著者: antonio bruno 日付: 題目: [NuovoLaboratorio] Bagarre sul G8 e Diritti Umani
C'e' qualcosa che non mi convince nelle reazioni (e nei silenzi) dopo
l'invio della Procura di Genova dell'avviso di conclusione indagini a 73
esponenti delle forze dell'ordine, accusati di gravissimi reati in merito
alle irruzione nelle scuole Diaz e Pascoli la sera del 21 luglio 2001 e
alle torture verificatesi nella caserma di Bolzaneto.
Emergono alcuni fatti, ormai dati per certi da tutti, suffragati da
immagini ,testimonianze, confessioni rese alla magistratura che
rappresentano un contesto di violenza inaudita:
Le forze dell'ordine intervenute la sera del 21 luglio hanno accusato (e
massacrato) 93 ragazzi, con prove "false e inventate" (le moltov trovate
in Corso Italia e trasportate nella scuola Diaz dopo il massacro e tagli
fatti ad arte su un giubbotto antiproiettile di un agente), esibite con
enfasi la mattina successiva alla stampa.
A Bolzaneto la magistratura chiede di procedere contro chi ha sottoposto i
manifestanti arrestati (alcuni illegalmente) a "trattamenti inumani e
degradanti".
La stessa Amnesty International giudica i fatti di Genova 2001 come 'la
piu' rave violazione dei diritti umani in un paese occidentale dopo la
Seconda Guerra Mondiale".
Siamo di fronte ad atti gravissimi, a scenari tipici di una dittatura dove
gli apparati di polizia sono certi di godere totale impunita' da parte dei
vertici e del potere politico.
I casi nel pianeta sono molteplici (purtroppo): il Cile di Pinochet e la
Cina di Tien An Men solo per fare alcuni esempi.
Eppure di fronte a questa verita' che sta faticosamente emergendo in un
contesto nebuloso ed omertoso, la stragrande maggioranza delle forze
politiche sembrano annichilite: mentre i grossi partiti del centro sinistra
(senatore Dalla Chiesa e onorevole Pinotti esclusi) rimangono silenti, la
Destra si divide tra chi chiede cautamente di considerare il contesto in
cui tali violenze sono maturate (forse domani avanzera' la richiesta di una
amnistia) e chi scompostamente nega la realta' e grida al teorema giudiziario.
Che teorema giudiziario non ci sia e' evidente, perche' a differenza dei 23
rinvii a giudizio per manifestanti dove la Procura di Catanzaro oltre a
fatti specifici ha invocato l'associazione a delinquere, gli atti della
Procura di Genova chiedono il rinvio a giudizio solo per quegli episodi
criminosi per i quali e' possibile accusare una persona fisica (ed e' per
questo che tralascia gli esecutori materiali del massacro alla Diaz,
perche' gli uomini di Canterini e quelli in divisa atlantica che hanno
sgomitato per entrare nel dormitorio del GSF erano tutti 'travisati'
rendendo impossibile una certa attribuzione di reato personale).
Inoltre la Procura sembra non essere stata influenzata da ragionamenti
politici, coinvolgendo sia uomini di Destra che di Centro Sinistra.
Ma cosa significa l'imbarazzo diffuso in moltissime parti politiche?
La decenza e la pur cauta considerazione che abbiamo per le nostre
capacita' intellettive portano a ritenere molto improbabile che alcuni
poliziotti e carcerieri (abituati a un forte senso di disciplina verso i
superiori) possano aver sviluppato una azione cosi' pianificata e
protrattasi per giorni da soli.
Come possiamo sperare che quando la Costituzione repubblicana e
antifascista sara' modificata verso forme di governo autoritario, i diritti
(illuministici?!?) dei cittadini vengano salvaguardati?
E' necessario pertanto che non si mettano pietre tombali sui fatti di
Genova, anche quando la memoria riapre ferite dolorose.
E' indispensabile che si discuta a fondo tutto quello che e' successo,
evitando la tentazione del patteggiamento, della rimozione e dell'oblio.
Non ci interessa che qualcuno sconti la terribile esperienza del carcere,
vogliamo solo che si apra un percorso politico che permetta di evitare nel
futuro le gravissime violazioni dei diritti del luglio 2001.
E questo dovrebbe essere l'interesse di tutti.
Soprattutto del centro sinistra silente per il quale e' necessario agire
per tutelare i diritti civili e costituzionali, dichiarando di stare
chiaramente dalla parte dei cittadini umiliati e torturati.
Antonio Bruno, del comitato Verita' e Giustizia per Genova