[NuovoLaboratorio] Fwd: genova,traffico di"veleni"in porto

このメッセージを削除

このメッセージに返信
著者: Paola Manduca
日付:  
題目: [NuovoLaboratorio] Fwd: genova,traffico di"veleni"in porto
--============_-1148895125==_ma============
Content-Type: text/plain; charset="iso-8859-1" ; format="flowed"
Content-Transfer-Encoding: 8bit

ricevo ed inoltro
>From: "Andrea Agostini" <lonanoda@???>
>To: "agostini andrea" <lonanoda@???>
>Subject: genova,traffico di"veleni"in porto
>Date: Wed, 10 Sep 2003 06:39:50 +0200
>X-Priority: 3
>
>Dal corriere mercantile di martedi 9 settembre 2003
>
>GENOVA : TRAFFICO DI " VELENI " IN PORTO
>
>INCHIESTA SU AZIENDA: STOCCAVA SOSTANZE USATE ANCHE DAI NARCOS
>
>
>Migliaia di tonnellate di "veleni" immagazzinati nei depositi per
>idrocarburi del ponente genovese, ma non denunciati al ministero
>dell'Interno. Sostanze impiegate anche per la lavorazione della
>droga (e per questo motivo tenute d'occhío dalle forze dell'ordine
>di mezzo mondo) passate "inosservate" per un anno intero sui moli di
>Genova.
>E' una maxi-inchiesta'quella che la guardia di finanza ha iniziato
>nel gennaio scorso e che adesso potrebbe essere giunta a una svolta.
>Nel mirino c'è soprattutto un'azienda specializzata nello stoccaggio
>di prodotti connessi alla raffinazione del petrolio. Ma anche altre
>imprese del settore sarebbero oggetto di controlli da parte deila
>Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (Dcsa).
>Ma andiamo con ordine. Al1'inizio dell'anno, gli uomini delle Fiamme
>Gialle scoprono alcune "anomalie" nel traffico e
>nell'immagazzinamento di certe sostanze. Si tratta dei cosiddetti
>"precursori", owero "prodotti suscettibili per la produzione di
>sostanze stupefacenti". In particolare, le irregolarità riguardano
>tonnellate e tonnellate di acetone, toluene e metiletilchetone
>(Mek), vale a dire diluenti che i narcos utilizzano abitualinente
>per sciogliere la pasta di coca, prima di tramutarla in cocaina. I
>fmanzieri capiscono subito che qualcosa non funziona: di quei
>carichi il ministero dell'Interno e la Dcsa non sanno nulla.E dire
>che esiste una regolamentazione precisa e dettagiiata per il
>traffico di questo tipo di sostanze. All'Antidroga spiegano: "Il
>commnercio e 1'impiego dei precursori è usuale per 1'industría
>chimico-farmaceutica in quanto molti di essi sono di larghissimo
>impiego in numerose lavorazioni industriali. Tuttavia, la
>constatazione che per la fabbricazione degli stupefacenti sono
>necessarie talune sostanze chimiche, il cui approwigionamento non
>è di solito possibile nei Paesi di produzione delle droghe, ha
>portato a ritenere che un valido strumento di lotta al narcotraffico
>potesse consistere in un regime di controllo dei prodotti chimici
>suScettibili di impiego nella produzione delle droghe. Con tale
>disciplina si è inteso evitare che una parte di tali sostanze possa
>essere dirottata, dal mercato legittimo ad un parallelo mercato
>illegale, con la specifica destinazione all'impiego nell'illecita
>produzione di droga". Ecco allora che sono stati fissati degli
>obblighi per gli operatarí commerciali (intendendo non solo le
>imprese ché producono e acquistano i precursori, ma anche quelle che
>le immagazzinano, ed è il caso della società finita nel mirino della
>Tributaria genovese. In pratica chi tratta questo tipo di prodotti "
>speciali " deve " comunicare alla Direzione Centrale per i Servizi
>Antidroga , istituita nell'ambito del Dipartimento della pubblica
>sicurezza del Ministero dell' Interno , al più tardi al momento
>della loro effettuazione, le singole operazioni commerciali relative
>alle sostanze da essi trattate. Lo steso obbligo si applica altresi,
>agli operatori che svolgono attività di importazione , esportazipne
>e transito le imprese devono collaborare con la Dcsa, fornendo ogni
>informazione eventualmente richiesta, nonché segnalando
>immediatamente ogni fatto od elemento che , per caratteristiche,
>entità, natura o per qualsiasi altra circostanza conosciuta , induce
>a ritenere che le sostanze trattate possono essere in qualsiasi modo
>impiegate per la produzione di sostanze stupefacenti o psicotrope.
>Ma l'impresa ligure non l'ha fatto, non ha segnalato nulla alla Dcsa
>e adesso rischia grosso, sia sotto il profilo amministrativo ( con
>multe e sospensione della licenza ) , ma anche penalmente.
>D'altronde il pericolo è che proprio approfittando di certe "
>anomalie " come quelle riscontrate dalla guardia di finanza di
>Genova, qualche narcotrafficante possa eludere i controll
>internazionali sui precursori necesari a raffinare la droga.
>Il ministero dell' Interno e l' Antidroga hanno predisposto un piano
>capillare e i controlli genovesi non sono che una delle numerose
>fasi dell'operazione, basti dire che per facilitare i contatti fra
>Dcsa e aziende è stato attivato un indirizzo di posta elettronica,
><mailto:precursori@mininterno.it>precursori@???.
>
>SIMONE TRAVERSO
>
>A DICEMBRE IL " CASO MORFOLINA "
>
>Nel dicembre scorso un altro " precursore " conquistò le prime
>pagine dei giornali italiani e internazionali. Quarantotto tonellate
>di morfolina ( sostanza infiammabile e facilmente esplosiva ) furono
>sequestrate dalla guardia di finanza alla vigilia di Natale nel
>porto di Genova. Si trattava di prodotti chimici apparentemente
>destinati ad un'azienda libica in odore di terrorismo. Il sospetto
>più inquietante degli inquirenti fu che la morfolina sequestrata
>potesse essere usata come precursore per costruire delle armi di
>distruzione di massa. Non a caso nelle prime ispezioni dell' Onu in
>Iraq , subito dopo la guerra del Golfo, fra le materie sequestrate
>dagli ispettori c'erano proprio ingenti quantità di morfolina, che
>anche per questo motivo le Nazioni Unite in seguito ne vietarono la
>vendita ai Paesi a rischio inseriti nella " lista nera "
>internazionale. Le 48 tonnellate di morfolina furono rinvenute in
>tre container trasportati dalle coste si Anversa ( Belgio ) a Genova
>a bordo della North Star . I tre container furono fermati all'ultimo
>minuto. Bloccati mentre, dopo dieci giorni di sosta nel porto di
>Genova , stavano prendendo irrimediabilmente il largo alla volta
>delle coste della Libia, a bordo della Thyra , piccola motonave
>battente bandiera maltese.
>
>


--
Paola Manduca
--============_-1148895125==_ma============
Content-Type: text/html; charset="iso-8859-1"
Content-Transfer-Encoding: 8bit

<!doctype html public "-//W3C//DTD W3 HTML//EN">
<html><head><style type="text/css"><!--
blockquote, dl, ul, ol, li { margin-top: 0 ; margin-bottom: 0 }
--></style><title>Fwd: genova,traffico di"veleni"in
porto</title></head><body>
<div>ricevo ed inoltro</div>
<blockquote type="cite" cite>From: "Andrea Agostini"
<lonanoda@???><br>
To: "agostini andrea" <lonanoda@???><br>
Subject: genova,traffico di"veleni"in porto<br>
Date: Wed, 10 Sep 2003 06:39:50 +0200<br>
X-Priority: 3<br>
</blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial" size="-1">Dal corriere
mercantile di martedi 9 settembre 2003</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial"
size="-1">&nbsp;</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial" size="-1">GENOVA :
TRAFFICO DI " VELENI " IN PORTO</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial"
size="-1">&nbsp;</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial" size="-1">INCHIESTA SU
AZIENDA: STOCCAVA SOSTANZE USATE ANCHE DAI NARCOS</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial"
size="-1">&nbsp;</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial" size="-1"><br>
Migliaia di tonnellate di "veleni" immagazzinati nei
depositi per idrocarburi del ponente genovese, ma non denunciati al
ministero dell'Interno. Sostanze impiegate anche per la lavorazione
della droga (e per questo motivo tenute d'occhío dalle forze
dell'ordine di mezzo mondo) passate "inosservate" per un
anno intero sui moli di Genova.<br>
E' una maxi-inchiesta'quella che la guardia di finanza ha iniziato nel
gennaio scorso e che adesso potrebbe essere giunta a una svolta. Nel
mirino c'è soprattutto un'azienda specializzata nello stoccaggio di
prodotti connessi alla raffinazione del petrolio. Ma anche altre
imprese del settore sarebbero oggetto di controlli da parte deila
Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (Dcsa).<br>
Ma andiamo con ordine. Al1'inizio dell'anno, gli uomini delle Fiamme
Gialle scoprono alcune "anomalie" nel traffico e
nell'immagazzinamento di certe sostanze. Si tratta dei cosiddetti
"precursori", owero "prodotti suscettibili per la
produzione di sostanze stupefacenti". In particolare, le
irregolarità riguardano tonnellate e tonnellate di acetone, toluene
e metiletilchetone (Mek), vale a dire diluenti che i narcos utilizzano
abitualinente per sciogliere la pasta di coca, prima di tramutarla in
cocaina. I fmanzieri capiscono subito che qualcosa non funziona: di
quei carichi il ministero dell'Interno e la Dcsa non sanno nulla.E
dire che esiste una regolamentazione precisa e dettagiiata per il
traffico di questo tipo di sostanze. All'Antidroga spiegano: "Il
commnercio e 1'impiego dei precursori è usuale per 1'industría
chimico-farmaceutica in quanto molti di essi sono di larghissimo
impiego in numerose lavorazioni industriali. Tuttavia, la
constatazione che per la fabbricazione degli stupefacenti sono
necessarie talune sostanze chimiche, il cui approwigionamento non<br>
è di solito possibile nei Paesi di produzione delle droghe, ha
portato a ritenere che un valido strumento di lotta al narcotraffico
potesse consistere in un regime di controllo dei prodotti chimici
suScettibili di impiego nella produzione delle droghe. Con tale
disciplina si è inteso evitare che una parte di tali sostanze possa
essere dirottata, dal mercato legittimo ad un parallelo mercato
illegale, con la specifica destinazione all'impiego nell'illecita
produzione di droga". Ecco allora che sono stati fissati degli
obblighi per gli operatarí commerciali (intendendo non solo le
imprese ché producono e acquistano i precursori, ma anche quelle che
le immagazzinano, ed è il caso della società finita nel mirino
della Tributaria genovese. In pratica chi tratta questo tipo di
prodotti " speciali " deve " comunicare alla Direzione
Centrale per i Servizi Antidroga , istituita nell'ambito del
Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell' Interno , al
più tardi al momento della loro effettuazione, le singole operazioni
commerciali relative alle sostanze da essi trattate. Lo steso obbligo
si applica altresi, agli operatori che svolgono attività di
importazione , esportazipne e transito le imprese devono collaborare
con la Dcsa, fornendo ogni&nbsp; informazione eventualmente richiesta,
nonché segnalando immediatamente ogni fatto od elemento che , per
caratteristiche, entità, natura o per qualsiasi altra circostanza
conosciuta , induce a ritenere che le sostanze trattate possono essere
in qualsiasi modo impiegate per la produzione di sostanze stupefacenti
o psicotrope. Ma l'impresa ligure non l'ha fatto, non ha segnalato
nulla alla Dcsa e adesso rischia grosso, sia sotto il profilo
amministrativo ( con multe e sospensione della licenza ) , ma anche
penalmente. D'altronde il pericolo è che proprio approfittando di
certe " anomalie " come quelle riscontrate dalla guardia di
finanza di Genova, qualche narcotrafficante possa eludere i controll
internazionali sui precursori necesari a raffinare la
droga.</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial" size="-1">Il ministero
dell' Interno e l' Antidroga hanno predisposto un piano capillare e i
controlli genovesi non sono che una delle numerose fasi
dell'operazione, basti dire che per facilitare i contatti fra Dcsa e
aziende è stato attivato un indirizzo di posta elettronica,</font> <a
href="mailto:precursori@mininterno.it"><font face="Arial"
size="-1">precursori@???</font></a><font face="Arial"
size="-1">.</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial"
size="-1">&nbsp;</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial" size="-1">SIMONE
TRAVERSO</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial"
size="-1">&nbsp;</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial" size="-1">A DICEMBRE
IL " CASO MORFOLINA "</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial"
size="-1">&nbsp;</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial" size="-1">Nel dicembre
scorso un altro " precursore " conquistò le prime pagine
dei giornali italiani e internazionali. Quarantotto tonellate di
morfolina ( sostanza infiammabile e facilmente esplosiva ) furono
sequestrate dalla guardia di finanza alla vigilia di Natale nel porto
di Genova. Si trattava di prodotti chimici apparentemente destinati ad
un'azienda libica in odore di terrorismo. Il sospetto più
inquietante degli inquirenti fu che la morfolina sequestrata potesse
essere usata come precursore per costruire delle armi di distruzione
di massa. Non a caso nelle prime ispezioni dell' Onu in Iraq , subito
dopo la guerra del Golfo, fra le materie sequestrate dagli ispettori
c'erano proprio ingenti quantità di morfolina, che anche per questo
motivo le Nazioni Unite in seguito ne vietarono la vendita ai Paesi a
rischio inseriti nella " lista nera " internazionale. Le 48
tonnellate di morfolina furono rinvenute in tre container trasportati
dalle coste si Anversa ( Belgio ) a Genova a bordo della North Star .
I tre container furono fermati all'ultimo minuto. Bloccati mentre,
dopo dieci giorni di sosta nel porto di Genova , stavano prendendo
irrimediabilmente il largo alla volta delle coste della Libia, a bordo
della Thyra , piccola motonave battente bandiera
maltese.</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial"
size="-1">&nbsp;</font></blockquote>
<blockquote type="cite" cite><font face="Arial"
size="-1">&nbsp;</font></blockquote>
<div><br></div>

<div>-- <br>
Paola Manduca</div>
</body>
</html>
--============_-1148895125==_ma============--