[NuovoLaboratorio] IRAQ

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Szerző: Giovanna Caviglione
Dátum:  
Tárgy: [NuovoLaboratorio] IRAQ
invio la traduzione fatta un po' di corsa.
saluti.
giovanna caviglione



Argomento: Attivisti interrompono la conferenza stampa del Gen. Sanchez
(ndt: capo delle forze armate angloamericane in Iraq)
Data: Sabato 6 settembre 2003
>=20

Marted=EC scorso, 26 agosto, 8 attivisti del VITW (Voices in the Wilderness)=
,
hanno interrotto uno dei periodici briefing del Gen. Sanchez sulle attivit=E0
delle forze di occupazione e sugli incidenti e i morti.

Ramzi Kysia ha chiesto perch=E8 le forze di occupazione non non indagano sull=
e
mrti dei civili cos=EC come fanno su quelle di militari. Forse perch=E8 le vite
irachene non valgono tanto quanto quelle americane?, ha chiesto. La rispost=
a
=E8 stata che sempre le indagini sulle morti di civili vengono affidate alle
forze della coalizione e che tutte =F2e mprto di civili sono prese molto sul
serio.>=20

Dopo una raffica di domande rimaste senza risposta, Ewa Jasiewicz ha preso =
i
il microfono ed ha letto i nomi di sei civili a Sulleikh localit=E0 a nord di
Baghdad il 7 agosto.


Truppe della prima brigata appartenenti alla prima divisione corazzata,
hanno aperto il fuoco su tre auto che percorrevano Rabbia street verso le
9.30 di sera in una notte estiva buia a causa della mancanza di energia
elettrica.

La prima auto, con a bordo Saif Raed Azawi (20 anni) e i suoi due amici =E8
stata colpita da oltre 20 colpi (abbiamo contato i fori dei proiettili),
Saif =E8 morto sul colpo, i suoi amici sono riusciti ad uscire dall'auto,
colpiti anche lloro dalle pallottole (cosa confermata dal cap.John
Mostellar, a capo della prima brigata della prima DIvisione corazzata) e
sono stati picchiati, bendati, arrestati e portati via. Almeno cinque
testimoni sono stati anche colpiti e due soldati americani feriti dal loro
stesso fuoco incrociato.

La seconda auto, colpita anch'essa da una ventina di proiettili, aveva a
bordo Adel Abdul Kareem (42 anni, con figli), Hadir Al-Kawas (19 anni, suo
figlio), Ola Al-Kawas (16 anni, figlia), Mervit Al-Kawas (8 anni, figlia) e
Hadeel (14 anni, figlia) e sua moglia Anwar (40 anni). Anwar e la
figliaHadeel sono le unich esopravvissute della famiglia Kawas. Tutti gli
altri sono stati colpiti a morte. Sui loro certificati di morte emessi
dall'Istituto di Medicina Legale al Medical City Hospital di Baghdad lo
spazio riservato alla causa della morte =E8 in bianco. Uno spazio
desolatamente bianco dove dovrebbe esserci la causa di morte, dice il
Direttore del Medical City, non lo avevo mai visto in via mia ed =E8 una cosa
praticamente "impossibile".

La terza auto ospitava Ali Hakmat (31 anni) che, alla vista della crneficin=
a
che si presentava a i suoi occhi ha tentato la fuga, =E8 stato colpito, ha
perso il controllo del mezzo il quale =E8 andato a schiantarsi contro un
tronco di palma che fungeva da blocco stradale capovolgendosi e causando la
morte di Ali.


Ewa sollevava un bel ritratto della famiglia di Abu Kawas al completo
scattata un paio di anni orsono eleggeva i nomi dei morti, in onore edlle
lro vite e continuando cos=EC: ".....tutti uccisi dalle truppe di occupazione
americane della Prima Divisione di stanza a Sulleikh. E non vi =E8 stata
NESSUNA reazione, NESSUN commento, NESSUNA scusa (a questo punto le =E8 stato
tolto il mnicrofono ma lei ha continuato a voce alta) e NESSUNA assunzione
di responsabilit=E0 da parte delle truppe di occupazione. (A questo punto si =
=E8
alzata Caoimhe Butterly sollevando una copia del ritratto della famiglia
insieme a uno striscione bianco e nero con su scritto, in arabo e in ingles=
e
"le uccisioni continuano" in segno di lutto. Ewa continuava cos=EC "...Voi
dite che vi =E8 stata una indagine, ma quali sono i criteri di conduzione di
questa indagine se nessuno dei sopravvissuti =E8 stato ascoltato, cos=EC come
nessun testimone (a questo punto un soldato l'ha presa per un braccio nel
tentativo di portarla via), quando,secondo la comvenzione di Ginevra i
crimini di guerra debbono essere perseguiti in una corte internazionale (a
questo punto tre soldati bloccano Ewa e la trascinano via). Le Convenzioni
di Ginevra sono state calpestate! L'art. 146 della Convenzione dice che i
responsabili di crimini di guerra devono essere condotti in tribunale. I
vostri soldati non hanno rispetto per la vita umana! Questa famiglia ha
bisogno chiede giustizia! Voi avete ucciso questa famiglia (dice ci=F2 tenend=
o
tutto il tempo il ritratto della famiglia sollevato. Due soldati aa questo
punto bloccano Caoimhe e la guidano fuori. Lei urla: "la famiglia chiede un=
a
indagine internazionale trasparente e indipendente su qeste uccisioni.
Perch=E8 non vi =E8 responsabilit=E0( resiste ed =E8 trascinata via a forza). I
vostri soldati infrangono la quarta Convenzione di Ginevra. Se non vengono
processati come farete ad impedire altri episodi di questo tipo?? Le
famiglie non hanno acccesso inq uesto luogo. E' vostra responsabilit=E0
incontrarle, perch=E8 non parlate con loro? Che cosa state nascondendo?,
Questo almeno glielo dovete"

Entrambe le attiviste sono state poi sospinte fuori, strappando loro dalle
mani la foto della famiglia Al Kawas e sbattendole in strada.

Fuori dalla sale della conferenza sono state minacciate di trasferimento in
un centro di detenzione e sono state fotografate senza il loro consenso.
Queste foto sono ora pubblicate sul settimanale delle forze di occupazione
"The Liberator" che cita (dallo stesso soldato che ha minacciato Ewa e
Caoimhe di detenzione): "Ovunque vadano, checkpoint o pattuglia, possono
essere riconosciute". Entrambe hanno rifiutato di dare i loro nomi.

La prima persona ad essere indicata dal Gen. Sanchez per le domande
successive all'interruzione di Ewa e Caoimhe =E8 stata Kathy Kelly,
co-fondatrice di Voices. Sanchez brontolava e appariva provato mentre lei s=
i
presentava, e risate e incredulit=E0 avvolgevano la sala. Lo sfid=F2 con una
domanda sul trattamento dei detenuti e dei prigionieri e sul perch=E8 tutti i
diritti umani nei loro confronti sono stati sospesi.

Successivamente a questa conferenza tutti gli attivisti di Voices sono stat=
i
fermati e i loro passaporti confiscati, fotocopiati e conservati negli
archivi delle truppe di occupazione.


A Ewa e Caoimhe =E8 impedito l'accesso al Convention Centre e i giornalisti
ora devono scrivere il oro nome, e-mail, telefono e mostrare la loro tesser=
a
con foto per poter partecipare alle conferenze stampa. QUando i giornalisti
si sono lamentati dell' ora e mezzo presa per questa attivit=E0 =E8 stato loro
detto, collettivamente al microfono che per questo dovevano ringraziare
quelle due giovani che giorni addietro avevano interrotto la conferenza. I
giornalisti sono anche stati informati che la ragione per la quale erano
stati trasferiti in una sala pi=F9 piccola era legata al fatto che, in caso d=
i
nuove interruzioni con esposizione di striscioni, sarebbe stato pi=F9 facile =
e
agevole cacciare le persone senza tante cerimonie.

Molti iracheni hanno espresso gratitudine e applaudito (letteralmente, per
strada) l'azione intrapresa da Voices in the WIlderness e altri giornalisti
hanno detto che vorrebbero avere la libert=E0 di prendere la stessa posizione=
.

La protesta =E8 andata in onda in diretta sulla CNN e trasmessa cinque volte
sulle reti arabe molto seguite Al Arabiya e Al Jazeera (titolo principale) =
e
Abu Dhabi. Anche la BBC Middle East Radio ha trasmesso l'azione e
intervistato Ewa e Caoimhe in arabo e molti giornali, sia locali che
internazionali hanno riferito questa notizia.

Lo studio legale irlandese Magden e Finucane, che rappresentano le vittime
del massacro del Bloody Sunday hanno fatto consulenza alle famiglie Al
Kawas, Hekmat e Azawi circa le modalit=E0 di intraprendere una causa legale
contro le forze di occupazione e il governo degli Stati uniti per
l'uccisione dei loro cari. Studi legali newyorkesi che si occupano di
diritti umani hanno offerto la loro consulenza.

In base alle leggi dell' attuale Amministrazione sotto occupazione militare=
,
nessun iracheno pu=F2 fare causa contro un organismo facente parte delle forz=
e
della coalizione occupante. L'art.146 della Quarta Convenzione di Ginnevra
stabilisce che =E8 responsabilit=E0 della forza occupante assicurare che, in
caso di crimini commessi dal potere occupante, deve essere apertq una
indagine sulle circostanze e le modalit=E0 del crimine.

La Quarta Convenzione relativa alla protezione dei civili in tempo di
guerra. Ginevra, 12 agosto 1949.

Parte IV: Esecuzione della convezione. Sezione 1: Norme generali

ARTICOLO 146

Le parti contraenti si impegnano a mettere in pratica le leggi necessarie =
a
rendere effettive sanzioni penali per coloro che commettono o ordinano di
commettere le gravi violazioni della presente Convenzione definite nel
seguente articolo.
Ogni parte contraente sar=E0 obbligata a cercare le persone incriminate per
aver commesso o ordinato di commettere tali gravi violazioni e porter=E0 tali
persone, indipendentemente dalla loro nazionalit=E0, davanti ai propri
tribunali. Pu=F2 anche, se lo preferisce e nel rispetto delle proprie leggi,
trasferire ad altra parte contraente coinvolta tali persone a patto che tal=
e
parte abbia dichiarato il caso come "prima facie".
Ogni parte contraente prender=F2 provvedimenti necessari alla soppressione di
tutti gli atti contrari alle norme della presente Convenzione diversi dalle
gravi violazioni definite nel seguente articolo.
In tutte le circostanze, le persone accusate beneficeranno della
salvaguardia dei loro diritti processuali e di difesa che non saranno meno
favorevoli di quelli previsti dall'art.105 e seguenti della Convenzione di
Ginevra relativi al trattamento dei prigionieri di guerra del 12 agosto
1949.


per ulteriori informazioni vedi
www.occupationwatch.org
e
www.electroniciraq.net



_____________________________________________________
> Subject: Activists Disrupt General Sanchez Press Conference
> Date: Sat, 06 Sep 2003 02:48:26 -0800


> Last tuesday, August 26th, 8 VITW activists disrupted one of General
> Sanchez' regular press briefings on occupation force activities and
> casualties, intitally asking difficult questions of the General before
> escalating into a protest:



>=20
> Ramzy Kysia asked why the forces did not investigate civillian killings
> with any semblance of the same effort as they do when soldiers are
> killed. 'Is this because Iraqi lives are not deemed as valuable as
> American lives?' he asked. The reply was that investigations are always
> held into any civillian death at the hands of 'coalition forces' and that
> any civilian death is taken very seriously.




>=20
> After a volley of various, fobbed off questions, Ewa Jasiewicz got on the
> mike and read out the names of six civillians killed in the Sulleikh,
> North baghdad, on August 7.



>=20
> Troops from the first armoured brigade from the first armoured division
> opened fire on three cars driving down Rabbia street at approx 9.30pm on
> a power-cut darkened summer night.



>=20
> The first car, carrying Saif Raed Azawi (20) and his two friends was
> fired upon over 20 times (we counted the bullet holes), Saif was shot to
> death, his friends managed to exit the car, suffering from bullet wounds
> themselves (confirmed by Captain John Mostellar, head of the First
> Brigade of the First Armoured Division) and were beaten, blindfolded,
> arrested and taken away. Up to five witnesses were also shot and two US
> soldiers suffered injuries too, sustained from their own crossfire.



>=20
> The second car, also shot at over 20 times, contained Adel Abdul Kareem
> (42, father), Hadir Al-Kawas (19, son), Ola Al Kawas (16, daughter),
> Mervit al Kawas (8, daughter) and Hadeel (14, daughter) and his wife
> Anwar (40). Anwar and her daughter Hadeel were the only members of the
> Kawas family to survive, the rest were shot to death. The cause of their
> deaths in their death certificates, issued at the Medical Legal Institute
> at Medical City Hospital in Baghdad, was left unwritten, the space for a
> reason being left starkly empty, something the director of Medical City
> said he'd never come across in his lifetime and was 'impossible'.




>=20
> The third car was inhabited by Ali Hekmat (31) alone who fled the scene
> at the sight of the carngae unfolding infront of him, was fired upon, and
> lost control of his car, swerving into a palm-log road block, overturning
> and dying in the impact.



>=20
> Ewa held up a beautiful portrait picture of the Abu Kawas family, taken
> two years ago, and read out the names of the dead, in honour of their
> lives, following on to say '..All killed by US troops from the first
> brigade first armoured division in Sulleikh. And there has been NO
> response, NO comment, NO apology (at this point her mike was cut and she
> stood up and continued loudly) and NO accountability from occupation
> troops. (At this point Caoimhe Butterly stood up, holding a copy of the
> portrait family picture and unfurled a black and white 'mourning' banner
> with 'THE KILLING CONTINUES' written upon it in Arabic and English. Ewa
> went on to say, 'You say there was an investigation but what is the
> criteria for this investigation when none of the survivors have been
> interviewed, none of the witnesses have been interviewed (at this point
> she was grabbed by the waist by a soldier who attempted to steer her
> out)under the Geneva conventions crimes against humanity must be tried in
> an international court (at this point three soldiers have Ewa and are
> dragging her away) The Geneva conventions have been broken! Under
> convention 146, those responsible for war crimes must be brought to
> justice. Your soldiers have no respect for human life! This family needs
> justice! You killed this family',(holding the picture of the family aloft
> all the while. Two soldiers have Caoimhe at this point and are steering
> her out, she shouts: 'The family are calling for an independent and
> transparent international investigation into the killings. Why is there
> no accountability? (she resists and is forcibly dragged further) Your
> soldiers are in breach of the Fourth Geneva Conventions if they are not
> brought to justice how will you prevent this from happening again? The
> families have no access to this place. It is your responsibility to meet
> with them, why will you not speak with them, what are you hiding? you owe
> them at least that'.
>=20



> Both activists were then shoved outside with the picture of the Al Kawas
> family snatched off both Ewa and Caoimhe crumpled into a ball and thrown
> on the ground.



>=20
> Outside the conference hall, the two were threatened with being taken to
> a detention centre and had their pictures taken without their consent.
> These pictures have now been published in the Occupation Forces weekly
> newspaper 'The Liberator' so that quote (from the same soldier who
> threatened Ewa and Caoimhe with detention): 'Wherever they go, any
> checkpoint or patrol, they can be recognised'. They both refused to give
> their names.=20




>=20
> The first person to be pointed to by General Sanchez to continue asking
> questions following the discruption and ejction of Ewa and Caoimhe was
> Kathy Kelly, co-founder of Voices. Sanchez groaned and appeared drawn and
> harrangued as she introduced herself, and laughter and disbelief errupted
> in the hall. She asked a challenging question about the treatment of
> detainees and prisoners and why all human rights had been suspended with
> regards to them.
>=20




> Following the conference, all the Voices activists were detained and had
> their passports confiscated, photocopied and filed by Occupation troops.




>=20
> Ewa and Caoimhe have been banned from the Convention Centre and
> journalists now have to sign their names, write their emails and phone
> numbers and hand over their (photo) press ID to get into press
> conferences. When journalists complained at the tediousness of the 1 and
> a half hour process, they were told, collectively, on the mike by one of
> Sanchez's representatives: 'Well, dont blame us! If you want to blame
> someone, blame those two young ladies which disrupted the conference last
> week'. Journalists were also told that the reason they had been moved
> into a smaller room was because if anyone had any plans to bring out
> banners or disrupt the conference, they would be ejected far more swiftly
> and unceremoniously than in the larger room.



>=20
> Many Iraqi people expressed their gratitude and applauded (literally, in
> the street)the action taken by Voices in the Wildreness and other
> journalists said they wished they had the leeway to take the same stand.
>=20




The protest was broadcast live on CNN and was carried five times on the
popular Arabic channels Al Arabiya, Al Jazeera (headline news) and Abu
Dhabi. BBC Middle East Radio also covered the action and broadcast
interviews with Ewa and Caoimhe in Arabic, and many newspapers, both
local and international, wrote it up.
>=20




> Irish legal firm Magden and Finucane, currently representing victims of
> the Bloody Sunday massacre have been advising the Al Kawas, Hekmat, and
> Azawi families with regards to bringing about a major lawsuit against the
> Occupation Forces and the US government for the killing of their loved
> ones. New York law human rights firms have expressed an interst in taking
> on the case Pro Bono.



>=20
> Under Occupation Administration Regulations, no Iraqi is allowed to raise
> legal proceedings against any Coalition Force body. Article 146 of the
> Fourth Geneva Conventions=A0 states that it is the responsibilty of an
> occupying power to ensure that if a criminal incident is committed by
> their forces, an criminal investigation must be conducted into the
> circumstances and perpetration of the crime.
>=20





> Convention (IV) relative to the Protection of Civilian Persons in Time of
> War. Geneva, 12 August 1949.
>=20
>=20


>=20
> Part IV : Execution of the convention #Section I : General provisions
>=20


> ARTICLE 146



> The High Contracting Parties undertake to enact any legislation necessary
> to provide effective penal sanctions for persons committing, or ordering
> to be committed, any of the grave breaches of the present Convention
> defined in the following Article.
> Each High Contracting Party shall be under the obligation to search for
> persons alleged to have committed, or to have ordered to be committed,
> such grave breaches, and shall bring such persons, regardless of their
> nationality, before its own courts. It may also, if it prefers, and in
> accordance with the provisions of its own legislation, hand such persons
> over for trial to another High Contracting Party concerned, provided such
> High Contracting Party has made out a ' prima facie ' case.
> Each High Contracting Party shall take measures necessary for the
> suppression of all acts contrary to the provisions of the present
> Convention other than the grave breaches defined in the following
> Article.
> In all circumstances, the accused persons shall benefit by safeguards of
> proper trial and defence, which shall not be less favourable than those
> provided by Article 105 and those following of the Geneva Convention
> relative to the Treatment of Prisoners of War of August 12, 1949.
>=20



> see
>=20
> www.occupationwatch.org
>=20
> and
>=20
> www.electroniciraq.net
>=20
> for more details