Autor: luca Data: Assumpte: [Forumlucca] L'alba dei caracoles
L'ALBA DEI CARACOLES
a cura della Delegazione in Chiapas di Mani Tese
Fin dalle prime ore del mattino di Venerd=ED 8 agosto, migliaia di indige=
ni
cominciano ad affollare l'Aguascalientes II di Oventik, o meglio il nasce=
nte
Caracol "de la Resistencia y Rebeldia por la humanidad". La scesa ripida
della strada accoglie persone provenienti da luoghi piu' remoti del Chiap=
as
magari dopo due giorni di cammino.
Il Centro Diritti Umani "Fray Bartolome' de Las Casas" ha denunciato movi=
menti
militari che generano pressione e tensione nelle comunita' e l'inasprimen=
to
della presenza dell'Esercito in queste ore. Ma il malgoverno non fa paura=
a nessuno.
Lungo la strada risalta una costruzione ben curata e ornata di fiori dove=
sta scritto "Casa della giunta di buon governo del Caracol della Resisten=
za
e Ribellione per l'umanita'".
Giovani di diversi paesi stanno finendo di dipingere le pareti esterne.
E' qua che nasce in queste ore il Governo Regionale Autonomo. In questo
angolo di Chiapas, come in altri quattro prima conosciuti come gli Aguasc=
alientes
di La Realidad, La Garrucha, Morelia, Roberto Barrios. Luoghi storici, vi=
sitati
in questi anni da centinaia di migliaia di persone provenienti da tutto
il mondo, che hanno instancabilmente viaggiato per dare il loro contribut=
o
alla lotta zapatista ed alla difesa dei diritti umani.
Prima dell'alba dei Caracoles, deve essere festeggiato il tramonto degli
Aguascalientes, "la bella morte" promessa dagli zapatisti.
Dal primo mattino inizia la grande festa. Gli indigeni si accampano alla
meglio sotto tende di plastica rette da due pali di legno. Sorte migliore=
tocca alle centinaia di rappresentanti della societa' civile nazionale ed=
internazionale a cui sono riservate le poche costruzioni in muratura. Col=
oro
che non trovano spazio all'interno di queste strutture riempiono di tende=
multicolori ogni angolo. Privilegio ingiusto quanto gradito visto che sia=
mo
a 2500 metri.
E sono tanti dall'Italia, Spagna, Stati Uniti, Francia, Germania, Danimar=
ca,
Grecia, Canada e da molti altri paesi.
Una marea di diversita' nell'oceano di passamontagna che affolla la picco=
la
piana dove e' montato il palco dietro il campo di basket. Le bande musica=
li
animano ogni attimo della giornata tra un canestro e l'altro di uno strao=
rdinario
torneo intergalattico con 71 squadre dalle comunita' indigene.
Sullo stesso palco si racconta la simbologia zapatista. Il nome del Carac=
ol
ed il disegno della chiocciola con la spirale che raccoglie e racchiude
l'immaginario e la proposta politica degli zapatisti: "=A1Aqui estamos y =
aqui
estaremos!".
La risposta verso una autonomia che conta solo sulle proprie forze contro=
chi vorrebbe cancellare nuovamente gli indigeni dal suolo messicano. In
mezzo una gigante bandiera messicana affiancata da una piu' piccola zapat=
ista
a ribadire che la lotta non e' per l'indipendenza ma per aver un posto al=
l'interno
della nazione.
Una domanda non solo a favore delle popolazioni indigene del Chiapas ma
per oltre 56 etnie indigene del Messico, qui rappresentate dalla bandiera=
del Consiglio Nazionale Indigeno (CNI).
Dal palco il commentatore si lascia scappare una frase entusiastica in me=
zzo
alla sobrieta' che caratterizza l'evento:
"Oggi e' un giorno grande per noi zapatisti". Si avvicina la sera e camio=
nette
cariche di uomini e donne e bambini continuano ad arrivare. Un fiume che
sembra non finire mai e che descrive la dimensione dell'importanza di que=
sto
evento. Si avvicinano nubi nere finche' un temporale breve ma intenso las=
cia
il posto alla quieta notte della morte e rinascita.
Tutti i rappresentanti dei consigli autonomi zapatisti vengono invitati
a salire sul palco.
Passano molti minuti. "E' positivo - dice un messicano di Merida impegnat=
o
in movimenti sociali -. Nove anni fa il rapporto tra indigeni e non indig=
eni
era inverso: mille contro molte migliaia".
Il comandante Rafael introduce dando il benvenuto a tutti. "Oggi ci siamo=
riuniti in questo luogo, centro di incontro di molti mondi, a nome dei no=
stri
popoli in lotta benvenuti. Oggi comincia qualcosa di nuovo". Tutto si fer=
ma
e sembra veramente di essere nel cuore del Caracol. Migliaia di persone
intonano prima l'inno nazionale messicano e poi quello zapatista. Non sol=
o
un Chiapas diverso. Il comandante Moyses annuncia poi l'alba dei Caracole=
s.
Ed e' vera festa fino a tarda notte.
La festa ricomincia all'alba, quando la musica riempie di nuovo la spiana=
ta
del Caracol.
La gente si accalca intorno al palco, aspettando l'evento promesso e l'ar=
rivo
della comandancia. Tutti i rappresentanti dei Consigli Municipali Autonom=
i
vengono riuniti sul palco. Si forma un cordone di centinaia di metri che
lega la sede della giunta di Buon Governo al palco. Passano le ore senza
che niente si muova quando finalmente si annuncia l'assenza dell'ospite
piu' atteso. "Il Subcomandante insurgente Marcos non e' potuto venire. Gl=
i
faceva male la pancia. E' malato di pancia dal tanto ridere".
Alcuni rappresentanti della societa' civile se ne vanno delusi mostrando
di aver a fondo compreso l'essenza dello zapatismo.
L'attesa trasmissione di Radio Insurgente non si puo' fare: "doveva trasm=
ettere
una radio ma il Governo ha interferito e non puo' essere fatta la trasmis=
sione".
Ma c'e' una registrazione della trasmissione. E inizia. "Siamo l'EZLN -
dice Marcos -, l'esercito con piu' nemici di tutto il paese, ma gli Stati=
Uniti ci superano perche' hanno un casino di nemici. Devo darvi una notiz=
ia
esclusiva: gli zapatisti vogliono un mondo nuovo che contenga molti mondi=
e per questo si e' alleato con gente di tutto il mondo e di altri pianeti=
.
Ci deve essere un mondo migliore da qualche parte. Questa frase non l'ha
detta Marx ne' Lenin, ne' il Che ne' Marcos, tantomeno Gandhi o Zapata".
Radio Insurgente debutta con il blues di B. B. King, "There would be a be=
tter
world, somewhere". E prosegue. "Se il lavoro permise la trasformazione de=
lla
scimmia in uomo, la guerra ha fatto il contrario". E il Subcomandante si
burla di Bush e dei suoi schiavetti Berlusconi, Aznar e Blair. E via per
un'ora di musica e battute passando tra Crosby, Still, Nash e Young e Pau=
l
Simon senza tralasciare gli applaudittisimi corridos messicani.
Prende la parola il comandante David dando il benvenuto.
Si ascolta poi un messaggio registrato del Sup.
"Come ricordertete nel passato mese di luglio di quest'anno, i Consigli
dei 30 Municipi Autonomi zapatisti si sono rivolti al CCRI-CG dell'EZLN
per chiedere che temporaneamente fosse il loro portavoce. L'obiettivo era=
spiegare alla societa' civile nazionale ed internazionale i cambiamenti
che durante nove mesi si sono realizzati nel territorio ribelle e che ogg=
i
sono una realta'. Pensiamo che come EZLN abbiamo compiuto la parte che ci=
toccava di questi cambiamenti. Cosi' oggi restituisco loro l'udito, la vo=
ce
e lo sguardo. A partire da ora tutto quello che si riferisce ai Municipi
Autonomi Ribelli zapatisti sara' annunciato dalle loro autorita' e dalle
Giunte di Buon Governo, con loro dovra' essere trattato anche ogni aspett=
o
riguardante i Municipi Autonomi come i progetti, le visite, le cooperativ=
e,
i conflitti etc.
L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale non puo' essere la voce di
chi comanda, ossia del governo, anche se chi comanda, comanda obbedendo
ed e'un buon governo.
L'EZLN, parla per quelli di sotto, per i governati, per i popoli zapatist=
i
che sono il suo cuore e il suo sangue, il suo pensiero e il suo sentiero.=
Noi staremo attenti nel difendervi che per questo esistiamo, l'Esercito
Zapatista, il Votan Zapata, il guardiano ed il cuore del popolo.
Cosi'che da questo momento non saro' piu' portavoce dei Municipi Autonomi=
Zapatisti, questi hanno gia' chi parli, e bene, per loro.
Nel mio ruolo di comandante militare delle truppe zapatiste, vi comunico
che a partire da questo momento i Consigli Autonomi non potranno
ricorrere alle forze miliziane per il lavori di governo, dovranno pertant=
o
sforzarsi di fare quello che dovrebbero fare tutti i buoni governi,
cioe' ricorrere alla ragione e non alla forza per governare.
Gli eserciti si devono usare per difendere e non per governare, il lavoro=
di un esercito non e'quello del poliziotto o agenzia del Pubblico Ministe=
ro,
di conseguenza,
come vi verra'comunicato dai comandanti, verranno ritirati tutti i posti
di blocco e di controllo che al comando delle Autorita' Autonome le nostr=
e
forze mantenevano
sui sentieri e sulle strade, cosi' come la riscossione di tasse a privati=
.
A partire da questo momento i posti di blocco e di controllo verranno ins=
tallati
solo in caso di allerta rossa.
Continua ad essere il nostro lavoro e il nostro dovere proteggere le comu=
nita'
dalle aggressioni del cattivo governo, dei paramilitari e da tutti quelli=
che
vogliono fargli del male. Per questo siamo nati, per questo viviamo e per=
questo siamo disposti a morire.
Non ho bisogno di dirvi che ci sono molte buone persone in Messico e nel
mondo che ci stanno vedendo.
Ci sono nel loro sguardo rispetto e speranza. Rispetto perche' voi siete
andati avanti quando tutti credevano
che fossimo stati sconfitti. Perche' nonostante foste perseguitati dalle
armi e dalle menzogne avete costruito un buon governo.
E speranza perche' di fronte ai governi ed ai politici che non fanno altr=
o
che rubare e ingannare, voi potete essere il buon esempio
del comandare ubbidendo. Vi chiediamo di lavorare con un buon modo di pen=
sare
per non perdere mai questo rispetto ed alimentare sempre questa speranza.=
All' ultimo vi dico che e' stato per me un grande onore essere stato il
vostro portavoce, questo e' tutto, resto in attesa dei vostri commenti o
quello che mi direte".
Un mare di applausi saluta il messaggio di Marcos, assenza e presenza che=
rassicura la sua gente.
La comandanta Rosalinda si rivolge alle basi d'appoggio dell'EZLN. "L'uni=
ca
forma per avanzare verso quello di cui abbiamo bisogno e' organizzarci be=
ne,
rendere forte la nostra resistenza ed i nostri Municipi Autonomi. Ma perc=
he'
si possano fare questi lavori, e' necessario che partecipiamo tutti, che
tutti diano il proprio contributo e che noi donne non rimaniamo indietro"=
.
Il comandante David si rivolge agli indigeni non zapatisti del Chiapas.
"Non e' necessario essere zapatisti per essere considerati e rispettati
dai Municipi Autonomi. Viviamo nella stessa comunita' e nello stesso Muni=
cipio,
siamo fratelli di razza, di colore e di storia. E allora non ci deve esse=
re
nessuna ragione per lottare fra di noi e contrapporci perche' soffriamo
della stessa ingiustizia, discriminazione e umiliazione. Viviamo nelle st=
esse
condizioni di fame e miseria. Subiamo lo stesso disprezzo, emerginazione
e oblio dei malgovernanti e dei potenti solo per il fatto di essere indig=
eni
e del colore della terra. Vi chiediamo di rispettare la nostra organizzaz=
ione,
le nostre comunita', i Municipi Autonomi e le loro autorita' e che rispet=
tiate
le Giunte di Buon Governo di tutte le zone. Noi, gli zapatisti, non aggre=
diremo
nessuno. Saremo rispettosi con tutti i nostri fratelli indigeni non impor=
ta
a quale organizzazione, partito o religione appartengano. Sempre e quando=
a loro volta ci rispettino affinche' i nostri popoli indigeni possano ese=
rcitare
i propri diritti all'autonomia e alla libera autodeterminazione come stab=
ilito
negli accordi di San Andres firmati dal governo federale e dall'EZLN e fa=
tti
iniziativa di legge dalla COCOPA nel novembre del 1996. Ma non resteremo
con le braccia incrociate quando saremo aggrediti da qualsiasi gruppo di
persone di qualsiasi partito o gruppo paramilitare perche' e' nostro dove=
re
difendere i nostri compagni ed esigere che siano rispettati. Fratelli e
sorelle oggi lo zapatismo e' piu' grande e piu' forte. Mai nella nostra
storia abbiamo avuto la forza di oggi".
La comandanta Esther, passata alla storia come la prima indigena a parlar=
e
al Congresso dell'Unione durante la marcia del 2001, rivolgendosi ai popo=
li
indigeni del Messico li invita a lottare per il proprio diritto ad essere=
messicani e per l'autonomia. "Invitiamo tutti i fratelli e sorelle indige=
ni
che facciano propria e che costruiscano l'autonomia e l'autorita' affiche=
'
il governo del popolo messicano comandi obbedendo e per difendere e appli=
care
gli accordi di San Andres".
Il comandante Omar invita i giovani di tutto il mondo a lottare e organiz=
zarsi.
"Non crediate che i governi del mondo o quelli che appoggiano la globaliz=
zazione
migliorino l'economia di tutti i paesi del mondo. Non e' vero. Solo ruber=
anno
in ognuna delle nostre patrie. Percio' e' necessario che uniamo le nostre=
forze come giovani. Non arrendetevi ne' vendetevi, cosi' saremo piu' degn=
i
per i nostri popoli".
"Noi contadini - dice il comandante Tacho ai "campesinos" di tutto il Mes=
sico
- siamo stati spogliati dalle nostre terre con azioni giuridiche, militar=
i
e della polizia. A coloro che sono al governo interessa riempire le propr=
ie
tasche ed essere sempre piu' ricchi a spese nostre contadini e percio'
siamo obbligati a lottare contro la mancanza di attenzione. Durante gli
ultimi anni c'e' piu' carestia, piu' disoccupazione, piu' poverta', bassi=
prezzi dei nostri prodotti, piu' miseria, piu' sgomberi, piu repressione'=
,
piu' militarizzazione. Percio', fratelli e sorelle contadini del Messico
richiamiamo tutti voi affiche' come contadini ci uniamo e ci organizziamo=
per difendere le nostre terre e lottiamo insieme per migliori condizioni
di vita. L'unico cammino che ci hanno lasciato e' organizzarci nella resi=
stenza
e nella ribellione".
La comandanta Fidelia invita le donne del Messico e di tutto il mondo a
pretendere rispetto da parte degli uomini. "Questa non e' una richiesta
ma un obbligo che vi imponiamo" dice, e contrappone ai pochi sorrisi iron=
ici
maschili le lacrime delle donne indigene.
Il comandante Brus Li illustra il Piano La Realidad - Tijuana, risposta
zapatista al Plan Puebla Panama del governo messicano, un appello a tutti=
i movimenti sociali del Messico per unirsi e rispondere ai piani volti a
disgregare la nazione.
Arriva il momento della societa' civile con le parole del comandante Zebe=
deo
che passa in rassegna e ringrazia tutti i popoli fratelli nel mondo.
"Vogliamo salutare la lotta politica e culturale del popolo basco e ripet=
o
chiaramente, la lotta politica e culturale del popolo basco perche' gia'
alcuni giornalisti mentono dicendo che appoggiamo l'ETA e lo dice anche
un bavoso cantante rock (Mana', n.d.r.)". Saluta il popolo francese in pi=
azza
contro la globalizzazione della fame e delle coltivazioni transgeniche e
quello cubano "a rischio nella guerra di conquista mondiale". E incalza.
"Fratelli e sorelle: esiste al mondo un paese di gente nobile e buona, An=
che
in questo paese governa il male pero' in basso la dignita' ribelle parla
in italiano e pensa al futuro. I mondi nuovi che qua e la' si costruiscon=
o
apprendono insieme a dire "fratelli" e "hermano" che in italiano e castig=
liano
vogliono dire lo stesso, ossia "domani".
Saluti anche al popolo del Nord America che si e' opposto "ad una guerra
mossa per interessi economici e nascosta nel dolore e nel coraggio provoc=
ati
dagli attentati dell'11 settembre 2001. Un abbraccio speciale grande come=
la nostra speranza ai fratelli messicani che soffrono e lavorano in terra=
straniera. Saluti quindi al sangue messicano che scorre a Nord del Rio Br=
avo".
E annuncia che gli zapatisti parteciperanno, in modi e forme che stanno
decidendo, al controvertice di Cancun.
Di nuovo prende la parola il comandante David per salutare i fratelli e
le sorelle indigeni e non indigeni di tutto il mondo. "Siamo sicuri che
avete capito e fatto vostra la nostra causa perche' avete capito che non
e' solo per gli indigeni zapatisti ma per tutti gli indigeni e non indige=
ni
di tutto il Messico e nel mondo. Per tutti questi ideali e utopie desider=
iamo
continuare a lottare insieme a voi. Per questo vi invitiamo a continuare
a venire per insegnarci il vostro modo di essere e condividere le vostre
esperienze e i vostri sogni. Ma anche e soprattutto per apprendere da noi=
il buono e il male. Perche' con la nostra lotta, con la nostra resistenza=
e ribellione desideriamo dare un piccolo contributo alla lotta piu' grand=
e
contro il neoliberismo e la globalizzazione della morte che minaccia tutt=
a
l'umanita'. Per l'umanita', contro il neoliberismo".
I rappresentanti dei municipi autonomi spariscono nella nebbia che sta sc=
endendo
velocemente annunciando un nuovo temporale.
Centinaia di persone salgono all'inaugurazione della Casa della Giunta de=
l
Buon Governo. La pioggia non ferma la festa e la voglia di ballare che ac=
compagnano
fino al mattino l'alba del nuovo corso degli zapatisti.