[NuovoLaboratorio] Fwd: [fori-sociali] MOVIMENTO E POLITICA-…

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Author: Paola Manduca
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Subject: [NuovoLaboratorio] Fwd: [fori-sociali] MOVIMENTO E POLITICA-CONTRIBUTO DA ATTAC
>X-eGroups-Return: sentto-4230505-7218-1066225421-magma2=libero.it@???
>X-Sender: marcattac@???
>X-Apparently-To: fori-sociali@???
>To: fermiamolaguerra@???,
> fermiamoilwto@???,
> fori-sociali@???,
> esf-2002@???
>From: marcattac@???
>Mailing-List: list fori-sociali@???; contact fori-sociali-owner@???
>Delivered-To: mailing list fori-sociali@???
>List-Unsubscribe: <mailto:fori-sociali-unsubscribe@yahoogroups.com>
>Date: Wed, 15 Oct 2003 15:43:30 +0200
>Subject: [fori-sociali] MOVIMENTO E POLITICA-CONTRIBUTO DA ATTAC
>Reply-To: fori-sociali@???
>
>Care/i, la delicata fase che sotto diversi aspetti attraversa il movimento
>necessita dell'apertura di una grande, ampia e articolata discussione politica
>fra tutti i soggetti e gli individui che lo compongono. Vi invio un contributo
>che come ATTAC ITALIA abbiamo predisposto per la riflessione in corso.
>Un abbraccio.
>Marco Bersani
>
>
>IL MOVIMENTO E LA POLITICA.
>
>LA POLITICA DEL MOVIMENTO.
>
>
>
>I tempi ?facili? in cui l?assenza della politica istituzionale sui temi
>vitali sollevati dal movimento contro la globalizzazione neoliberista lasciava
>spazio all?iniziativa politica di base paiono finiti.
>
>Sia lo scossone dato dal movimento a livello mondiale, sia i prossimi tre
>anni ?elettorali?, hanno rimesso in campo il protagonismo della sfera politica
>tradizionale, istituzionale e partitica. Vari tentativi di trasformarla
>radicalmente dal suo interno sono falliti e sembra si sia tornati al dilemma
>per cui i movimenti o si ?autonomizzano? nel sociale o si ?tranquillizzano?
>in gruppi di pressione.
>
>Questa è la trappola in cui rischiamo di cadere.
>
>La prospettiva, apparentemente antitetica ma in realtà speculare, tra chi
>pensa esclusivamente alla propria identità ?ribelle?, e confonde la radicalità
>del conflitto con la mimesi dell?avversario, e chi usa l?alibi degli incappucciati
>e delle vetrine rotte per tornare ad affidarsi agli incravattati di sempre
>e alla loro ipotesi di una nuova ?terza via? di governance del neoliberismo,
>rischia di strangolare la vera autonomia del movimento, conquistata sul
>campo del conflitto e dei contenuti alternativi.
>
>Noi non ci stiamo.
>
>Ci si sottovaluta da soli. Il movimento dei movimenti ha dimostrato in questi
>anni, in maniera inequivocabile, a livello mondiale, come a livello locale,
>che è possibile coniugare la conquista del consenso sociale di larghissime
>fasce della popolazione con la proposta concreta di una alternativa complessiva
>di società, con l?obiettivo politico praticabile della fuoriuscita dal neoliberismo.
>
>Lo ha dimostrato mobilitando milioni di persone proprio sull?alternativa,
>senza affidarsi ad un quadro ideologico predeterminato, ma componendo le
>molte diversità e il lavoro di migliaia di gruppi contro un nemico comune
>e delineando i contenuti concreti di un altro mondo possibile. Torneremmo
>a prima di Seattle se ci arrendessimo alla testimonianza, pur ?rumorosa?,
>contro l?Impero, o al destino del lavoro solitario della Ong che questua
>risorse da qualche organismo internazionale, chiudendo la politica nell?etica,
>l?etica nella morale, la morale nel proprio intervento.
>
>Come movimento abbiamo già cambiato il mondo: Cancun ha dimostrato che l?azione
>di movimento e la sua autonomia politica possono mettere in crisi irreversibile
>la cosiddetta ?grande politica? e aprire strade nuove oltre il ?realismo?
> illusorio di chi - come le esperienze precedenti dei governi di centrosinistra
>-
>ha cercato di governare la globalizzazione facendosi invece governare dal
>pensiero unico del neoliberismo.
>
>Bisogna quindi difendere con tutte le forze l?autonomia politica del movimento.
>
>
>Ma autonomia non significa estraneità dalla politica, ancor meno quando
>questa, nella forma più tradizionale, torna all?attacco. Significa porre
>i contenuti alla testa della politica e pretendere che a partire da questi,
>con il coraggio della ragione, la stessa politica si trasformi da arte dell?amministrazione
>dell?esistente ad immaginazione concreta e collettiva di una alternativa
>possibile.
>
>Qui ed ora. Non si tratta di dividersi tra ?rivoluzionari? e ?riformisti?,
>ma di condividere un passo, per altro già scritto nella nostra storia quasi
>decennale. Il passo del buon senso della radicalità.
>
>Le nostre proposte pretendono un cambiamento radicale, ma solo questo cambiamento
>ha la ragionevolezza di chi vuole continuare a vivere, tutti insieme e in
>pace, senza accettare, per illusoria necessità, il cinismo dei ?realisti?:
>un cinismo che considera di fatto la metà dell?umanità come un rifiuto e
>dà il compito all?apparato industriale-militare degli Stati Uniti di compierne
>lo smaltimento.
>
>Cosa significa questo nella nostra situazione attuale in Italia?
>
>Berlusconi è una anomalia e rappresenta senz?altro un?emergenza democratica.
>Ma questo perché -governi precedenti in primis- non si è stati capaci di
>togliergli il terreno sotto i piedi. Anzi si è preparato il terreno per
>l?affermarsi di questa anomalia ed emergenza. Non si possono tessere le
>lodi della competizione, della liberalizzazione, della privatizzazione,
>dell?aziendalismo, denigrare il pubblico, promuovere presidenzialismi e
>sistemi maggioritari, prostrarsi di fronte alla potenza Usa, e poi, vista
>la nostra storia particolare, stupirsi che tutto questo venga raccolto da
>un Boss brianzolo, senz?altro meno elegante (e più pericoloso, forse) di
>un anglosassone pseudolaburista.
>
>Rimuovere questa anomalia e far fronte all?emergenza democratica è senz?altro
>un dovere di tutti, ma pensare di farlo ripetendo ciò che ha generato l?anomalia
>e l?emergenza è come suicidarsi due volte.
>
>Il movimento italiano può avere un ruolo importante in questa battaglia.
>Ma lo avrà solo se prende l?iniziativa politica. Con i contenuti che ha
>maturato nel suo lavoro di massa e che ha espresso nel Forum Sociale Europeo
>di Firenze sostenuto dalle mobilitazioni contro la guerra e il neoliberismo
>di centinaia di migliaia di persone. Possiamo proporre questo lavoro in
>un programma fondamentale di cinque punti dirimenti, con lo sguardo all?Europa
>che è il nostro terreno politico dell?alternativa più ravvicinato:
>
>1) Pace, che significa contrapposizione alla politica della guerra
>infinita del governo Usa e affermazione del ripudio della guerra in ogni
>scenario di conflitto; ritiro delle truppe di occupazione da tutti i teatri
>di conflitto armato, ruolo diplomatico e politico non militare di una Europa
>democratica in solidarietà con la volontà di autodeterminazione dei popoli,
>alleanze mondiali improntate al multilateralismo e alla democrazia, costruzione
>di un nuovo diritto internazionale dei popoli e di nuovi organismi internazionali
>veramente rappresentativi. Drastica riduzione delle spese militari a livello
>italiano, europeo ed internazionale.
>
>2) Lavoro, che significa lotta alla precarizzazione e alla flessibilità,
>diritti estesi a tutti i lavoratori non considerati come risorse umane,
>una politica del reddito che sotto varie forme assicuri dignità, piena occupazione
>e alti livelli di istruzione e formazione per tutti non finalizzati alle
>esigenze del mercato, riduzione dell?orario. Abolizione della Legge 30.
>
>3) Migranti, che significa diritto di circolazione e di cittadinanza
>europea per tutti quelli che vi risiedono, chiusura dei Cpt, veri lager
>di Stato, diritti sociali e politici per tutti, piena integrazione conviviale,
>abolizione della legge razzista Bossi-Fini.
>
>4) Economia pubblica partecipata e lotta alle privatizzazioni, che
>significa abbandono delle politiche neoliberiste di liberalizzazione, abbandono
>dei vincoli del Trattato di Maastricht e del Patto di Stabilità,
>ripresa qualificata della spesa sociale a partire dalla non mercificazione
>dei beni comuni, dal diritto all?acqua, all'istruzione, alla salute, alla
>previdenza e in generale a servizi pubblici a livello europeo, tassazioni
>globali e locali per limitare il potere del capitale, in particolare di
>quello finanziario, a partire dall?istituzione della Tobin Tax (in proposito
>della quale è in discussione in Parlamento una proposta di legge di iniziativa
>popolare che ha raccolto oltre 200.000 firme). Una politica ambientale degna
>di questo nome, con al centro non la sostenibilità della distruzione/sviluppo,
>ma una critica della crescita puramente economica e un nuovo obiettivo di
>qualità della vita per tutti. Una fiscalità generale diretta ed indiretta
>che restituisca al sistema tributario il criterio costituzionale della progressività.
>
>5) Democrazia, che significa processo costituente europeo democratico
>a partire dai popoli e quindi rifiuto dell?attuale processo neoliberista
>di una Europa dei potenti e dei governi, rifiuto dei sistemi autoritari
>maggioritari e presidenzialisti, pluralismo vero nell?informazione e una
>giustizia indipendente ed uguale per tutti, democratizzazione e smilitarizzazione
>degli apparati repressivi dello Stato, democrazia partecipativa locale vincolante
>che favorisca la partecipazione dei cittadini.
>
>
>
>Proponiamo che a partire da questi punti il movimento italiano, nella forma
>rappresentativa che saprà darsi, di un forum sociale comune o di un coordinamento
>di reti e gruppi, a partire dal social forum locali, inizi una discussione
>in grado di costruire una iniziativa politica autonoma e pubblica di interlocuzione
>rivolta a tutte quelle forze politiche e sociali che si pongono il problema
>di una azione comune per battere Berlusconi e il suo governo, per una Europa
>sociale dei popoli, per porre le basi ad una alternativa di società, per
>dare al nostro paese un futuro realmente diverso e migliore.
>
>
>
>?L?acqua ch?io prendo già mai non si corse?
>
>(Dante, Paradiso, 2° canto).
>
>
>
>Attac-Italia
>
>
>
>
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Paola Manduca