Finalmente un buon articolo sulla CM!! Questo è
stato pubblicato domenica sull'inserto del
Corriere "Io Donna".
PEDALANDO NELLA NOTTE
DI Marilisa Palumbo
Ci si trova la sera, un giorno a settimana, in
città di tutto il mondo. Senza proclami e un pò
goliardica, Critical Mass è un inno alla
bicicletta. E un'accusa alla metropoli.
Arrivano in ordine sparso, si riconoscono ma non
si conoscono. Questo non è un appuntamento tra
amici, piuttosto una "coincidenza organizzata". E'
giovedì a Milano e, come ogni settimana da oltre
due anni, attorno alle dieci di sera decine di
biciclette arrivano alla spicciolata a piazza dei
Mercanti, a due passi dal Duomo ingabbiato dai
restauri. Al primo incontro, nell'ottobre del
2001, non raggiungevano la dozzina. Due settimane
fa, nel weekend lungo del BiciFestival, erano
almeno duecento. Critical Mass è il filo che lega
questi ciclisti: sono circa 300 nel mondo, da New
York a Londra, da Mosca a Phnom Penh, le città che
una volta alla settimana o una volta al mese,
vedono scorrere i piccoli pezzi di una massa
critica che, senza proclami ufficiali e con un pò
di goliardia, fa un inno alla bicicletta:
ecologica, silenziosa, sportiva. Critical Mass
significa massa critica, il numero minimo
richiesto perchè qualcosa abbia inizio.
Quell'ammontare è stato di gran lunga superato dal
settembre del 1992 quando, a San Francisco, ha
inizio l'avventura. L'idea è di un web designer,
Chris Carlsson, che a un incontro di ciclisti
porta una proposta: perchè non pedalare insieme
per la città una volta al mese? In poco tempo i
ciclisti da decine diventano centinaia. Nel luglio
1997 i partecipanti diventano settemila.
Critical Mass sta diventando un fenomeno mediatico
e sono in tanti a chiedersi chi ne muove le fila.
Ma non ci sono leader conclamati. Negli Stati
Uniti l'hano definita una "xerocrazia", perchè con
volantini e fotocopie ognuno è libero di far
circolare le idee. Altri la paragonano a un
fenomeno situazionista, "una pratica
rivoluzionaria nella vita quotidiana". Quest'anno
si sono viste tra i pedalatori molte bandiere
della pace, ma sarebbe sbagliato dire che a
prendere parte a queste "biciclettate" sono solo
persone politicamente impegnate. Ciò che lega
molti di loro è la voglia di conoscere gente
dentro città avare di luoghi di socializzazione.
"Spesso concludiamo la serata in un pub" spiega
Ada "e ci scambiamo suggerimenti su mostre, film,
concerti".
Partecipare a Critical Mass è un pò tornare
bambini: si gira attorno a statue e fontane,
qualcuno diffonde un pò di musica legando un
vecchio stereo dietro la bici. Tra rumori di ruote
e campanelli una risata liberatoria si trasmette
da un ciclista all'altro. A veicolarla
l'impressione, per quanto effimera, di potersi
riappropriare di quei non luoghi che sono le
strade e le stazioni. "Più che una protesta"
conclude Ada "questa è una celebrazione. Più
siamo, più contagiosa è la sensazione di libertà.