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cari amici inoltro questa interessante corrispondenza pervenutami sul =
tema in oggetto
un cordiale saluto
Luciano
=20
Le vere cause del Black-out
1) Perch=E9 il black-out? Non =E8 un problema di quantum =
energetico
Nonostante tutti abbiano colto l=92occasione del black-out per =
ribadire la necessit=E0 di costruire nuove centrali sul territorio, di =
dare maggiore spazio al carbone ed ai rifiuti fino ad arrivare a =
rilanciare il nucleare, =E8 evidente che, in questo caso, il problema =
riguarda non tanto il tipo di combustibile usato, quanto la =
centralizzazione del sistema di distribuzione. Va ricordato, infatti, =
che al momento del black-out la domanda energetica era pari a meno del =
50% del potenziale di produzione nazionale, a dimostrazione che =
l=92energia era potenzialmente disponibile ma che il sistema di =
distribuzione centralizzato =E8 stato causa dell=92interruzione. =
L=92Italia dispone di una capacit=E0 energetica pari a 55.000 Mwh a =
fronte di 77.000 istallati. La notte tra il 27 e il 28 settembre la =
richiesta energetica era di soli 24.000 Mwh di cui 5.000 importati =
dall=92estero.=20
(vedi http://www.verdi.it/document/energiabuttare/2.htm)
Non solo, affidarsi alla produzione nazionale comporterebbe dei =
costi che l=92Enel =E8 in grado di sostenere. Basti pensare che nel solo =
primo semestre del 2003 l=92azienda ha aumentato il fatturato del 150% =
che, anzich=E9 essere usato, almeno in parte, per abbassare il costo =
dell=92energia ha premiato solo gli azionisti.
2) Cosa fare?
E=92 evidente, quindi, che questo black-out avrebbe potuto essere =
evitato solo se si fossero applicati dei concetti di produzione =
dell=92energia decentralizzata che risolverebbe, almeno in parte, anche =
altri problemi come l=92inquinamento elettromagnetico causato dagli =
elettrodotti, la perdita di carico dovuta al trasporto, l=92impatto =
paesaggistico. Lo sviluppo delle energie rinnovabili dovrebbe, al =
contrario, seguire le vocazioni territoriali sviluppando solare termico =
e fotovoltaico, eolico, piccolo idroelettrico e combustione di biomasse =
ad eccezione dei rifiuti. L=92energia prodotta in maniera diffusa, =
sarebbe distribuita in maniera altrettanto decentralizzata, lasciando a =
carico della rete nazionale solo gli impianti produttivi di dimensioni =
medio/grandi, l=E0 dove l=92energia da fonti rinnovabili non dovesse =
essere sufficiente ad alimentarle.=20
Oltre a provvedere alla costruzione di un diverso sistema di =
produzione e distribuzione energetica, =E8 necessario applicare i =
principi di risparmio ed ottimizzazione dell=92energia. Dal momento, =
per=F2, che questa, al pari di altri servizi, =E8 diventata un bene di =
mercato, =E8 evidente che i gestori hanno tutto l=92interesse di =
aumentare la domanda piuttosto che contenerla, come ad esempio sta =
avvenendo con la trasformazione delle utenze domestiche da 3 a 4,5 Kwh. =
Questo aumento del 50% di disponibilit=E0 elettrica viene appunto =
giustificato con l=92aumento dell=92uso di elettrodomestici ad elevato =
consumo (aria condizionata, aspirapolveri, forni a microonde, =
scaldabagni ...) che spesso porta al sovraccarico di tensione. Tutto =
questo nonostante il consumo di energia elettrica sia gi=E0 pi=F9 che =
raddoppiato negli ultimi trent=92anni.
vedi http://www.verdi.it/document/energiabuttare/3.htm (Il sistema =
energetico sostenibile)=20
L=92Italia potrebbe giocare un ruolo molto pi=F9 importante di =
quanto non faccia nel settore dell=92energia solare avvalendosi dei =
progetti esistenti come quelli dell=92Enea per la costruzione di un =
impianto di 80 Mw equivalenti da realizzarsi nell=92Italia meridionale =
ed insulare dove sussistono buone condizioni di irradiamento solare. Lo =
sviluppo di piccole centrali da 5-10 Mw potrebbe soddisfare la domanda =
di energia in aree con buona insolazione dove la domanda energetica =E8 =
massima durante la stagione estiva a seguito del flusso turistico, come =
la maggior parte delle isole e buona parte del meridione.=20
Secondo un rapporto dell=92International Energy Agency, l=92Italia =
possiede oltre 1.000 km 2 tra tetti e facciate di palazzi che potrebbero =
essere sfruttati per produrre complessivamente circa 127 Twh/anno, che =
garantirebbe la copertura di circa il 45% della domanda energetica =
nazionale. Nonostante ci=F2, il nostro paese =E8 stato finora =
scarsamente impegnato a sviluppare un serio piano di incentivo =
all=92energia rinnovabile. Il piano dei 10.000 tetti fotovoltaici =
promosso dal Ministero per l=92Ambiente, si =E8 finora concretizzato =
nella realizzazione di circa 2.000 installazioni per le quali sono stati =
stanziati 10,5 milioni di euro da parte del Ministero a cui si sono =
aggiunti altri 17 milioni recuperati assieme alle regioni. Come =
dimostrato dal numero di richieste di finanziamento che hanno esaurito =
nel giro di poco tempo i fondi dedicati all=92installazione di pannelli =
fotovoltaici, il mercato di energia pulita potrebbe crescere ancora =
molto con i giusti incentivi e la giusta promozione.=20
(vedi http://www.verdi.it/document/nuclearevsenergia/index3.htm)=20
Per non parlare dell=92energia proveniente dal vento - in Italia =
esistono 13.000 Mwh di eolico bloccati e non utilizzati (vedi =
http://www.verdi.it/document/nuclearevsenergia/index2.htm) -=20
e dalla terra (vedi =
http://www.verdi.it/document/geotermia/index.htm).=20
3) Dimentichiamo il Protocollo di Kyoto?
A partire dalla firma del Protocollo di Kyoto ad oggi, le =
emissioni di CO2 nel nostro paese sono ulteriormente aumentate di 17 =
milioni di tonnellate, mentre nello stesso periodo nell=92Unione europea =
si registra una diminuzione media di 1 milione di tonnellate. Ci=F2 =
determina un maggior impegno del nostro paese che vede salire a circa il =
18% la quota di taglio rispetto alle emissioni del 1990. Nel caso della =
produzione di energia elettrica, la sostituzione del carbone con altri =
combustibili a minor rilascio di CO2 come il gas naturale, come =
combustibile di transizione verso l=92utilizzo di fonti rinnovabili, =
potrebbe far avvicinare di molto il nostro paese agli obiettivi di =
Kyoto. Ma questa decisione non verr=E0 mai presa non solo e non tanto, =
come si sostiene, per non legare l=92Italia ai pochi paesi fornitori di =
gas naturale, quanto perch=E9 il mercato impone di produrre a minor =
costo. Un esempio?
Il primo pacchetto di centrali venduto dall=92Enel =E8 stato =
acquistato dal gruppo spagnolo Endesa Italia, il cui amministratore =
delegato ha recentemente dichiarato che l=92abbassamento dei prezzi =
potr=E0 avvenire solo attraverso un maggior ricorso all=92uso del =
carbone. Il gruppo prevede un aumento della produzione delle centrali di =
circa 500 Mwh, auspicando anche in un incremento della domanda di =
energia da parte degli utenti. L=92attuale Presidente dell=92Enel, lo =
ricordiamo, ha pi=F9 volte sostenuto la necessit=E0 di utilizzare pi=F9 =
carbone per poter produrre energia a pi=F9 basso costo, nonostante nel =
solo primo semestre del 2003 l=92azienda abbia aumentato il fatturato =
del 150% che, anzich=E9 essere usato, almeno in parte, per abbassare il =
costo dell=92energia ha premiato solo gli azionisti.
4) Ipotesi nucleare?
Oltre alla proposta di fare un maggior ricorso all=92uso di =
carbone si registra anche una riapertura all=92opzione dell=92uso di =
energia nucleare presentata da molti, compresi alcuni alti dirigenti del =
Ministero dell=92Ambiente, come una possibile soluzione al problema =
delle emissioni di gas serra. Secondo il Commissario straordinario =
dell=92Enea, Carlo Rubbia, la costruzione di una centrale solare a =
concentrazione di una potenza di 1 Gw pari a quella prodotta da un =
grande reattore nucleare, richiederebbe una superficie pari a circa 10,8 =
Km2, pi=F9 o meno la zona di rispetto di un reattore. Anche i costi di =
realizzazione complessiva sono comparabili a quelli di un impianto ad =
energia nucleare, mentre i costi operativi delle centrali solari sono =
molto inferiori e non c=92=E8 bisogno di combustibile importato n=E9 si =
generano rifiuti costosi e difficile da gestire. A questo riguardo basti =
pensare al problema causato dalla sola gestione del materiale nucleare =
ancora presente nelle centrali italiane per il quale manca ancora un =
piano di messa in sicurezza. Rispetto all=92energia nucleare, infine, il =
settore delle energie rinnovabili contribuirebbe a ridurre la dipendenza =
dall=92importazione di combustibili e energia che nel nostro paese =
incide per 84% dei consumi totali senza aumentare il rischio di altre =
forme di inquinamento o di possibili attentati che, invece, potrebbero =
interessare impianti nucleari.=20
(vedi http://www.verdi.it/document/energiabuttare/5.htm)
E=92 vero che esistono molte centrali nucleari a ridosso dei =
nostri confini (http://www.verdi.it/document/energiabuttare/6.htm), ma =
mentre il rischio di incidente =E8 una variabile che dipende da svariati =
fattori, e che comunque non =E8 mai pari a zero, la produzione di scorie =
=E8 continua e comporta la creazione di siti di stoccaggio, =
preferibilmente cave di salgemma, dove lasciare in eredit=E0 una bomba =
ad orologeria per le generazioni future. Ci=F2 genera grandi conflitti =
sociali come dimostrano gli scontri che ogni volta accompagnano i treni =
di scorie tedeschi.=20
Incidenti pi=F9 o meno gravi si sono verificati ovunque nel mondo =
a dimostrazione che il problema non =E8 solo nella tecnologia oblsoleta =
di Chernobyl, ma anche in quella di Francia, Inghilterra, Stati uniti o =
Giappone.
5) E gli inceneritori?
Un altro aspetto controverso sugli obiettivi di riduzione delle =
emissioni =E8 quello relativo al ricorso dell=92incenerimento dei =
rifiuti per produrre energia, risolvendo anche il problema dello =
smaltimento dei rifiuti urbani (Rsu), che da decenni affligge il nostro =
paese.=20
Ci sono diverse ragioni che portano a non poter accettare una =
simile scelta.=20
Innanzitutto la composizione merceologica degli Rsu =E8 tale per =
cui, se si esclude la carta ed il legno per i quali =E8 pi=F9 =
conveniente il riciclaggio, solo l=9211% circa in peso, rappresentato =
dalle materie plastiche, presenta un elevato contenuto energetico =
essendo un derivato del petrolio. La politica dell=92incenerimento =E8 =
contraria allo sviluppo di programmi per la riduzione a monte della =
produzione dei rifiuti e per l=92incremento del riciclaggio di materia e =
non di energia. In Olanda le famiglie sono state recentemente invitate a =
non raccogliere pi=F9 in maniera differenziata la materia organica =
perch=E9 necessaria per contribuire all=92alimentazione degli =
inceneritori. Inoltre, nonostante il miglioramento apportato ai sistemi =
di sicurezza, l=92incenerimento continua a rappresentare la pi=F9 =
importante fonte di emissione di microinquinanti, come diossine e =
furani. Limitandoci ad esaminare il problema da un punto di vista =
strettamente energetico, una riduzione nei trasporti dei beni con =
politiche di distribuzione regionale, una riduzione degli imballaggi in =
plastica e materie non riciclabili a favore di maggior uso di carta e =
cartone riciclati, vetro ed alluminio ed una seria politica di incentivo =
al riciclaggio porta ad un risparmio di energia superiore a quella che =
si pu=F2 produrre dalla combustione.
=20
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costruire nuove centrali sul territorio, di dare maggiore spazio =
al=20
carbone ed ai rifiuti fino ad arrivare a rilanciare il nucleare, =
=E8=20
evidente che, in questo caso, il problema riguarda non tanto il =
tipo di=20
combustibile usato, quanto la centralizzazione del sistema di=20
distribuzione. Va ricordato, infatti, che al momento del black-out =
la=20
domanda energetica era pari a meno del 50% del potenziale di =
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nazionale, a dimostrazione che l=92energia era potenzialmente =
disponibile ma=20
che il sistema di distribuzione centralizzato =E8 stato causa=20
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che nel solo=20
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ha premiato solo gli azionisti.</SPAN><BR><BR><BR><STRONG><SPAN=20
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decentralizzata che risolverebbe, almeno in parte, anche altri =
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un diverso sistema di produzione e distribuzione energetica, =E8 =
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trasformazione delle utenze domestiche da 3 a 4,5 Kwh. Questo =
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50% di disponibilit=E0 elettrica viene appunto giustificato con =
l=92aumento=20
dell=92uso di elettrodomestici ad elevato consumo (aria =
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aspirapolveri, forni a microonde, scaldabagni ...) che spesso =
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sfruttati per=20
produrre complessivamente circa 127 Twh/anno, che garantirebbe la=20
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Come dimostrato dal numero di richieste di finanziamento che hanno =
esaurito nel giro di poco tempo i fondi dedicati =
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delle centrali di circa 500 Mwh, auspicando anche in un incremento =
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richiederebbe=20
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manca ancora un piano di messa in sicurezza. Rispetto =
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fattori, e che comunque non =E8 mai pari a zero, la produzione di =
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class=3Dtext12b1>5) E gli =
inceneritori?</SPAN><BR><BR></STRONG><SPAN=20
class=3Dtext121>Un altro aspetto controverso sugli obiettivi di =
riduzione=20
delle emissioni =E8 quello relativo al ricorso =
dell=92incenerimento dei=20
rifiuti per produrre energia, risolvendo anche il problema dello=20
smaltimento dei rifiuti urbani (Rsu), che da decenni affligge il =
nostro=20
paese. </SPAN><BR><SPAN class=3Dtext121>Ci sono diverse ragioni =
che portano=20
a non poter accettare una simile scelta. </SPAN><BR><SPAN=20
class=3Dtext121>Innanzitutto la composizione merceologica degli =
Rsu =E8 tale=20
per cui, se si esclude la carta ed il legno per i quali =E8 pi=F9 =
conveniente=20
il riciclaggio, solo l=9211% circa in peso, rappresentato dalle =
materie=20
plastiche, presenta un elevato contenuto energetico essendo un =
derivato=20
del petrolio. La politica dell=92incenerimento =E8 contraria allo =
sviluppo di=20
programmi per la riduzione a monte della produzione dei rifiuti e =
per=20
l=92incremento del riciclaggio di materia e non di energia. In =
Olanda le=20
famiglie sono state recentemente invitate a non raccogliere pi=F9 =
in maniera=20
differenziata la materia organica perch=E9 necessaria per =
contribuire=20
all=92alimentazione degli inceneritori. Inoltre, nonostante il =
miglioramento=20
apportato ai sistemi di sicurezza, l=92incenerimento continua a=20
rappresentare la pi=F9 importante fonte di emissione di =
microinquinanti,=20
come diossine e furani. Limitandoci ad esaminare il problema da un =
punto=20
di vista strettamente energetico, una riduzione nei trasporti dei =
beni con=20
politiche di distribuzione regionale, una riduzione degli =
imballaggi in=20
plastica e materie non riciclabili a favore di maggior uso di =
carta e=20
cartone riciclati, vetro ed alluminio ed una seria politica di =
incentivo=20
al riciclaggio porta ad un risparmio di energia superiore a quella =
che si=20
pu=F2 produrre dalla=20
combustione.</SPAN></SPAN><o:p></o:p></P></TD></TR></TBODY></TABLE></DIV>=
</DIV></BODY></HTML>
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