著者: Maurizio / DJ M 日付: 題目: [Cerchio] [M] : L' Elevato Prezzo del Fallimento . Rober Fisk vs
Powell
Ancora un'altra traduzione da parte dell'infaticabile Fisk, in missione a
Bagdad per un giornalismo non incappucciato, di cui tanto si sente il
bisogno. Naturalmente mi aspetto un esplosione di frattaglie dalle mutande
dello Stecco, il cui ultimo commento, devo dire la verità, mi è piaciuto, un
sarcasmo meditato che viene incassato senza ira particolare.
Enjoy
M
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La Brevità di Powell a Bagdad Ignora l'Elevato Prezzo del Fallimento
Di Robert Fisk a Baghdad
Tradotto da M . canadianm@???
15 Settembre 2003: (The Independent . UK) : La notte scorsa abbiamo dovuto
camminare attraverso un quarto di miglio di filo spinato per raggiungere
Colin Powell, il Segretario di Stato Americano. Siamo dovuti passare
attraverso quattro posti di blocco, comprese tre ispezioni corporali. Gli
elicotteri Apache circondavano il centro congressi e veicoli combattenti
Bradley se ne stavano all'esterno nell'oscurità.
Ma all'interno c'era l'aria condizionata, luminosità, ottimismo e il
Segretario Powell. Aveva appena avuto "una riunione molto emozionante" con
il nuovo "Consiglio Governante". Si sentiva "profondamente impressionato" da
cosa aveva visto a Bagdad - "un popolo duramente al lavoro che ricostruisce
una nazione, che rida vita ad una società". Così dimenticatevi degli 87
miliardi di dollari di cui ha bisogno l'anno prossimo il Presidente George
Bush per far funzionare l'Iraq, dimenticatevi dei morti Americani e del ben
più grande numero di Iracheni che pagano ogni giorno il prezzo della follia
di questa occupazione. Dimenticatevi del soldato Americano ucciso ieri
vicino a Fallujah quando una bomba è scoppiata sotto la sua Humvee, ferendo
sette dei suoi colleghi. Non ha meritato una singola menzione dall'ex
Generale Powell. Quella era la Coalizione della Voluta Sospensione della
Miscredenza. Sicuro, c'è stata la più breve possibile delle menzioni dell'
ultima catastrofe - l'uccisione di nove poliziotti Iracheni da parte delle
forze Americane fuori Fallujah - e della compensazione che potrebbe essere
pagata alle loro famiglie. E' stato, per come l'ha messa il proconsole
dell'America, Paul Bremer, "un incidente molto spiacevole" che "è ancora
investigato dai nostri militari". Che vada a dirlo alla gente di Fallujah,
che adesso vuole vendetta.
E così abbiamo ottenuto la stessa vecchia storia. Ci sarebbe un "Iraq libero
e democratico che sarà un amico e un partner degli Stati Uniti... e un
giocatore responsabile sul palcoscenico del mondo". Ci vorrà "un certo
tempo" prima che un nuovo governo Iracheno possa assumere la direzione, ci
ha detto Powell - tanto per sminuire il messaggio che ha ricevuto dal
ministro degli affari esteri Francese, Dominique de Villepin, in quel di
Ginevra - e c'è ancora "instabilità" nel paese. Potrebbe dirlo ancora.
"Ma in molte parti del paese, le cose sono abbastanza sicure e stabili".
Tuttavia, sfortunatamente per Powell, gli Americani accade stiano governando
la parte instabile; e perfino il Segretario di Stato è stato costretto ad
ammettere - anche se nessuno ha realmente prodotto alcuna prova di tutto
questo - che "abbiamo dovuto riconoscere che alcuni terroristi sono
cominciati ad entrare nel paese".
Paul Bremer, che è considerato come un esperto dell' "anti-terrorismo" a
Washington, si è attenuto alla scena locale, godendo della precisione delle
sue statistiche economiche.
Sabato, ha annunciato che l'Iraq aveva prodotto 1.624.000 barili di
petrolio, il 95 per cento del cui guadagno va al Fondo per lo Sviluppo
Iracheno e il restante 5 per cento alle riparazioni per l'invasione del
Kuwait del 1991. Nessuna menzione, naturalmente, dell'importo che Iraq è
supposto pagare per l'invasione del proprio paese. Powell ha parlato dei 20
miliardi di dollari che Bush intende spendere in Iraq. La molto più
spaventosa cifra di 87 miliardi di dollari che viene chiesta al contribuente
Statunitense come dettaglio ulteriore per questa occupazione non ha meritato
una sola citazione.
Infatti è stata la stessa storia alla quale gli Americani si sono attaccati
da quando sono arrivati a Bagdad. O più o meno la stessa. Ci dovrà essere
una costituzione. Dovrà essere ratificata. Dovranno esserci elezioni libere.
Ci sarà "una leadership dedita ai principi democratici". Powell - che ieri
non si è mai avventurato fuori del filo spinato e dei posti di blocco -
apparentemente ha notato "una vibrazione [ in Iraq ] che attribuisco alla
comprensione della libertà... attraverso questa terra". L'America ha
"liberato" l'Iraq, ha detto parecchie volte. La parola "occupazione" non ha
mai attraversato le sue labbra.
Ha voluto sentire buone notizie, non le storie che erano "più visive [ ! ] e
più negative in natura". Ha voluto che "un poco più di tempo, attenzione ed
energia" fossero dirette verso "le storie più positive". E così diciamo noi
tutti. Il che spiega presumibilmente perché le autorità di occupazione non
distribuiscono più persino i loro avvertimenti notturni di sicurezza alle
organizzazioni umanitarie a Bagdad. Se lo facessero, i rapporti
indicherebbero che le forze degli Stati Uniti ora vengono attaccate fino a
50 volte ogni notte, che missili vengono scagliati agli aerei degli Stati
Uniti quasi ogni giorno, che né gli aeroporti di Bassora né di Bagdad sono
abbastanza sicuri per essere aperti.
Non c'è stata neppure una parola sulla riunione disastrosa di Powell a
Ginevra, che ha lasciato gli Americani - per ora - senza speranza di vedere
gli eserciti stranieri cavalcare verso il loro salvataggio in Iraq. Ci sono
state soltanto un mucchio di buone notizie, con un memorabile breve
messaggio, annunciato da tutti i poteri occupanti. "Non desideriamo rimanere
qui un giorno di più," ha detto Powell. "Stiamo rimanendo solo perché è
necessario andare avanti con l'operazione. Siamo venuti come
liberatori...abbiamo liberato un certo numero di paesi e non possediamo un
metro quadrato in alcuno di essi tranne dove seppelliamo i nostri morti".
Attualmente i morti vengono spediti negli Stati Uniti e mentre Powell era a
Bagdad, i compagni del soldato che ieri è stato fatto saltare in aria a
Fallujah stavano preparando il suo ultimo viaggio verso casa.
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