da "ilmanifesto" del 24.10.2003
SINISTRA
Un futuro arcobaleno e radicale
PAOLO CENTO*
La possibilità di un ricambio nel governo del Paese e l'avvicinarsi delle 
elezioni europee ha accelerato nelle settimane scorse il dibattito sulla 
ristrutturazione della rappresentanza politica del centrosinistra. In questo 
contesto la proposta di Prodi, D'Alema, Rutelli e Fassino di una lista 
«unica» e l'obiettivo del partito riformista è fortemente connesso a questa 
prospettiva di governo con l'obiettivo di determinare un'egemonia moderata 
nel centrosinistra. Ma non c'è futuro per il centrosinistra se alla lista 
riformista non si accompagna una proposta innovativa di aggregazione 
dell'area radicale e alternativa. Proprio per prevenire questo errore oggi 
più di ieri è all'ordine del giorno la necessità di verificare le condizioni 
per costruire un polo, una federazione tra quei soggetti politici e sociali 
che nel binomio unità e radicalità intendono costruire un riferimento 
credibile per la parte non moderata dell'elettorato, capace di condizionare 
l'alleanza di centrosinistra. La difesa intransigente e orgogliosa della 
propria identità e della propria ragione organizzativa e politica deve 
essere coniugata alla prospettiva di possibile costruzione di una 
federazione arcobaleno capace di mettere in rete non solo Verdi, 
Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, la sinistra DS, ma anche 
movimenti e associazioni. D'altra parte in assenza di una proposta credibile 
a sinistra, innovativa anche nelle proprie relazioni, non riusciremo a dare 
una prospettiva alternativa a quella parte di elettori che alle ultime 
elezioni politiche si è astenuta e che ora è tornata al voto più per la 
spinta anti-Berlusconi che per una reale condivisione politica e 
programmatica del centrosinistra e che in assenza di un riferimento 
credibile a sinistra può definitivamente ripiegare su sé stessa. Per quanto 
ci riguarda spetta a noi Verdi offrire con generosità una sponda a questa 
prospettiva. A questo proposito è necessario offrire alla discussione una 
premessa fondamentale: la proposta di un polo arcobaleno e antiliberista, 
autonomo ma anche capace di far pesare nella nuova alleanza di 
centrosinistra i valori programmatici che hanno attraversato i movimenti e 
l'opposizione parlamentare più intransigente, non ha niente a che vedere, 
anzi è radicalmente in antitesi, a qualsiasi ipotesi elettorale di 
«bicicletta» o peggio alla semplice sommatoria di 
ceto-politico-istituzionale.
Nei prossimi mesi bisogna continuare l'opposizione sociale e democratica al 
governo Berlusconi senza cadere in alcuna tentazione di dialogo o «inciucio» 
bipartisan soprattutto su questioni vitali come la riforma delle pensioni e 
un'ulteriore svolta autoritaria sul piano dei diritti civili. La «dittatura 
mediatica» ci cui anche nel recente soliloquio di Berlusconi ne abbiamo 
visti gli effetti, può essere battuta solo se c'è la capacità e credibilità 
nel costruire un'ampia alleanza di governo tra l'anima riformista e l'area 
radicale/alternativa, ma anche una forte mobilitazione di piazza a partire 
dallo sciopero generale e manifestazione nazionale di tutte le 
opposizioni.Lo stesso risultato referendario, nonostante il mancato 
raggiungimento del quorum, non può essere archiviato. C'è infatti, una 
sinistra referendaria e sociale molto più ampia di quanto ora sia 
rappresentata elettoralmente o nel Parlamento.
La proposta «arcobaleno» vive e si realizza proprio a partire dalla capacità 
di organizzare un blocco sociale radicale e alternativo a quello moderato, 
senza frenesie di precipitazioni elettoralistiche. Anzi, semmai, il 
territorio e i municipi sono per il momento il luogo privilegiato di questo 
confronto/sperimentazione orizzontale che deve unire e non dividere, 
valorizzare le differenze senza rinchiudersi nelle scorciatoie 
organizzative.
*Deputato dei Verdi
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