[CSSF] CEPENDANT, PATHE'... una brutta storia all'FSE2003

Borrar esta mensaxe

Responder a esta mensaxe
Autor: Collettivo Bellaciao SFE
Data:  
Asunto: [CSSF] CEPENDANT, PATHE'... una brutta storia all'FSE2003
<html>
<head>
<title>Untitled Document</title>
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=iso-8859-1">
</head>

<body>
<p><a href="http://bellaciao.org/it/article.php3?id_article=995">http://bellaciao.org/it/article.php3?id_article=995</a></p>
<p>============================================</p>
<p>CEPENDANT, PATHE'... una brutta storia all'FSE2003</p>
<p><br>
Cronaca di una decisione inaccettabile per l'FSE 2003 </p>
<p>Cependant &egrave; una parola francese. Significa "tuttavia". Per
saper cosa &egrave; Path&eacute; continuate a leggere. </p>
<p>TERRA DI FRANCIA Sono tornato da diversi giorni da Bobigny, ma solo oggi riesco
a ultimare questo che altro non vuole essere che un contributo. Lass&ugrave; in
terra di Francia, dal 26 al 30 settembre, si &egrave; svolta l'ultima riunione
europea dell'assemblea preparatoria dell'ormai prossimo FSE2003 di Saint-Denis
Paris. Da mesi sto partecipandola all'interno della delegazione italiana rappresentando
il forum del teatro"fdt". Bruxelles, Berlino, Genova e Bobigny appunto.
Tutto &egrave; cominciato a Dicembre a Saint-Denis ma per noi ancora era troppo
presto. Firenze era ancora tutt'addosso come esperienza e quindi quasi non
ci siamo accorti che gi&agrave; partiva la locomotiva verso la seconda edizione.
Abbiamo riletto tra le righe il report ufficiale del primo incontro europeo
cercando delle notizie raccolte dai resoconti degli italiani presenti. Del
dato principale nessuna traccia : i francesi avevano preparato un dispositivo
di segreteria ben strutturato che si sarebbe occupato praticamente di tutto&#8230; Ma
chi ha vissuto la preparazione "europea" di Firenze non poteva accettarlo
e la presa di parola degli stranieri ha riportato la rotta verso la centralit&agrave; di
un'assemblea che avesse valore decisionale e ribadisse la struttura di una
costruzione partecipata collettivamente. </p>
<p>LIVELLO ISTITUZIONALE E MOVIMENTI A Bruxelles la capacit&agrave; di mediare
della nostra delegazione ha salvato gli organizzatori e tutti noi da un clamoroso
stop. Pronti via e la presidenza annuncia la costituzione di due soli gruppi
di lavoro : organizzazione e programma. Ma come ? "Firenze" ha costruito
il progetto attorno al lavoro del gruppo di "allargamento della rete" (ampliamento
della rete di soggetti e movimenti europei coinvolti) e ora si pensa di poterne
fare a meno ? Ci vuole quasi una notte di trattativa per tranquillizzare i
francesi troppo preoccupati. Ma di che ? C'&egrave; una dinamica che prende
corpo : una certa resistenza del comitato organizzativo francese, a concepire
e favorire la presenza dei movimenti nel processo. Un comitato quello francese
faticosamente costruito attorno alla relazione principale tra ATTAC France,
la CGT, il PC francese*, la Lega dei Diritti dell'Uomo di Francia e la ramificazione
di una serie di realt&agrave; che comunque non varia l'assetto generale che &egrave; fortemente
istituzionale. Del resto da anni in Francia nessuna traccia di esperienze di
movimento. Tutto quello che ne consegue &egrave; un pericoloso incrocio continuo
di tensioni e la distanza tra livello istituzionale FSE e suo spirito e corpo
movimentista si riduce solo a Berlino con un equilibrismo politico che porta
alla creazione di un nuovo gruppo di lavoro per la preparazione dell'assemblea
dei movimenti sociali. Un momento aperto, non vincolante per i soggetti FSE
comunque realizzato il giorno dopo la sua chiusura e quindi capace di rilanciarlo
verso il futuro attraverso la definizione dell'agenda politica dei movimenti.
Da l&igrave; un anno fa &egrave; partita la lunga marcia verso il 15 febbraio
dei 110 milioni nel mondo contro la guerra in Irak A Berlino nasce anche un
nuovo gruppo di lavoro e inizia a camminare la Commissione artistica e culturale
europea, a carattere consultivo e responsabile di accompagnare il progetto
generale artistico e culturale presentato dai francesi e fatto proprio dall'AEP
(assemblea preparatoria europea). *(non risulta tra i soggetti del Comitato
d'Iniziativa francese [CIF] per FSE2003 ma &egrave; ben rappresentato da singoli
presenti in diverse realt&agrave; che il CIF partecipano) </p>
<p>LE PRIME VOCI Ed &egrave; proprio al ritorno da Berlino (mese di maggio) che
incominciano a circolare le prime voci : ci sarebbe una certa volont&agrave; di
fare svolgere parte dei lavori FSE (buona parte dei suoi seminari) all'interno
di sale di cinema multisala, i "multiplex" Gaument e Path&eacute;,
rispettivamente a Saint-Denis e a Ivry sur Seine. A sollevare la questione &egrave; la
Coordinazione per il Nuovo Cinema (francese) che prende posizione e comincia
a chiedere spiegazioni agli organizzatori fr. Possibile proporre nel programma
ufficiale della salvaguardia delle identit&agrave; culturali, difendere la
creazione dal vivo e audiovisiva, chiedere la fine dell'attenzione degli accordi
GATS attorno alla cultura e a un tempo solo finire a rappresentare queste posizioni
forti all'interno dei "Mcd&ograve;" della cultura ? In quei luoghi
cio&egrave;, dove pi&ugrave; massivamente la mercificazione realizza il devastante
processo di assimilazione e depauperamento della potenzialit&agrave; culturale,
per riconvertirla in processo di consolidamento alla formazione del consenso
all'impero. Possibile entrare in contatto e mediare l'utilizzo di spazi con
le multinazionali ? E se fra queste, vi dicessero infine, ci fosse anche la
Vivendi Universal* ? Tra i proprietari del Path&eacute; figura proprio "Vivendi" :
una delle grandi privatizzatrici e leader del commercio mondiale dell'acqua
! All'epoca avevamo gi&agrave; da mesi cominciato come fdt , il lavoro di rete
sul territorio metropolitano di Parigi e da subito abbiamo recepito l'allarme
e cercato di contribuire come possibile al sostegno delle realt&agrave; che
sul campo si sono fatte carico della vicenda. Abbiamo assistito al muro di
reticenze e silenzi sollevato dagli organizzatori, sentito dire che non era
vero e riletto i tasselli di un mosaico che in realt&agrave; portava a definire
una realt&agrave; molto chiara, tutto era definito dall'inizio, faceva parte
di un solo grande pacco. A fine di giugno una sessione indipendente della Commissione
artistica e culturale europea (CAC europea) ha preso posizione su questa questione,
dichiarandosi contraria, aprendone anche altre legate alla trasparenza del
bilancio di previsione e alla "censura/esclusione" dalla lista europea
del Collettivo franco-italiano Bellaciao (a Parigi &egrave; stato uno dei pi&ugrave; attivi
soggetti a reagire allo stato di cose che si &egrave; venuto a realizzare).
*(passata un mese fa nelle mani del network americano NBC, di propriet&agrave; della
General Electrics) </p>
<p>Il SILENZIO A GENOVA Aperta la comunicazione internamente a FSE e preparata
la nostra presenza al nuovo incontro di Genova (durante le "giornate"),
abbiamo (come fdt) fatto quanto necessario riportando la questione all'AEP,
ma da soli*&#8230; Purtroppo la pressione tutto intorno, il timore di portare
turbamenti al "processo" e il nostro piccolo peso hanno fatto cadere
nel vuoto quanto portato in assemblea. Un'assemblea imbambolata ad ascoltare
deboli risposte di organizzatori e amministratori locali francesi, a rendersi
protagonista e ad accettare un imbarazzante silenzio. Da circa un mese per&ograve; in
Francia una nuova prospettiva sociale si stava creando intorno alla mobilitazione
degli "intermittenti" e dei precari dello spettacolo dell'Ile de
France. Il 26 di giugno scorso il governo Raffarin &egrave; riuscito infatti
a mettere sulle barricate anche la pi&ugrave; parte dei lavoratori legati alla
creazione dal vivo, grazie alla firma di un accordo con il sindacato patronale
francese, che apre al disastro nei prossimi mesi l'esistenza di centinaia di
migliaia di persone in tutta la Francia. Un'eccezione culturale quella francese
che rappresenta in Europa, l'ultima "anomalia" da regolare, da parte
del processo di formattazione imposto dalla globalizzazione neoliberale a livello
mondiale. *(solo l'intervento di riepilogo dei lavori genovesi della CAC europea
ha sottolineato la necessit&agrave; di alternative) </p>
<p>REAZIONI INCONTROLLABILI La mobilitazione des intermittents (inters) &egrave; stata
fulminea, radicale e ha in pochi giorni bloccato completamente la quasi totalit&agrave; dei
Festival estivi, anche quello di Avignone&#8230; Mai successo. Come un movimento
(orizzontale e progettuale), reale. Tuttavia, il percorso francese di preparazione
FSE non si ferma a riflettere e continua anche in tutto il mese di agosto,
cos&igrave; come le continue azioni e le assemblee generali "des inters" contro
il protocollo capestro. E cos&igrave; come il ministro della cultura Jean-Jacques
Auillagon anche gli organizzatori di FSE alzano un muro. Il dialogo come opzione
per risolvere insieme diventa invece il "luogo" negato che propelle
al conflitto. [Si arriva persino a "nascondere" al report della sessione
AEP di Genova (19/20 luglio) il contributo della CAC europea, fortemente marcato
dalla richiesta di risolvere le questioni aperte] E' ormai la fine di Agosto
quando sotto la pressione della sempre pi&ugrave; partecipata protesta il Segretariato
Organizzativo (SO) accetta di aprire due gruppi di lavoro che possano, viene
ammesso per la prima volta, portare delle alternative per uscire da una situazione
diventata ormai insostenibile. Sono componenti della Coordinazione per un Nuovo
Cinema, della CAC francese, dell'SO e des inters ; il lavoro di rete degli
attori coinvolti dal progetto culturale e artistico per FSE ha saputo infatti
a Parigi aprire una relazione con gli intermittenti, accolto la loro presenza
e il loro contributo per i lavori della CAC francese &egrave; diventato fondamentale.
Bastano pochi giorni e risulta subito evidente che l'SO ha fatto a suo tempo
semplicemente delle scelte ben precise. A Saint-Denis si rivela immediatamente
una dato perlomeno singolare : nessuno mai si &egrave; presentato ai responsabili
dell'Universit&agrave; Paris 8 per discutere dell'utilizzo di plessi coinvolgibili
alle iniziative e ai lavori FSE : siti vasti, magari complessi da gestire dal
punto di vista organizzativo, ma comunque disponibili (per voce dei diretti
responsabili) e soprattutto gratuiti&#8230; Una soluzione importante dunque
e a portata di mano. A Ivry invece&#8230;Con altrettanto "stupore" risulta
evidente che il territorio comunale non presenta alternative possibili. A suo
tempo, dicevamo, sono dunque state fatte delle scelte. Ma quanto tempo fa ?
Se &egrave; vero com'&egrave; che a Ivry sur Seine non esiste un altro luogo
oltre al "multinazionale" Path&eacute; capace di accogliere grandi
dibattiti pubblici. Se &egrave; vero che questo lo sanno tutti. Se gli organizzatori
francesi hanno definito a fine Novembre del 2002 che l'FSE2003 si sarebbe svolto
anche a Ivry&#8230; </p>
<p>I MOVIMENTI NON SI POSSONO REGOLARE Quanto da Seattle a Cancun &egrave; arrivato
altro non &egrave; che la presa di parola dei popoli, delle donne e degli uomini
che hanno cominciato a rappresentare la possibilit&agrave; di costruire un
altro mondo. Esperienze locali, grandi mobilitazioni, forum mondiali e continentali,
passando per Genova, il no alla guerra e le campagne internazionali. Abbiamo
visto il sorriso e le lacrime, conosciamo il lutto, la fatica del vivere e
la forza del resistere&#8230; Noi a Bobigny non potevamo restare in silenzio.
Noi ora non possiamo tacere. A Bobigny la commissione artistica e culturale
europea ha ribadito la sua contrariet&agrave;, in un solo comunicato letto
a tre voci* per chiedere di tornare indietro, di pensare altre soluzioni meno
dolorose, di non accettare la connivenza. Quel comunicato ha aperto il conflitto.
L'SO francese infatti ha imposto all'AEP un braccio di ferro, sinceramente
fuori luogo, irresponsabile. Come se questo dipendesse da altri, all'Assemblea
europea non &egrave; stato risparmiato nulla. In un luogo dove da sempre le
complesse articolazioni FSE si realizzano a partire dal metodo del consenso, "l'affaire
Path&eacute;" ha avuto l'effetto di una bastonata. Una riunione quella
di Bobigny, pi&ugrave; che mai fatta dagli "specialisti di FSE",
su pi&ugrave; giorni, anche feriali. Una discussione plenaria di un'ora, un'inutile
riunione ristretta per allentare l'empasse, la soluzione finale di fatto imposta
il giorno successivo&#8230; Un errore politico enorme alla fine scaricato alla
definitiva decisione assembleare, un errore che vale la praticabilit&agrave; di
una settantina di seminari FSE Ora non ha senso proporre la radiografia del
tutto. Non &egrave; riproducibile il clima che ci &egrave; toccato subire.
Noi l'abbiamo vissuto. Non lo dimenticheremo Abbiamo fatto il possibile, evocato
le possibili reazioni, ricordato che cosa il movimento dei movimenti ha portato
nel mondo, fatto proposte alternative mettendo in relazione l'aumento dei costi
economici del budget complessivo (mai eticamente presentato) con il danno sociale
altrimenti prodotto. Oltre ai gi&agrave; citati anche la quasi totalit&agrave; della
delegazione italiana a Bobigny si &egrave; schierata per la ricerca di alternative,
sottolineando la critica per una soluzione "indecente", inimmaginabile
per un FSE. *(Coordinazione per un Nuovo Cinema, intermittenti dello spettacolo
fr e CAC europea, appunto) </p>
<p>NO No. Non ci sono pi&ugrave; alternative praticabili. Non &egrave; possibile
andarsene da Ivry. Un'unica risposta, no. La sola cosa che gli organizzatori
sono stati capaci di produrre oltre a quel no &egrave; stata la redazione di
un documento in cui si ribadiscono i principi "altermondialisti",
in cui si sottolineano le valenze di FSE e il suo fondamentale ruolo politico
e sociale e che a un certo punto propone quella parola, che da sola porta con
s&eacute; tutto l'assurdo della vicenda, quel "tuttavia", cependant
in francese&#8230; Seguono delle deboli riflessioni per giustificare la scelta
di Path&eacute;, per metterla in relazione a presunte inevitabili contraddizioni
che il sistema neoliberale produce nella realt&agrave; che viviamo, per dare
comunque indicazione che si trovino i modi per comunicare quelle che sono le
nostre posizioni, le cose in cui crediamo, per cui lottiamo&#8230;. Ci hanno
chiesto prima di scriverlo, quel documento, poi ci hanno invitato al dialogo,
ad integrarlo&#8230; Non sappiamo ancora se sar&agrave; reso pubblico, comunque
dopo mesi di tanta umilt&agrave;, disponibilit&agrave;, pazienza, lavoro per
evitare tutto questo, ci &egrave; sembrato opportuno non contribuire. E' andata
cos&igrave;. E noi che pensavamo che questo non fosse buono la pensiamo ancora
cos&igrave;. FSE &egrave; dal suo inizio un processo complesso ed esposto naturalmente
al sempre necessario luogo della mediazione. Pluralit&agrave;, diverse culture
politiche e sociali che sviluppano un percorso collettivo. Le contraddizioni
non sono sempre evitabili, ma quella imposta dagli organizzatori francesi ci
pare davvero inaccettabile. C'&egrave; un limite. Un limite eticamente sancito
dalla Carta di Porto Alegre e concretamente rappresentato dalle pratiche quotidiane
di milioni di donne e uomini in tutto il mondo. In maniera a dir poco scorretta
a Bobigny la questione &egrave; stata affrontata solo per quel che riguarda
l'evidente accettazione (nei fatti) del sistema di mercificazione della cultura.
A molti &egrave; parso opportuno dimenticarsi che tra le pi&ugrave; importanti
campagne mondiali prodotte dal movimento vi &egrave; quella per la tutela dell'acqua
e delle risorse idriche come bene comune inalienabile per i popoli della terra.
A molti &egrave; parso meglio non sottolineare il ruolo primario di Vivendi
nel mercato mondiale dell'acqua. Che per questo gi&agrave; si fanno guerre,
che per questo a Firenze nel marzo 2003 si &egrave; realizzato il primo Forum
alternativo mondiale dell'acqua. </p>
<p>DENTRO FSE PER&#8230; A chi a Bobigny ha avuto il coraggio di segnalarci come
infiltrati per impedire il regolare svolgimento del Forum, a quanti ci hanno
implorato perch&eacute; "cos&igrave; si mette a in pericolo tutto il Forum",
abbiamo gi&agrave; risposto. Ora lo riaffermiamo pubblicamente : essere contro
Path&eacute;, non vuol dire essere contro tutto l'FSE. Essere contro Path&eacute; &egrave; il
minimo che possiamo per confermare i principi che ci animano, per ribadirci
come realt&agrave; che insieme a tante lavora nel mondo per il cambiamento.
Ci pare quella di aprire la comunicazione e il dibattito su questa vicenda
l'unica strada per continuare un lavoro coerente all'interno del processo FSE,
per non svenderne il lavoro iniziato "verso Firenze" e fino a qui
svolto, per mantenerlo come strumento credibile, aperto ed efficace per l'iniziativa
sociale e politica nell'altra Europa che stiamo cercando di costruire, come
luogo capace di aprire conflitto sociale. Abbiamo posto all'SO, all'Assemblea
e a quanti erano a Bobigny una sola domanda politica : "Perch&eacute;,
come organizzatori del secondo evento altermondialista nel mondo (in ordine
di importanza dopo il FSM), pur essendo a conoscenza dell'inevitabile contraddizione
connessa alla scelta di Ivry sur Seine, gli organizzatori francesi hanno continuato
per mesi la loro iniziativa senza alcuna titubanza fermando la decisione su
di una "trappola per topi" ? Nessuna risposta &egrave; arrivata. </p>
<p>BOICOTTARE IL PATHE' ? forum del teatro ha durante i lavori di Bobigny gi&agrave; ritirato
la sua unica proposta di Seminario per l'FSE2003. fdt resta all'interno del
processo FSE. Prima della partenza alcuni organizzatori ci hanno esortato a
non lasciare la strada del dialogo&#8230; Ho riaffermato semplicemente che
: "non l'abbiamo mai persa, tuttavia non possiamo certo garantire per
la reazione che tra i movimenti tutto questo produrr&agrave;". Alcuni
tra i componenti della delegazione italiana durante i lavori dell'AEP hanno
accennato all'ipotesi di boicottare ogni tipo di iniziativa FSE all'interno
dello spazio Path&eacute; di Ivry sur Seine, facendosi carico della richiesta
presso gli organizzatori francesi che queste iniziative (seminari, workshops
o altro) fossero svolte e garantite in altro luogo eticamente sostenibile.
Noi ad un mese dall'inizio del Forum Sociale Europeo di Saint-Denis, Paris,
Ivry e Bobigny non ci sentiamo di chiedere questo a tutti i soggetti FSE e
non che hanno proposto seminari per il suo Programma ufficiale, ma questa &egrave; un'opzione
possibile, come altre. </p>
<p>Invitiamo tutte e tutti ad esprimersi*, ci pare necessario, per il futuro
del Forum Sociale Europeo. </p>
<p>per continuare a contribuire perch&eacute; l'ascolto &egrave; una qualit&agrave; ancora
utile agli umani </p>
<p>Maurizio Biosa (rappresentante per FSE del forum del teatro) per contatti
: infoforumteatro@??? </p>
<p>vi aspettiamo all'FSE2003, verso&#8230; Londra2004 </p>
<p>* vi chiediamo di dare diffusione a quanto avete pazientemente letto sino
a qui per evitare a chiunque di dover amaramente scoprire e capire tutto, forse,
a Paris.<br>
Publi&eacute; par: madresh</p>

</body>
</html>
<br><br><br><a href="http://bellaciao.org/liste/listes.php?action=desinscription&code=bddc7921736d2c9e&liste=45">http://bellaciao.org/liste/listes.php?action=desinscription&code=bddc7921736d2c9e&liste=45</a>