[ssf] Fw: appello pubblico a tutti i movimenti di lotta

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Author: Gianni - Circolo Prc "Carlo Giuliani" - Cadorago (Co)
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Subject: [ssf] Fw: appello pubblico a tutti i movimenti di lotta
CACCIARE BERLUSCONI, SI':
MA NON A RIMORCHIO DEI LIBERALI E DEI BANCHIERI

PER L'UNITA' E L'AUTONOMIA DELLE NOSTRE RAGIONI
E DELLE NOSTRE LOTTE

Un appello pubblico a tutti i movimenti di lotta di questi anni
e alle loro organizzazioni associative, politiche, sindacali

Come lavoratori e lavoratrici, attivisti del movimento contro la
globalizzazione neoliberista, sostenitori del movimento contro la guerra e
di tutti i movimenti di opposizione al governo Berlusconi, vogliamo che la
cacciata di questo governo abbia il segno delle nostre lotte, della
battaglia per un'alternativa vera che rompa con le politiche dominanti di
questi dieci anni. Per questo guardiamo con estrema preoccupazione alla
prospettiva di subordinazione dei movimenti a un ennesimo schieramento di
governo di centrosinistra, a rimorchio di forze liberali e di centro, da
sempre estranee e ostili alle nostre ragioni e ai contenuti di fondo
dell'opposizione di massa a Berlusconi. Proponiamo dunque a tutti i
movimenti di lotta di questi anni, a tutte le loro rappresentanze e
organizzazioni, a tutte le diverse forze politiche e sindacali che si sono
schierate dalla parte del Sì all'estensione dell'articolo 18, di respingere
ogni subordinazione all'Ulivo, di unire le proprie forze in un campo
autonomo dai liberali, di rilanciare un'opposizione radicale a Berlusconi su
un proprio programma di lotta indipendente.

Appena due anni fa si è conclusa una lunga legislatura di centrosinistra che
ha prodotto finanziarie di "lacrime e sangue", ha gestito enormi
privatizzazioni, ha introdotto il lavoro interinale ("pacchetto Treu"), ha
varato i campi di detenzione per gli immigrati (legge Turco-Napolitano), ha
avviato la privatizzazione della scuola pubblica, ha diretto l'intervento di
guerra nei Balcani.
Lavoratori, giovani, pacifisti hanno visto deluse e colpite tutte le proprie
ragioni e aspettative. Il padronato si è rafforzato e arricchito, protetto
da una concertazione sindacale che ha zittito scioperi e conflitti.
Berlusconi è stato, alla fine, il beneficiario politico di questo disastro.

Il governo reazionario di Berlusconi, in questi due anni, è entrato in tutti
i varchi aperti dalla legislatura precedente per ampliare e aggravare oltre
ogni misura l'aggressione ai lavoratori, ai giovani, alle protezioni
sociali. E i colpi ai diritti del lavoro, la nuova guerra e spedizione
coloniale in Irak, l'ennesimo attacco alla previdenza pubblica, si sono
congiunti a un attacco intollerabile a spazi e diritti democratici.

Questa aggressione ha trovato una risposta non nei liberali dell'Ulivo ma
nei nostri movimenti e nelle nostre lotte.
La grande manifestazione di Genova, nel luglio 2001, che registrò
l'assassinio di Carlo Giuliani, ha visto il centro dell'Ulivo ostile o
estraneo. Le grandi mobilitazioni operaie contro il governo, incluse le
stesse manifestazioni indette dalla Cgil, hanno trovato il centro dell'Ulivo
imbarazzato e lontano: e tutto il centro liberale dell'Ulivo, senza
eccezioni, ha fatto blocco con Berlusconi e la Confindustria contro il
referendum per l'estensione dell'art. 18. Il grande movimento di massa
contro la guerra ha avuto il sostegno dei liberali per la sola assenza della
copertura Onu: ma la successiva spedizione militare italiana in Irak, come
già la spedizione di guerra in Afghanistan, ha visto uniti, ancora una
volta, i liberali dell'Ulivo e Berlusconi. Persino le mobilitazioni
democratiche contro Berlusconi di ispirazione "girotondina" hanno visto
spesso i dirigenti liberali dell'Ulivo spiazzati o apertamente critici.

Così, oggi, su tutti i terreni decisivi, le ragioni dei liberali dell'Ulivo
e le ragioni dei lavoratori, dei giovani, dei pacifisti coerenti, appaiono
radicalmente opposte.
Sulle pensioni: noi pensiamo che vadano salvaguardate; mentre i liberali
dell'Ulivo sfidano Berlusconi a "una vera riforma strutturale".
Sul lavoro: noi pensiamo vadano abolite vecchie e nuove leggi di
flessibilità; i liberali dell'Ulivo propongono la "flessibilità concertata".
Sulle privatizzazioni: noi pensiamo debbano essere respinte (ed anzi
annullate quelle già realizzate dall'Ulivo); i liberali dell'Ulivo lamentano
le insufficienti liberalizzazioni e privatizzazioni di Berlusconi, come
prova della sua "incapacità di governo".
In politica estera: noi contestiamo l'Europa di Maastricht, le sue politiche
antipopolari, il suo crescente militarismo; i liberali dell'Ulivo si
presentano, a partire da Prodi, come i costruttori dell'Europa del capitale,
delle sue ricette antisociali, delle sue crescenti spese militari.

E' vero: siamo entrambi "opposizione" a Berlusconi. Ma lo siamo da versanti
opposti: noi dal versante delle ragioni di questi anni di lotte di massa
contro il governo; i liberali dal versante degli interessi dei banchieri e
delle grandi famiglie del capitalismo italiano, contro le nostre ragioni.

Ci si dice che occorre "coinvolgere i movimenti" nel "confronto
programmatico tra Prc e Ulivo" per "definire un comune programma di
governo".
Ma il "confronto" non è forse quello già fatto in tutti questi anni,
pubblicamente, nello scontro sociale e politico quotidiano? Non è stato un
confronto quello realizzato sul referendum estensivo dell'art. 18? Le
risultanze di questi confronti ci parlano non di "divergenze" tra movimenti
e centro ulivista ma di due versanti di classe tra loro alternativi.
Chiedere oggi di "aprire il confronto" per un "comune governo" significa
rimuovere -qui sì pregiudizialmente- il confronto pubblico già effettuato e
suoi risultati. E predisporsi a un accordo subalterno con i liberali e i
loro programmi, usando i movimenti come copertura e tappeto.
Non siamo d'accordo. Contrasteremo con tutte le nostre forze questo sbocco.
Movimenti nati per un altro mondo possibile non meritano la subordinazione
ad un accordo di governo con Treu e Mastella, D'Alema e Bersani, sotto la
guida, già sperimentata, di Romano Prodi. La giovane generazione emersa
dalle lotte di questi anni non merita una nuova, drammatica, sconfitta delle
proprie ragioni e aspirazioni.

Cacciare Berlusconi è necessario e possibile: ma con metodi, contenuti,
prospettive radicalmente diversi.
Come attivisti e sostenitori dei movimenti di questi anni noi proponiamo
alle nostre diverse organizzazioni, sindacali, politiche, di movimento, di
unire le proprie forze, sul piano nazionale e locale, attorno a una
piattaforma indipendente di mobilitazione radicale contro il governo che
unifichi e raggruppi tutte le ragioni di lotta.
Ci rivolgiamo alla Cgil, all'intero campo del sindacalismo di base, alle
organizzazioni noglobal ma anche a tutte le forze e tendenze politiche della
sinistra che hanno sostenuto la battaglia per l'estensione dell'articolo 18
e hanno respinto ogni sostegno alla spedizione italiana in Irak per dire
loro una cosa molto semplice: il nostro popolo non ha bisogno di "tavoli
programmatici di governo" con forze liberali, estranee ed ostili; ha bisogno
di rilanciare una propria azione di lotta, unitaria e di massa, attorno a un
programma comune di proprie rivendicazioni: le sole che possono fondare
un'alternativa vera a Berlusconi.

Il rilancio della previdenza pubblica, contro le leggi privatizzanti varate
dal '95; la rivendicazione di forti aumenti salariali unificanti per
l'insieme del lavoro dipendente, congiunti con forme di controllo operaio e
popolare sui prezzi; la richiesta di superamento di tutte le leggi di
precarizzazione del lavoro -dal "pacchetto Treu" sino alla legge 30- assieme
all'estensione a tutti dell'art. 18 e al rifiuto di ogni privatizzazione;
l'obiettivo di un vero salario garantito per i disoccupati, fuori da ogni
scambio con forme di precariato; la rivendicazione del ritiro immediato
delle truppe italiane dall'Irak assieme ad un abbattimento verticale delle
spese militari; una lotta coerente per la difesa di spazi e diritti
democratici, contro leggi e istituti del maggioritario e della Seconda
Repubblica, per una legge elettorale coerentemente proporzionale.

Sono obiettivi semplici ed elementari, imposti dalla crisi sociale e dalla
stessa sfida berlusconiana su cui è necessario e possibile verificare la
disponibilità unitaria tra tutte le forze del movimento operaio e popolare.
Nessuna di esse è accolta e accoglibile dal centro liberale dell'Ulivo.
Ognuna di esse riscuote nelle classi subalterne e nel popolo vasto della
sinistra un consenso potenzialmente larghissimo.
Questa è l'unità contro Berlusconi che noi proponiamo. E' un'unità che può
tradursi, a certe condizioni, in accordi elettorali tra le forze contraenti
per concorrere a battere le destre anche sul piano istituzionale. Ma è
soprattutto l'unica unità che può sposarsi con la radicalità degli obiettivi
e delle lotte.

In questo senso avanziamo la proposta di costruzione di "un polo di classe
anticapitalistico": di un campo di forze operaie e popolari, di movimento,
protagoniste di questi anni di mobilitazione, che si candidi a dare la
propria soluzione alternativa alla crisi sociale e politica italiana, e che
quindi si impegni -oggi e domani- ad una piena opposizione a tutti i governi
delle classi dominanti. Siano essi di centrodestra o di centrosinistra.

promotori dell'appello:

Bruno Manganaro - Segr. reg. Cgil Liguria, ex portavoce naz. Genova Social
Forum
Piero Acquilino - Collegio Garanzia naz. FIOM, Fincantieri Genova
Daniele Debetto - Dir. naz. Filtea Cgil, IBM Torino
Enrico Baroni - Segr. naz. CUB Chimici, RSA Amsa Milano
Roberto Spagnolo - Esecutivo naz. Confed. COBAS, Torino
Pino Iaria - Esecutivo naz. COBAS Scuola, Torino
Roberto Spadoni - CUB naz. Trasporti, Roma
Roberto Laudini - Coord. naz. COBAS Settore Difesa, Messina
Luigi Sorge - coord. naz. S.in.Cobas, FIAT Cassino
Romeo Tuosto - resp. Handicap Cgil Bari
Camera Lavoro Precario, Genova
Camera Lavoro Precario, Pescara
Coordinamento autogestioni e assegnatari, Firenze
Unione Inquilini, Pisa
Collettivo giovanile Scintilla, Imperia

primi firmatari:
Alberto Airoldi - dir. reg. SNUR Cgil Lombardia Francesco Anfossi - dir.
prov. FISAC Cgil Pavia Osvaldo Baccino - dir. prov. FP Cgil Savona Andrea
Bono - dir. reg. FIOM Liguria, Rsu Fincantieri Genova Sestri Ponente
Alessandro Borghi - delegato ILVA, dir. prov. Cgil Genova Gino Bortolozzo -
Dir. reg. Filtea Cgil Veneto Luigi Bozzato - RSU Lottomatica, direttivo
prov. FIOM Cgil Venezia Patrizio Cacciotti - coordinatore prov. RdB Latina
Patrizia Cammarata - RSU Comune di Vicenza, RdB-CUB Veneto Antonio
Canavese - RSU Plaspal Zanussi Stefano Castigliego - RSU Fincantieri,
direttivo prov. FIOM Cgil Venezia Gianfranco Coggi - dir. comprens. FISAC
Cgil Milano Taurino Costantini - dir. prov. SPI Cgil Terni Giacomo Di Leo -
RSU Cobas Messina Francesco Doro - RSU Parpas SPA, Direttivo reg. FIOM Cgil
Veneto Nicoletta Dosio - Comitato popolare Val di Susa contro l'alta
velocità Pino Durante - Esec. CdF Fincantieri Genova Sestri Ponente Antonino
Episcopo - dir. prov. FIOM Cgil Savona Maurizio Freschi - RSU Plaspal
Zanussi, Dir. prov. FIOM Cgil Treviso Massimiliano Ghione - RSU Ferrania
Savona Patrizia Granchelli - resp. lav. precari Cobas PT-CUB Milano
Francesco Lombardi - coord. Comitato popolare per l'acqua pubblica, Viterbo
Antonino Marceca - direttivo aziendale Cgil Asl 12 Venezia Roberto Massari,
editore Guido Misi - dir. prov. Fiom Cgil Genova, Rsu Fincantieri Genova
Sestri Ponente Alfonsina Palumbo - dir. reg. FISAC Cgil Campania Enrico
Pellegrini - direttivo reg. FILCAMS Cgil Venezia Enrico Rubiu - coord. reg.
RdB Sardegna Simone Solari - dir. prov. FILCAMS Cgil Genova, deleg. Ristopiù
Liguria Fausto Torri - dir. prov. Cgil La Spezia Luciano Zangoli - delegato
FILLEA G.E.D. Cesena

per informazioni e adesioni:
Marco Veruggio, posta elettronica:         ma.ver31@???