[Cerchio] Divertirsi da morire

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Autore: leonid ilijc brezhnev
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Oggetto: [Cerchio] Divertirsi da morire
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Postman: Divertirsi da morire

di <mailto:giaserin@tin.it>Gian Paolo Serino

[Neil Postman =E8 morto a 72 anni, il 9 ottobre scorso. La recensione di=20
Serino rappresenta l'omaggio che tutta la redazione di Carmilla dedica a=20
questo grande intellettuale]

Finalmente viene riproposto da marsilio, dopo anni di oblio editoriale, un=
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testo capitale per comprendere il dramma dei nostri tempi mediati. In=20
Divertirsi da morire Neil Postman - sociologo e docente di ecologia dei=20
mediaalla New York University- partendo dallesempio degli Stati Uniti anni=
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80, dimostra come la televisione abbia provocato un declino inarrestabile=20
della cultura basata sul confronto razionale e sulla mentalit=E0=
tipograficaa=20
beneficio di uninformazione ormai totalmente asservita a quei diktat=20
spettacolarigi=E0 delineati da Guy Debord. Tesi fondamentale del libro,=
per=F2,=20
=E8 il confronto tra due tipologie di societ=E0: la prima, pi=F9 conosciuta=
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temuta, =E8 quella profetizzata da George Orwell in 1984con un Grande=20
Fratello che vigila e controlla i nostri comportamenti sociali intervenendo=
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sulle devianze; la seconda =E8 invece quella, quasi sconosciuta, descritta=
da=20
Aldous Huxley ne Il Mondo nuovo: una dittatura democratica che controlla i=
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propri cittadini non attraverso le punizioni, ma attraverso i piaceri.

Il saggio di Neil Postman parte dallipotesi di Huxley per dimostrarci come=
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la nostra cultura, sempre pi=F9 volgare e cafonesca, ci abbia condotto ad=
una=20
realt=E0 concentrazionaria molto pi=F9 terribile di ogni dittatura: un mondo=
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dove alla strategia della tensione si =E8 sostituita quella della finzione.
Ci sono due modi, scrive Postman, per spegnere lo spirito di una civilt=E0:=
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nel primo - quello orwelliano- la cultura diventa una prigione. Nel secondo=
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- quello huxleiano- diventa una farsa.
Nella profezia di Huxley, spiega Postman, non c=E8 un Grande Fratello che,=
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per sua scelta, guarda verso di noi. Siamo noi, per nostra scelta, a=20
guardare verso di lui. Non c=E8 bisogno di carcerieri, cancelli, telecamere.=
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Quando una popolazione =E8 distratta da cose superficiali, quando la vita=20
culturale =E8 diventata un eterno circo di divertimenti, quando ogni serio=
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discorso pubblico si trasforma in un balbettio infantile, quando un intero=
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popolo si trasforma in spettatore e ogni pubblico affare in vaudeville,=20
allora la nazione =E8 in pericolo: la morte della cultura =E8 chiaramente=
una=20
possibilit=E0.
La differenza sostanziale - ed =E8 questo il punto focale del libro- =E8 che=
un=20
mondo alla Orwell =E8 molto pi=F9 facile da riconoscere e quindi da=
combattere=20
rispetto alla farsa del Mondo nuovo: Siamo tutti pronti ad abbattere una=20
prigione, quando i cancelli stanno per rinchiudersi su di noi. Ma che=20
succede se non si odono grida dangoscia? Chi =E8 disposto a prendere le armi=
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contro un mare di divertimenti?
Divertirsi da moriredimostra come tutti noi, senza accorgercene, viviamo in=
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un lager dove a mutare sono soltanto gli scenari e i metodi: i fili spinati=
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oggi sono dentro le nostre teste, le camere a gas sono il cielo, le catene=
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sono diventate museruole mentali, mentre le sirene dei campi di lavoro sono=
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state sostituite da quelle delle fabbriche prima e delle tiv=F9 poi.
Certo, non abbiamo un numero tatuato sul braccio, ma siamo ridotti a codici=
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a barre umani. Il nostro campo di lavoro =E8 il supermercato, quello di=20
sterminio il mondo.
Non abbiamo scelta, perch=E9 amiamo la nostra stessa schiavit=F9: nessuno=
pi=F9=20
ci imprigiona e questa diventa la nostra peggior prigione.


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Postman: Divertirsi da morire<br><br>
di <a href=3D"mailto:giaserin@tin.it">Gian Paolo Serino</a><br><br>
<i>[<b>Neil Postman</b> =E8 morto a 72 anni, il 9 ottobre scorso. La
recensione di <b>Serino </b>rappresenta l'omaggio che tutta la redazione
di <b>Carmilla </b>dedica a questo grande intellettuale]<br><br>
</i>Finalmente viene riproposto da marsilio, dopo anni di oblio
editoriale, un testo capitale per comprendere il dramma dei nostri tempi
mediati. In <b>Divertirsi da morire </b>Neil Postman - sociologo e
docente di ecologia dei mediaalla New York University- partendo
dallesempio degli Stati Uniti anni 80, dimostra come la televisione abbia
provocato un declino inarrestabile della cultura basata sul confronto
razionale e sulla mentalit=E0 tipograficaa beneficio di uninformazione
ormai totalmente asservita a quei diktat spettacolarigi=E0 delineati da
<b>Guy Debord</b>. Tesi fondamentale del libro, per=F2, =E8 il confronto tra
due tipologie di societ=E0: la prima, pi=F9 conosciuta e temuta, =E8 quella
profetizzata da <b>George Orwell </b>in 1984con un Grande Fratello che
vigila e controlla i nostri comportamenti sociali intervenendo sulle
devianze; la seconda =E8 invece quella, quasi sconosciuta, descritta da
Aldous Huxley ne Il Mondo nuovo: una dittatura democratica che controlla
i propri cittadini non attraverso le punizioni, ma attraverso i piaceri.
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<a name=3D"more"></a><br>
Il saggio di Neil Postman parte dallipotesi di Huxley per dimostrarci
come la nostra cultura, sempre pi=F9 volgare e cafonesca, ci abbia condotto
ad una realt=E0 concentrazionaria molto pi=F9 terribile di ogni dittatura: u=
n
mondo dove alla strategia della tensione si =E8 sostituita quella della
finzione. <br>
Ci sono due modi, scrive Postman, per spegnere lo spirito di una civilt=E0:
nel primo - quello orwelliano- la cultura diventa una prigione. Nel
secondo - quello huxleiano- diventa una farsa.<br>
Nella profezia di Huxley, spiega Postman, non c=E8 un Grande Fratello che,
per sua scelta, guarda verso di noi. Siamo noi, per nostra scelta, a
guardare verso di lui. Non c=E8 bisogno di carcerieri, cancelli,
telecamere. Quando una popolazione =E8 distratta da cose superficiali,
quando la vita culturale =E8 diventata un eterno circo di divertimenti,
quando ogni serio discorso pubblico si trasforma in un balbettio
infantile, quando un intero popolo si trasforma in spettatore e ogni
pubblico affare in vaudeville, allora la nazione =E8 in pericolo: la morte
della cultura =E8 chiaramente una possibilit=E0. <br>
La differenza sostanziale - ed =E8 questo il punto focale del libro- =E8 che
un mondo alla Orwell =E8 molto pi=F9 facile da riconoscere e quindi da
combattere rispetto alla farsa del Mondo nuovo: Siamo tutti pronti ad
abbattere una prigione, quando i cancelli stanno per rinchiudersi su di
noi. Ma che succede se non si odono grida dangoscia? Chi =E8 disposto a
prendere le armi contro un mare di divertimenti?<br>
Divertirsi da moriredimostra come tutti noi, senza accorgercene, viviamo
in un lager dove a mutare sono soltanto gli scenari e i metodi: i fili
spinati oggi sono dentro le nostre teste, le camere a gas sono il cielo,
le catene sono diventate museruole mentali, mentre le sirene dei campi di
lavoro sono state sostituite da quelle delle fabbriche prima e delle tiv=F9
poi. <br>
Certo, non abbiamo un numero tatuato sul braccio, ma siamo ridotti a
codici a barre umani. Il nostro campo di lavoro =E8 il supermercato, quello
di sterminio il mondo. <br>
Non abbiamo scelta, perch=E9 amiamo la nostra stessa schiavit=F9: nessuno pi=
=F9
ci imprigiona e questa diventa la nostra peggior prigione. <br><br>
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