[Cerchio] Fwd: cocktail chimico quotidiano

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Autore: Corti Rita
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Oggetto: [Cerchio] Fwd: cocktail chimico quotidiano
Considerazioni del rapporto tra l'uomo, la sua evoluzione ed il progresso
A cura del Dr. Giuseppe Parisi - Associazione Internazionale di Clinica e
Terapia Olistica

Nell'evoluzione della specie umana, l'uomo subisce continuamente, per quanto
questo possa sembrare strano, modificazioni dei vari aspetti
morfologici/somatici/psico/neurologici. Certamente nella parte iniziale
della sua evoluzione queste modificazioni furono maggiori rispetto all'uomo
dell'era moderna.
L'Uomo primordiale infatti dovette adattare il suo organismo alle situazioni
ostili: pensiamo ad esempio all'alimentazione del periodo delle caverne,
quando la fame non era altro che istinto primordiale di sopravvivenza e di
conservazione della specie, circostanze di cui oggi l'uomo moderno non si
accorge nemmeno. l'alimentazione era soltanto carnivora, e questo
significava che l'organismo si adattava a quelle circostanze, con un preciso
metabolismo, oltre alle modificazioni somatiche particolari come ad esempio
la dentatura diversa, con l'aumento dei canini utili a lacerare le carni.
A poco a poco, con l'evoluzione, l'uomo scoprì l'agricoltura e il suo
metabolismo si modificò, per adattarsi alle nuove esigenze.
L'uomo moderno di questi ultimi 100 anni ha vissuto processi di
trasformazione biologica della sua specie, con maggiore velocità rispetto
all'evoluzione degli ultimi 800-1000 anni. Queste modificazioni non sono
avvenute solo sotto l'aspetto morfo-costituzionale, ma anche nell'aspetto
della funzionalità degli apparati.
Basta riflettere su come erano le nostre ragazze dei 13/17 anni di soli
70/90 anni fa, per rimanere impressionati dalle differenze enormi in termini
di statura, bellezza, eleganza e maturità del corpo.
A queste modificazioni che chiameremo "macroscopiche", in quanto facilmente
visibili, si aggiungono le "microscopiche" che sono tutte le modificazioni
biologiche, biochimiche e fisiche che il nostro organismo ha registrato.
Modificazioni che negli ultimi 60-80 anni sono state enormi.
Oggi, si fa molta fatica a credere che l'uomo abbia avuto soltanto benefici,
dal progresso medico e tecnologico: sono cambiate le capacità reattive dei
nostri organismi alle malattie e sono modificate le reazioni che l'organismo
e i singoli organi attivano nei confronti dell'ambiente.
L'uomo di oggi, è vero che vive più a lungo dell'uomo di soli 100 anni or
sono, ma è anche vero che il suo organismo è molto più indebolito rispetto a
quello dell'uomo di allora. Oggi è vero che i nostri bambini vivono con un
tasso di mortalità inesistente, almeno in occidente, e vivono tuttavia anche
più a lungo, ma è anche vero che questi nostri bambini vengono imbottiti di
antibiotici, altrimenti una semplice infiammazione faringea o un otite, si
potrebbero facilmente trasformare in bronco-polmonite.
Certo era molto più crudele la selezione che la natura effettuava: si
salvavano, ad esempio nel 1850, tre bambini ogni dieci nati, e chi si
salvava era sicuramente di forte costituzione. Oggi, quella stessa
costituzione rappresenta il "terreno biologico" ricercato con estrema
difficoltà, dai Terapisti Olisti.
Alla luce dei fatti, si può avere qualche riserva nel dire che questo
cambiamento di rotta: l'inversione totale della mortalità, abbia
necessariamente significato una maggiore salute dei Nostri Bambini.
Non c'è occhio, esperto e non esperto, che non possa notare che esistono
notevoli incongruenze su questa tematica, e cioè che una maggior salute del
bambino, come dell'Uomo adulto, non và di pari passo con l'innovazione
scientifica e tecnologica.
Certamente la verità sta nel fatto che l'avvento della chimica moderna di
sintesi, ha modificato, e del tutto alterato, la capacità reattiva del
nostro organismo, rendendoci incapaci e schiavi del prodotto farmacologico,
che se non assunto, finisce per essere pericoloso per la stessa vita.
Anche l'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha più volte ha
raccomandato un uso moderato di medicamenti della farmacopea moderna, e più
volte ha addirittura puntato il dito sull'uso inappropriato - per loro, e
paradossale per noi -, degli antibiotici ad esempio, tralasciando, per non
creare forti ripercussioni sugli interessi internazionali delle
multinazionali, i Fans, o antinfiammatori non-steroidei.
Quanto sta venendo fuori, poco per volta, è che non funziona lo sposalizio
tra la clinica medica e la farmacopea chimica moderna, e soprattutto la
visione settoriale della biologia cellulare, madre poi della stessa
farmacopea, nonché delle reazioni chimiche di azione recettore/cellula,
causa effetto/azione, che hanno fatto perdere quella visione d'insieme dell'
essere vivente, saggezza di quella Medicina di una volta, messa al bando, da
interessi enormi, e che adesso sta lentamente ritornando alla ribalta.
Si parla da diverso tempo di integrare gli studi clinici della formazione
medica universitaria, nel contesto di una medicina biointegrata, cioè un
incontro e investimento delle risorse della ricerca per una integrazione tra
le conoscenze cliniche di tutte le medicine, occidentali e orientali; se ne
parla, presidi di facoltà universitarie, studiosi, clinici, responsabili di
cattedre, ecc., ma tutto resta fermo a queste timide prese di posizione, e
si stenta a partire: sono certamente troppi, gli avversari, e non è
difficilissimo comprenderne le motivazioni.
In definitiva, l'antibiotico, rimane davvero il male minore, il resto lo
hanno completato con la catena alimentare industrializzata, l'uso delle
risorse dell'ambiente, e il suo depauperamento energetico, l'inquinamento
sistematico delle acque, dell'aria e della terra.
Ad esempio sono decenni che l'OMS, consiglia l'uso di sostanze omeopatiche
nella catena di allevamento dei bestiami, in sostituzione delle attuali
molecole di sintesi chimica, come antibiotici e cortisonici, usati "come
assetto preventivo" contro eventuali infezioni.
Ma questo non avviene, e anzi, il malcostume si è negli ultimi anni
rinforzato, con l'uso dei cortisonici, in maniera massiccia, come
anabolizzante, per far crescere più velocemente le carni e portarle quanto
prima sul mercato. I risultati, per chi è un attento osservatore e tiene
alla propria salute, si possono vedere nel colore non più roseo delle carni,
nella perdita di consistenza, nel sapore e soprattutto nel calo ponderale
della carne dopo la cottura.
I danni chiaramente sono evidenti, e non è bastato l'episodio mucca pazza, e
l'ultima del virus della SARS, per fare inversione di rotta.
Perché non dire che sono enormi gli interessi economici nascosti, come pure
numerose sono le complicità? Basti pensare a tutti quelli che si affannano a
ripetere continuamente che l'uomo ha visto il progresso grazie alla medicina
moderna e alla sua farmacopea, e che presto si sconfiggeranno tutte o quasi
le patologie.
Possiamo crederci?

L'apparato gastrointestinale:
Molti credono che sia solamente deputato alla digestione e all'assorbimento
delle sostanze nutritive; la funzione piu importante rimane invece quella
della produzione anticorpale, cioè di quei elementi che intervengono nella
difesa e sorveglianza immunitaria del nostro organismo.
Se pensiamo che soli 70 anni fa, l'alimentazione era totalmente rurale,
fatta di cibi freschi ed integrali, cibi "Vivi" e privi di tossine, possiamo
comprendere con grande facilità lo sconvolgimento che il nostro organismo ha
dovuto subire, e come si è dovuto adattare, soprattutto dal secondo
dopoguerra ad oggi.
Immaginiamo ad esempio cosa è significato per il nostro apparato intestinale
dover venire a contatto con prodotti e sostanze che fino a quel momento non
conosceva: conservanti, coloranti, edulcoranti, additivi, e soprattutto la
farmacopea chimica di sintesi, che fino a 60 anni fa era totalmente
sconosciuta sia all'uomo, che all'animale.
Oggi è radicalmente modificata l'impostazione alimentare, perchè è scivolata
verso un mercato di tipo industriale. Tutto questo ha profondamente
modificato, e continua tuttora, i quadri biologici/fisici/biochimici ed
immunitari del nostro organismo, come quello degli animali che non vivono
allo stato brado.
Una delle cause centrali di questo comportamento dell'organismo è
sicuramente da deputare alla chimica moderna. Se pensiamo che un banale
colorante può alterare la flora batterica intestinale distruggendola, o che
un prodotto facilmente acquistabile come un antinfiammatorio, può
distruggere la flora batterica saprofita, tutto ciò deve far riflettere che
le nostre abitudini e stili di vita in questi ultimi decenni non sono più
consoni ad un mantenimento dello stato di salute.
L'alimentazione industriale ad esempio, ha radicalmente alterato la presenza
di fibre integrali, importanti al nostro organismo, mettendo in commercio,
cibi che hanno uno scarsissimo valore biologico nutritivo, e che per motivi
commerciali, vengono alterati, per ingannare il palato (vedi glutammato), e
consentirne così una sorta di dipendenza, obbligandone ad un nuovo acquisto.
Nella catena industriale i cibi contengono la metà di quelle fibre
indispensabili alle nostre reali necessità, e almeno il 60% di quelle
assunte dai nostri nonni.
Tralasciando le sostanze nocive all'habitat intestinale, possiamo affermare
che non esiste alimento industriale che non risulti dannoso. Si evince
allora che per mantenere un buono stato di salute generale, è necessario
avere cura di quello che si mangia: integrando l'alimentazione con fibre e
probiotici, e soprattutto eliminando ogni situazione, che in maniera del
tutto silente, può portare verso le malattie degenerative .

Pensiamo ad esempio a come ci nutriamo.
Ma allora, mangiare cibi biologici, aiuta oppure no?
Certamente il biologico non è il cibo dei nostri antenati, per il semplice
fatto che sono state alterate le condizioni ambientali generali che ne
permettono la genuinità di una volta. Rimane tuttavia la situazione da
privilegiare, soprattutto per l'alimentazione dei nostri bambini, nonostante
il loro prezzo sia ancora elitario.
Molti chiedono:
.E lo yogurt?
Lo yogurt è sufficiente solo al mantenimento di una normale flora batterica.
In condizioni di flora alterata per qualsiasi motivo: stress, alimentazione
errata, farmaci, ecc., l'assunzione di yogurt non è da considerarsi
terapeutica, in quanto tale alimento, anche se idoneo, non ha le proprietà
di ripristinare il target normale per una buona colonizzazione batterica
intestinale.


Dr Giuseppe Parisi
Associazione Internazionale di Clinica e Terapia Olistica


----- Original Message -----
From: "leonid ilijc brezhnev" <brezhnev@???>
To: <libertari@???>; <cerchio@???>
Sent: Friday, September 05, 2003 9:33 AM
Subject: [Cerchio] Fwd: cocktail chimico quotidiano



>Diabete, tumori, allergie: un piano Ue per rintracciare le 30.000 sostanze
>"in circolazione"
>Cocktail chimico quotidiano
>L'ultima inquadratura è di quelle che rimangono impresse: Julianne Moore
>fissa il muro del loculo a tenuta stagna dove si presume passerà il resto
>della propria vita. Il film, una pietra miliare dell'ambientalismo
>statunitense, era Safe, "Salva", e raccontava le vicende di una casalinga
>che diventa improvvisamente allergica a qualsiasi sostanza chimica con cui
>entri in contatto, dai detersivi alla moquette, dalle fibre artificiali ai
>deodoranti. Per salvarsi dalle crisi di soffocamento la protagonista
>finisce in una health farm, una "fattoria della salute" a metà strada fra
>un centro per agriturismo e un monastero, che diventa l'unico rifugio per
>chi non sopporta la vita chimica della modernità.
>
>La storia raccontata nel film non è solo opera dell'immaginazione:
>l'America si va riempiendo di health farm e la "sindrome del palazzo
>malato", come è stata battezzata, è stata riconosciuta dall'Organizzazione
>mondiale della sanità come classica malattia professionale degli impiegati
>che, fra casa e ufficio, passano la maggior parte del loro tempo in
>ambienti chiusi. Ma le reazioni allergiche sono soltanto una delle
>conseguenze, e la più immediatamente visibile, del cocktail chimico nel
>quale siamo immersi e che il film riporta in primo piano. Basta mettere
>insieme i dati, del resto, per rendersi conto dello scotto sanitario
>pagato alla civiltà dei consumi: malattie autoimmuni, tumori, danni
>respiratori e chi più ne ha più ne metta. Un'evidenza che tutti sembriamo
>accettare con sconcertante fatalismo.
>
>
>Trentamila sostanze non testate
>Eppure, conti alla mano, la chimica costa ai sistemi sanitari europei
>circa 70 miliardi di euro e molte vite. E' vero che costituisce nel
>complesso il 28 per cento della bilancia commerciale, ma la percentuale è
>destinata a diminuire con l'arrivo dei più economici prodotti asiatici o
>mediorientali. Resta comunque il fatto che buona parte dei composti
>chimici che respiriamo, inaliamo o che assorbiamo per via epidermica sono
>stati messi in commercio prima della precedente tornata di autorizzazioni,
>datata 1981, quando vennero messe fuori gioco alcune diavolerie
>particolarmente tossiche come il ddt.
>
>Stranamente il fatto di vivere a contatto con trentamila sostanze non
>testate non desta altrettanto scalpore degli ogm o dell'elettromagnetismo
>ma, certamente, il piano della Commissione europea lanciato sotto il nome
>di Reach - Registration, Evaluation e Authorisation of Chemicals
>(Registrazione, valutazione e autorizzazione dei chimici) - è destinato a
>fare rumore, se non altro perché la lobby chimica è già partita a testa
>bassa contro una misura considerata «una seria minaccia all'industria
>chimica europea» mentre, sull'altro lato della barricata, il Wwf e altri
>gruppi ambientalisti stanno spingendo per l'approvazione del piano.
>
>Le misure contenute nel Reach sembrano dettate dal mero buon senso. Si
>tratta di rintracciare i 30 mila composti chimici messi in commercio prima
>del 1981. Le aziende chimiche dovranno fornire informazioni dettagliate
>sulle produzioni che superano la tonnellata annuale e dovranno dimostrarsi
>in possesso di dettagliati piani della gestione del rischio. Le sostanze
>più pericolose, e quelle di cui non sono ancora noti gli effetti sulla
>salute, richiederanno una speciale autorizzazione. L'attuazione del piano,
>secondo la Commissione, dovrebbe comportare costi che si aggirano sui 32
>miliardi di euro, che sono molti, ma comunque meno dei costi sanitari
>causati dall'esposizione indiscriminata dei cittadini europei, valutata,
>appunto, in quasi 70 miliardi di euro.
>
>I rapporti di Wwf Gran Bretagna, che ha lanciato la campagna, sono
>allarmanti. Si parla di consistenti aumenti della diffusione di tumori,
>disordini metabolici come il diabete, difetti congeniti e, per effetto
>dell'accumulazione, danni al sistema endocrino e ormonale. L'industria
>chimica, in particolare la Chemical Industry Association inglese, minaccia
>una crisi del settore con la conseguente crisi occupazionale, scenario che
>viene respinto dagli ambientalisti. Justin Woolford, direttore della
>campagna del Wwf contro le sostanze chimiche, sostiene che l'industria
>esagera e che non si tratta di proteggere soltanto la salute dei cittadini
>ma anche quella dei lavoratori attraverso un processo di riconversione che
>può «mettere fuori commercio la fabbricazione delle sostanze più dannose e
>spingere all'innovazione e alla diffusione di sostanze meno rischiose»
>come è avvenuto con il ddt e altri pericolosi pesticidi.
>
>Il Wwf trova, nella Banca Mondiale, un inaspettato alleato. Alcuni
>ricercatori hanno valutato intorno al tre per cento le malattie provocate
>dalle sostanze chimiche non testate. Il piano comunitario ridurrebbe
>l'esposizione del 10 per cento. Se poi nella stima delle patologie si
>comprendono anche malattie non mortali come il diabete, l'infertilità o il
>parkinson, ecco che la stima dei costi sanitari a carico della
>collettività raggiunge la ragguardevole cifra di 284 miliardi di euro.
>Senza considerare naturalmente tutto quello che non ricade nei conteggi
>degli economisti della Banca Mondiale: sofferenza, lutti e dolore.
>
>Sabina Morandi


per cancellarsi dalla lista, andare su
https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio