[Cerchio] [M] : Tim Predmore, Un Soldato Americano . Raccoma…

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Autor: Maurizio / DJ M
Data:  
Assumpte: [Cerchio] [M] : Tim Predmore, Un Soldato Americano . Raccomandato!!
Novakill . Hard Tech for a Hard World CD
Una lettera sacrosanta, che arriva dall'inferno Iracheno e la dice tutta su
cosa questa guerra sia: occupazione!

Enjoy nella tranquillità di una domenica pomeriggio...

M

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Stiamo Fronteggiando Senza Ragione la Morte in Iraq


Un Soldato Americano in Servizio Chiede la Fine di Una Occupazione Costruita
sulle Bugie



Tim Predmore

Venerdì . 19 Settembre 2003

The Guardian



Tradotto da M -- canadianm@??? - www.melektro.com



E' da sei mesi che sto prendendo parte a cosa credo essere una grande bugia
moderna: Operation Iraqi Freedom.



Dopo i tremendi eventi dell'11 Settembre 2001 e durante la battaglia in
Afghanistan, le fondamenta per l'invasione dell'Iraq sono state poste.
"Shock and Awe" sono state le parole usate per descrivere l'esibizione di
potere che il mondo si apprestava a vedere all'inizio di Operation Iraqi
Freedom. Doveva essere una dettagliata, drammatica esibizione di forza
militare e tecnologia avanzata da parte degli arsenali del militare
Americano e Britannico.



Ma come soldato che si preparava a partecipare all'invasione dell'Iraq, le
parole "Shock and Awe" sono squillate in profondità all'interno della mia
psiche. Proprio mentre ci siamo preparati per partire, è sembrato che questi
due super poteri stavano preparandosi a rompere le stesse regole che hanno
richiesto agli altri di obbedire. Senza il consenso delle Nazioni Unite e
ignorando le richieste dei loro cittadini, gli Stati Uniti e la Gran
Bretagna hanno invaso l'Iraq. "Shock and Awe"? Sì, le parole hanno descritto
correttamente l'impatto emozionale che ho provato mentre ci siamo impegnati
in un atto non di giustizia, ma di ipocrisia.



Dal momento in cui il primo colpo è stato sparato in questa cosiddetta
guerra di liberazione e libertà, ha regnato l'ipocrisia. Dopo il
broadcasting delle immagini registrate dei soldati Statunitensi catturati e
uccisi sulla televisione Araba, il leader Americano e quello Britannico
hanno inneggiato alla vendetta mentre verbalmente assalivano i network per
la messa in onda di tali vivide immagini. Tuttavia entro poche ore dalla
morte dei figli di Saddam Hussein, il governo degli Stati Uniti ha diffuso
orrende fotografie dei due fratelli morti affinché l'intero mondo vedesse.
Di nuovo, uno scenario da "fate come diciamo e non come facciamo".



Come soldati che prestano servizio in Iraq, c'è stato detto che il nostro
scopo è aiutare la gente dell'Iraq, fornendo loro militarmente l'assistenza
necessaria, così come di impegnarci negli sforzi umanitari. Allora ditemi
dove l'umanità nella recente storia pubblicata da 'Stars and Stripes' (il
giornale del militare degli Stati Uniti) dei due bambini portati ad un
accampamento militare Statunitense dalla loro madre alla ricerca di cura
medica.



I due bambini, ignari, stavano giocando con artiglieria esplosiva che
avevano trovato e di conseguenza erano rimasti severamente ustionati. Il
resoconto dice che, dopo che un'attesa di un'ora, a loro - due bambini - sia
stata negata assistenza da due medici militari Americani. Un soldato ha
descritto l'incidente come una delle molte "atrocità" da parte dei militari
Statunitensi che aveva visto loro fare.



Fortunatamente, non sono stato personalmente testimone di atrocità - a meno
che, naturalmente, non consideriate, come io faccio, che questa guerra in
Iraq è la suprema atrocità.



E quindi qual è il nostro scopo per trovarci qui? Questa invasione è stata
fatta veramente a causa delle armi di distruzione di massa, come noi ci
sentiamo dire così spesso? In caso affermativo, dove sono? Abbiamo invaso
per disporre di un leader e del suo regime perché erano strettamente
associati con Osama bin Laden? In caso affermativo, dove è la prova?



O forse è che la nostra incursione è stata fatta per il nostro vantaggio
economico? Il petrolio dell'Iraq può essere raffinato al costo più basso di
tutto quello che c'è nel mondo. Questa assomiglia ad una crociata moderna,
non per non liberare una gente oppressa o per sbarazzare il mondo di un
demonico dittatore, implacabile nel suo inseguimento della conquista e della
dominazione, ma piuttosto una crociata per controllare le risorse naturali
di un'altra nazione. Il petrolio - almeno a me - sembra essere il motivo per
la nostra presenza.



C'è soltanto una verità ed è quella che gli Americani stanno morendo. Sono
stimati all'incirca 10 - 14 attacchi ogni giorno, ai nostri uomini e donne
in servizio in Iraq. Poiché il body count continua a crescere, sembrerebbe
che non ci sia una fine immediata in vista.



Una volta ho creduto che stavo prestando servizio per una causa - "ossia
sostenere e difendere la costituzione degli Stati Uniti". Ora non lo credo
più; Ho perso la mia convinzione, così come la mia determinazione. Non posso
più giustificare il mio servizio in base a che cosa credo essere mezze
verità e sfrontate bugie.



Con l'età arriva la saggezza e a 36 anni non sono più inclinato così
ciecamente a credere indiscutibilmente. Dal mio arrivo lo scorso Novembre a
Fort Campbell, nel Kentucky, si cominciarono a sentire voci di schieramento
e come le voci si trasformarono in reale preparazione, mi sono sentito
mancare e i miei dubbi sono cresciuti. I miei dubbi non sono mai sbiaditi;
invece, è stata la mia risoluzione ed il mio impegno che lo hanno fatto.



Il mio servizio qui è quasi alla fine, così come quello di molti altri con
cui ho prestato servizio. Abbiamo tutti affrontato la morte in Iraq senza
motivo e senza giustificazione. Quanti altri devono morire? Quante più
lacrime devono essere versate prima che gli Americani si sveglino e
richiedano il ritorno degli uomini e delle donne, il cui lavoro è di
proteggere loro, piuttosto che l'interesse dei loro leader?



. Tim Predmore è un soldato degli Stati Uniti in servizio attivo con la
101st Airborne Division, di stanza a Mosul nell'Iraq del Nord. Una versione
di questo articolo è stato pubblicato sul Peoria Journal Star, Illinois.



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