[Badgirlz-list] Abusi psichiatrici

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Szerző: Errata Errata
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Tárgy: [Badgirlz-list] Abusi psichiatrici
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>    1. OT:  Un'altra vittima degli abusi della
> psichiatria ... > 
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> La Nazione: trattenuto e forse malmenato un trans
> presso un Cim
>
> FOLIGNO — Si chiama Emilio G., ha trentasette anni e
> un passato da
> prostituta. Gli occhi mobili e spaventati, un
> sorriso raro e una
> stretta di mano amichevole. Emilio non esiste più
> dall'età di
> tredici
> anni, da quando, adolescente, ha scoperto la sua
> omosessualità. E da
> allora è diventato Angela. Prigioniera di un corpo
> sbagliato. Una
> persona infelice che ha deciso di raccontarsi, con
> il suo sorriso
> triste che demolisce resistenze e tabù, per uscire
> finalmente allo
> scoperto. Ad ascoltarla, oggi che ha quasi
> quarant'anni, si ha la
> sensazione che questo del suo riscatto sia davvero
> l'anno zero di
> una
> nuova vita. Che Angela, con il suo garbo di oggi,
> voglia fare della
> sua vita di ieri un cumulo di macerie. Una vita allo
> sbando, la sua,
> fatta di espedienti e il marciapiede come unica
> prospettiva: «Avevo
> tredici anni quando me ne sono andata di casa. Ho
> abbandonato la mia
> famiglia per seguire l'uomo che amavo. Ho iniziato
> allora a
> prostituirmi». Angela è un fiume di parole: «Io non
> ho scelto. Non
> ho
> potuto scegliere. Per me non c'erano il bene e il
> male. C'era solo
> il
> male». Niente affatto evasiva sul suo passato (che
> non rinnega ma
> vuol cancellare) Angela ricorda quando «vendeva il
> suo corpo per
> pagare l'affitto», quando ha scoperto d'essere
> diversa e della
> reazione del padre che «avrebbe preferito vederla
> morta». E della
> sua
> omosessualità che le è costata un ricovero coatto.
> Qualcosa di simile alla camicia di forza. Non ne
> poteva più di quella
> vita a luci rosse e un anno fa Angela ha smesso:
> «Lavoro al canile,
> duecentosette euro al mese. Ma io sto bene. Vorrei
> solo guadagnare
> qualcosa di più. Mi adatterei a qualunque lavoro».
> Eccoli, riposti
> in
> un cassetto, i suoi sogni e le speranze segrete:
> «Una casa, un
> lavoro,
> rispetto». Della sua abitazione parla come di un
> luogo «squallido,
> pieno di muffa e umidità, desolante». Una specie di
> prigione dalla
> quale vuole fuggire. Perchè la clandestinità, ormai,
> non le
> appartiene più: «Dopo visite ed esami il giudice
> civile ha emesso la
> sentenza che mi autorizza a cambiare sesso. Sono in
> lista d'attesa a
> Torino e mi hanno detto che sono tra le prime».
> Eppure, nonostante
> il
> suo coraggio non comune, dieci giorni fa Angela ha
> vissuto un
> incubo: «Ero andata al Centro igiene mentale tramite
> il quale ho
> ottenuto la borsa-lavoro (l'attività di custode al
> canile) per il
> mio
> reinserimento sociale». «Ero agitata, certo. Ma
> niente di più. Mi
> hanno trattenuta contro la mia volontà, poi mi hanno
> iniettato un
> forte sedativo e trasportato a Fermo in una specie
> di casa
> psichiatrica». Lei, che ha vissuto sulla propria
> pelle emarginazione
> e disprezzo, racconta di una sorta di sequestro di
> persona. Dice
> d'essere stata legata mani e piedi (ma non è
> illegale?), di aver
> subito una vera e propria violenza, un trattamento
> che somigliava
> troppo da vicino ad un (mal)trattamento. Impossibile
> rimanere
> indifferente alla sua richiesta d'aiuto. Angela, da
> sempre messa alla
> gogna dai pregiudizi della gente, ha deciso di
> voltare pagina. Ma
> certo non si aspettava di pagare lo scotto della sua
> diversità con
> un
> ricovero forzato in una casa psichiatrica.
>
> di Alessandra Cristofani
> --- End forwarded message ---
>
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