Szerző: antonio bruno Dátum: Tárgy: [NuovoLaboratorio] "A Bolzaneto ero il capo e non e' accaduto nulla"
da lavoro Repubblica
"A Bolzaneto ero il capo e non e' accaduto nulla"
I pm gli contestano soprusi e violenze : "Non li ho visti".
Tra le 43 persone destinatarie di altrettanti avvisi di conclusione delle
indagini preliminari sui soprusi alla caserma di Bolzaneto, dove
transitarono oltre 300 manifestanti, insieme a 4 medici, c'e' anche il vice
questore Alessandro Perugini che nella notte tra sabato e domencia fu il
funzionario piu' alto in grado presente all'interno della struttura e
quindi il primo responsabile della gestione. Ai pm che gli chiedono conto
delle tante violenze ai danni dei fermati, il funzionario risponde cosi':
"Io materialmente non ho fatto nulla, non ho assistito, ne' avuto
percezione o sensazione che si siano verificati episodi di questo tipo. Io
il 99% del tempo che ho passato a Bolzaneto l'ho passato in una stanza."
E quando e' uscito come erano gli arrestati? "In piedi e ce n'erano molti
con la faccia rivolta verso il muro, le mani in alto". Ad un certo punto il
pm gli chiede dell'episodio dello spray urticante o del lacrimogeno
lanciato dentr ouna cella. "Effettivamente sono andato li' ho constatato
che c'era questo liquido, questa cosa che dava fastidio agli occhi e mi
sono reso conto della cosa e ho detto a un tenente di carabinieri: 'Guardi,
secondo me forse e' meglio che lei metta un carabiniere a vigilare che non
buttino roba dalle grate.', perche' queste celle essendo al piano terreno
avevano delle finestre che pur avendo le sbarre erano molto ampie, quindi
arrivavano quasi a terra e quindi le tenevan oaperte, per cui ho suggerito
di mettere un carabiniere all'esterno."
Pm.: "Lei di urla non ne ha mai sentito?"
Perugini: "Mai sentito urlare, mai sentito lamentarsi, mai sentito
assolutamente nulla."
I magistrati insistono, citando testimonianze di pestaggi, soprusi
violenze, insulti.
Perugini: "Se queste circostanze fossero state note io avrei fatto il mio
dovere."
Il funzionario racconta di aver comprato delle bottiglie di acqua ("24.000
lire, ma non e' mica per il denaro... anche se le ho spese di tasca mia")
poi distribuite tra gli agenti e anche in una cella, ricorda gli
assembramenti e la confusione ("Ci volevano 2 ore per una foto -
segnalamento" spiega che n un'occasione un detnuto lo aveva ringraziato per
averlo aiutato a mettersi in contatto con il proprio avvocato.
"Io la notte di sabato ero affacendato in altre cose, molto impegnato. Ho
appreso di questa situazione c'e' stato un articolo, se non ricordo male su
Repubbilca, il martedi: ho fatto una relazione, un'annotazione dove ho
detto che a quanto era a mia conoscenza non mi risultava che quello che
riprotava l'articolo fosse vero, perche' io non ho assolutamente avuto
quella sensazione."
LE CONFESSIONI DI PERUGINI
"Sferrai quel calcio al ragazzino, volevo ch si rialzasse"
Alessandro Perugini, il poliziotto piu' indagato per le violenze al G8
genovese. Sferra un calcio in faccia a un manifestante di 15 anni davanti
alla questura nel corso di un intervento che portera' ad una manciata di
aresti illegali (almeno secondo laProcura). Ed e' il funzionario piu' alto
in grado fra quelli che gestirono la famigerata caserma di Bolzaneto.
Allora era il numero due della Digos del capoluogo ligurie, oggi gestisce
l'ufficio tecnico-logistico e la Divisione personale della questura. Non ha
mai ocmmetanto quei fatti se non davanti ai magistrati. Repubblica e'
riuscita a leggere quei verbali di cui per la prima volta e' in grado di
riportare passaggi significativi.
Bruno M. e' l'adolescente di ostia la cui fotografia con quell'occhio
gonfio di sangue ed una smorfia disperata mentre viene trascinato via dagli
agenti ha fatto il giro del mondo.
Lo pestarono alle 14.30 di sabato 21 luglio 2001. Davanti ai pm Francesco
cardona Albini e Monica Parentini, il vice questore Perugini ha sostenuto
che il ragazzino insieme a centinaia di presunti black block stava per
dare l'assalto allaquestura. "(..) siamo i ngrave difficolta', perche' se
loro ci attaccano in questo momento sono dentro la questura (..) Da questo
gruppo si stacca un'avanguardia composta da una trentina di persone che
avanza verso di noi, diversi sono travisati, parecchi lanciano pietre,
bottiglie, una pietra credo mi abbia colpito."
Davanti ai poliziotti una sessantina in tutto c'era in realta' non piu' di
una decina di persone, cosi' testimoniano tanti filmati, che mostrano un
gruppo di ragazzi seduti a terra inoffensivi
"Ad un certo punto abbiamo det oprendiamoli (..) Mi si e' presentata la
scena di una persona che urlava e si dimenava, diceva parolacce. Allora,
mentre altre persone cercavano di bloccare questo ragazzo, io l'ho preso
per la giacca e ho cercatodi trascinarlo. Lui era letteralmente assatanato,
molto agitao: si dimenava, urlava, insultava. Lui cade a terra e in quel
frangente ho avuto un gesto istintivo, cioe' ho cercato di farlo rialzare
facendo i lgesto di dargli un calcio, senza colpirlo peraltro."
Un pm.: "Scusi lei ha cercato di farlo rialzare dandogli un calcio?"
Perugini: "No, e' stato un gesto istintivo per quello e' andato a terra in
quel momento, mi e' venuto un gesto istintivo e ho fatto quel gesto."
Pm: "Per farl orialzare. Un calcio?"
Perugini: "No, cie' dotttore era tutto nella mente in quel momento era
difficile distinguere l'istinto dalla ragione e' stato un gesto istintivo
in quel frangente li', non ne vado assolutamente orgoglioso.."
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E NELLA STESSA STRADA UNO STRANO PESTAGGIO
precedente sconosciuto e inquietante all'inizio del vertice
I magistrati non contestano a Perugini e a un gruppo di suoi uomini il
pestaggio dell'adolescente. Non solo, almeno. Contestano l'arresto di
persone che, a vedere dai filmati, non fanno resistenza e tanto meno
aggredisconogli agenti.
"Sembra quasi che l'atto di resistenza del quindicenne sia fatto per
mostrare le sue ferite dopo le manganellate" dice un pm.
"Se la stessa operazione avvenisse duecentomilavolte andrebbe sicuramente
in modo diverso da quello che e' avvenuto." si difende Perugini, spiegando
di aver avuto "l'ossessione" che le Tute Nere potessero assaltare la
questura e poi ammettendo "Io vorrei solo aggiungere una cosa, che in quel
frangente li' ero molto, molto stanco e provato e non e' che fossi in pieno
possesso delle mie facolta' delal mia lucidita'. Erano state giornate molto
.."
Giornate molto difficili e dure. In particolare per Perugini che giovedi 19
luglio - mentre prestava servizio in borghese con alcuni uomini dlela Digos
- era stato aggrdito da alcuni sconsciuti durante il corto pacifico dei
Migranti "Arriviamo in via barabino (piu' o meno dove verra' pestato il
ragazzo ndr.) dicoamo 200 metri prima di piazza Palermo. A questo punto un
soggeto dal mezzo del corteo improvvisamente si avvicnia e tira giu' il
passamontagna, ci indica come polizia. In pochissimi secondialtre 10 o 15
persone che noi non avevamo visto si calano il passamontagna, ci circondano
e quello che aveva gridato "Polizia" si avvicina a me parlando un in lingua
straniera, dice "Documentos, documentos" come a provocare e mi tira uno
schaiffo in faccia
Pm. "in spagnolo?" Perugini: "Documentos" dice quello che parla con sfida.
A mezzo metro di distanza uno che e' a fianco a lui tira fuori una catena e
colpisce un ispettore a un braccio l'ispettore che e' a fianco a me (..) Un
altro ispettore cercadi allontanarsi ma questi tentano di aggredirci,
quelli che ci erano intorno, io invito i miei a lasciare precipitosamente
il luogo perche' eravamo circondati e privi di qualsiasi protezione di
personale in divisa almeno in un raggio di 500 metri."
Pm." Quanti eravate?"
Perugini: "Quattro o cinque. A quel punto io con un'occhaita faccio capire
ai miei di scapapre perche' eravamo in grave pericolo e mentre mi giro e
inizio a correre uno mi viene incontro a gamba alzata e cercadi colpirmi
con un calcio, iol o devio con un braccio e continuo a correre..."