CHE IL BLACK OUT NON SIA IL PRETESTO PER UN NUOVO NUCLEARE
Il black out che ha colpito tutta l?Italia la scorsa domenica non sia il=
pretesto per una nuova politica energetica incentrata su nucleare e carb=
one.
Esponenti di governo ed anche del mondo accademico e delle imprese in qu=
esti
giorni fanno riaffiorare lo spettro delle centrali nucleari, spettro defi=
nitivamente
ripudiato dal popolo italiano dopo la tragedia di Chernobyl. Qualcuno par=
la
anche della costruzione di nuove centrali a carbone, come quella di Ceran=
o
- Brindisi Sud, che tanto nuoce all?ambiente circostante. Nucleare e carb=
one
non solo per potenziare la sembra insufficiente produttivit=E0 italiana, =
ma
anche perch=E9 gli stessi costituiscono strumenti a basso costo, oltre ch=
e
fortemente inquinanti.
E? mia opinione che l?autosufficienza energetica del paese vada persegui=
ta
con equilibrio. Innanzitutto =E8 necessario promuovere politiche di rispa=
rmio
energetico che partono dalla sensibilizzazione ad un uso domestico modera=
to
dell?energia fino all?uso di lampade e strumenti a basso consumo. Va inol=
tre
incentivato il ricorso alle energie alternative e rinnovabili, dall?eolic=
o
al solare. Con riferimento all?energia solare, in particolare, vanno aume=
ntati
i fondi pubblici (quest?anno 10 milioni di euro per tutte le regioni ita=
liane)
in favore dell?installazione di tetti fotovoltaici a servizio di famiglie=
,
piccole comunit=E0 ed enti.
Infine, guardando alla situazione della Puglia e del Salento, non va sot=
taciuto
che la zona =E8 interessata dagli impianti di Brindisi che, oltre ad esse=
re
fortemente inquinanti, sarebbero in grado di fornire energia elettrica an=
che
alle regioni vicine. Gli stessi impianti andrebbero riconvertiti. Il terr=
itorio
pugliese ma anche quello di altre regioni sono particolarmente idonei ad
ospitare impianti che sfruttino energie alternative.
Lecce, 30 settembre 2003 Manuel M. Buccarella
Dirigente provinciale Federazione Verdi
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