[Cpt] intervento Parigi

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Miei cari,
visto che non potrò essere alla riunione del 18 a Roma, perché sarò a
Firenze a discutere con esponenti del centrosinistra e del sindacato di Cpt
e molto altro (visti i lodevoli fini di recenti proposti da chi,
insospettabile, sta facendo schiattare dal narcisismo i qualunquisti cultori
dell'adagio "destra e sinistra pari sono"), colgo la richiesta, formulata da
Stefano in una recente mail, di pronunciarsi sui contenuti dell'intervento
da tenere a Parigi, per segnalarvi alcuni elementi di discussione.
Innanzitutto, a Frassanito quest'estate, nell'assemblea in cui s'è discusso
del Fse, alla quale era presente anche Isabelle e alcuni compagni tedeschi
che saranno a Parigi, ci si era trovati d'accordo nel tentare di concentrare
l'attenzione sulle pratiche di lotta passate, presenti e future, sia esterne
sia interne ai Centri, che ne mettano in discussione l'esistenza e possano
diventare vie concrete alla loro chiusura. In questa prospettiva credo si
tratti di relazionare prima di tutto sul percorso fatto dal gruppo no-cpt
del Tavolo migranti da un anno a questa parte (cioè dalla sua nascita a
oggi), a partire dalle manifestazioni di Torino-Lecce-Agrigento, per passare
poi a esporre i diversi metodi di lotta che noi abbiamo proposto e adottato,
e che vanno: dalle battaglie legali (Lecce, Trapani, ecc.) al rapporto di
collaborazione con i parlamentari di Camera e Senato (e relative
differenze); dalle operazioni di monitoraggio alle pressioni sulle
istituzioni preposte (ad es. nel caso sfortunato dei pakistani), dai
tentativi di 'azione diretta' - chiedo venia - (Bari-Palese, Torino) a
quello più indiretto, ma interessante, perché capace di creare consenso, di
Lampedusa. Senza enfatizzazioni, riconoscendo limiti e pregi; senza credere
di aver trovato 'il' metodo. A questo mancherebbe, ma andrebbe aggiunto, uno
sguardo sui modi con i quali gli immigrati lottano quotidianamente dentro i
Centri e, dunque, sarebbe auspicabile prevedere (facendosi anche carico
delle difficoltà materiali che ciò può comportare) l'intervento di un/una
immigrato/a che racconti la sua esperienza e magari quelle di altri. Forse,
mi ricredo rispetto a quanto avevo scritto in una mia mail precedente,
sarebbe il caso di pensare, se è possibile nel contenitore che abbiamo a
disposizione, a un secondo intervento, oltre a quello di Silvia (se Silvia
sarà, come mi auguro). Per quanto mi riguarda (vista la mail di Silvia)
Giovanni va benissimo.
Un abbraccio a tutti e buona discussione.
Fabio

P.S. Ricordatevi di decidere se aderire alla manifestazione di Trapani e
comunicare la decisione direttamente a Valeria.

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	Simone Sabattini