[Forumumbri] discorso fidel

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著者: forumumbri@inventati.org
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題目: [Forumumbri] discorso fidel
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ciao ciao
vi giro il discorso di Fidel Castro fatto per i 50 anni della rivoluzion=
e.
E' un p=F2 lungo ma....
eli=20


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    "Andrea Benetton" <andbene@???>,
    "lilliput" <debate@???>,
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    "nadia papi" <papiro9@???>,
    "luca cattolico" <luca_cat@???>,
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Date: Sat, 2 Aug 2003 15:11:15 +0200
Subject: [fori-sociali] discorso fidel
Reply-To: fori-sociali@???
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DISCORSO PRONUNCIATO DAL COMANDANTE IN CAPO FIDEL CASTRO RUZ, PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA DI CUBA, NELLA MANIFESTAZIONE PER L'ANNIVERSARIO 50 DELL'
ATTACCO ALLE CASERME MONCADA E CARLOS MANUEL DE CESPEDES, EFFETTUATO A
SANTIAGO DE CUBA, LUGLIO 2003.



Sembra un po' irreale l'essere qui, in questo stesso posto, 50 anni dopo gl=
i
avvenimenti che commemoriamo oggi, avvenuti quella mattina del 26 luglio
1953. Io avevo allora 26 anni; sono quindi passati sulla mia vita altri 50
anni di lotta.

Non potevo in quel lontano istante pensare nemmeno per un secondo che quest=
a
sera sarebbero stati convocati i pochi partecipanti a quell'azione ancora
vivi, insieme a coloro che, qui riuniti o in ascolto in tutto il paese, son=
o
stati influenzati dalla Rivoluzione o vi hanno partecipato in modo attivo;
insieme a coloro che nella stessa data erano bambini, adolescenti e giovani=
;
a coloro che non erano ancora nati e oggi sono padri e persino nonni; a
masse intere di uomini e donne adulti, pieni di gloria e di storia
rivoluzionaria e internazionalista, a soldati e ufficiali attivi o della
riserva, a civili che hanno realizzato delle vere e proprie prodezze; a un
numero che sembra infinito di giovani combattenti; a lavoratori infaticabil=
i
o a entusiastici studenti, o a lavoratori infaticabili che sono al tempo
stesso entusiastici studenti, e a migliaia di pioneros che riempiono la
nostra immaginazione di eterni sognatori. E ancora una volta la vita mi
impone il singolare privilegio di parlare a loro.

Non parlo a titolo personale. Lo faccio in nome degli eroici sforzi del
nostro popolo e delle migliaia di combattenti che sacrificarono la loro vit=
a
lungo mezzo secolo. Lo faccio, inoltre, con l'orgoglio per l'opera
grandiosa che furono capaci di portare a termine, per gli ostacoli superati
e per le cose impossibili che resero possibili.

Nei giorni terribilmente tristi che seguirono l'azione, spiegai al
tribunale che mi giudico' quali furono le cause che ci spinsero alla lotta.

Cuba aveva allora una popolazione che non raggiungeva i sei milioni di
abitanti. Con i dati noti a quel tempo espressi crudamente, in cifre
approssimative, la situazione del nostro popolo 55 anni dopo l'intervento
nordamericano contro una Spagna ormai sconfitta militarmente dalla tenacita=
'
e dall'eroismo dei patrioti cubani, frustrando gli obiettivi della nostra
lunga guerra per l'indipendenza e stabilendo nel 1902 un dominio politico e=
d
economico totale su Cuba.

L'imposizione a viva forza nella nostra prima Costituzione del diritto del
governo degli Stati Uniti a intervenire a Cuba e l'occupazione del
territorio nazionale cubano per stabilirvi basi militari, unite al dominio
totale della nostra economia e delle risorse naturali ridussero praticament=
e
a zero la nostra sovranita' nazionale.

Citero' soltanto alcune frasi e paragrafi molto brevi delle mie pronunce
durante il processo svoltosi il 16 ottobre 1953:

"600 mila cubani sono disoccupati."

"500 mila operai agricoli lavorano 4 mesi all'anno e patiscono la fame i
mesi restanti."

"Sono circa 400 mila gli operai industriali e i braccianti le cui pensioni
sono state defalcate, le cui abitazioni sono le infernali stanze delle case
popolari, i cui salari passano dalle mani del padrone a quelle dell'usuraio=
,
la cui vita e' il lavoro perenne e il cui riposo e' la tomba."

"10 mila giovani professionisti: medici, ingegneri, avvocati, veterinari,
pedagoghi, odontoiatri, farmaceutici, giornalisti, pittori, scultori, ecc.
escono dalle aule con i loro titoli, desiderosi di lotta e pieni di speranz=
a
per trovarsi poi in un vicolo cieco, chiuse tutte le porte."

"L'85% dei piccoli agricoltori cubani paga rendita e vive sotto la perenne
minaccia dello sfratto dalle proprie parcelle."

"200 mila famiglie contadine non hanno neanche un palmo di terra dove
coltivare alimenti per i loro figli famelici."

"Oltre la meta' delle migliori terre di produzione coltivate e' in mani
straniere."

"Circa oltre tre milioni di ettari sono incoltivate."

"Due milioni 200 mila persone della nostra popolazione urbana pagano affitt=
i
che assorbono tra un quinto e un terzo delle loro entrate."

"Due milioni 800 mila persone della nostra popolazione rurale e suburbana
mancano di luce elettrica."

"Le scuole pubbliche della campagna sono frequentate da meno della meta' de=
i
bambini in eta' scolastica, scalzi, seminudi e denutriti."

"Il 90% dei bambini della campagna e' divorato dai parassiti."

"La societa' rimane indifferente di fronte all'assassinio in massa che si
commette contro tante migliaia di bambini che muoiono ogni anno per mancanz=
a
di soldi."

"Dal mese di maggio fino al mese di dicembre un milione di persone sono
senza lavoro a Cuba, che ha una popolazione di cinque milioni e mezzo di
abitanti."

"Quando un padre di famiglia lavora soltanto quattro mesi all'anno, come
puo' acquistare vestiti e medicine per i figli? Cresceranno rachitici, ai
trent'anni non avranno un dente sano in bocca, avranno ascoltato dieci
milioni di discorsi, e moriranno alla fine di miseria e delusione. L'
accesso agli ospedali dello Stato, sempre strapieni, e' possibile soltanto
mediante raccomandazione di qualche magnate politico, che esigera' dallo
sfortunato il voto e quello di tutta la famiglia affinche' Cuba continui
uguale o peggio."

Forse il commento piu' importante che feci sul tema economico-sociale fu il
seguente:

"L'avvenire della nazione e la soluzione dei suoi problemi non possono
continuare a dipendere dall'interesse egoista di una decina di finanzieri,
dai calcoli freddi sui guadagni che fanno nei loro gabinetti con aria
condizionata dieci o dodici magnati. Il paese non puo' continuare in
ginocchio implorando i miracoli di alcuni vitelli d'oro che, come quello
dell'Antico Testamento che fu abbattuto dall'ira del profeta, non fanno
miracoli di nessun tipo. [.] E non e' proprio con statisti il cui statismo
consiste nel lasciare tutto com'e' e nel farfugliare sempre sciocchezze
sulla "liberta' assoluta d'impresa", sulle "garanzie al capitale d'
investimento" e sulla "legge dell'offerta e della domanda" il modo in cui s=
i
risolveranno tali problemi."

"Nel mondo odierno nessun problema sociale si risolve per generazione
spontanea."

Queste frasi e idee descrivevano tutto un pensiero sottostante relativo al
sistema economico e sociale capitalista che doveva essere semplicemente
eliminato. Esprimevano, in sostanza, l'idea di un nuovo sistema politico e
sociale per Cuba, sebbene risultava rischioso dirlo in mezzo all'oceano di
preconcetti e a tutto il veleno ideologico seminato dalle classi dominanti
alleate all'impero, e diffuso in una popolazione di cui il 90% era
analfabeta o semianalfabeta che non raggiungeva la quinta elementare;
contestataria, combattiva e ribelle, ma incapace di discernere un problema
cosi' serio e profondo. Sin da allora io avevo la piu' solida e ferma
convinzione che l'ignoranza era stata l'arma pi=F9 potente e terribile degl=
i
sfruttatori durante tutta la storia.

Educare il popolo nella verita', con parole e fatti inconfutabili, e' stato
forse il fattore fondamentale della grandiosa prodezza che esso ha
realizzato.

Quelle umilianti realta' sono state spazzate via, malgrado i blocchi, le
minacce, le aggressioni, il terrorismo massivo e l'impiego ad libitum dei
piu' potenti mezzi di divulgazione che siano mai esistiti contro la nostra
Rivoluzione.

Le cifre non ammettono replica.

Si e' potuto conoscere con maggiore precisione che la popolazione reale a
Cuba nel 1953, secondo il censimento di quell'anno, era di 5 milioni 820
mila abitanti. L'attuale, secondo il censimento di settembre del 2002,
ormai nella fase finale di elaborazione dei dati, e' di 11 milioni 177 mila
743 persone.

Gli indici ci indicano che nel 1953 c'erano 807 mila 700 persone analfabete=
,
equivalente a un 22,3%, cifra che senza dubbio crebbe dopo durante i sette
anni della tirannia di Batista; nell'anno 2002 c'erano soltanto 38 mila 183=
,
cio=E8 lo 0,5%. Il Ministero dell'Istruzione considera che la cifra e' anc=
ora
minore, poiche' nella ricerca minuziosa in settori e quartieri risulta
difficile trovare analfabeti. Dai calcoli del ministero, realizzati sulla
base di indagini individualizzate piu' precise di quelle di un censimento d=
i
popolazione, ne risultano 18 mila, equivalente allo 0,2%. Ovviamente,
entrambi i dati escludono le persone che per cause mentali o fisiche non
possono essere alfabetizzate.

Nel 1953 il numero di persone con livello medio superiore e diploma di
maturita' raggiungeva i 139 mila 984, cioe', un 3,2% della popolazione con
piu' di dieci anni. Nel 2002 erano 5 milioni 733 mila 243, vale a dire 41
volte in piu', equivalente al 58,9% della popolazione di eta' simile.

I laureati universitari erano 53 mila 490 nel 1953, e 712 mila 672 nell'ann=
o
2002.

La disoccupazione, anche se il censimento del 1953 si svolse durante il
periodo della raccolta della canna zuccheriera, una tappa di massima domand=
a
di forza lavoro, era dell'8,4% prendendo come riferimento la popolazione
economicamente attiva. Il censimento del 2002, realizzato in settembre,
dimostra che oggi a Cuba la disoccupazione e' solo del 3,1%, anche se l'
anno scorso la forza lavorativa attiva, che nel 1953 era pari a 2 milioni 5=
9
mila 659 persone, era di 4 milioni 427 mila 28. Il fatto piu' impattante e=
'
che il prossimo anno, quando la disoccupazione sara' ridotta al di sotto de=
l
3%, Cuba raggiungera' la categoria di paese con pieno impiego, il che in
mezzo alla situazione economica mondiale odierna non e' concepibile in
nessun altro paese dell'America Latina o dei cosiddetti paesi economicament=
e
sviluppati.

Senza riferirmi ad altre aree di notevoli progressi sociali, aggiungero'
soltanto che tra il 1953 e il 2002 la popolazione si e' quasi raddoppiata,
il numero di abitazioni e' triplicato e il numero di persone per abitazione
si e' ridotto da 4,64 nel 1953 a 3,16 nel 2002. Il 75,4% delle abitazioni
e' stato costruito dopo il trionfo della Rivoluzione.

L'85% della popolazione e' propietario dell'abitazione che occupa. Non pag=
a
imposte. Il 15% restante paga un affitto meramente simbolico.

Dal totale di abitazioni che conta il paese, la percentuale di boh=EDos
(capanne rustiche fatte con le foglie e il tronco delle palmas; N.d.T.) e'
diminuita dal 33,3% nel 1953 al 5,7% nel 2002, e l'elettrificazione delle
medesime e' aumentata da un 55,6% nel 1953 al 95,5% nel 2002.

Tuttavia, le cifre non dicono tutto. I freddi numeri non rispecchiano la
qualita', ed e' proprio essa che dimostra quanto di spettacolare c'e' nei
progressi raggiunti da Cuba.

Il nostro paese occupa oggi, per ampio margine, il primo posto al mondo in
quantita' di maestri, professori ed educatori pro capite. Il personale
docente nel suo insieme raggiunge l'altissima cifra di 290 mila 574 persone
in funzioni.

In indagini realizzate su un gruppo dei principali indici educativi, Cuba
occupa il primo posto e supera i paesi sviluppati. Un massimo di 20 alliev=
i
per maestro nella scuola elementare, obiettivo ormai raggiunto, e un
professore per 15 allievi nella media -- prima, seconda e terza media --,
obiettivo che raggiungeremo il prossimo corso scolastico, e' qualcosa che
non pu=F2 nemmeno sognarsi tra i paesi pi=F9 ricchi del pianeta.

I medici sono 67 mila circa. Di essi 45 599 specialisti e 8 858 in
formazione. Il personale d'infermeria raggiunge la cifra di 81 459 e i
tecnici della sanita' sono 66 339. In totale sono 215 000 circa tra medici=
,
personale d'infermeria e tecnici dedicati ai servizi della sanita'.

La prospettiva di vita e' 76,15 anni; la mortalita' infantile e' 6,5 su ogn=
i
mille nati vivi nel primo anno di vita, la piu' bassa tra tutti i paesi del
Terzo Mondo e tra vari dei paesi sviluppati.

I professori di educazione fisica, sport e ricreazione sono 35 mila 902,
molto di piu' che il numero totale di maestri e professori dedicati all'
educazione prima della Rivoluzione.

Cuba e' in processo di trasformare i propri sistemi di educazione, cultura =
e
sanita' per portarli, a partire dall'esperienza acquisita e dalle nuove
possibilita' tecniche, a livelli di eccellenza mai sognati.

Ormai in corso i suddetti programmi, si stima che le attuali conoscenze che
acquisiscono i bambini, gli adolescenti e i giovani, si triplicheranno in
ogni corso, e al tempo stesso, in un periodo non maggiore di cinque anni la
prospettiva di vita deve arrivare fino a 80 anni. I paesi piu' sviluppati =
e
ricchi non riusciranno mai ad avere un maestro per 20 allievi nell'
elementare, ne' un professore per 15 studenti nella media, ne' riusciranno =
a
portare l'istruzione universitaria ai municipi di tutto il paese per
metterla alla portata di tutto il popolo, nemmeno offrire gratuitamente
servizi di eccellenza nell'ambito dell'istruzione, e della sanita' a tutti =
i
cittadini. I loro sistemi economici e politici non sono disegnati a tali
effetti.

A Cuba, l'incubo sociale e umano denunciato nel 1953, che diede origine all=
a
nostra lotta, e' stato superato pochi anni dopo il trionfo del 1959. Prest=
o
non ci furono lavoratori precari, mezzadri, pagamento di rendite, tutti
erano proprietari delle parcelle che occupavano; ne' ci furono bambini
denutriti, scalzi e pieni di parassiti, senza scuole o senza maestri anche
sotto un albero; non c'erano piu' morti massive per fame, malattie o
mancanza di risorse o di attenzione medica; scomparvero i lunghi mesi senza
occupazione lavorativa; non si videro piu' uomini e donne nelle aree rurali
senza lavoro. Si iniziava una tappa di creazione e costruzione di
istituzioni educative, mediche, abitative, sportive e altre di carattere
sociale insieme a migliaia di chilometri di autostrade, dighe, canali d'
irrigazione, installazioni agricole, centri di generazione elettrica e line=
e
di trasmissione dell'energia, industrie agricole, meccaniche, di materiali
della costruzione e tutto quanto indispensabile allo sviluppo sostenuto del
paese.

Fu cosi' grande la domanda di forza lavoro, che dalle citta' per molti anni
fu necessario mobilitare gruppi considerevoli di uomini e donne verso le
attivita' agricole, costruttive e di produzione industriale, che stabiliron=
o
le basi dello straordinario sviluppo sociale raggiunto dalla nostra Patria,
cui mi sono riferito prima.

Parlo come se il paese fosse stato un oasi d'idilliaca pace, come se non ci
fossero stati piu' di quattro decenni di rigoroso blocco e di guerra
economica, di aggressioni di ogni tipo, cifre massive di sabotaggi, atti di
terrorismo, piani di assassinii e un'interminabile lista di fatti ostili
contro la nostra Patria, su cui non ho voluto porre l'accento principale di
questo discorso, per concentrarmi in idee fondamentali dell'attualita'.

Basta dire che soltanto i compiti della difesa richiesero dell'impiego
permanente di centinaia di migliaia di uomini, e di enormi risorse
materiali.

La durissima battaglia fu addestrare il nostro popolo, insegnargli a
lottare contemporaneamente in molti fronti difficili, a fare molto con molt=
o
poco e a non scoraggiarsi mai di fronte alle difficolta'.

Prova decisiva fu la sua condotta eroica, la tenacita' e inamovibile
fermezza quando il campo socialista scomparve e la URSS si disintegro'. La
pagina che allora scrisse, quando nessuno al mondo avrebbe scommesso un
centesimo sulla sopravvivenza della Rivoluzione, passera' alla storia come
una delle piu' grandi prodezze che sia mai stata realizzata. Lo fece senza
aver trasgredito uno solo dei principi etici e umanitari della Rivoluzione,
malgrado le grida e calunnia dei nostri nemici.

Il programma del Moncada si e' compiuto e siamo andati oltre. E' da tempo
che andiamo alla ricerca di sogni piu' elevati e inimmaginabili.

Oggi si combattono grandi battaglie nell'ambito delle idee e affrontiamo
problemi associati alla situazione mondiale, forse la piu' critica che abbi=
a
vissuto l'umanita'. A cio' devo dedicare inevitabilmente una parte del mio
discorso.

Varie settimane fa, agli inizi di giugno, l'Unione Europea ha approvato un'
infame risoluzione elaborata da un gruppetto di burocrati, senza analisi
previa degli stessi Ministri degli Esteri, e spinta da un personaggio di
stirpe e ideologia fascista: Jos=E9 Mar=EDa Aznar. La stessa era un atto
vigliacco e ripugnante, che si aggiungeva all'ostilita', alle minacce e ai
pericoli che implica per Cuba la politica aggressiva della superpotenza
egemonica.

Hanno deciso di sopprimere o di ridurre al minimo cio' che loro chiamano
"aiuto umanitario" a Cuba.

Qual e' stato questo aiuto negli ultimi anni, cosi' duri per l'economia del
paese? Nel 2000 il cosiddetto aiuto umanitario ricevuto dall'Unione Europe=
a
e' stato pari a 3,6 milioni di dollari; nel 2001 pari a 8,5 milioni di
dollari; e nel 2002 a 0,6 milioni. Non erano state ancora applicate le
giuste misure che Cuba adotto', su basi assolutamente legali, per difendere
la sicurezza del nostro paese di fronte a gravi pericoli di aggressione
imperialista, qualcosa che nessuno ignora.

E' evidente che la somma ci porta a una media di 4,2 milioni di dollari all=
'
anno, che nel 2002 si e' ridotta a meno d'un milione.

Cosa significa in realta' questa cifra per un paese che tra novembre del
2001 e ottobre del 2002 e' stato colpito da tre uragani e ha subito danni
pari a 2,5 miliardi di dollari, a cui si sono uniti gli effetti devastanti
per le nostre entrate del crollo del turismo a causa degli atti terroristic=
i
dell'11 settembre 2001negli Stati Uniti, quello dei prezzi dello zucchero e
del nichel per la crisi economica e l'aumento considerevole dei prezzi del
petrolio per diversi fattori? Cosa significano in confronto dei 72 miliard=
i
che e' costato il blocco economico imposto dai governi degli Stati Uniti
durante piu' di quattro decenni e di fronte a cui, a causa d'una legge
extraterritoriale e crudele come la Helms Burton, che danneggiava gli stess=
i
interessi economici dell'Unione Europea, questa ha sottoscritto una
vergognosa intesa mediante la quale si e' impegnata a non appoggiare i
propri imprenditori negli affari con Cuba, a cambio di futili promesse
secondo cui non applicherebbero la suddetta legge ai suoi investimenti negl=
i
Stati Uniti?

Con i sussidi allo zucchero, i paesi dell'Unione Europea hanno danneggiato
in miliardi di dollari le entrate di Cuba durante tutto il tempo che e' dur=
a
to il blocco degli Stati Uniti.

I pagamenti di Cuba ai paesi dell'Unione Europea per concetto di
importazioni di merce negli ultimi 5 anni hanno raggiunto i 7,5 miliardi di
dollari, una media approssimativa di 1,5 miliardi all'anno. Invece i
suddetti paesi solo acquistano prodotti di Cuba per un valore medio, negli
ultimi 5 anni, di 571 milioni all'anno. In realta', chi aiuta chi?

Inoltre, il famoso aiuto umanitario e' di solito accompagnato da ritardi
burocratici e condizioni inammissibili, come ad esempio creare fondi di
controvalore in moneta nazionale, al tasso delle nostre case di cambio, per
finanziare in moneta nazionale altri progetti in cui le decisioni dovrebber=
o
essere prese con la partecipazione di terzi.

Cio' vuol dire che se la Commissione Europea consegnava un milione di
dollari, voleva che la parte cubana pagasse, per quel milione, 27 milioni d=
i
pesos cubani per finanziare altri progetti in moneta nazionale, e per la cu=
i
esecuzione si doveva contare sulla partecipazione alla presa di decisioni d=
i
Organizzazioni Non Governative europee. Questa assurda condizione, che non
e' stata mai accettata, ha praticamente paralizzato il flusso d'aiuto a un
gruppo di progetti per tre anni, e dopo li ha limitati in modo
considerevole.

Tra ottobre del 2000 e dicembre del 2002 la Commissione Europea approvo'
formalmente quattro progetti per un ammontare di circa 10,6 milioni di
dollari (quasi tutti destinati all'assistenza tecnica in temi
amministrativi, giuridici ed economici) e solo 1,9 milioni di dollari per l=
a
sicurezza alimentaria. Niente di cio' e' stato eseguito a causa della
lentezza dei meccanismi burocratici della suddetta istituzione. Tuttavia,
in tutti gli informi dell'Unione Europea questi fondi appaiono come
"approvati per Cuba", ma la realta' e' che fino alla data odierna nel nostr=
o
paese non e' entrato nemmeno un centesimo dei suddetti fondi.

Si deve tenere conto che, in aggiunta, in tutti i suoi rapporti sull'aiuto
a Cuba, la Commissione Europea e i paesi membri includono i cosiddetti cost=
i
indiretti, tali come biglietto nelle proprie linee aeree, alloggio, vitto,
salari e lussi a livello di primo mondo. Il presunto aiuto sborsato che
incide direttamente sul progetto diminuisce per queste spese, che alla fine
non costituisce un beneficio per il paese, ma che ai fini chiaramente
pubblicitari vengono stimati come parte della loro "generosita'".

E' proprio indignante che si voglia intimidire ed esercitare pressioni su
Cuba utilizzando tali misure. Cuba, piccolo paese, bloccato e aggredito,
non soltanto e' stato capace di sopravvivere ma anche di aiutare tanti altr=
i
paesi del Terzo Mondo, sfruttati per secoli da metropoli europee.

Durante 40 anni a Cuba si sono laureati come professionisti e tecnici
qualificati oltre 40 mila giovani provenienti da pi=F9 di 100 paesi del Ter=
zo
Mondo, 30 mila di essi dall'Africa, senza che il nostro paese ne abbia
rubato neanche uno, come fanno i paesi dell'Unione Europea con molti dei
migliori talenti. D'altra parte, in tutto questo tempo oltre 52 mila medic=
i
e tecnici della sanita' cubani, che hanno salvato milioni di vite, hanno
prestato servizi in modo volontario e gratuito in 93 paesi.

Senza aver superato ancora il periodo speciale, lo scorso anno 2002 c'erano
nel nostro paese piu' di 16 mila giovani del Terzo Mondo studiando nei
centri d'istruzione superiore gratuitamente, tra cui oltre 8 mila che si
formano come medici. Se si calcola quanto dovrebbero pagare negli Stati
Uniti e in Europa, sarebbe necessaria una donazione di oltre 450 milioni di
dollari ogni anno. Se si sommano i salari dei 3 700 medici che prestano
servizi all'estero nei posti piu' isolati e difficili sulla base del costo
del salario che paga all'anno la OMS per un medico, bisognerebbe aggiungere
quasi altri 200 milioni. Complessivamente il valore e' pari a circa 700
milioni di dollari. Cio' che il nostro paese puo' fare, non a partire dall=
e
proprie risorse finanziarie bensi' dello straordinario capitale umano che h=
a
creato la Rivoluzione, dovrebbe servire come esempio all'Unione Europea e
far si' che si vergogni del misero e inefficace aiuto che offre ai paesi de=
l
Terzo Mondo.

Mentre i combattenti cubani versavano il proprio sangue lottando contro i
soldati dell'apartheid, i paesi dell'Unione Europea scambiavano miliardi di
dollari ogni anno in merci con i razzisti sudafricani e, attraverso i loro
investimenti beneficiavano del lavoro semischiavo e a basso costo dei nativ=
i
sudafricani.

Lo scorso 20 luglio, meno di una settimana fa, l'Unione Europea, in una
pubblicizzata riunione per rivedere la sua vergognosa Posizione Comune, ha
ratificato le infami misure adottate contro Cuba il 5 giugno e ha dichiarat=
o
che riteneva che il dialogo politico doveva continuare "ai fini di
promuovere una ricerca pi=F9 efficiente dell'obiettivo della Posizione Comu=
ne"
.

Il governo di Cuba, per elementare senso della dignita', rinuncia a
qualunque aiuto o resto di aiuto umanitario che possa offrire la Commission=
e
e i governi dell'Unione Europea. Il nostro paese accetterebbe soltanto
questo tipo d'aiuto, non importa quanto modesto sia, dalle autonomie
regionali o locali, dalle organizzazioni non governative e dai movimenti di
solidarieta', che non impongono a Cuba condizionamenti politici.

L'Unione Europea s'illude quando afferma che il dialogo politico deve
proseguire. La sovranita' e la dignita' d'un popolo non si discutono con
nessuno, tanto meno con un gruppo di ex potenze coloniali responsabili
storicamente del traffico di schiavi, del saccheggio e persino dello
sterminio di interi popoli, che sono colpevoli del sottosviluppo e della
poverta' in cui vivono oggi miliardi di esseri umani a cui continuano a
saccheggiare mediante lo scambio disuguale, lo sfruttamento e lo spreco
delle loro risorse naturali, l'impagabile debito estero, il furto dei
migliori cervelli e altri procedimenti.

L'Unione Europea manca di sufficiente liberta' per dialogare con piena
indipendenza. I suoi impegni con la NATO e gli Stati Uniti, la sua condott=
a
a Ginevra, dove agisce accanto e a fianco di coloro che vogliono distrugger=
e
Cuba, la rendono incapace di affrontare uno scambio costruttivo. Ad essa s=
i
uniranno fra poco paesi dell'ex comunita' socialista. I loro opportunisti
dirigenti, piu' fedeli agli interessi degli Stati Uniti che a quelli dell'
Europa, saranno dei cavalli di Troia della superpotenza all'interno dell'
Unione Europea.

Sono pieni di odio contro Cuba a cui non perdonano l'aver resistito e
dimostrato che il socialismo e' capace di raggiungere una societa' mille
volte pi=F9 giusta e umana del putrido sistema che loro adottarono.

Quando l'Unione Europea si creo', l'applaudimmo, perche' era l'unica cosa
intelligente e utile che potevano fare per frenare l'egemonismo del suo
potente alleato militare e concorrente economico. Applaudimmo anche l'euro
perche' era conveniente per l'economia mondiale di fronte al potere
asfissiante e quasi assoluto del dollaro.

Quando invece, arrogante e calcolatrice, alla ricerca di riconciliazione co=
n
i padroni del mondo, offende Cuba, non merita dal nostro popolo la benche'
minima considerazione e rispetto.

Il dialogo nei fori internazionali dev'essere pubblico e per discutere i
gravi problemi che minacciano il mondo.

Non tenteremo di discutere i principi dell'Unione o della Disunione Europea=
.
A Cuba troveranno un paese che non accetta padroni, ne' minacce, ne' chiede
elemosina, ne' manca del coraggio di dire la verita'.

Voi avete bisogno di qualcuno che vi dica alcune verita', poiche' molti vi
adulano per interesse o semplicemente affascinati dal lusso delle glorie
passate dell'Europa. Perche' non criticano o aiutano la Spagna a migliorar=
e
il disastrato stato dell'istruzione che, al livello di repubblica delle
banane, e' una vergogna per l'Europa? Perche' non aiutano la Gran Bretagna
a impedire che le droghe sterminino l'orgogliosa razza? Perche' non si
analizzano e non si aiutano tra loro che tanto bisogno ne hanno?

L'Unione Europea farebbe bene a parlare meno e a fare di piu' per i veri
diritti umani della stragrande maggioranza dei popoli del mondo; ad agire
con intelligenza e dignita' di fronte a coloro che non vogliono lasciarle
nemmeno le briciole delle risorse del pianeta che vogliono conquistare; a
difendere la propria identita' culturale di fronte all'invasione e
penetrazione delle potenti transnazionali dell'industria della ricreazione
nordamericana; occuparsi dei propri disoccupati che sono decine di milioni;
a educare gli analfabeti funzionali; a dare un trattamento umano agli
immigranti; a garantire una vera previdenza sociale e l'attenzione medica a
tutti i cittadini come lo fa Cuba; a moderare le abitudini consumistiche e
di spreco; a garantire che tutti i membri apportino l'1% del PIL come ormai
fanno alcuni per appoggiare lo sviluppo del Terzo Mondo o almeno alleviare
senza burocratismo ne' demagogia la loro terribile situazione di poverta',
insalubrita' e analfabetismo; a indennizzare l'Africa e altre regioni per i=
l
danno a esse cagionato durante secoli di schiavitu' e colonialismo; a
concedere l'indipendenza ai punti coloniali che mantengono ancora in questo
emisfero, dai Caraibi alle Malvine, senza ritirare l'aiuto economici che
meritano per il danno storico e lo sfruttamento coloniale subito.

A una lista che sarebbe infinita si potrebbe aggiungere:

portare avanti una vera e propria politica d'appoggio ai diritti umani con
fatti e non con parole inutili; investigare cio' che in realta' avvenne con
i baschi assassinati dai GAL ed esigere responsabilita'; informare il mondo
di come fu brutalmente assassinato lo scienziato David Kelly o in che modo
lo spinsero al suicidio; rispondere un giorno lale domande che gli fece a
Rio de Janeiro sulla nuova concezione strategica della NATO rispetto ai
paesi dell'America Latina; opporsi risolutamente e con fermezza alla
dottrina dell'attacco sorpresa e preventivo contro qualunque paese del
mondo, proclamata dalla piu' forte potenza militare che sia mai esistita, l=
e
cui conseguenze per l'umanita' voi sapete dove conducono.

Calunniare e castigare Cuba, oltre ad essere ingiusto e vigliacco, e'
ridicolo. A partire dal grandioso e abnegato capitale umano che ha creato =
e
di cui voi non disponete, Cuba non ha bisogno dell'Unione Europea per
sopravvivere, svilupparsi e raggiungere cio' che voi non potrete mai
raggiungere.

L'Unione Europea deve moderare l'arroganza e la prepotenza.

Nuove forze emergono dappertutto e con grande spinta. I popoli sono stanch=
i
di tutele, di ingerenze e di saccheggi imposti attraverso meccanismi che
privilegiano i piu' ricchi e sviluppati al costo della crescente poverta' e
della rovina altrui. Una parte di questi popoli avanza ormai con forza
incontenibile. Altri li raggiungeranno. Tra essi ci sono giganti che si
svegliano. A questi popoli appartiene il futuro.

In nome di 50 anni di resistenza e di lotta senza tregua di fronte a una
forza varie volte superiore alla vostra, e dei successi sociali e umani
raggiunti da Cuba senza alcun aiuto dei paesi dell'Unione Europea, vi invit=
o
a riflettere serenamente sui vostri errori senza lasciarsi trascinare da
eccessi d'ira o dall'ubriachezza euronarcisista.

Ne' l'Europa n=E9 gli Stati Uniti diranno l'ultima parola sui destini dell'
umanita'!

Voglio assicurarvi qualcosa di simile a cio' che dissi davanti al tribunale
spurio che mi giudico' e condanno' per la lotta che iniziammo un giorno com=
e
oggi cinque decenni fa, ma questa volta non saro' io a dirlo; lo afferma e
augura un popolo che ha realizzato una Rivoluzione profonda, trascendente e
storica, e ha saputo difenderla:

condannatemi, non importa! I popoli diranno l'ultima parola!

Gloria eterna ai caduti durante 50 anni di lotta!

Gloria eterna al popolo che ha trasformato i suoi sogni in realta'!

Vinceremo!



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