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Sent: Sunday, August 31, 2003 3:55 PM
Subject: Ma gli atipici sognano previdenze integrative?
>
> >Ma gli atipici sognano previdenze integrative?
> >
> >Perché Cofferati (a parole) ha tanto a cuore le sorti dei lavoratori
> >precari?
> >
> >di Carmelo Lucchesi
> >
> >Esplicazione I
> >
> >Nel 1968 Philip K. (Kindred) Dick (1928-1982) pubblica Do androids dream
of
> >electric sheep? (tradotto in Italiano col titolo Ma gli androidi sognano
> >pecore elettriche?), da cui nel 1981 verrà tratto il film Blade runner
> >diretto da Ridley Scott. La vicenda del film si svolge in una cupa e
> >piovosa
> >Los Angeles del 2019, dove la Tyrell Corporation ha sviluppato nuove
> >tecnologie che consentono di fabbricare replicanti, cioè organismi
viventi
> >uguali in tutto agli essere umani, ma con una forza superiore e privi di
> >sentimenti, anche se i progettisti avevano stimato che dopo qualche anno
> >avrebbero sviluppato sentimenti propri. Per limitare le loro
potenzialità,
> >i
> >replicanti sono dotati di un sistema che dopo pochi anni li fa morire. I
> >replicanti vengono usati nelle colonizzazioni di altri pianeti e nelle
> >esplorazioni pericolose. Rick Deckard (ex-poliziotto, ex-cacciatore di
> >replicanti, ex-killer) viene costretto, dal capo della polizia, a
> >riprendere
> >il suo vecchio lavoro al fine di eliminare quattro replicanti fuggiti
dalla
> >schiavitù delle colonie e venuti sulla Terra. Indagini, scontri e
peripezie
> >varie, tra dubbi su chi è replicante e chi non lo è, interrogativi sulla
> >vita e sulla morte e alla fine Deckard la spunta.
> >
> >Esplicazione II
> >
> >Sergio Cofferati ha espresso in varie interviste di essere un
appassionato,
> >tra l'altro, delle opere di Philip K. Dick e del film Blade runer;
> >addirittura qualche mese addietro ha partecipato alle iniziative di
> >commemorazione dello scrittore staunitense
> >
> >Esplicazione III
> >
> >Tutte le modalità di lavoro che non sono a tempo indeterminato e pieno
sono
> >dette atipiche. In Italia la tradizione di lavoro atipico è assai
limitata:
> >lavoratori stagionali, scuola e poco altro. Nell'ultimo decennio, però,
il
> >lavoro atipico si è evoluto in qualità e quantità: ne sono legalizzate
> >forme
> >nuove e si è diffuso in tutti gli ambiti lavorativi. Attualmente i
> >lavoratori atipici sono circa 6 milioni e rappresentano una parte sempre
> >più
> >ampia dei nuovi assunti.
> >
> >Contratti a termine, contratti di formazione e lavoro, part-time, lavoro
> >interinale, contratto coordinato e continuato (i famigerati CO-CO-CO),
job
> >on call (lavoratori squillo: ti chiamo solo quando c'è da lavorare) e
> >quant'altro la mente perversa del profitto è riuscita a inventarsi
popolano
> >gli incubi dei disoccupati italiani. I lavoratori atipici vivono,
infatti,
> >condizioni di estrema precarietà: guadagnano meno di quelli "tipici",
hanno
> >meno diritti e meno garanzie previdenziali e di continuità del lavoro.
> >Difficilmente un lavoratore atipico può condurre un'esistenza dignitosa,
> >difficilmente può organizzarsi e condurre lotte sindacali, perché
> >facilmente
> >ricattabile.
> >
> >Frequentamente i mezzi di informazione ospitano articoli e interviste a
> >Sergio K. Cofferatick su vari argomenti dell'attualità sindacale e
> >politica.
> >Straordinaria coincidenza rivelano le ragioni che il presidente della
> >fondazione Di Vittorio adduce per motivare alcune sue opinioni in ambito
> >sindacale.
> >
> >A proposito di previdenza integrativa ci spiega: "Il sistema dei fondi
> >pensione introdotto nel '96 va bene, ma c'è un gravissimo ritardo nella
sua
> >diffusione, e in particolare restano tagliati fuori i lavoratori delle
> >aziende medio-piccole e le nuove figure del lavoro atipico" (L'Unità
> >dell'11
> >febbraio 2003).
> >
> >Gli chiedono di prendere posizione sul referendum per l'allargamento
> >dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori e lui subito: il referendum non
> >va
> >bene perché non tutela i lavoratori atipici. Che superlativa sensibilità,
> >che ammirevole pietà! Sabato scorso contro la moglie che gli proponeva di
> >uscire a mangiare una pizza, Sergio K. Cofferatick proruppe: "No, cara,
non
> >voglio, finché anche l'ultimo dei lavoratori atipici non potrà
permettersi
> >una margherita con funghi e una birra rossa alla spina".
> >
> >La rappresentazione di se stesso che Sergio K. Cofferatick affida alle
> >gazzette stampate e catodiche, affine al dio misericordioso,
> >compassionevole
> >del Corano, ci ha procurato un tormetato interrogativo alla ricerca di
una
> >motivazione di cotanto affanno a tutela dei lavoratori precari. Tirate le
> >somme le ipotesi plausibili sono queste:
> >
> >1. Philip K. Cofferatick ha un parente stretto atipico.
> >
> >2. Philip K. Cofferatick è tra i padri dei lavoratori atipici, assieme ai
> >suoi colleghi di CISL, UIL, Confindustria e ai politici di tutto l'arco
> >parlamentare.
> >
> >3. Philip K. Cofferatick è veramente convinto di quello che afferma.
> >
> >4. Philip K. Cofferatick non ha argomenti migliori per far apparire di
> >sinistra le sue posizioni moderate .
> >
> >Ipotesi 1
> >
> >Tralasciamo la prima ipotesi che, se vera, non merita alcuna indagine e
> >consideriamo le altre tre.
> >
> >Ipotesi 2
> >
> >Philip K. Cofferatick per tanti anni alla guida della CGIL ha promosso
con
> >entusiasmo la rapida invasione del lavoro ultraprecario in Italia, prima
> >con
> >il centro sinistra e poi con il centro-destra.
> >
> >Insomma Philip K. Cofferatick è il creatore dei lavoratori supersfruttati
e
> >ultraricattabili. Questa sua condizione lo rende oggettivamente
> >assimilabile
> >al dottor Eldon Tyrell, il fondatore e presidente della Tyrell
Corporation,
> >di Blade runner, che inventa e produce i replicanti, lavoratori atipici
> >senza diritti. Ecco spiegata la passione di Philip K. Cofferatick per
> >Philip
> >K. Dick. Qualcuno obietterà che sono molti gli appasionati di Blade
runner
> >in giro per il mondo. Vero. Solo che l'unico che si identifica col dottor
> >Tyrell è Philip K. Cofferatick; gli altri ci proiettiamo sul cacciatore
> >Rick
> >Deckard o, al limite, sul più forte replicante Roy Batty. E' proprio
> >l'incontro tra Roy ed il suo creatore Tyrell che, nel film, rivela un
> >rapporto molto complesso tra i due. Roy, consapevole di essere destinato
a
> >morire di lì a poco, chiede: Io voglio più vita, padre! Tyrell
affascinato
> >dalla perfezione della sua creatura non può accogliere la richiesta e
cerca
> >di blandirlo: La luce che arde col doppio di splendore brucia in metà
> >tempo.
> >E tu hai sempre bruciato la tua candela da tutte e due le parti. La
> >trattativa non giunge a un accordo soddisfacente per le due parti: Roy
> >vuole
> >solo continuare a vivere e Tyrell, nonostante straveda per il
replicante,
> >non può violare le regole del sistema. Non essendo possibile il ricorso a
> >una conciliazione davanti al giudice del lavoro, Roy uccide Tyrell. Scena
> >memorabile: Tyrell è orgoglioso di aver creato qualcosa di eccezionale
> >mentre Roy è alla ricerca di un sistema per prolungare la sua breve
> >esistenza ma anche di un padre che l'assimili all'esperienza umana.
Insomma
> >l'eterno strettissimo legame tra chi genera e chi è generato.
> >
> >Del tutto simile ci appare il rapporto tra Philip K. Cofferatick e i
> >lavoratori atipici. Il primo è affascinato della loro perfezione al fine
di
> >massimizzare i profitti aziendali; i secondi possono vedere in lui chi
può
> >garantirgli qualche diritto in più. Come Tyrell, Philip K. Cofferatick
non
> >può, ovviamente, migliorare le loro condizioni, perché si porrebbe in
> >posizione antagonista rispetto all'attuale ordinamento socio-politico,
> >assumendo un ruolo che non gli si attaglia. Ci avviamo, allora, a un
finale
> >simile a quello del film? I lavoratori atipici faranno fuori
> >(simbolicamente, si capisce) tutti coloro che li hanno creati.
> >
> >
> >
> >Ipotesi 3
> >
> >Se le affermazioni di Philip K. Cofferatick in difesa dei lavoratori
> >atipici
> >fossero sincere ci troveremmo di fronte ad un caso molto sorprendente.
> >
> >Chi ha più di quarant'anni ricorderà che nel corso del 1977 l'Italia fu
> >percorsa da un significativo e variegato movimento fortemente
anti-sistema.
> >Fu il movimento segnato dall'uccisione (un esecuzione alle spalle dei
> >carabinieri, rimasta impunita) di Francesco Lo Russo a Bologna, dagli
> >indiani metropolitani, dall'autonomia operaia, dalla repressione a colpi
di
> >bllindati per le strade di Roma e di Bologna del ministro degli interni
> >Kossiga, dagli intellettuali francesi schierati con la protesta, dal PCI
> >collocato compattamente ed in prima fila con il governo democristiano
> >contro
> >la contestazione della piazza. Quello del '77 fu anche il movimento che
si
> >scontrò duramente con l'apparato burocratico della CGIL: Luciano Lama,
> >segretario nazionale di quel sindacato, venuto all'università di Roma a
> >imporre la sua spocchiosa presenza fu messo a tacere e in fuga con il suo
> >brutale servizio d'ordine dagli studenti. Lo scontro materiale tra i
> >settantasettini e i burosauri della CGIL era la risultante di un
conflitto
> >teorico. Il movimento era costituito dai non garantiti:giovani precari e
da
> >studenti universitari che vivevano un'oggettiva condizione di precarietà.
> >Per la prima volta veniva esplicitamente alla luce una massa di
irregolari
> >che chiedeva diritti di cittadinanza e che, acutamente, leggeva le
> >modifiche
> >produttive e sociali che si erano venute a creare nel nostro Paese:
assetto
> >post-fordista della produzione, proletarizzazione del ceto intellettuale,
> >ecc... Tutta roba che altri avrebbero compreso un paio di decenni dopo.
> >Lama
> >e i suoi commilitoni della CGIL, sostenitori della centralità
> >dell'operaio-massa (quello della catena produttiva fordista dei grandi
> >concentramenti produttivi), nonché della difesa dello Stato
> >democratico-borghese, percepivano il movimento come una minaccia del
> >proprio
> >ruolo di cinghia di trasmissione del comando padronale verso il lavoro
> >dipendente stabile. In sostanza la CGIL si schierò nettamente contro il
> >dirompente emergere di un nuovo protagonismo sociale di soggetti giovani,
> >precari, acculturati e antagonisti.
> >
> >Venticinque anni dopo, l'appena ex segretario generale della CGIL, Philip
> >K.
> >Cofferatick, ribalta le posizioni del suo predecessore Lama e si converte
> >(almeno parzialmente) a quanto sostenuto dai ribelli del '77. C'è da
> >allibire. Una contorsione di 180 gradi. Possibile che nessuno gridi allo
> >scandalo per la rottura della tradizione cigiellina da parte di
> >Cofferatick?
> >
> >Ipotesi 4
> >
> >Se Philip K. Cofferatick si atteggia a Robin Hood dei precari solo per
> >camuffare da sinistra le sue posizioni scimmiottate pari pari da
Berlusconi
> >e dalla Confindustria, non ci stupisce neanche un po'. è nello spirito
del
> >personaggio fare proclami roboanti e massimalisti per poi ridursi a
> >raccogliere quanto più fa comodo alla sopravvivenza della sua struttura
> >sindacale.
> >
> >Conclusione
> >
> >La nostra indagine su Sergio Cofferati si chiude senza prender partito
per
> >l'una o l'altra ipotesi prospettata; in ogni caso il Nostro ne esce per
> >quello che riteniamo sia: un opportunista di cui è salutare diffidare
> >prima,
> >durante e dopo i pasti.
> >
> >
> >da COBAS -giornale dei Comitati di Base della Scuola- n°15, giugno
> >2003_______________________________________
> >
> >
> >
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> >
> >
> >--
> > Lista di discussione del Bologna Social Forum
> > Per scrivere in lista: forum@???
> > Iscrizione:
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> > come mezzo di trasmissione e condivisione dei saperi.
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>