[Badgirlz-list] contributo disobbedienti romane

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>    1. Contributo delle disobbedienti al dibattito
> post 4 ottobre (sapienza.pirata@???)





> Crediamo utile contribuire al dibattito apertosi in
> molti luoghi, sopratt=
> utto virtuali, del movimento in seguito all'azione
> da noi praticata dur=
> ante la manifestazione del 4 ottobre. Abbiamo
> seguito con interesse il pr=
> oliferare delle impressioni, sensazioni, critiche
> che abbiamo, anche invo=
> lontariamente suscitato. Alcune le riteniamo
> legittime ed è per questo
> che proviamo qui a sintetizzare alcuni nodi della
> discussione che ci ha a=
> ttraversate nelle giornate antecedenti e successive
> al 4.
> Questa non vuo=
> le essere una risposta puntuale alle migliaia di
> domande e critiche poste=
> ci: crediamo sia giusto, a questo punto, che il
> dibattito sulle forme e p=
> ratiche di conflitto ritorni ad essere
> responsabilità di tutto il movim=
> ento.
>
> Dietro la scelta delle donne disobbedienti di
> forzare i cordoni
> di polizia il 4 all'Eur c'è la suggestione di
> Cancun che alcune no=
> stre compagne hanno vissuto e non da spettatrici: in
> quell'occasione ce=
> ntinaia di donne dalle più varie provenienze sia
> politiche che geografi=
> che, hanno deciso di convergere su un unico
> obiettivo con modalità e pr=
> atiche differenti. L'assalto alla zona rossa
> infatti è stato caratter=
> izzato da diversi momenti, dal formarsi dei cordoni
> di protezione intorno=
> alle reti, al taglio delle reti stesse,
> all'invasione della zona rossa=
> e quindi al corpo a corpo con la polizia,
> all'abbattimento delle reti =
> concluso dai campesinos, ad azioni di disturbo come
> il lancio di pallonci=
> ni di vernice.
> Con tutte le debite differenze, che abbiamo tenuto
> presen=
> ti nel raccogliere quell'esperienza (prima fra
> tutte la consapevolezza
> che se qui il dispositivo contro-vertice affronta
> una crisi e necessita u=
> na riconfigurazione, in Messico quello di Cancun
> è stato un debutto, u=
> n principio), la cosa che crediamo sia stato
> importante conservare e riut=
> ilizzare è il fatto che le donne lì si sono
> principalmente poste il p=
> roblema di come violare la zona rossa, di come
> abbattere le reti, non con=
> cependo questo atto come separato dalle altre
> pratiche e dagli altri che
> concorrevano allo stesso obiettivo.
> Quello che abbiamo letto noi è sta=
> to un processo di singolarizzazione che si ricalava
> e si produceva immedi=
> atamente dentro un contesto moltitudinario: questo
> ci interessava fare an=
> che a Roma.
>
> Sentivamo l'esigenza di dare espressione a quella
> ricche=
> zza, quell'eccedenza prodotta dai movimenti
> europei. Abbiamo scelto di
> andare all'Eur perchè quel movimento che ha
> costruito e costituito l'
> Europa come spazio politico, che ha attivato un
> autentico processo costit=
> uente, che ha disegnato con i conflitti un nuovo
> concetto di cittadinanza
> , premesse alle porte di chi continua a negarlo, di
> chi fa della politica
> un approssimazione per difetto , una riduzione
> ad uno del molteplice
> e fa del movimento una questione di ordine pubblico.
> Quella molteplicità
> abbiamo voluto articolarla, esprimerla
> esplicitamente.
>
> Le donne che e=
> rano in piazza sabato con i caschi e i gommoni non
> hanno risolto nessun p=
> roblema, ne hanno aperti tanti, ma ne volevano porre
> principalmente uno,
> al movimenti dei e delle disobbedienti così come a
> tutto il movimento:
> se ha ancora senso convocarsi per contestare vertici
> illegittimi, per opp=
> orre i governati ai governanti, allora dobbiamo
> TUTT@ porci il problema
> di come continuare a farlo. Dopo Genova qualcosa si
> è incrinato e non è
> solo un modo di stare in piazza o l'uso di alcuni
> strumenti ad essere
> entrati in crisi. Le donne, che hanno fatto
> incazzare, ridere, indignare
> tante altre compagn@, pongono con quell'azione,
> probabilmente per nient
> e originale ma altrettanto non parodica, il problema
> di ripartire da dove
> eravamo rimasti: dalla dimensione pubblica della
> costruzione collettiva
> di una contestazione radicale quanto articolata e
> plurale; dalla sperimen=
> tazione sulle forme e dalla costruzione di senso e
> di immaginario intorno
> alle pratiche che utilizziamo (senza che questo dia
> la stura a banalizza
> zioni su spettacolarizzazione, simulazioni, ecc.);
> dalla volont=E0 di pra=
> ticare tutte e tutti il conflitto mettendoci nelle
> condizioni di poterlo
> fare: proteggendo i nostri corpi perchè sono
> preziosi, perchè li ris=
> pettiamo, perchè se su di essi si esercitano
> direttamente poteri, cont=
> rollo e sfruttamento (dal controllo dei flussi
> migratori a leggi di uomin=
> i su corpi di donne, ecc ecc), è dagli stessi
> corpi che deve partire la
> ribellione.
> Abbiamo provato a misurarci su una pratica, appunto,
> che po=
> ne al centro il corpo e che lo carica di questo
> forte valore simbolico.

Questa la forza ed anche il limite, certo, ma nella
> convinzione che stimol=
> i e sensibilità si sviluppano sperimentando,
> agendo, inciampando anche,
> ma intaccando dinamiche che si danno spesso per
> acquisite una volta per
> tutte.
> il corpo di donna e' un campo di forze potenti e
> contraddittorie, capace di scatenare tempeste

magnetiche al solo
> muovere un dito: il nos=
> tro gesto, l'aver portato i nostri corpi femminili
> in un =93luogo insol=
> ito=94, eravamo certe avrebbe scatenato qualcosa.
>
>
> Al contrario di qu=
> anto hanno riportato i giornali, non crediamo che il
> femminismo sia archi=
> viato: riteniamo sia stato un momento altissimo di
> espressione di conflit=
> tualit=E0 e radicalit=E0, dentro e fuori il
> movimento. Crediamo che sia s=
> tata una ribellione il cui lascito oggi =E8
> patrimonio comune di tutt@ co=
> loro che animano il movimento dei movimenti. Un
> movimento che rompe la l=
> ogica binaria del conflitto riconfigurandolo come
> conflitto diffuso, mult=
> iforme e costituente, espressione diretta di tutte
> le soggettivit=E0 che =
> lo agiscono.
>
> Nell=92affrontare questo percorso, perci=F2, non ci
> siam=
> o poste in un=92ottica =93propriamente separata=94.
> In passato , soprattu=
> tto durante la guerra, abbiamo praticato azioni
> dirette come donne, ma in=
> questa occasione abbiamo deciso di fare altro:
> abbiamo tentato di riperc=
> orrere quella molteplicit=E0 che avevamo visto a
> Cancun dove le articolaz=
> ioni del conflitto sono state molteplici almeno
> quanto le soggettivit=E0 =
> e le specificit=E0 messe in gioco da quell=92evento.
> Ci=F2 che le donne h=
> anno sperimentato in preparazione della
> manifestazione dell=92Eur =E8 sta=
> to un divenire minore, creativo e trasversale,
> eccedente i limiti delle =
> minoranze che lo producono. =C8 un processo che si
> =E8 aperto con quell=92=
> appuntamento e che si =E8 rapportato con le
> questioni che quello specific=
> o appuntamento poneva. Si tratta del prodursi di una
> soggettivit=E0 femmi=
> nile che non parte da una definizione di s=E9
> essenziale ma che passa att=
> raverso un processo di sperimentazione: la
> differenza si produce nel fare=
> , non pu=F2 essere definita a priori. Questo
> crediamo essere il senso del=
> nostro divenire donna: nesso e discrimine con le
> esperienze passate, pun=
> to di superamento della dicotomia separato-misto,
> cos=EC come del binomio=
> violenza-non violenza.
>
> Sulla base di queste e molte altre riflessioni=
> abbiamo dunque provato a sperimentare, cercando di
> rendere questa sperim=
> entazione il pi=F9 possibile includente,
> proponendola in maniera pubblica=
> . Crediamo che il risultato pi=F9 evidente sia, al
> di l=E0 dell=92azione =
> in s=E9, il dibattito che ne =E8 scaturito, che era
> poi il principale deg=
> li obiettivi; peccato che nei giorni antecedenti il
> 4 ottobre questo diba=
> ttito fosse cos=EC senza pretese: lo rilanciamo in
> maniera aperta e lo fa=
> cciamo, come sempre, nei luoghi che il movimento
> sceglie per s=E9, con un=
> o spazio di discussione, proposto dal movimento
> delle e dei disobbedient=
> i insieme alla rete intergalaktica che si terr=E0 a
> St. Denis nell=92ambi=
> to delle giornate del FSE di novembre.
>
> Dalle disobbedienti di Roma
> =
>
>



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