[ssf] IL MOVIMENTO E LA POLITICA - LA POLITICA DEL MOVIMENTO

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Author: Enzo Arighi
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Subject: [ssf] IL MOVIMENTO E LA POLITICA - LA POLITICA DEL MOVIMENTO
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To: <lista.comitati@???>; <lista.acqua@???>;
<lista.privatizzazioni@???>
Sent: Wednesday, October 15, 2003 3:33 PM
Subject: [COMITATI] Documento ATTAC su movimento e politica


> Care/i, come annunciatovi in precedenti comunicazioni, vi invio il

documento
> "Il movimento e la politica. La politica del movimento" predisposto dal
> Consiglio Nazionale come contributo alla riflessione interna

all'associazione
> nel percorso verso l'assemblea nazionale, e come contributo di Attac alla
> riflessione interna al movimento.
> Abbracci.
> Marco Bersani
>
>
>
> IL MOVIMENTO E LA POLITICA.
>
> LA POLITICA DEL MOVIMENTO.
>
>
>
> I tempi ?facili? in cui l?assenza della politica istituzionale sui temi
> vitali sollevati dal movimento contro la globalizzazione neoliberista

lasciava
> spazio all?iniziativa politica di base paiono finiti.
>
> Sia lo scossone dato dal movimento a livello mondiale, sia i prossimi tre
> anni ?elettorali?, hanno rimesso in campo il protagonismo della sfera

politica
> tradizionale, istituzionale e partitica. Vari tentativi di trasformarla
> radicalmente dal suo interno sono falliti e sembra si sia tornati al

dilemma
> per cui i movimenti o si ?autonomizzano? nel sociale o si

?tranquillizzano?
> in gruppi di pressione.
>
> Questa è la trappola in cui rischiamo di cadere.
>
> La prospettiva, apparentemente antitetica ma in realtà speculare, tra chi
> pensa esclusivamente alla propria identità ?ribelle?, e confonde la

radicalità
> del conflitto con la mimesi dell?avversario, e chi usa l?alibi degli

incappucciati
> e delle vetrine rotte per tornare ad affidarsi agli incravattati di sempre
> e alla loro ipotesi di una nuova ?terza via? di governance del

neoliberismo,
> rischia di strangolare la vera autonomia del movimento, conquistata sul
> campo del conflitto e dei contenuti alternativi.
>
> Noi non ci stiamo.
>
> Ci si sottovaluta da soli. Il movimento dei movimenti ha dimostrato in

questi
> anni, in maniera inequivocabile, a livello mondiale, come a livello

locale,
> che è possibile coniugare la conquista del consenso sociale di larghissime
> fasce della popolazione con la proposta concreta di una alternativa

complessiva
> di società, con l?obiettivo politico praticabile della fuoriuscita dal

neoliberismo.
>
> Lo ha dimostrato mobilitando milioni di persone proprio sull?alternativa,
> senza affidarsi ad un quadro ideologico predeterminato, ma componendo le
> molte diversità e il lavoro di migliaia di gruppi contro un nemico comune
> e delineando i contenuti concreti di un altro mondo possibile. Torneremmo
> a prima di Seattle se ci arrendessimo alla testimonianza, pur ?rumorosa?,
> contro l?Impero, o al destino del lavoro solitario della Ong che questua
> risorse da qualche organismo internazionale, chiudendo la politica

nell?etica,
> l?etica nella morale, la morale nel proprio intervento.
>
> Come movimento abbiamo già cambiato il mondo: Cancun ha dimostrato che

l?azione
> di movimento e la sua autonomia politica possono mettere in crisi

irreversibile
> la cosiddetta ?grande politica? e aprire strade nuove oltre il ?realismo?
> illusorio di chi - come le esperienze precedenti dei governi di

centrosinistra
> -
> ha cercato di governare la globalizzazione facendosi invece governare dal
> pensiero unico del neoliberismo.
>
> Bisogna quindi difendere con tutte le forze l?autonomia politica del

movimento.
>
>
> Ma autonomia non significa estraneità dalla politica, ancor meno quando
> questa, nella forma più tradizionale, torna all?attacco. Significa porre
> i contenuti alla testa della politica e pretendere che a partire da

questi,
> con il coraggio della ragione, la stessa politica si trasformi da arte

dell?amministrazione
> dell?esistente ad immaginazione concreta e collettiva di una alternativa
> possibile.
>
> Qui ed ora. Non si tratta di dividersi tra ?rivoluzionari? e ?riformisti?,
> ma di condividere un passo, per altro già scritto nella nostra storia

quasi
> decennale. Il passo del buon senso della radicalità.
>
> Le nostre proposte pretendono un cambiamento radicale, ma solo questo

cambiamento
> ha la ragionevolezza di chi vuole continuare a vivere, tutti insieme e in
> pace, senza accettare, per illusoria necessità, il cinismo dei ?realisti?:
> un cinismo che considera di fatto la metà dell?umanità come un rifiuto e
> dà il compito all?apparato industriale-militare degli Stati Uniti di

compierne
> lo smaltimento.
>
> Cosa significa questo nella nostra situazione attuale in Italia?
>
> Berlusconi è una anomalia e rappresenta senz?altro un?emergenza

democratica.
> Ma questo perché -governi precedenti in primis- non si è stati capaci di
> togliergli il terreno sotto i piedi. Anzi si è preparato il terreno per
> l?affermarsi di questa anomalia ed emergenza. Non si possono tessere le
> lodi della competizione, della liberalizzazione, della privatizzazione,
> dell?aziendalismo, denigrare il pubblico, promuovere presidenzialismi e
> sistemi maggioritari, prostrarsi di fronte alla potenza Usa, e poi, vista
> la nostra storia particolare, stupirsi che tutto questo venga raccolto da
> un Boss brianzolo, senz?altro meno elegante (e più pericoloso, forse) di
> un anglosassone pseudolaburista.
>
> Rimuovere questa anomalia e far fronte all?emergenza democratica è

senz?altro
> un dovere di tutti, ma pensare di farlo ripetendo ciò che ha generato

l?anomalia
> e l?emergenza è come suicidarsi due volte.
>
> Il movimento italiano può avere un ruolo importante in questa battaglia.
> Ma lo avrà solo se prende l?iniziativa politica. Con i contenuti che ha
> maturato nel suo lavoro di massa e che ha espresso nel Forum Sociale

Europeo
> di Firenze sostenuto dalle mobilitazioni contro la guerra e il

neoliberismo
> di centinaia di migliaia di persone. Possiamo proporre questo lavoro in
> un programma fondamentale di cinque punti dirimenti, con lo sguardo

all?Europa
> che è il nostro terreno politico dell?alternativa più ravvicinato:
>
> 1) Pace, che significa contrapposizione alla politica della guerra
> infinita del governo Usa e affermazione del ripudio della guerra in ogni
> scenario di conflitto; ritiro delle truppe di occupazione da tutti i

teatri
> di conflitto armato, ruolo diplomatico e politico non militare di una

Europa
> democratica in solidarietà con la volontà di autodeterminazione dei

popoli,
> alleanze mondiali improntate al multilateralismo e alla democrazia,

costruzione
> di un nuovo diritto internazionale dei popoli e di nuovi organismi

internazionali
> veramente rappresentativi. Drastica riduzione delle spese militari a

livello
> italiano, europeo ed internazionale.
>
> 2) Lavoro, che significa lotta alla precarizzazione e alla flessibilità,
> diritti estesi a tutti i lavoratori non considerati come risorse umane,
> una politica del reddito che sotto varie forme assicuri dignità, piena

occupazione
> e alti livelli di istruzione e formazione per tutti non finalizzati alle
> esigenze del mercato, riduzione dell?orario. Abolizione della Legge 30.
>
> 3) Migranti, che significa diritto di circolazione e di cittadinanza
> europea per tutti quelli che vi risiedono, chiusura dei Cpt, veri lager
> di Stato, diritti sociali e politici per tutti, piena integrazione

conviviale,
> abolizione della legge razzista Bossi-Fini.
>
> 4) Economia pubblica partecipata e lotta alle privatizzazioni, che
> significa abbandono delle politiche neoliberiste di liberalizzazione,

abbandono
> dei vincoli del Trattato di Maastricht e del Patto di Stabilità,
> ripresa qualificata della spesa sociale a partire dalla non mercificazione
> dei beni comuni, dal diritto all?acqua, all'istruzione, alla salute, alla
> previdenza e in generale a servizi pubblici a livello europeo, tassazioni
> globali e locali per limitare il potere del capitale, in particolare di
> quello finanziario, a partire dall?istituzione della Tobin Tax (in

proposito
> della quale è in discussione in Parlamento una proposta di legge di

iniziativa
> popolare che ha raccolto oltre 200.000 firme). Una politica ambientale

degna
> di questo nome, con al centro non la sostenibilità della

distruzione/sviluppo,
> ma una critica della crescita puramente economica e un nuovo obiettivo di
> qualità della vita per tutti. Una fiscalità generale diretta ed indiretta
> che restituisca al sistema tributario il criterio costituzionale della

progressività.
>
> 5) Democrazia, che significa processo costituente europeo democratico
> a partire dai popoli e quindi rifiuto dell?attuale processo neoliberista
> di una Europa dei potenti e dei governi, rifiuto dei sistemi autoritari
> maggioritari e presidenzialisti, pluralismo vero nell?informazione e una
> giustizia indipendente ed uguale per tutti, democratizzazione e

smilitarizzazione
> degli apparati repressivi dello Stato, democrazia partecipativa locale

vincolante
> che favorisca la partecipazione dei cittadini.
>
>
>
> Proponiamo che a partire da questi punti il movimento italiano, nella

forma
> rappresentativa che saprà darsi, di un forum sociale comune o di un

coordinamento
> di reti e gruppi, a partire dal social forum locali, inizi una discussione
> in grado di costruire una iniziativa politica autonoma e pubblica di

interlocuzione
> rivolta a tutte quelle forze politiche e sociali che si pongono il

problema
> di una azione comune per battere Berlusconi e il suo governo, per una

Europa
> sociale dei popoli, per porre le basi ad una alternativa di società, per
> dare al nostro paese un futuro realmente diverso e migliore.
>
>
>
> ?L?acqua ch?io prendo già mai non si corse?
>
> (Dante, Paradiso, 2° canto).
>
>
>
> Attac-Italia
>
>
>
>
>
>
> ---
> Lista elettronica Comitati locali ATTAC Italia (200k max)
> Si prega di usare la lista solo per comunicazioni inerenti la vita

associativa, il dibattito e le iniziative di ATTAC Italia