vale a dire quella della
Divisione Carabinieri Polidoro. Roma, Messina e Parma sono le tre
centrali operative di punta. In particolare, quella della citt=E0 emiliana
=E9 la direzione competente su tutta l'Italia centro-settentrionale.
Proprio per tale attribuzione il Racis di Parma, detto comunemente Ris e
guidato dal colonnello Luciano Garofano (uno dei massimi esperti italiani
di balistica, come Romanini) indaga sul delitto di Cogne e sui fatti di
Genova. Tra gli Istituti Forensi (come l'Enfsi) ed i reparti del Racis
esiste "una costante osmosi tecnico-scientifica", si legge nei
documenti esplicativi sull'attivit=E0 del Reparto. Il fine =E9, naturalmente=
,
quello del reciproco aggiornamento. E proprio per dar vita ad una pi=F9
stretta sinergia, il Racis e gli specialisti Enfsi (tra i quali figura
Paolo Romanini) hanno dato vita da qualche anno ad uno specifico gruppo
di lavoro denominato "La scena del crimine".<br><br>
<b>Io sparo che me la cavo<br>
</b>Quarantanove anni, nato e vissuto a Parma, fin dal 1991 Paolo
Romanini aveva messo a frutto la passione per la carta stampata
pubblicando con l'editrice Olimpia il volume Cartucce per armi corte. Nel
1994 fa il suo ingresso come consigliere d'amministrazione nella srl
Editrice Leone. Prende il posto di Paolo Tagini, altro esperto di
coltelli e pistole, che lascia la compagine editoriale probabilmente per
dedicarsi alla sua attivit=E0 di responsabile piemontese della Lega Nord.
Tagini, che diventer=E0 poi parlamentare del partito di Bossi (e in questa
veste sar=E0 al centro, nel 1996, di un'inchiesta aperta dalla Procura di
Roma con le accuse di falso ideologico e sostituzione di persona), =E9
coautore del volume significativamente intitolato Io sparo che me la cavo
(Leonardo Facco Editore), nonch=E9 attuale vicedirettore della rivista
specializzata Armi Magazine.<br>
50 mila euro come capitale sociale ed una prestigiosa sede nel cuore di
Milano, in piazza San Babila 5, Editrice Leone vede nel suo oggetto
sociale le destinazioni normalmente previste per qualsiasi azienda
editoriale ("Produzione, pubblicazione e distribuzione di libri e
riviste, nonch=E9 tutte le attivit=E0 connesse"). Strano, perci=F2, che=
a
detenerne il capitale sociale sia un personaggio noto per tutt'altre
attivit=E0. Si tratta di Carlo Rinaldini, proprietario dell'editrice di Tac
Armi sia a titolo personale che attraverso il colosso Iprei, Societ=E0
Italiana Programmi e Investimenti, con quasi 7 miliardi e mezzo di
vecchie lire in dote. 61 anni, mantovano, titolare di Iprei insieme alla
cinquantanovenne Maria Luisa Leoni (che insieme a lui controlla anche
altre corazzate finanziarie, come la spa bergamasca Prosimet, quasi 4
miliardi di capitale), Rinaldini figura tra i vertici della potente
Assoconsulenza in qualit=E0 di "presidente della Richard
Ginori".<br>
Cosa hanno a che vedere le celebri porcellane da tavola con la rivista su
polveri da sparo ed armi da fuoco diretta dal superperito Romanini? Il
mistero resta, ma qualche dato interessante arriva proprio dalla storia
della Richard Ginori. Fondata a fine del secolo scorso, la societ=E0 nel
1970 passa sotto il controllo della Finanziaria Sviluppo di Michele
Sindona, pochi anni prima che il delitto di quest'ultimo diventasse uno
dei casi giudiziari pi=F9 controversi nella storia italiana recente. Nel
'73 la Liquigas, amministrata dal finanziere Raffaele Ursini, acquista da
Sindona la Richard Ginori, nel '77 la cede al gruppo assicurativo Sai,
che pochi anni dopo passa nelle mani di Salvatore Ligresti. Sar=E0 proprio
quest'ultimo, nel 1997, a trasferire la Richard Ginori nelle mani di
Carlo Rinaldini, che la detiene tuttora.<br>
Di questi passaggi si occupa il giornalista milanese Gianni Barbacetto su
Societ=E0 Civile, ricostruendo la personalit=E0 di Ligresti: "il suo
primo maestro =E9 Michelangelo Virgillito, suo compaesano di Patern=F2,
grande corsaro di Borsa nella Milano del "miracolo economico".
Il secondo =E9 Raffaele Ursini, l'uomo che eredita da Virgillito il gruppo
Liquigas e lo porta rapidamente al fallimento. Da loro Ligresti impara a
muoversi nel mondo degli affari immobiliari e della finanza. Da Michele
Sindona rileva la Richard Ginori, da Ursini rileva il primo pacchetto
d'azioni Sai".<br>
Braccio destro di Rinaldini =E9 Giacomo Falcone, 57 anni, che figura nello
staff di vertice tanto in Iprei che nella controllata Cramer srl e nella
Editrice Leone, tutte con sede nella canonica piazza San Babila 5 (Iprei
si =E9 spostata, ma solo da qualche mese, a Vicenza). 61 anni, nativo di
Reggio Calabria, anche Falcone si mostra particolarmente attivo nel
settore dei vasellami e degli articoli per la casa. E' infatti
proprietario di quote in sigle come Vaserie Venete, Decorazioni di
Chieti, Arca Arredo Casa e Tessitura di Cislago, tutte tra Milano,
Mantova e Treviso. Nella Editrice Leone Falcone riveste lo strategico
ruolo di presidente del cda fin dal 1993. Quello stesso anno il tribunale
di Mondov=EC dichiar=F2 fallita la sua Impredit, una srl da 90 milioni dedit=
a
all'edilizia di cui era amministratore unico.<br>
Tre dunque, ad oggi, gli amministratori dell'Editrice Leone: Falcone,
Romanini e Rinaldini, quest'ultimo anche proprietario dell'intero
pacchetto. Appena poche settimane fa, il 28 agosto 2003, =E9 uscito infatti
di scena Pierangelo Coviello, 33 anni, presente nel cda fin dal 1999 ed
anche lui, come Rinaldini e Leoni, superimpegnato nel settore delle
stoviglie, come dimostra la sua presenza nello staff di Casa Italiana e
del Gruppo Italiano Tavola, sede a Treviso.<br><br>
<b>SILENZIO, PARLA IL PERITO<br>
</b>Mentre porta avanti le consulenze peritali per i casi giudiziari pi=F9
clamorosi degli ultimi anni (non disdegnando, per=F2, di accettare
consulenze su vicende marginali, come quella affidatagli lo scorso giugno
sulla pistola di un disoccupato sardo sorpreso dai Carabinieri mentre
tentava di sfondare la saracinesca di un piccolo ufficio postale di
Arzana con un piede di porco), col suo mensile Tac Armi Romanini
sponsorizza ogni anno l'Exa, esposizione internazionale di ordigni
organizzata a Brescia, dove ha sede la Valsella, leader mondiale nella
produzione di mine antiuomo ed epicentro delle manifestazioni di protesta
annualmente inscenate ad opera di associazioni umanitarie in arrivo da
ogni continente.<br>
Intanto l'esperto balistico parmense non si risparmia, tenendo lezioni
presso la Scuola di Medicina Legale all'universit=E0 di Udine, o - pi=F9
recentemente - all'ateneo di Bologna, dove insegna alla Scuola di primo
livello per la formazione all'esercizio della funzione difensiva penale,
che forma gli iscritti all'albo dei difensori d'ufficio. Altra
partecipazione di rilievo =E9 poi quella svolta da Romanini, in qualit=E0 di
relatore principale, al congresso inaugurale della Mediterranean
Association of Forensic Sciences, fondata un anno fa a Reggio Calabria da
Aldo Barbaro e presieduta da Said Louhalia dell'universit=E0 di
Casablanca.<br>
Tutte presenze destinate ad accrescere fama, onore e parcelle di un
luminare della balistica forense come Romanini. Ma quanto guadagna in
genere un perito? Le cronache parlano apertamente di due pesi e due
misure: quattro soldi ai consulenti semisconosciuti, mai passati agli
onori delle cronache e, dall'altra parte, consistenti onorari liquidati
da tribunali, procure, imputati e parti civili. Un fatturato, quello per
le consulenze peritali, impennatosi da circa dieci anni, dopo l'entrata
in vigore del nuovo rito nella celebrazione del processo penale, con
l'ampliamento dei poteri d'indagine connessi alla difesa.<br>
"Qualcuno sa - protestava per esempio un perito del tribunale
torinese, Roberto Testi, all'indomani della riapertura delle indagini sul
caso Marta Russo - quanto viene pagato un perito per una consulenza
medico legale? A Torino sono 476 mila lire lorde, che al netto diventano
poco pi=F9 di 200 mila". Questo, per=F2 "non =E9 certo il caso -
aggiungeva Testi - dei professori universitari o dei grossi nomi".
Per una consulenza come quella del caso Castellano il tribunale di Napoli
liquida in media una parcella che si aggira sui 10 milioni di vecchie
lire. "Ma si tratta di cifre - spiega un avvocato - destinate a
crescere, e di molto, se si tratta di vicende di grande rilievo nazionale
affidate a consulenti di fama". Soprattutto, poi, se a pagare sono
privati cittadini che ne hanno le possibilit=E0 economiche.<br>
Come perito della difesa Paolo Romanini scende in campo, ad esempio,
affiancando i legali del serial killer Michele Profeta. La sua consulenza
non baster=E0 a scagionare l'autore degli efferati delitti di Padova. La
Corte d'Assise d'Appello di Venezia lo condanna infatti all'ergastolo
ritenendolo colpevole di due omicidi e di tentata estorsione ai danni
dello Stato. Una sentenza basata anche sulla perizia della pubblica
accusa (affidata a Luciano Cavenago, docente all'universit=E0 di Genova) e
confermata dalla suprema Corte a febbraio di quest'anno.<br>
Dal commissario Calabresi a Profeta e a Marta Russo, fino a Mario
Castellano e Carlo Giuliani. Una lunga esperienza, quella di Romanini.
Sufficiente a metterlo al riparo dai rischi connessi alla sua
professione. In primis quello descritto nell'Enciclopedia delle armi e
riferito ai periti che hanno prestato la loro opera presso Carabinieri o
forze di Polizia: i giudici dovranno tener presente che essi
"possono essere inclini a propendere per le tesi dell'accusa, non in
mala fede, ma per una inconscia e umana deformazione professionale o
perch=E9 influenzati da superiori meno indipendenti di loro". Oppure,
aggiungiamo noi, perch=E9 gi=E0 pronunciatosi sui fatti attraverso la stampa=
,
proprio come =E9 accaduto a Paolo Romanini.<br>
Un'accusa prontamente rigettata da Romanini. Intervistato dal Manifesto,
che aveva portato alla luce l'editoriale di Tac Armi sui fatti di piazza
Alimonda, il professionista si chiama fuori ("quando scrivevo
l'articolo ero in veste di giornalista, quando ricevo un incarico io
assumo una veste tecnica e chiudo la porta a tutto"), senza
dimenticare di ribaltare l'accusa sul collega, il sindonologo Carlo
Torre: "Il discorso del sasso (quello che avrebbe
"deviato" il proiettile sparato in aria dal carabiniere Mario
Placanica, uccidendo Giuliani, ndr) =E9 stato Torre a tirarlo fuori, non
io, e Balossino ha poi lavorato sulle immagini".<br>
Vedremo se ora, dopo che il Csm ha aperto il procedimento disciplinare su
Lignola, altri organismi di verifica potranno cominciare a chiedersi come
sia stato possibile per la Procura genovese affidare il coordinamento del
pool di consulenti a Paolo Romanini, autore di quell'articolo e vicino al
Racis di Parma. <br>
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