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Lucia <rolloerollo@???> wrote:Da: "Lucia"
A:
Oggetto: [Lecce-sf] visita al "Regina Pacis" del 6.10.03
Data: Thu, 16 Oct 2003 02:51:53 +0200
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Nel pomeriggio del 6 ottobre, su richiesta del LSF ed in qualità di legale, mi sono recata in visita al centro Regina pacis di San Foca, insieme ad una delegazione del PRC, di cui facevano parte il Consigliere regionale Losappio, Antonella Mangia, Anna Caputo ed il Dott. Parlangeli. Dopo qualche difficoltà iniziale, dovuta al fatto che nella delegazione vi era una persona in più rispetto a quelle inizialmente indicate ed autorizzate ad entrare, siamo stati introdotti nei locali del cpt, accompagnati dal direttore del centro, sig. Camarca, da alcuni suoi collaboratori e da una cospicua rappresentanza delle forze dellordine, tra cui un funzionario digos.
Siamo stati subito cicondati da numerosi ospiti, la maggior parte dei quali lamentava il fatto che, pur essendo destinatari di provvedimenti di espulsione immediata, a vario titolo, questi non fossereo stati eseguiti e che, pertanto, erano costretti a rimanere nel centro; molti di loro erano già stati in altri cpt, altri erano detenuti in attesa di giudizio per i quali erano scaduti i termini per la custodia cautelare in carcere, mentre alcuni avevano già scontato una condanna.
Tra questi si è fatto avanti un ragazzo che lamentava di soffrire da tempo di mal di schiena e che abbiamo poi appurato essere la persona che ha tentato di suicidarsi la sera di venerdì 3 ottobre, come lui stesso ci ha spiegato. Sul collo del ragazzo erano evidenti i segni lasciati dalla corda utilizzata nel tentativo di suicidio, ma ciò che faceva più impressione erano le numerose ferite da taglio che si era prodotto nel tentativo, a suo dire, di richiamare lattenzione dei responsabili del centro sul suo stato di malessere fisico e, soprattutto, per poter essere ricoverato in ospedale.
Anche un altro ragazzo mostrava ferite che si era inferto per scopi analoghi. Nessuno di loro ha comunque lamentato violenze o maltrattamenti da parte del personale del centro, anche se vi era, innegabile, un clima di tensione.
Non abbiamo potuto incontrare invece laltro ragazzo, che ha tentato il suicidio nella giornata di domenica 5 ottobre, in quanto lo stesso era ricoverato presso lospedale di Lecce.
Mentre il resto della delegazione si recava in infermeria per chiedere delucidazioni e chiarimenti al direttore del centro sugli accadimenti dei giorni precedenti, io mi sono trattenuta con gli ospiti del centro, che mi hanno sottoposto i loro casi personali, tuttavia non ho rilevato alcuna violazione di legge ai danni dei soggetti trattenuti, mentre ho potuto constatare come tutti gli ospiti, qualunque sia la loro provenienza e il motivo che ha dato luogo al provvedimento di espulsione, vengano trattenuti presso il regina pacis per lintero periodo di permanenza consentito dalla legge, ossia 60gg.
Ho anche chiesto ragione di ciò ai responsabili, i quali, dopo aver sottolineato che per loro la presenza prolungata degli ospiti rappresenta una fonte inesauribile di problemi, hanno tenuto a ribadire che sarebbero ben lieti se le espulsioni venissero eseguite immediatamente e che, soprattutto, non vi è da parte loro nessun interesse a trattenere gli ospiti per così tanto tempo; rispondendo alla domanda, hanno poi spiegato che il rimpatrio è compito del Ministero dellInterno, così come è il Ministero a decidere in merito alle date ed ai tempi di permanenza presso i cpt dei cittadini extracomunitari in attesa di espulsione.
Il direttore del centro,un suo collaboratore ed il medico (che, peraltro era la stessa dottoressa presente la notte di venerdì, quando si è verificato il primo tentativo di suicidio)hanno confermato i due tentati suicidi, facendo notare che, a loro avviso, si trattava sostanzialmente di messainscena, ma hanno convenuto con il consigliere Losappio che la situazione creata da tali episodi era comunque grave e che la stessa potrebbe portare a degenerazioni difficilmente controllabili.
I responsabili del centro si sono anche detti pronti ad esaudire le richieste di visite mediche specialistiche che vengono dagli ospiti (in particolare dal ragazzo che lamentava forti dolori alla schiena), mentre, per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri per consentire cure prolungate, hanno spiegato di non poter fare granchè, in quanto, a loro dire, lospedale rifiuta di ricoverare persone provenienti dai cpt, e ciò perché spesso il ricovero viene chiesto al solo scopo di eleudere la sorveglianza e scappare più facilmente.
La visita è terminata dopo circa 2 ore, ha consentito di accertare ed avere conferma dei due tentati suicidi oggetto dellesposto presentato da Ruberti e Mazzarello alla Procura della Repubblica di Lecce, ed ha portato alla constatazione, ancora una volta, della aberrazione che i cpt rappresentano rispetto ai principi di diritto universalmente riconosciuti: è infatti evidente come allinterno di questi luoghi, da chiunque e comunque gestiti, vi sia una ingiustificata compressione e limitazione della libertà personale, nonché una difficoltà a far valere il diritto alla salute, o quello alla uguaglianza formale e sostanziale di tutti di fronte alla legge ed ai provvedimenti delle autorità amministrative. Ed è altrettanto evidente come, tutto questo, porti ad un clima di tensione che potrebbe facilmente degenerare, con conseguenze gravi ed irreparabili.
lucia rollo
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<P class=MsoNormal><FONT face="Courier New" size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: 'Courier New'">Siamo stati subito cicondati da numerosi ospiti, la maggior parte dei quali <SPAN class=GramE>lamentava il fatto che</SPAN>, pur essendo destinatari di provvedimenti di espulsione immediata, a vario titolo, questi non fossereo stati eseguiti e che, pertanto, erano costretti a rimanere nel centro; molti di loro erano già stati in altri cpt, altri erano detenuti in attesa di giudizio per i quali erano scaduti i termini per la custodia cautelare in carcere, mentre alcuni avevano già <FONT color=navy><SPAN style="COLOR: navy">s</SPAN></FONT>contato una condanna. <o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
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