[Cerchio] [M] : Allegato . Commento . George Monbiot

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Autore: Maurizio / DJ M
Data:  
Oggetto: [Cerchio] [M] : Allegato . Commento . George Monbiot
Sonnambuli fino all'Estinzione
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Qualcosa nella mente umana sembra impedirci di afferrare la
realtà del cambiamento climatico
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di George Monbiot
Tradotto da M . canadianm@???

Agosto, 2003

Viviamo nel mondo dei sogni. Con una piccola, parte razionale del cervello,
riconosciamo che la nostra esistenza è governata da realtà materiali e che,
come quelle realtà cambiano, in maniera similare faranno le nostre vite. Ma
al di sotto di questa consapevolezza è la profonda semi - coscienza che
assorbe il momento nel quale viviamo per poi generalizzarlo, proiettando le
nostre vite future come casi ripetuti del presente. Questa, non il mondo
superficiale della nostra ragione, è la nostra vera realtà. Tutto ciò che ci
separa dagli aborigeni dell'Australia è che loro riconoscono questo e noi
no.

Il nostro sognare, come ha già cominciato a fare, distrugge le circostanze
necessarie per la vita umana sulla Terra. Fossimo governati dalla ragione,
oggi staremmo facendo le barricate, trascinando via dai loro sedili i
guidatori di Range Rovers e Nissan Patrols, occupando e chiudendo le
centrali elettriche a carbone, infiammandoci alla ritirata dalla realtà di
Blair nelle Barbados ed esigendo un'inversione nella vita economica tanto
drammatica quanto quella che sopportammo quando andammo a fare la guerra
contro Hitler. Invece, ci lamentiamo per il caldo e sfogliamo gli opuscoli
per andare in vacanza in Islanda. Il futuro ci è stato messo davanti, ma
l'occhio profondo con il quale poniamo noi stessi sulla Terra non lo vedrà.

Naturalmente, non possiamo dire che le temperature notevoli di questa
settimana in Europa siano il risultato del riscaldamento globale. Che cosa
possiamo dire è che corrispondono alle previsioni fatte dagli scienziati sul
clima. Come il Met Office ha segnalato Domenica, "tutti i nostri modelli
hanno suggerito che questo tipo di eventi si ripeteranno più
frequentemente." [ 1 ] Lo scorso Dicembre ha predetto che, come conseguenza
del cambiamento climatico, il 2003 sarebbe stato l'anno più caldo di quelli
registrati. [ 2 ] Due settimane fa il suo centro di ricerca ha segnalato che
gli aumenti di temperatura su ogni continente si sono combinati
perfettamente con i previsti effetti del cambiamento climatico causato dalle
attività umane ed ha indicato che fenomeni naturali quali le macchie solari
o l'attività vulcanica, non potevano essere ritenuti responsabili per tutto
questo. [ 3 ] Lo scorso mese l'Organizzazione Meteorologica Mondiale ha
annunciato che "l'aumento della temperatura nel ventesimo secolo è probabile
essere stata la più ampia di tutti i secoli durante gli ultimi 1000 anni",
mentre "la tendenza per il periodo che va dal 1976 è approssimativamente tre
volte di quella dei 100 anni precedenti, considerati nel loro complesso."
[ 4 ] Il cambiamento climatico, come suggerisce l'OMM, fornisce una
spiegazione non soltanto per le temperature record in Europa e in India ma
anche per la frequenza dei cicloni negli Stati Uniti e la severità delle
recenti inondazioni nello Sri Lanka. [ 5 ]

Ci sono ancora, naturalmente, coloro che negano che un qualunque
riscaldamento si stia verificando, o che asseriscono possa essere spiegato
come un fenomeno naturale. Ma pochi di loro sono climatologisti, meno ancora
sono i climatologisti che non ricevono sovvenzioni dall'industria dei
combustibili fossili. La loro credibilità fra i professionisti è al momento
di poco superiore a quella della gente che sostiene non esservi un
collegamento fra il fumare e il cancro. Tuttavia la preminenza data ad essi
dai media riflette non soltanto le richieste dei pubblicitari
dell'automobile. La verità è che vogliamo credergli, perché desideriamo
riconciliare la nostra ragione con il nostro sognare.

Gli eventi estremi a cui sembra abbia contribuito il cambiamento climatico
riflettono un aumento medio nelle temperature globali di 0.6 C. [ 6 ] Il
consenso fra i climatologisti è che le temperature aumenteranno nel
ventunesimo secolo tra 1.4 e 5.8 C: in altre parole, fino a dieci volte
l'aumento che abbiamo sofferto finora. [ 7 ] Alcuni scienziati del clima,
riconoscendo che il riscaldamento globale è stato ritardato dalla fuliggine
industriale, i cui livelli stanno ora declinando, suggeriscono che invece il
probabile aumento massimo dovrebbe essere indicato fra i 7 e i 10 C. [ 8 ]
Non stiamo contemplando la conclusione delle vacanze a Siviglia. Stiamo
contemplando la conclusione delle circostanze che consentono alla maggior
parte degli esseri umani di rimanere sulla Terra.

Un cambiamento climatico di questa grandezza devasterà la produttività della
Terra. Nuove ricerche in Australia suggeriscono che la quantità di acqua che
raggiunge i fiumi declinerà fino a quattro volte più velocemente della
riduzione in percentuale di piogge nelle zone aride. [ 9 ] Questo, accanto
alla scomparsa dei ghiacciai, scrive la parola fine per l'agricoltura d'
irrigazione. Alluvioni invernali e l'evaporazione dell'umidità del terreno
durante l'estate eserciteranno effetti similari sull'agricoltura alimentata
a pioggia. Come i raccolti, gli esseri umani semplicemente appassiranno in
alcune delle parti più calde del mondo: le 1500 morti in India per
esaurimento dal caldo di questa estate possono prefigurare una necessaria
evacuazione, mentre le temperature aumentano, di molti dei posti attualmente
considerati abitabili. Non vi è probabilità di continuità qui; in qualche
modo dobbiamo persuadere i nostri io sognanti per potere confrontare la
conclusione della vita per come la conosciamo.

Paradossalmente, l'approccio a questa crisi corrisponde all'approccio ad un
altra. La domanda globale di petrolio è probabile che superi i livelli delle
scorte entro i prossimi 10 o 20 anni. Alcuni geologi ritengono che questo
fenomeno possa essere già cominciato. [ 10 ] Si sta tentando di battere
assieme le due crisi imminenti e di concludere che la seconda risolverà la
prima. Ma questo è solo un intenso desiderio. Vi è abbastanza petrolio sotto
la superficie della Terra per cucinare l'intero pianeta e, come il prezzo
aumenta, il motivo per estrarlo aumenterà. Il Business si volgerà verso
mezzi ancor più inquinanti per ottenere l'energia, quali l'uso della sabbia
bituminosa e dell'argilla petrolifera, o la "gassificazione sotterranea del
carbone" (che da fuoco alle vene di carbone). Ma siccome il petrolio nelle
fasi iniziali dell'estrazione è il combustibile meno costoso e più
efficiente, i costi dell'energia saliranno, in tal modo assicurando la
nostra impossibilità a comprarci l'uscita dalle difficoltà con l'aria
condizionata, il pompaggio dell'acqua e la coltivazione ad alto consumo di
combustibile.

Così invece poniamo la nostra fede nella tecnologia. In un'età in cui la
scienza è autorevole ma, per la maggior parte, imperscrutabile quanto lo era
dio una volta, noi osserviamo i suoi prodotti quasi quanto la gente del
Medio Evo guardava alla divina provvidenza. In qualche modo "loro"
produrranno ed installeranno i dispositivi - le turbine a vento o i pannelli
solari o le dighe contro le maree - che risolveranno entrambi i problemi
mentre ci accertiamo che non dobbiamo fare alcun cambiamento al modo in cui
viviamo.

Ma lo schieramento diffuso di queste tecnologie non avverrà fino a che i
prezzi crescenti non si assicurino che si trasformi in un imperativo di
fondamentale importanza commerciale e per allora sarà troppo tardi.
Nondimeno, non potremo arrivare a soddisfare i nostri livelli correnti di
consumo senza sfruttare quasi ogni ettaro di terra e di mare poco profondo
attraverso l'uso di dispositivi generativi. In altre parole, se lasciamo che
sia il mercato a governare la nostra politica, siamo finiti. Soltanto se
prendiamo controllo delle nostre vite economiche e richiediamo e generiamo i
mezzi dai quali possiamo arrivare a tagliare il nostro consumo di energia al
10 o al 20% dei livelli correnti, potremo impedire la catastrofe che i
nostri io razionali possono comprendere. Ciò richiede regolazione,
razionamento e proibizione draconiane: tutte le misure che le nostre
politiche attuali, informate dal nostro sognare, proibiscono.

E così preferiamo dormire mentre attraversiamo la crisi. Svegliarsi richiede
che si rovesci la sede della nostra coscienza, che si detronizzi il nostro
profondo irrazionale e che lo si usurpi con le nostre menti razionali e
preventive. Siamo capaci di questo, o siamo destinati ad essere sonnambuli
fino all'estinzione?

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George Monbiot è professore onorario al Dipartimento di Politica a Keele e
Professore in Visita al Dipartimento di Scienze Ambientali all'Università di
East London. Scrive una colonna settimanale per il giornale 'The Guardian'
di Londra. Il suo libro recentemente pubblicato, The Age of Consent (Flaming
Press), mette avanti proposte di controllo democratico globale. I suoi
articoli e l'info per contattarlo possono essere trovati sul suo Web site:
www.monbiot.com.
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References:

1. Reuters, 8th August 2003. Europe's Heatwave Doesn't Prove Global Warming.

2. Geoffrey Lean, 29 December 2002. Official: next year will be the hottest
since records began. The Independent on Sunday.

3. Meteorological Office, 28th July 2003. Europe and North America warming
due to human activity. Press release.

4. World Meteorological Organisation, 2nd July 2003. Extreme Weather Events
Might Increase. Press release.

5. ibid.

6. Intergovernmental Panel on Climate Change, 2001. Climate Change 2001,
Synthesis Report.

7. ibid

8. Fred Pearce, 4th June 2003. Global warming's sooty smokescreen revealed.
New Scientist. http://www.newscientist.com/news/news.jsp?id=ns9999379
9. Research by the Cooperative Research Centre for Catchment Hydrology,
cited in The Institute for Sustainable Futures, 2003. Impacts of Climate
Change on Water Supplies and Soil. Sydney.

10. See for example Richard Heinburg, 2003. The Party's Over: Oil, War and
the Fate of Industrial Societies. New Society Publishers, Canada; Kenneth S.
Deffeyes, 2001. Hubbert's Peak: The Impending World Oil Shortage. Princeton
University Press; Bob Holmes and Nicola Jones, 2nd August 2003. Brace
Yourself for the End of Cheap Oil. New Scientist.