Caro Stefano, poni un problema molto serio. Qualcosa sta cambiando e biso=
gna
capire i cambiamenti per farli diventare tappa di un percorso. La condann=
a
degli Usa sui dazi protettivi per l'acciaio non pu=F2 essere sottovalutat=
a.
Cos=EC la nostra posizione sul mercato rischia di essere ideologica se no=
n
vediamo che il mercato =E8 un dato relativo e che la questione non =E8 il=
mercato,
a patto che non vogliamo sostituirlo con il baratto, ma le regole che lo
sottointendono e lo precostituiscono. Condivido la tua analisi sul movime=
nto,
tuttavia il movimento a Genova, a mio parere, ha fatto un gigantesco pass=
o
in avanti sull'Europa, assumendo la questione della costituzionalizzazion=
e
della democrazia e dei diritti. E' un varco, ampliamolo. Mi pare che l'ab=
bia
colto bene Piero Sansonetti sull'Unit=E0. Ciao a tutti Vittorio.
>-- Messaggio originale --
>To: <retesf-comm@???>
>From: "albion" <albion@???>
>Cc: <forumroma@???>, <forumromanord@???>,
> <newbrainframes@???>
>Subject: [RSF] (no subject)
>Reply-To: forumroma@???
>Date: Tue, 22 Jul 2003 07:51:00 -0000
>
>
>un paio di riflessioni, spero costruttive, post-Genova.
>
>zac
>> dal SecoloXIX:
>>
>> Genova. Oltre diecimila persone per ricordare Carlo Giuliani (...)
>> Poi la marcia silenziosa, cerotto alla bocca, per =ABnon
>archiviare e non dimenticare=BB la tragedia del ragazzo ucciso durante
>gli sconto del G8 genovese.
>
>prima di tutto il focus della settimana: una 7 giorni direi riuscita
>sia in termini quantitativi che qualitativi. La manifestazione ne e'
>lo specchio.
>Pero' Genova 2003 arriva dopo Genova 2002, dopo la guerra in Iraq, che
>veniva dopo quella in Afghanistan e dopo l'allargamento della UE etc
>etc C'e' quindi un percorso e lungo questo percorso e' bene fermarsi
>ogni tanto e guardare indietro per vedere oltre.
>
>zac
>> Ma
>tra le decine di anime del movimento noglobal, crescono le richieste
>di rinnovamento (...) E rende meno amara la constatazione inevitabile:
>il movimento no global arriva al secondo anniversario del G8 sull'orlo
>della crisi. Sgretolato nella sua composizione, litigioso, con le
>varie anime a cercare di marcare - o smarcare - la propria presenza.
>
>la crisi dei movimenti come li abbiamo conosciuti in questi ultimi 3
>anni c'e' e se non e' gia' un decorso e' comunque un febbrone.
>L'articolo del Secolo e' molto acuto, considerato che viene da un
>media mainstream.
>Ho evidenziato 2 passaggi che centrano IMHO le principali difficolta'
>del momento:
>
>zac
>> Queste stesse anime hanno visto il 20 luglio 2003 come una via
>crucis, attraverso le stesse strade e gli stessi incroci camminati da
>"Carletto" due anni fa. Un funerale silenzioso, commemorativo.
>
>repetita (non) iuvant
>La riproposizione rituale di alcune scadenze e date ha creato uno
>scollamento tra il fare e l'essere. Gia' l'anno passato (ma a guardare
>bene da sempre) da molte parti si levavano cori di disapprovazione per
> l'incapacita' di concentrarsi solo in alcuni momenti (cortei e forum)
>e poi sparire "carsicamente".
>Il limite piu' evidente e' l'incapacita' di trovare tempo per
>l'analisi e la diffusione/confronto delle eventuali conclusioni. Al
>contrario la riproposizione del forum o peggio della manifestazione
>come unico momento aggregante impoveriva il messaggio plurale dei
>movimenti assoggettandolo alla logica dello slogan o del soundsystem.
>
>zac
>> Emerge invece che il movimento
>ha registrato oggi un passo indietro: =ABCi siamo fermati mentre tutto
>attorno a noi =E8 cambiato=BB.
>
>Forse sono piu' ottimista, forse no, ma IMHO nulla si e' fermato,
>semplicemente le strade si sono biforcate: da un lato gli eventi,
>dall'altra la visione discendente da una lettura ormai datata.
>
>Un caso su tutti: il WTO. La posizione del 2000, ancora maggioritaria,
>e' che il WTO rappresenta il primo strumento di imposizione del
>neoliberismo nel mondo. Ha quindi un ruolo meramente oppressivo e,
>cosi' come e', va eliminato. Al massimo lo si puo' ripensare con un
>nuovo ruolo: come agenzia ONU (e quindi sottoposta alla Dichiarazioni
>dei Diritti dell'Uomo, del Fanciullo etc etc).
>
>Bene, oggi come oggi questa posizione non ha piu' alcun senso! Gli USA
>a Cancun porteranno un diktat al mondo intero (ma soprattutto alla
>UE): o si cede su alcune questioni (tipo gli OGM) oppure faranno
>fallire il WTO e faranno solo accordi bilaterali partendo dai paesi
>piu' poveri. Tanto per dare concretezza alla cosa hanno gia' iniziato.
>
>La questione quindi e' molto stringente: a Cancun difenderemo il WTO o
>ci schiereremo a fianco degli USA? La risposta e' boh, perche' manca
>completamente un'analisi "di movimento". Il Tavolo della Campagna Not
>For Sale sta facendo un grande lavoro, ma quanta parte dei 10mila di
>Genova hanno in mente questo cambio di scenario? Non basta vedersi in
>20, bisogna far circolare l'informazione, aprire spazi di dibattito e
>di incontro. Questi momenti in questo movimento non esistono: ci sono
>piccoli gruppetti iperinformati, che cercano di influenzare i
>gruppetti politici che decidono se c'e' il corteo o se si fara' il
>controvertice, ma non c'e' alcun movimento, inteso come spostamento,
>di idee.
>
>I movimenti proseguono d'inerzia sui binari degli slogan, aspettando
>che Toni Negri o Vandana Shiva scrivano un altro libro. Siamo un
>movimento popolare o editoriale? Non lo so piu': all'ultima festa'
>dell'Unita' l'unico stand politico era la libreria...
>
>ciao
>Stefano
>aka Albion
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