[ssf] Fw: CONSULENTE NATO CONTRO PEACELINK: LO SCONTRO CONTI…

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Author: Enzo Arighi
Date:  
Subject: [ssf] Fw: CONSULENTE NATO CONTRO PEACELINK: LO SCONTRO CONTINUA SULLE PAGINE DI 'LIBERO'
----- Original Message -----
From: "Carlo Gubitosa" <c.gubitosa@???>
To: <attacchighi@???>
Sent: Monday, August 04, 2003 4:21 AM
Subject: CONSULENTE NATO CONTRO PEACELINK: LO SCONTRO CONTINUA SULLE PAGINE
DI 'LIBERO'


> Ciao!
>
> Questa mail ti arriva perche' hai aderito all'appello in difesa

dell'associazione PeaceLink: http://www.peacelink.it/emergenza
>
> Il consulente Nato che minaccia di farci chiudere con una citazione da

50mila euro questa volta ci ha attaccato attraverso le pagine del quotidiano
'Libero', dove l'immagine di PeaceLink e' stata associata a minacce e
pestaggi.
>
> Ti chiedo di aiutarci a divulgare il messaggio di rettifica che ti allego,

dove e' riportato anche l'articolo in questione.
>
> C'e' bisogno di far conoscere la nostra vicenda al maggior numero

possibile di persone: noi non abbiamo spazi sui giornali, e l'unico
strumento di diffusione e' il 'passaparola' attraverso la posta elettronica.
>
> Ti chiedo anche di mandare un fax alla redazione di 'Libero' (Tel

0228184264)
> Nel testo del fax dovresti semplicemente ripetere la formula con cui hai

aderito all'appello per la difesa della nostra associazione:
>
> 'Esprimo pubblicamente la mia solidarieta' nei confronti dell'Associazione

PeaceLink e dei suoi volontari, che ritengo ingiustamente e pesantemente
penalizzati dall'azione legale attualmente intrapresa contro di loro. Mi
impegno a fare quanto e' in mio potere affinche' questa voce telematica
indipendente e nonviolenta non sia oscurata'
>
> Grazie ancora per il tuo aiuto.
>
> A presto
>
> Carlo Gubitosa
> Associazione PeaceLink
>
>
> CONSULENTE NATO CONTRO PEACELINK: LO SCONTRO CONTINUA SULLE PAGINE DI

'LIBERO'
>
> Richiesta di rettifica - comunicato stampa con preghiera di MASSIMA

diffusione
>
> Il consulente Nato Corrado Maria Daclon, presidente dell'associazione

ambientalista 'Pro Natura', esce allo scoperto sulle pagine di 'Libero' e
spiega perche' vuole gettare sul lastrico l'associazione nonviolenta
'PeaceLink' con una citazione da 50mila euro.
>
> L'associazione protesta con il quotidiano, e chiede una rettifica

dell'articolo, dove l'attivita' di PeaceLink viene associata a minacce e
ingiurie.
>
> Il nome di Daclon, finora celato dall'associazione PeaceLink per ragioni

di tutela della privacy, e' adesso di dominio pubblico, e la sua
divulgazione fa nascere una serie di interrogativi sui punti di contatto tra
il mondo ambientalista e gli apparati militari dell'Alleanza Atlantica.
>
> Maggiori informazioni su: http://www.peacelink.it/emergenza
>
> -----
>
> All'attenzione di:
>
> Vittorio Feltri, direttore del quotidiano 'Libero'
> Enrico Novi, redattore
>
> E p.c. ai principali organi di informazione italiani, con preghiera di

diffusione e pubblicazione
>
> RICHIESTA DI RETTIFICA AI SENSI DELLA LEGGE SULLA STAMPA
>
> Ai sensi dell'articolo 8 della legge sulla stampa, in qualita' di

segretario dell'associazione PeaceLink, chiedo la pubblicazione di una
rettifica in merito all'articolo apparso sul numero del 3 agosto di
'Libero', intitolato 'Arruolato dai pacifisti, ma lui non lo sapeva', a
firma di Enrico Novi.
>
> L'occhiello dell'articolo recita 'Il presidente di un'associazione

ambientalista trova la sua firma sotto un manifesto di Peacelink'. Va
precisato che il testo per cui Corrado Daclon ha ritenuto opportuno
denunciarci non e' un 'manifesto di PeaceLink', ma la riproduzione integrale
del 'Manifesto per un Forum Ambientalista', pubblicato nel 2000 da altri
siti e da noi successivamente segnalato.
>
> La legge sulla stampa ci concede il diritto di chiedere rettifica nei casi

in cui vengano attribuiti 'pensieri o affermazioni ritenuti lesivi della
dignità o contrari a verità'. L'associazione PeaceLink e' una associazione
nonviolenta, che combatte contro la violenza del linguaggio oltre che contro
la violenza delle armi, e pertanto riteniamo lesivo della nostra dignita'
l'accostamento della nostra associazione ad un commento ingiurioso e
violento inserito da estranei e subitamente rimosso gia' nel FEBBRAIO SCORSO
dalle nostre pagine, in quanto contrario alla nostra policy di
pubblicazione.
>
> Alla nostra associazione sono stati indirizzati piu' di duemila messaggi

di solidarieta', e il fatto che tra questi messaggi ne sia stato scelto uno
di carattere ingiurioso, APPARSO SULLE NOSTRE PAGINE PER POCHI SECONDI ED
ELIMINATO DA PIU' DI SEI MESI, ci fa seriamente dubitare sulla serenita' di
giudizio dell'estensore dell'articolo in questione.
>
> RITENIAMO INOLTRE LESIVO DELLA NOSTRA DIGNITA' E DEONTOLOGICAMENTE

SCORRETTO DA PARTE VOSTRA IL FATTO DI AVER ACCOSTATO IL NOME DI PEACELINK A
MINACCE DI VIOLENZA NEI CONFRONTI DEL DACLON, CHE NESSUNO DEI NOSTRI
ASSOCIATI HA MAI PRONUNCIATO, NE' SCRITTO, NE' TANTOMENO PENSATO.
>
> Ci sembra anche poco esatto sostenere che abbiamo usato la firma di Daclon

'a sua insaputa', perche' non e' a noi che va attribuita questa azione, ma
agli estensori del testo che abbiamo riportato sul nostro sito. Sarebbe come
chiedere al vostro giornale di assumersi davanti agli organismi di controllo
pubblicitario la responsabilita' degli annunci che appaiono sulle proprie
pagine, confezionati da aziende estranee alla vostra redazione.
>
> Chiediamo inoltre la rettifica delle affermazioni pubblicate da Enrico

Novi nel suo articolo, quando afferma che l'Associazione PeaceLink 'decide,
per principio, di tenere on line la pagina web con il nome di Daclon'.
>
> In merito a tale affermazione riteniamo opportuno precisare che l'appello

pubblicato su altri siti con la firma del signor Daclon e' stato lasciato
sul nostro sito non 'per principio', ma perche' la sua rimozione avrebbe
essere interpretata come una ammissione di colpevolezza, mentre noi non ci
riteniamo colpevoli di nulla. Se il signor Daclon, cosi' come ha fatto con
Rifondazione Comunista e altri siti che hanno pubblicato il testo
'incriminato', ci avesse chiesto la rimozione o la rettifica del testo PRIMA
di procedere ad una causa civile, saremmo stati BEN LIETI DI ACCONTENTARLO.
Questa possibilita' ci e' stata negata dallo stesso signor Daclon, che prima
di procedere la sua azione legale NON CI HA MAI CONTATTATO IN ALCUN MODO,
NE' CI HA INVIATO LETTERE DI DIFFIDA.
>
> Enrico Novi scrive che Corrado Daclon si sarebbe rivalso contro di noi 'in

base alla legge sul trattamento dei dati personali', mentre nell'atto di
citazione che ci e' stato rivolto si sostiene che 'la professionalità e
l'immagine del Daclon e la carriera dello stesso risultano fortemente
pregiudicati'. Quindi il danno ipotizzato da Daclon, e ancora tutto da
dimostrare, non e' una violazione della privacy, ma un freno alla sua
carriera come consulente Nato. Quello che non si capisce e' come mai l'unico
soggetto dal quale voglia pretendere un risarcimento sia la nostra
associazione anziche' tutti i soggetti che hanno pubblicato (e continuano a
pubblicare tuttora) quell'appello sulla rete Internet.
>
> Affinche' i lettori di 'Libero' possano completare con ulteriori documenti

la loro opinione sui fatti in questione, chiediamo espressamente di
segnalare che all'indirizzo http://www.peacelink.it/emergenza/ e' presente
una ricca collezione di documenti sulla vicenda, compreso il testo integrale
dell'atto di citazione, che Novi avrebbe potuto quantomeno consultare, prima
di parlare a sproposito di 'violazione della privacy'.
>
> Enrico Novi, infine, scrive che il 'manifesto ambientalista' su cui altri

hanno apposto la firma di Daclon e' stato 'pubblicato sul sito di
PeaceLink'. In questo caso non si puo' parlare di pubblicazione in senso
stretto, perche' quel manifesto e' stato solamente SEGNALATO sul nostro
sito, indicando l'indirizzo della fonte originaria. La sua prima
pubblicazione e' avvenuta sulle pagine web di un partito nazionale, che
curiosamente non ha avuto nessuna contestazione legale da parte del Daclon.
>
> Oltre a documentare la finta solidarieta' espressa con linguaggio violento

da persone che hanno abusato della liberta' di scrivere commenti sul nostro
sito, ritengo che il vostro giornale avrebbe potuto adempiere in modo piu'
efficace all'obbligo professionale di completezza dell'informazione
pubblicando anche altri messaggi di VERA solidarieta' ricevuti dalla nostra
associazione.
>
> Il missionario comboniano KIZITO SESANA ha dichiarato che 'come

giornalista - oltre che come missionario - ritengo ingiusta e priva di
fondamento questa citazione in giudizio contro PeaceLink; È UNA CAUSA CIVILE
NON CONDIVISIBILE PER CHI DIFENDE LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE e che mira a
colpire una rete distintasi per le sue attività di pace e di solidarietà'.
>
> L'intellettuale liberal ebreo-statunitense NOAM CHOMSKY ci ha scritto che

'questa faccenda e' strana. NON RIESCO A CREDERE CHE QUESTA CITAZIONE POSSA
ANDARE A BUON FINE, E CREDO CHE SI TRATTI SOLAMENTE DI UNA INTIMIDAZIONE. Mi
unisco volentieri alla vostra protesta'.
>
> Padre ALEX ZANOTELLI e Padre MICHELE STRAGAPEDE, anche a nome dei

missionari Comboniani di Bari e della scuola di Pace 'don Tonino Bello' di
Molfetta hanno dichiarato che LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO DANNI RIVOLTA A
PEACELINK E' 'PESANTE, INGIUSTA E PRETESTUOSA'.
>
> Confido nella correttezza e nella serieta' del vostro giornale per la

pubblicazione di queste rettifiche con lo stesso rilievo dell'articolo in
questione e 'in testa di pagina e collocate nella stessa pagina del giornale
che ha riportato la notizia cui si riferiscono', cosi' come previsto dalla
legge sulla stampa.
>
> Cordiali saluti e buon Lavoro.
>
> Carlo Gubitosa
> Segretario Associazione PeaceLink
>
>
> ----------------
>
> ALLEGATO:
>
> L'ARTICOLO PUBBLICATO SU 'LIBERO'
>
> Da Libero, 3 Agosto 2003
>
>
> IL CASO Corrado Maria Daclon e' consulente di Nato e Nasa
>
>
> Arruolato dai pacifisti
> Ma lui non lo sapeva
>
>
> Il presidente di un'associazione ambientalista trova la sua firma sotto un
> manifesto di 'Peacelink'. E li denuncia.
>
> di Enrico Novi
>
>
> Roma - Non si sarebbe mai sognato di firmare un 'manifesto ambientalista'

con
> frasi del tipo: 'La guerra e' divenuta strumento ordinario di gestione

della
> potenza imperiale Usa, con effetti umanamente e ambientalmente tragici e
> inaccettabili'. Non se lo sarebbe mai sognato perche' lui, Corrado Maria
> Daclon, presidente di 'Pro Natura', la piu' antica associazione

ambientalista
> italiana, non sta con i no-global per scelta di principio; secondo

perche',
> oltre a insegnare all'universita' di Venezia, fa il consulente per la Nato

e
> per la Nasa, e certe frasi, dunque, non sono proprio il massimo della
> diplomazia verso i suoi committenti.
> Eppure una sera, mentre navigava su internet, quella firma se la ritrova
> davanti: e' riportata sotto un manifesto ambientalista pubblicato sul sito

di
> 'Peacelink', un'associazione pacifista. Il testo, appunto, e' grondante di
> accuse feroci nei confronti degli Stati Uniti, del neocapitalismo e del

nuovo
> ordine mondiale. La sua firma e' li' ma lui non aveva mai dato
> l'autorizzazione a riportarla, non sapeva neppure dell'esistenza del
> manifesto. I suoi avvocati allora scrivono ai responsabili dei sito e
> chiedono un risarcimento di 50.000 euro, in base alla legge sul

trattamento
> dei dati personali, che all'articolo 22 scrive che 'i dati personali

idonei a
> rivelare le opinioni politiche, l'adesione a partiti, sindacati o
> associazioni possono essere oggetto di trattamento solo con il consenso
> scritto dell'interessato'; la stessa legge, all'articolo 18, spiega che
> 'chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento di dati
> personali e' tenuto al risarcimento ai sensi dell'articolo 2050 del codice
> civile'. E secondo gli avvocati di Daclon, la sua professionalita',

immagine
> e carriera 'risultano fortemente pregiudicati dalla propaganda e non
> autorizzata adesione al manifesto'.
> Sgamata la firma falsa, l'associazione 'Peacelink' reagisce: 'Abbiamo
> riprodotto testualmente il manifesto, compresi i firmatari, dal sito web

di
> Rifondazione comunista'. Che pero', nel frattempo, provvede a cancellare

la
> firma di Daclon dal documento. Peacelink, invece, la prende un po' peggio:
> non solo decide, per principio, di tenere on line la pagina web con il

nome
> di Daclon, ma lancia una campagna di solidarieta', un appello alla

societa'
> civile per 'il sostegno all'associazione e perche' vengano dati contributi
> per le spese legali'. Come? Per saperlo, si legge in un volantino di
> 'Peacelink', basta collegarsi al sito dell'associazione.
> Bene, su quel sito, oltre alle informazioni per i contributi, ci sono

anche i
> testi delle e-mail dei simpatizzanti. Che, per simpatia all'associazione
> 'pacifista', scrivono frasi 'pacifiste' del tipo 'porc... spaccategli il

c...
> a 'sti guerrafondai di m...' o, per essere piu' specifici, 'perche' non ci
> date il nome e cognome di questo bastardo che andiamo a spaccargli il c...
> come merita?'.
> Davvero uno spirito pacifista vivissimo; prima usano una firma

all'insaputa
> dell'interessato sotto un manifesto, poi, quando lui si ribella, lo
> minacciano di farlo a pezzi. A causa in corso, Daclon si limita a dire che

'i
> 50.000 euro, rispetto ad attribuirmi frasi sulla Nato del tipo 'mercenari

in
> divisa' e roba del genere, sono una richiesta simbolica, dal momento che

con
> la Nato ci lavoro. So solo che contro di me hanno organizzato perfino
> volantinaggi, perche' m'ero permesso di ribellarmi alla falsificazione

della
> mia firma'.
>
>
> Riquadro
> 'Ha chiesto un risarcimento di 50mila euro. E ora riceve minacce'
>
>
> ----------
> Ricevi questo messaggio perche' hai dato la tua adesione alla campagna

Difendi PeaceLink
> sul sito di PeaceLink http://db.peacelink.org/campagne/info.php?id=1
> Se desideri essere rimosso dal database scrivi a admin@???

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